Eri piccola… Parole e musica dall’Italia del dopoguerra al MUVE di Empoli

“Eri piccola… Parole e musica dall’Italia del dopoguerra”. È il titolo dell’incontro in programma giovedì 5 luglio, alle 21, a ingresso gratuito, al Museo del Vetro di Empoli, in Via Cosimo Ridolfi, nell’ambito del programma del Luglio Empolese.

Protagonisti David Parri i cui interventi si alterneranno alle canzoni a cura del Centro Attività Musicali CAM di Empoli con Elisa Prosperi, voce; Massimo Giannini, voce e percussioni; Sandro Tani, sassofoni; Tommaso Ceccatelli, chitarra elettrica; e Mirco Capecchi, contrabbasso.

All’appuntamento faranno da sfondo i ‘vetri’ del museo che attualmente ospita, in occasione della mostra di Palazzo Strozzi ‘Nascita di una nazione – Tra Guttuso, Fontana e Schifano’, alcune delle opere provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna e della Resistenza del palazzo comunale. Dipinti, disegni e sculture realizzati dagli esponenti della ‘scuola empolese’ di cui fecero parte, a vario titolo, Nello e Renato Alessandrini, Virgilio Carmignani, Mario Maestrelli, Sineo Gemignani e Gino Terreni.

Una serata tra parole e musica in cui si cercherà di restituire l’immagine di una nazione, allora giovane, nel modo più contraddittorio possibile, provando a grattare un poco l’etichetta che copre solitamente gli anni del cosiddetto “Boom economico”.

Il periodo di riferimento per le opere e le canzoni scelte – alcune delle quali veri classici del periodo portate al successo da artisti come Mina e Gino Paoli – è grosso modo compreso tra il 1958 ed 1968, anno segnato dall’ondata di novità rappresentata dalle rivolte giovanili, eventi che non saranno toccati in quanto avvio di un diverso periodo storico.

Il primo termine cronologico, il 1958, segna invece il decennio dall’entrata in vigore della Costituzione, atto di nascita di un paese che dopo non molto tempo sembrava ormai aver iniziato la sua corsa senza freni dentro il consumismo di una età industriale con i suoi miti, i suoi riti e le sue capitali, come Milano, vera protagonista della selezione di testi letterari (tra Realismo, sperimentazione e Neoavanguardia).

Come detto le parole saranno protagoniste, dei testi letterari come di quelli musicali nelle canzoni italiane degli anni ‘50 e ‘60 arrangiate ed eseguite dall’ensemble di musicisti ed insegnanti del Cam.




Destini di emigrati: Yves Montand

La fama può avere mille volti e mille possono essere i motivi che spingono una persona a tentare di uscire dall’anonimato. Yves Montand (1921-1991) fu senz’altro un artista a cui la fama arrise in più di un’occasione. Il suo talento, il fervore che riversava nelle esibizioni a teatro furono la cifra di un’epoca. Artista eclettico, seppe spendersi al meglio tanto nel mondo del cinema quanto in quello della musica. Fu proprio in quest’ultimo che mosse i suoi primi passi.

Chi lo ricorda di fronte alle migliaia di persone dell’Olympia o dell’Étoile di Parigi, stenterà a credere che tutto possa aver avuto inizio sulle assi sconnesse di un vecchio granaio di Marsiglia. Eppure, nel 1938, appena diciassettenne, Yves Montand fece il suo debutto proprio di fronte a una cinquantina di operai sfiaccati da una lunga giornata di lavoro che, mentre lui si sforzava di conquistarli con brani di Charles Trenet e Maurice Chevalier, masticavano sfacciatamente arachidi e semi di girasole. Fu il primo grande successo.

Del resto lo stesso Montand proveniva dall’ambiente proletario e ne rivendicava orgogliosamente l’appartenenza. Con una particolarità: era uno sradicato. Ivo Livi, così si chiamava veramente, era italiano, figlio di emigrati italiani. Nacque a Monsummano, al tempo provincia di Lucca, oggi Pistoia. Il padre, convinto antifascista, a seguito di una spedizione punitiva che, in una sola notte lo fece cadere sotto il peso dei manganelli e assistere alla distruzione del laboratorio di scope di cui era proprietario, dato alle fiamme per ritorsione, fu costretto a partire per la Francia. Poco dopo anche Ivo, che di quella notte conserverà a lungo i bagliori del fuoco e le grida, lo raggiunse col resto della famiglia. Ma dell’attaccamento all’Italia resterà traccia nel film del regista Giuseppe De Santis Uomini e lupi e in un disco del 1963 interamente composto da brani della musica popolare italiana, tra i quali Bella ciao.

Marsiglia avrebbe dovuto essere la tappa di un lungo viaggio verso l’America. Divenne l’ultimo approdo. Qui i Livi vissero in quartieri squallidi, abitati da povera gente. Ivo, che assunse il suo nome d’arte proprio in omaggio all’origine toscana – quando la madre lo chiamava per cena, gli gridava: “Ivo, monta!”, cioè “sali in casa” – dovette adattarsi a svolgere qualsiasi tipo di mestiere: operaio di un pastificio, saldatore, persino parrucchiere.

Poi l’esibizione nel granaio e da lì l’inizio di una faticosa e brillante carriera. Dall’Alcazar di Marsiglia, il più importante teatro cittadino, ai teatri di Parigi e del mondo. Ci furono nella vita del Montand cantante incontri che indirizzarono il suo percorso artistico. Quello nel luglio 1944 con Édith Piaf, che lo volle ad aprire un suo concerto al Moulin Rouge, inizio di una collaborazione che sarebbe durata tre anni. Per lui la regina della canzone francese avrebbe scritto tre brani: La grande Cité, Mais qu’est-ce que j’ai e Il fait des…

Nel 1946 l’interpretazione di Les feuilles mortes, capolavoro del suo repertorio, tratto da una poesia di Jacques Prévert che sarebbe stata messa in musica per il film Les portes de la nuit (“Mentre Parigi dorme”). E, nello stesso anno, l’inizio del sodalizio col cantautore Francis Lemarque che per Montand scriverà testi indimenticabili come À Paris e Quand un soldat. Quest’ultimo in particolare, uscito nel 1952, in piena guerra d’Indocina, e diventato fin da subito inno all’antimilitarismo, sarà censurato per anni dalle radio francesi e farà di Montand il bersaglio prediletto dei più accaniti nazionalisti.

A rinvigorire le polemiche ci si metterà lo stesso Montand che nel 1956, a seguito della repressione in Ungheria, non rinuncerà a partire per una tournée nei paesi sovietici, più per comprendere le ragioni di un simile gesto che per mero tornaconto personale. Ritornerà deluso e amareggiato, non più disposto a battersi per un comunismo cieco e autoritario.

Infine il ritiro dalle scene nel 1968, salvo un breve ritorno negli anni Ottanta, che segnerà la fine della sua carriera di cantante. Continuerà a fare film, ma non tornerà più ad esibirsi in pubblico, se non per cause benefiche.

I gusti cambiano e pure Montand ne era consapevole quando in un’intervista del 1972 a Danièle Heymann diceva: “Un tempo esistevano compositori che si limitavano a comporre canzoni, senza interpretarle. Oggi, grazie ai congegni elettronici e ai mezzi audiovisivi, chiunque è in grado di cantare, anche chi non ha una voce particolarmente bella o chi si muove in maniera inelegante. […] Mi rendo conto, però, che doveva essere frustrante per un autore vedersi costretto ad affidare sempre le proprie canzoni ad un interprete: forse la nuova situazione è più onesta. Ma i pochi interpreti sopravvissuti non hanno più materiale su cui lavorare. Questo è il motivo fondamentale per cui ho smesso di registrare dischi e di fare spettacoli”.

Massimo Vitulano si è laureato in Lettere presso l’Università di Firenze nel 2015 con una tesi su Roberto Vecchioni. Collaboratore per “Il Tirreno” dal 2009 al 2016, è stato docente presso l’Università dell’età libera di Firenze e attualmente è insegnante di italiano presso l’Istituto tecnico “Marchi” di Pescia.

Articolo pubblicato nel luglio del 2018.




Altri 4 giovani hanno iniziato il nuovo ciclo del Servizio civile regionale all’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea

A partire dal 27 giugno, altri 4 giovani, precedentemente selezionati, hanno iniziato il proprio ciclo di attività del Servizio civile regionale presso l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea.

I volontari seguiranno corsi di formazione generale sul significato e la realtà del servizio civile e specifica sui diversi settori di lavoro dell’ISRT guidati dal Direttore e dal personale dell’Istituto, potendo avviare un percorso di conoscenza e di sperimentazione concreta della realtà del nostro Istituto e delle sue diverse funzioni a servizio della società e del territorio: dalla cura del patrimonio culturale, alla divulgazione storica, alla didattica.




74° ANNIVERSARIO LIBERAZIONE – Sinalunga

Domenica 1 luglio | dalle ore 9

 

74 ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE
DI SINALUNGA

Sinalunga celebra l’anniversario della Liberazione della città dal nazi-fascismo con una serie di iniziative realizzate grazie alla collaborazione dell’Amministrazione Comunale con ANPI, Provincia di Siena, Comune di Foiano della Chiana e le Associazioni dell’Arma Aeronautica, Arma dei Carabinieri e Bersaglieri.

Alle 9 è programmato il saluto ai caduti presso il Cimitero Militare Britannico di Renzino a cui farà seguito, dalle ore 10:30, la deposizione di una corona d’alloro ai caduti in piazza Garibaldi a Sinalunga e la rievocazione storica dell’arrivo delle truppe inglesi con sfilata di mezzi militari dell’epoca. Saranno presenti il Sindaco di Sinalunga, il Presidente della Provincia di Siena e il Presidente provinciale di ANPI.

Alle ore 11:30 nella Saletta Agnolucci del Teatro Pinsuti sarà inaugurata la mostra “Estate 1944, il passaggio del fronte in Valdichiana: immagini e testimonianze” a cui seguirà una conferenza storica a cura di Mario Parigi.

IN ALLEGATO locandina e programma.




PRESENTAZIONE DEL VOLUME | “Vita di un uomo”

Venerdì 6 luglio 2018 | ore 21
@ Mostra della Resistenza Città di Massa 1943-1945, Piazzale Partigiani (ex Deposito CAT), Massa

Presentazione della pubblicazione
Vita di un uomo di Adelmo Mosti

Con
Oliviero Dino Bigini (presidente Anpi Massa)
Maria Angela Fruzzetti
Ebano Mosti (il figlio)




74° ANNIVERSARIO LIBERAZIONE – Montepulciano

Venerdì 29 giugno 2018 | ore 17
@ Piazza Grande, Montepulciano

 

29 giugno 1944 – 29 giugno 2018 
Montepulciano celebra
il 74° anniversario della sua Liberazione

 

Venerdì 29 giugno la città ricorda la Liberazione con un corteo e un doveroso omaggio ai caduti.
Nel pomeriggio, a Sant’Albino, il programma prevede anche lo scoprimento di una stele in memoria di alcuni caduti civili durante il passaggio del fronte.

Il 29 giugno Montepulciano celebrerà, come ogni anno, la sua Liberazione, in memoria delle giornate intense ed entusiasmanti, ma anche per molti aspetti dolorose, che videro arrivare in città, nel 1944, le truppe alleate. Venerdì pomeriggio, con inizio alle 17, da Piazza Grande partirà il corteo, con il Gonfalone del Comune ed i labari dell’ANPI e di alcune Associazioni cittadine, accompagnato dalla Banda dell’Istituto di Musica “H. W. Henze”, che attraverserà il centro storico scendendo il corso principale. A Borgo Buio ci sarà una prima sosta per rendere omaggio al partigiano Giuseppe Marino, nel luogo esatto in cui si compì il suo estremo sacrificio. Il corteo proseguirà quindi fino al giardino di Poggiofanti, dove sarà deposta una corona d’alloro al Monumento ai Partigiani e ci sarà l’intervento di un rappresentante dell’Amministrazione Comunale.

Seguendo una tradizione ormai consolidata, al termine di questo momento, che è sempre stato molto partecipato e sentito da parte della cittadinanza, una parte di queste celebrazioni si sposterà per un doveroso omaggio ad alcuni caduti civili. Quest’anno è stato deciso di ricordare tre vittime innocenti di bombardamenti e mitragliamenti avvenuti in giornate diverse di quel giugno del 1944 nel territorio di Sant’Albino. E proprio nei giardini pubblici di Sant’Albino, l’ANPI locale ha deciso di far realizzare una stele in memoria di Palmira Cassioli Pagliai, Aleandro Cruciani e del dott. Francesco Celio Fommei, un medico che fu ucciso durante un mitragliamento aereo mentre andava a soccorrere un malato. La stele sarà scoperta alle 18,15 durante una breve cerimonia in cui sarà portato il saluto dell’Amministrazione Comunale e dell’ANPI,  e sarà letto un testo che ricorderà l’impegno civile, oltre che professionale, del dott. Fommei.  Queste celebrazioni, che si svolgono anno dopo anno, sono un modo per festeggiare la libertà di Montepulciano, anche se arrivata a prezzo di sanguinosi combattimenti e momenti estremamente dolorosi per tutti, ma anche per ricordare i tanti caduti civili che si trovarono, loro malgrado, costretti nella tragica morsa della guerra.




La battaglia di Cecina: rievocazione storica nel 74° anniversario della Liberazione della città

Da domani mercoledì 27 giugno al 2 luglio il Comune di Cecina organizza “La battaglia di Cecina. Rievocazione storica del 74° anniversario della Liberazione di Cecina” con due giornate ricche di appuntamenti e due mostre di documenti storici e collezionismo militare che saranno allestite presso il circolo “Il Fitto” in corso Matteotti 101 e al Centro espositivo del Palazzetto dei Congressi in piazza Guerrazzi (l’inaugurazione di entrambe si terrà domani alle ore 18).

Le due giornate clou della manifestazione saranno quelle di sabato 30 giugno e domenica 1 luglio. Più nel dettaglio sabato mattina inizierà con la cerimonia di apertura alla presenza delle Autorità alle ore 11 in piazza Guerrazzi per proseguire con l’apertura al pubblico della caserma base logistica Villa Ginori di Marina, la visita ai veicoli storici e al campo militare alle 15, la Santa Messa in suffragio dei caduti in battaglia alle 18.30 in località Il Terriccio e la presentazione del libro di Davide Filippi “La battaglia di Cecina e le altre combattute dalla Valle del Cecina a quella del Fine. Giugno-Luglio 1944” alle 21.30 al Palazzetto dei Congressi.

Domenica il primo appuntamento è alle ore 10.30 presso l’aviosuperficie “Porta della Maremma” con la rievocazione storica dell’arrivo di W. Churchill in visita alle truppe americane del generale M. W Clark. Nel pomeriggio, invece, alle ore 18 presso la caserma Villa Ginori di Marina prenderà il via il tour ciclistico storico “Pedalando nella storia”, un percorso guidato e raccontato con tappe nei luoghi della memoria. Le celebrazioni termineranno la sera, alle ore 21.30 alla Terrazza dei Tirreni con uno speciale intrattenimento musicale e danzante d’epoca swing anni ’40.

Ufficio Informazione

e-mail: informazione@comune.cecina.li.it
mobile: +39 329 5398053




SPETTACOLO TEATRALE | “Tu devi vedere perché tu devi ricordare”

3 e 4 luglio 2018

 

Spettacolo teatrale
Tu devi vedere perché tu devi ricordare

Lo spettacolo è inserito nel programma delle Celebrazioni del 74° anniversario degli Eccidi Nazifascisti perpetrati nel Comune di Cavriglia.
Scritto e diretto da Girolamo Calcara si svolgerà martedì 3 luglio alle 21 nel monumento ai caduti di Meleto Valdarno e mercoledì 4 luglio alle 21 e 30 nell’Auditorium del Museo Mine.

Lo spettacolo è inserito anche nel programma della rassegna “Orientoccidente”.