Centro di studi politici e sociali e Archivio storico Il Sessantotto

Sede e contatti
Via G. Orsini 44, 50126 Firenze
Tel. 055 685593
Fax 055 685593
E-mail: archivio68@inventati.org
Sito web: http://archivioilsessantotto.blogspot.com/
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=cons&Chiave=14653

Organi
Presidente: Maurizio Lampronti
Vice-presidente: Adriana Dadà
Segretario: Fulvio D’Eri
Tesoriere: Giancarlo Benvenuti

Breve storia
L’ Archivio storico il Sessantotto nasce nel 1984 dall’iniziativa di un gruppo di dodici ex militanti provenienti da esperienze politiche diverse, nel tentativo di preservare la memoria collettiva di questo particolare momento storico attraverso un ampio lavoro di ricerca e raccolta, per ricostruire e comprendere il clima sociale del tempo nella sua complessità.
Il cuore dell’archivio è costituito tuttora dal materiale originario raccolto ed archiviato dai soci fondatori, creando così un corpus eterogeneo proveniente dalle diverse aree della sinistra rivoluzionaria: al suo interno, infatti, erano presenti anarchici; membri di Avanguardia operaia, Democrazia proletaria e Lotta continua; esponenti di matrice internazionalista e trozkista. L’attività di raccolta e documentazione è continuata sino ai primi anni novanta, sia da singoli militanti di sinistra sia da organizzazioni politiche in fase di scioglimento.
L’archivio è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica della Toscana con provvedimento n. 798 del 6 febbraio 2004

Patrimonio
I fondi archivistici conservati sono:
Bencini Luigi
Biblioteca anarchica Luigi Fabbri
Cannarozzo Calogero
Damiani Luca
Fornaciari Paolo Edoardo
Giornali politici organi di partito
Montagni Andrea
Opuscoli
Riviste
Serafini Aldo
Spagna Piero
Volantini e ciclostilati




Ricordando Tristano Codignola. Presentazione dell’Inventario dell’Archivio

Lunedì 22 ottobre alle ore 17.00 in Sala del Gonfalone, Palazzo del Pegaso (via Cavour 4, Firenze), la presentazione dell’Inventario del fondo archivistico di Tristano Codignola, conservato presso l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, sarà l’occasione per ricordare la figura del politico ed intellettuale.

Saluti del Presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani

Interventi di

Paolo Bagnoli, Università di Siena

Emilio Capannelli, Soprintendenza archivistica della Toscana

Coordina Matteo mazzoni, direttore ISRT




PRESENTAZIONE VOLUME | Ricostruire. Dalle pratiche di cura all’agire politico: donne del dopoguerra (1946-1955)

28 settembre 2018 – dalle ore 16.30
@ Sala Gigli, Palazzo del Pegaso, via Cavour 4, Firenze

 

Ricostruire. Dalle pratiche di cura all’agire politico:
donne del dopoguerra (1946-1955)
di Alessandra F. Celi e Simonetta Simonetti

Nella sede della Sala Gigli del Palazzo del Pegaso, il 28 settembre p.v. verrà presentato il volume di Alessandra F. Celi e Simonetta Simonetti in uscita per la collana Quaderni della Commissione Pari Opportunità della Toscana.

Saluti
Eugenio Giani, Presidente del Consiglio regionale della Toscana
Rosanna Pugnalini, Presidente Commissione regionale Pari Opportunità della Toscana

Intervengono
Matteo Mazzoni, Direttore Istituto Storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea
Anna Badino,Università di Firenze

Saranno presenti le autrici

 

Locandina in allegato.




Giornata di approfondimento sulle leggi razziali fasciste

30 settembre dalle ore 10
@ Tenuta di San Rossore – Sala “Giovanni Gronchi”

 

GIORNATA DI APPROFONDIMENTO
sulle leggi razziali

In occasione dell’80° anniversario, il Comitato provinciale ANPI di Pisa e la Sezione ANPI di Barberino di Mugello dedicano la giornata di domenica 30 settembre all’approfondimento delle leggi razziali fasciste.

L’incontro si terrà in San Rossore, dove il 5 settembre 1938 il re Vittorio Emanuele III firmò i primi provvedimenti.
Il programma della giornata è illustrato nella locandina allegata.




Cerimonia del 74° Anniversario dell’eccidio nazi-fascista delle Fosse del Frigido di San Leonardo di Massa

26 settembre 2018 dalle ore 9:30
@ Chiesetta di san Leonardo, Massa

 

CERIMONIA 74° ANNIVERSARIO
dell’eccidio nazi-fascista delle Fosse del Frigido
di San Leonardo di Massa

Era il 16 settembre 1944 quando un reparto delle SS, in procinto di lasciare la città per l’imminente arrivo delle forze alleate, caricò su un camion i detenuti rinchiusi nel carcere del Castello Malaspina e li portò lungo le rive del fiume Frigido. Lì, i prigionieri, 147, furono fucilati e seppelliti in tre grandi crateri di bombe.

in allegato il programma completo.




Ricostruire. Dalle pratiche di cura all’agire politico: donne del dopoguerra (1946-1955)

“Sento ancora dentro, impressa per sempre, la gioia del primo 8 marzo che festeggiammo in campagna, con tutte le altre.
Partecipavamo agli infuocati ed interminabili dibattiti del PCI. Eravamo giovani, ma avevamo tanto entusiasmo e senso di responsabilità.
Venivamo dalla Resistenza, avevamo visto gli orrori della guerra e volevamo un mondo migliore.”
[Didala Ghilarducci in occasione della morte dell’amica Wanda Breschi, «Il Tirreno», Viareggio 3 gennaio 2007.]

Negli anni del secondo conflitto mondiale in Italia, quando lo stravolgimento sociale divenne insostenibile, le donne si fecero perno e collante di ciò che restava del nucleo familiare, continuando a svolgere i compiti di cura ai quali erano state designate, lavorarono nelle fabbriche, nei servizi pubblici, si fecero staffette senza indugio, nonostante i rischi e i molti pericoli.

Dopo anni di dittatura e guerra, furono protagoniste prima silenziose e poi appassionate dell’alba democratica, in un mondo ormai caratterizzato dalla distruzione, morale e materiale. Ma proprio in quegli anni cruciali in cui vennero decisi i criteri dello sviluppo economico e la ricostruzione del paese, che tipo di scelta compirono quelle donne che con il voto erano ormai cittadine a pieno titolo?

Queste le premesse che hanno dato vita a Ricostruire. Dalle pratiche di cura all’agire politico: donne del dopoguerra (1946-1955), il volume di Alessandra Fulvia Celi e Simonetta Simonetti in uscita nella collana Quaderni della Commissione Regionale per le Pari Opportunità della Toscana. “Ricostruire”, perché l’Italia era un paese annientato nelle sue strutture tangibili, ma anche nel tessuto relazionale. Moltissimi gli orfani che vivevano per strada, i profughi, i reduci esausti. Le prime donne che si impegnarono nella ricostruzione furono quelle che erano uscite dall’azione partigiana o dalla militanza cattolica. Ma a queste pioniere tante altre si unirono, spesso agendo dalle associazioni, che divennero luoghi di crescita e formazione: le donne che provenivano da piccole realtà furono spronate alla lettura, perché alcune erano digiune su argomenti quali i diritti e il significato di essere cittadine. Tante, dopo l’associazionismo, entrarono in politica, arricchite dell’esperienza di condivisione di ideali e obiettivi con le compagne. Le cattoliche, le partigiane, le donne dell’UDI, quelle del CIF in un primo momento unirono le forze e riorganizzarono scuole, asili, mense, punti di riferimento per gli sbandati e per le famiglie che cercavano di ripensare a una normalità.

Celi e Simonetti, con un vasto lavoro di ricerca negli archivi (Prefettura; Archivio del Partito comunista italiano; archivi nazionali e locali di UDI e CIF; archivi storici comunali) nonché presso l’archivio privato di Maria Eletta Martini, e ancora attraverso interviste e raccolta di materiale iconografico, hanno tratteggiato in modo incisivo le storie di donne delle province toscane e ne hanno raccolto le preziose testimonianze.
Le realtà locali, quindi, appaiono come un laboratorio di verifica, spesso di criticità, delle strategie decise a livello nazionale da associazioni e partiti ed emerge chiaramente quanto fossero diversi gli approcci, ma comuni gli obiettivi, nelle diverse zone della nostra regione. Nei territori di montagna, ad esempio, le associazioni si impegnarono in diverse campagne che consistevano nel dare possibilità ai bambini orfani o che vivevano in estrema povertà, di passare l’inverno presso famiglie che avevano mezzi sufficienti. Questo tipo di esperienza, come molte altre di tipo assistenziale, era percepita dalle donne come urgentissima, «Erano le cose spicciole che necessitavano: cibo e vestiti e riparo per vivere, e noi riuscivamo, attraverso le nostre reti, a procurarli».

I partiti, invece, sembravano non andare al cuore del problema, «Dovevamo sensibilizzare prima gli uomini […]. Incontravamo resistenze che venivano dai compagni. Gli asili nido, la maternità, erano argomenti che loro ritenevano di poca importanza. Da lì discussioni a non finire e, naturalmente, ciò significava arrestare o almeno rallentare il nostro lavoro».
Il paese aveva grande bisogno di cambiare il modo di fare assistenza e concepire un moderno Stato sociale. All’indomani della pace, invece, era fermo alle riforme tentate dal passato regime. L’infanzia, ad esempio, veniva per lo più gestita dall’OMNI o dagli istituti religiosi, ma le donne combatterono affinché l’assistenza sociale divenisse un’attività democratica e lo fecero attraverso le associazioni e la politica.

Molte furono le delusioni: la passione si scontrò, nella pratica dell’agire politico, con modelli culturali radicati e rigidi. I compagni uomini non si dimostravano del tutto convinti della presenza femminile nelle file dei partiti: persino all’interno della Costituente, le donne trovarono ostacoli e ostilità da parte di alcuni. Mancavano prove concrete di fiducia, eppure molte di loro avevano partecipato attivamente alla Liberazione. «Credo proprio di interpretare il pensiero di tutte noi consultrici invitando a considerarci non come rappresentanti del solito sesso debole […] ma pregandovi di valutarci come espressione rappresentativa di quella metà del popolo italiano che ha pur qualcosa da dire, che ha lavorato con voi, con voi ha sofferto, ha resistito, ha combattuto, con voi ha vinto con armi talvolta diverse, ma talvolta simili alle vostre e che ora con voi lotta per una democrazia che sia libertà politica e giustizia sociale».

Celi e Simonetti delineano con grande cura la realtà contraddittoria e dura nella quale dovettero muoversi le donne impegnate in politica e nelle associazioni negli anni del dopoguerra e negli anni Cinquanta. Ma dal loro lavoro emerge soprattutto la grande passione, la dedizione, la consapevolezza e la forza che ha dato vita alle grandi battaglie delle donne italiane.

Articolo pubblicato nel settembre del 2018.




Fra moglie e marito. Ordine familiare e dipendenza femminile dall’età moderna a oggi.

15 novembre 2018, Firenze, Dip.to Sagas, via San Gallo 10, ore 15-19

Seminario interdisciplinare organizzato dal Sagas in collaborazione con la Società italiana di Storia del Lavoro e l’associazione “Amici di Passato e Presente”

Fra moglie e marito. Ordine familiare e dipendenza femminile dall’età moderna a oggi.

Intervengono: Giovanni Cazzetta, Daniela Lombardi, Domenico Rizzo Sandra Pescarolo, Simonetta Soldani, Valeria Vezzosi. Introduce e coordina, Monica Pacini




Seminario con Karen Offen su The women question in France 1400-1920

22 Ottobre 2018, Firenze, Dip.to Sagas, via San Gallo 10, ore 15-19: seminario organizzato dal Sagas, in collaborazione con la Società italiana delle storiche e l’associazione “Amici di Passato e presente” con Karen Offen che presenta il suo ultimo volume, The women question in France 1400-1920.