La casa di zio Giorgio e zia Maria. Visita guidata al Museo Casa Siviero

Domenica 27 gennaio alle ore 11.00 visita guidata al villino Forti-Castelfranco di lungarno Serristori, sede del museo Casa Siviero.

Un’occasione speciale nel Giorno della Memoria 2019, promossa da regione Toscana, Fondazione CDSE e Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea (in locandina i dettagli dell’iniziativa).

Visita gratuita previa prenotazione a casasiviero@regione.toscana.it




Giornata della memoria 2019 a Grosseto

La memoria della Shoah a quasi 20 anni dall’istituzione della Giornata della memoria

e presentazione del volume

La famiglia F.

 Incontro con Anna Foa

Sala conferenze di ClarisseArte, 18 gennaio 2019

 

Quest’anno per la Giornata della Memoria si è scelto di condividere con la cittadinanza – e soprattutto con gli insegnanti – un percorso di riflessione su “La memoria della Shoah a quasi 20 anni dall’istituzione della Giornata della memoria”, incontrando la storica Anna Foa (Università La Sapienza di Roma), che proprio su questo tema sarà presente su RadioRai3 tutte le domeniche di gennaio con il programma “Sottratti all’oblio. Le parole che salvano”. Il 18 gennaio, alle ore 16, nella sala conferenze di Clarisse Arte (Via Vinzaglio 27), introdotta da Luciana Rocchi (Comitato scientifico Isgrec), Anna Foa si interrogherà sul rapporto tra storia e memoria, sul ruolo dello storico dinanzi al testimone, su cosa è cambiato in questi anni nel modo di ricordare la Shoah e su cosa sarà la memoria dello sterminio degli ebrei quando scompariranno le testimonianze dirette dei sopravvissuti, quando cioè finirà “l’era del testimone”, per usare la felice espressione della studiosa Annette Wieviorka. Il tema non è di poco conto e ha forti ripercussioni nella didattica della storia in un’epoca in cui la rimozione o la negazione delle tragedie del Novecento sembrano essere diventati un triste, tristissimo ritornello.

 A seguire sarà presentato il libro di Anna Foa “La famiglia F.” (Laterza 2018), la storia appassionata di una famiglia antifascista, il cui impegno civile si è fortemente intrecciato con la vita culturale e politica italiana, “una storia familiare e autobiografica” – si legge nel risvolto di copertina – “aperta a tutte quelle remissioni della memoria e a quelle percezioni personali che la rendono dichiaratamente parziale e non definitiva. Un esperimento storiografico nuovo e condotto ‘sul vivo’ per riscoprire le passioni del Novecento”. Presenta il libro e ne discute con l’autrice Donatella Borghesi (Libreria delle ragazze).

 L’iniziativa del 18 gennaio nasce dalla collaborazione tra Isgrec e Libreria delle ragazze.

 Come ogni anno, inoltre, l’Istituto storico grossetano mette a disposizione della scuola strumenti didattici sui temi attinenti la Giornata della memoria. Su richiesta di insegnanti e dirigenti organizza incontri con gli studenti, come quello che si terrà la mattina del 26 gennaio nell’Aula Magna dell’ISIS Leopoldo II di Lorena sul tema della deportazione razziale e in particolare della deportazione dal territorio grossetano. In più, nelle mattine dal 28 gennaio al 1 febbraio sarà possibile effettuare su prenotazione visite guidate per le classi alle pietre d’inciampo in piazza del Duomo, posate nel 2017 in memoria di 3 deportati politici grossetani.

 *Agli insegnanti che parteciperanno all’iniziativa del 18 gennaio saranno certificate le ore di formazione

 

Info: Isgrec, Cittadella dello Studente, tel/fax 0564415219, segreteria@isgrec.it, www.isgrec.it.

Libreria delle ragazze, via Pergolesi 3, tel 056420601, raccontincontri@yahoo.it




Una protesta piccola piccola: i disordini per l’imposta sul vino a Barberino Val d’Elsa (1919-20)

Il 1919, primo anno di pace dopo «l’inutile strage», si presentò agli occhi della popolazione italiana carico di aspettative e speranze. La guerra si era conclusa vittoriosamente ma aveva aperto e rivelato notevoli problematiche tra le maglie del tessuto sociale del Paese. In particolare, nell’immediato dopoguerra i problemi posti dalla riconversione economica si sovrapposero alle richieste della popolazione facendo emergere la fragilità dello Stato liberale sia sul piano delle relazioni interne, con una vera e propria crisi istituzionale, sia nel più generale rapporto tra istituzioni e società. L’apice della tensione sociale prodotta dalla fine della guerra mostrò la sua immagine nell’estate di quel primo e tanto agognato periodo di pace. La questione annonaria, ancora una volta, costituì uno dei temi principali dello scontro politico-sociale nelle vie e nelle piazze di un paese uscito altresì vincitore dalla guerra. In questo contesto la Toscana si distinse proprio come la regione dove i moti si manifestarono con un’intensità e un vigore unico nel panorama della penisola sconvolta dalle rivolte[1].

A Barberino Val d’Elsa – piccolo centro valdelsano che all’indomani della Grande guerra poteva contare una popolazione di 5.862 abitanti, situato a metà strada tra Firenze e Siena, tra le valli d’Elsa e di Pesa –, le prime avvisaglie del malcontento sociale si manifestarono verso la fine dell’estate 1919. Alfredo Bazzani, agente della locale fattoria Guicciardini – che due mesi prima, nel pieno delle proteste del «bocci-bocci», si era compiaciuto per il fallimento dello “scioperissimo” indetto in difesa delle rivoluzioni in Russia e Ungheria –, il 17 settembre, scrivendo alla contessa Guicciardini, esprimeva le sue più vive preoccupazioni perché «i contadini colla nuova tassa sul vino sono agitatissimi, e male si giunge a persuaderli»[2].

Barberino 1908

Barberino Val d’Elsa ai primi del Novecento (Archivio Mario Forconi)

La tassa sul vino a cui l’agente faceva riferimento era rappresentata dal Regio decreto n. 1635 del 2 settembre 1919. L’Imposta straordinaria sul vino prevedeva che ogni «piccolo proprietario coltivatore, colono, mezzadro od affittuario[3] del fondo da cui il vino stesso prov[enisse]» ne avrebbe dovuto fare denuncia al comune di residenza in modo tale che questo avesse poi provveduto ad applicare l’imposta sullo stesso prodotto. Già duramente colpite da un’invasione di fillossera – un piccolo parassita della vite che provoca in breve tempo gravi danni alle radici e la conseguente morte della pianta attaccata – che aveva danneggiato irrimediabilmente la produzione vinicola, le comunità rurali iniziarono a osteggiare fortemente la tassa, nonostante questa prevedesse l’esenzione di 3 ettolitri per famiglia – quantitativo tuttavia ritenuto insufficiente per il fabbisogno annuo delle famiglie. A Barberino il turbamento della popolazione iniziò a farsi più evidente verso la fine di quell’anno quando Cesare Cianferoni, assessore anziano del comune e membro della locale commissione annonaria, comunicò al sindaco Giovanni Chiostri che, in occasione della riscossione dell’imposta, «contadini tutti ed agenti del Comune si riuniscono nel Capoluogo per fare protesta solenne energica contro [il] provvedimento [di] requisizione e [la] tassa [sul] vino»[4].

La protesta assunse una caratteristica peculiare per la sua capacità di coinvolgere verticalmente strati diversi della popolazione: in un primo momento infatti – visto il danno economico che inevitabilmente si sarebbe ripercosso sulle casse dei grandi proprietari terrieri – fu spalleggiata dalla classe dirigente locale, tanto che la stessa Commissione rappresentante le autorità municipali del mandamento di San Casciano, i proprietari e i coloni produttori, deliberò di «opporsi con energia» alla disposta requisizione del 50% del vino prodotto[5]. Va sottolineato però che il connubio tra élite locali e popolazione durò poco. Il protrarsi della protesta, con l’inedita partecipazione dei coloni che fino a quel momento erano rimasti assolutamente ai margini della vita politica – spinti probabilmente dalle agitazioni contadine che nella zona stavano contestando gli agrari per i ritardi nell’attuazione dei nuovi patti colonici[6] –, fece mutare radicalmente gli atteggiamenti della classe dirigente, e se in un primo momento il malcontento della popolazione fu quantomeno spalleggiato, quando questa diede adito nel marzo 1920 ad una

agitazione gravissima restituendo in segno di protesta le cartelle relative al pagamento dell’imposta stessa, appendendole alla porta dell’esattoria municipale in presenza di tre impotenti agenti di pubblica sicurezza[7]

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Fascicolo contenente documentazione riguardante affari annonari (Archivio storico del Comune di Barberino Val d’Elsa)

l’amministrazione comunale decise di passare a politiche più energiche. Ciò che colpì di questa prima protesta a Barberino Val d’Elsa fu l’ostinatezza dei coloni che, anche se ammoniti dal sindaco – «nessuno dimentichi i propri doveri, ciascuno ricordi la necessità di mantenere la calma e di rispettare la legge»[8] –, e sotto la minaccia d’attuare «atti esecutivi»[9], proseguirono nelle agitazioni adducendo come principale motivazione la seguente istanza

Venuti a conoscenza della imposta sul vino protestano contro quale tassa ingiusta, facendo osservare alla S. V. Ill.ma che il raccolto del vino non è capitale ricavato dal commercio, ma è retribuzione ricavata dal lavoro manuale di tutta la famiglia colonica, facendo osservare a questa imposta si aggiunge ancora maggiore lamento su la requisizione del vino a prezzo di calmiere anch’esso gravato dalla tassa succitata. È puramente ingiusto quel Decreto Prefettizio ove vieta il libero commercio sul vino[10].

Vedendosi, per la prima volta, esautorato nella propria “autonomia politico-gestionale”, e temendo un degenerare delle azioni di protesta che altrove stavano infiammando la regione[11], il sindaco decise di richiedere al prefetto l’invio dei carabinieri per ripristinare la «quiete pubblica continuamente turbata»[12] e l’insediamento di uno «sbarramento». Ancora nell’ottobre 1920 c’erano «circa trecento morosi»[13] e si organizzavano opposizioni collettive ai pignoramenti previsti, per la verità poi mai attuati visto lo stanziamento di un presidio fisso di «sbarramento» dei carabinieri[14] che verso la fine dell’anno portò al «rinsavimento dei morosi»[15].

[1] Cfr. R. Bianchi, Pace, pane, terra. Il 1919 in Italia, Odradek, Roma 2006; Id., Bocci-Bocci. I tumulti annonari nella Toscana del 1919, Olschki, Firenze 2001.

[2] Archivio Massimiliano Majoni, Fondo aggregato Marcella Guicciardini Majoni, b. 135.1, Alfredo Bazzani alla Contessa Marcella Guicciardini, 17 settembre 1919.

[3] Si consideravano «piccoli proprietari coltivatori, coloni, mezzadri o affittuari, agli effetti del presente decreto, tutti coloro che attendono personalmente alla coltivazione dei vigneti propri o presi a colonia, a mezzadria o in affitto»: cfr. Regio decreto n. 1635, 2 settembre 1919, Che istituisce un’imposta straordinaria sul vino prodotto nella raccolta dell’anno 1919 e su quello delle annate precedenti.

[4] Archivio Storico Comunale di Barberino Val d’Elsa (d’ora in poi ASCB), b. C-73, f. Cat. 2, Cesare Cianferoni al Sindaco Chiostri, 29 dicembre 1919.

[5] Ivi, b. C-75, f. Cat. 2, Delibera di una Commissione del mandamento di San Casciano Val di Pesa, 2 gennaio 1920; Sulle polemiche che opposero produttori, commercianti ed industriali della provincia alle autorità prefettizie in merito ai vari provvedimenti sul vino cfr. Archivio Centrale dello Stato, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Guerra europea 1915-1922, b. 149, f. Firenze.

[6] Ivi, Ministero degli interni, Direzione generale di Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, Ordine pubblico, C-1, 1920, b. 51-A, f. Firenze e provincia, sf. Agitazione agraria.

[7] Cfr.ASCB, b. C-75, f. Cat. 6, n. 1162/6, Sindaco di Barberino al Questore, 29 marzo 1920.

[8] Ivi, Comune di Barberino al Prefetto, 22 marzo 1920; Sindaco Chiostri alla cittadinanza, 23 marzo 1920.

[9] Ivi, n. 1162/6, Sindaco di Barberino al Questore, 29 marzo 1920.

[10] Ivi, b. C-75, f. Cat. 6, istanza presentata dai coloni del Comune all’Intendenza di Finanza di Firenze, 22 aprile 1920.

[11] Per un quadro della situazione cfr. M. Toscano, Lotte mezzadrili in Toscana nel primo dopoguerra (1919-1922), «Storia contemporanea», 8 (1978), n. 5-6, pp. 877-950.

[12] ASCB, b. C-76, f. Cat. 18, n. 1914/18, Sindaco Chiostri al Prefetto di Firenze, 31 maggio 1920.

[13] Ivi, n. 3563/6, Sindaco di Barberino a destinatari vari, 22 ottobre 1920.

[14] Ivi, b. C-80, f. Cat. 11, Maresciallo dei Carabinieri di Tavarnelle a Sindaco Chiostri, 7 luglio 1922.

[15] Ivi, n. 4104/18, Sindaco di Barberino al Cavalier Barile, Commissario di Pubblica Sicurezza di Firenze, 7 dicembre 1920.

Articolo pubblicato nel gennaio del 2019.




Inciampi. Giorno della Memoria dei Chille de la balanza a Firenze

Domenica 27 gennaio 2019 |ore 18
In occasione del Giorno della Memoria
Compagnia Chille de la Balanza
INCIAMPI

Ingresso libero
Posti limitati. Prenotazione obbligatoria.
Info e prenotazioni 055.6236195 | 335.6270739 | info@chille.it | www.chille.it

INCIAMPI prende spunto dalle Pietre d’inciampo, una creazione dell’artista tedesco Gunter Demnig che ha messo nel selciato stradale di molte città europee, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, dei blocchi in pietra ricoperti da una piastra di ottone con il nome dei deportati.

Lo spettacolo si svolgerà all’aperto anche per far rivivere le sensazioni del rigido inverno che accompagnarono la macabra scoperta da parte dell’esercito sovietico del campo di sterminio di Auschwitz.

La performance partirà dal testo di Bertolt Brecht “Teste tonde e teste a punta” che inaugurerà poi l’Estate a San Salvi 2019. “Teste tonde…” è del 1933, anno dell’espulsione dello scrittore tedesco dalla Germania e anche del grande Rogo dei libri a Berlino!

I Chille annunciano un evento di grande coinvolgimento, con la partecipazione di una trentina di giovani attori impegnati a dividere/raggruppare gli spettatori per età, genere…costruendo una fiaba che racconti le tante terribili emozioni legate al razzismo imperante un tempo: ma siamo sicuri solo allora?




La Giornata della Memoria a Crespino sul Lamone

Il 25 gennaio assieme agli studenti di Marradi la piccola comunità di Crespino farà memoria, consapevole dell’importanza del ricordo e della conoscenza. Sarà una giornata di riflessione per ricordare le vittime dei “Campi di Sterminio”
L’iniziativa, di cui trovate il programma nella locandina, è a cura del Comitato Onorcaduti di Crespino e Fantino, della Soc. Sport. Crespino Culturale, con la preziosa collaborazione del Gruppo Alpini in Congedo Marradi.




Addio a Alfredo Enrichi, il partigiano Nicche.

La nostra redazione si unisce al cordoglio del Comune e delle comunità di Barberino e Tavarnelle Val di Pesa per la scomparsa del partigiano Nicche, lo scorso 8 gennaio, all’età di 95 anni.

La sobrietà, la semplicità, la tenacia, gli ideali di democrazia e libertà in cui credeva fermamente, sono i tratti umani e morali che noi insieme alla comunità di Barberino Tavarnelle riconosciamo e attribuiamo al partigiano Alfredo Enrichi, detto Nicche. Un piccolo grande eroe della Resistenza che si è reso protagonista negli anni del secondo conflitto mondiale per aver difeso con i principi di profonda umanità e lo spirito libero quel sogno italiano che per il contadino di origine mugellane di adozione sandonatina si realizzava nell’opposizione al nazifascismo e nella cultura democratica di un paese capace di guardare al futuro e garantire il rispetto e la tutela dei diritti umani.




Il Giorno della Memoria 2019 dell’Istoreco Livorno

locandina 29.02.19 LivornoE’ ricco il programma di iniziative pensato dall’Istoreco Livorno in occasione del Giorno della Memoria 2019, con incontri che allargano il raggio a Pisa e alla sua provincia, per giungere fino all’Isola d’Elba. Di seguito il programma, ancora in parte provvisorio:

14 gennaio: S. Media di Buti, incontro con le classi III (Catia Sonetti e Laura Gambone).

17 gennaio: Serata/seminario sugli ebrei toscani e la Shoah organizzato dall’ANPI di Portoferraio (Catia Sonetti).

21 gennaio, 9.00-13.00: Scuola elementare di Banditella, incontro con 2 classi (Catia Sonetti).

23 gennaio, S.M. Micali, incontro con III media su Leggi razziali (Laura Gambone).

LIVORNO 25 gennaio
ore 10.00 Nuovo Teatro delle Commedie, proiezione del film Monsieur Batignole rivolto alle scuole del territorio. Introduce Marco Manfredi (ISTORECO), testimonianza di Daniela Sarfatti.
 
DONORATICO 25 gennaio
ore 9.30 Cinema Ariston, proiezione del film Monsieur Batignole rivolto alle scuole del territorio.
Introduce Catia Sonetti (Direttrice ISTORECO), Intervento di Guido Servi (Comunità ebraica di Livorno).
ore 21 Cinema Ariston, proiezione film Monsieur Batignole gratuita per la cittadinanza.
 
MAGENTA 26 gennaio
ore 16.00 Casa Giacobbe, presentazione e proiezione del docufilm Molho, una famiglia in fuga (2018). Intervengono Catia Sonetti (Direttrice Istoreco) e Erika Schiano (regista).
 
PIOMBINO 28 gennaio
ore 10.30 Cinema Teatro Verdi, proiezione per gli studenti del video realizzato e prodotto da ISTORECO Molho, una famiglia in fuga (2018).
Intervento introduttivo di Catia Sonetti (Direttrice ISTORECO).
 
LIVORNO 29 gennaio
ore 15.30 Villa Mimbelli, Museo Fattori (Sala degli specchi) La Chiesa di Firenze e la Chiesa di Livorno di fronte alla persecuzione. Interventi di: Elena Mazzini e Francesca Cavarocchi (Università di Firenze), Andrea Zargani (storico) e Bruno di Porto (Università di Pisa). Saluti di Vittorio Mosseri (Presidente Comunità ebraica Livorno). Coordina Carla Roncaglia (Presidente ISTORECO).
 
PIOMBINO 30 gennaio
ore 16.30 Archivio storico della Città, incontro pubblico La scrittura epistolare di fronte alla persecuzione. Interventi di: Francesco Torchiani (Scuola Normale Superiore di Pisa) e Catia Sonetti (Direttrice Istoreco).
 
PISA 30 gennaio
10.15 Scuola media Fibonacci, incontro con 4 classi di III media. Partecipa Daniela Sarfatti, testimone.
 
SAN VINCENZO 31 gennaio
ore 10 Cinema teatro Verdi, iniziativa rivolta agli studenti delle scuole (terza media) con proiezione del docufilm realizzato e prodotto da ISTORECO (2018) Molho, una famiglia in fuga. Interventi di Catia Sonetti (Direttrice ISTORECO) e Vittorio Mosseri (Presidente Comunità Ebraica di Livorno).

 




“In viaggio dentro al cono d’ombra” a Siena

Martedì 22 gennaio, alle ore 17.00, alle Stanze delle Memoria (Via Malavolti, 9) l’Istituto storico della Resistenza senese vi invita alla presentazione del volume a cura di Sara Valentina Di Palma e Stefano Bartolini, In viaggio dentro al cono d’ombra.

Interverranno:
Marcello Flores, Università di Siena
Matteo Grasso, Direttore Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia

Saranno presenti i curatori.