Scenari del XX Secolo, Giorno della Memoria delle Vittime del Terrorismo e delle Stragi

23 marzo 2023
Scenari del XX Secolo, Giorno della Memoria delle Vittime del Terrorismo e delle Stragi
Incontro per studenti
Violenza politica ed eversione di sinistra nella notte della Repubblica, Monica Galfrè (Università degli Studi di Firenze)Coordina Filippo Mazzoni (Istituto storico della Resistenza di Pistoia)
Presentazione del libro “Area bombing. I bombardamenti anglo – americani sull’Italia durante la Seconda guerra mondiale”

22 Marzo 2023
Presentazione del libro “Area bombing. I bombardamenti anglo – americani sull’Italia durante la Seconda guerra mondiale”, di Costantino Di Sante, ISRPT Editore, 2022.
Ore 17:00 – Pistoia, Biblioteca San Giorgio, Sala Manzini
Saluti di Matteo Grasso, direttore Istituto storico della Resistenza di Pistoia
Presenta il libro Claudio Rosati.
Sarà presente l’autore.
Presentazione di “Storia di una sconfitta”: Carlo maria Martini.

17 marzo 2023
Presentazione del libro “Storia di una sconfitta. Carlo Maria Martini e la Chiesa in Europa (1986 – 1993)”, di Francesca Perugi, Carocci editore, 2022.
Ore 18:00 – Pistoia, Biblioteca dei Domenicani, Piazza San Domenico 1
Ne discutono:
Alessandro Cortesi, ISSR Toscana S. Caterina da Siena
Sante Lesti, ricercatore Scuola Normale Superiore di Pistoia.
Sarà presente l’autrice.
“La dodicesima disposizione”

15 marzo 2023
Presentazione del libro “Dodicesima disposizione”
Ore 16:30 – Pistoia, Biblioteca San Giorgio, Auditorium Tiziano Terzani
Interventi di:
Raul Mordenti, curatore del libro
Aldo Bartoli, presidente ANPI provinciale Pistoia
Francesco Baicchi, Coordinamento Difesa Costituzione
Filippo Mazzoni, Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia
“La Resistenza delle donne a Pistoia”

8 marzo 2023
Presentazione del libro “La Resistenza delle donne” di Benedetta Tobagi
Ore 17:30 – Pistoia, Libreria Lo Spazio
Introduce Marco Beneforti.
Dialoga con l’autrice Chiara Martinelli (ISRPT).
La guerra “sconosciuta” delle donne in Russia e Ucraina

L’Istoreco intende partecipare alla ricorrenza della Festa della donna, celebrata per la prima volta in Italia il 22 marzo 1922 e poi abbandonata durante il regime, per essere poi ripresa a partire dal 1946, con una Lectio magistralis della prof.ssa Antonella Salomoni (Università di Bologna) per riflettere sulla condizione della donna dagli anni del regime sovietico fino alla tragica realtà dell’odierna guerra in Ucraina.
Della prof.ssa Salomoni, una delle più importanti studiose del mondo ex sovietico, da sempre attenta alle problematiche della memoria e a tutta la letteratura sul tema, ricordiamo i volumi Le ceneri di Babij Jar. L’eccidio degli ebrei di Kiev e l’ultimo Il protocollo segreto, sul patto Molotov Ribbentrop.
L’iniziativa, che ha il patrocinio del Comune di Livorno e si svolgerà Giovedì 9 marzo al Museo Civico G. Fattori (ore 16, Sala degli Specchi), è ad ingresso libero ed avrà anche valore formativo per i docenti che volessero partecipare.
Presentato a Firenze il libro di Keith Lowe, Prigionieri della storia. Che cosa ci insegnano i monumenti della seconda guerra mondiale sulla memoria e su noi stessi,

Alle ore 17, presso la Biblioteca delle Oblate, a Firenze, nel contesto del congresso internazionale di Liberation Route Europe, si è tenuta la presentazione del libro di Keith Lowe, Prigionieri della storia. Che cosa ci insegnano i monumenti della seconda guerra mondiale sulla memoria e su noi stessi, UTET, 2020
Ha coordinato l’incontro Mirco Carrattieri, responsabile scientifico di LRE Italia, e discusso con l’autore Paolo Pezzino, Presidente dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, e Eirene Campagna, Ph.D. in Visual History presso lo IULM.
Il saggio tratta dei memoriali e dei monumenti della seconda guerra mondiale in tutto il mondo. Ha, dunque, una prospettiva molto ampia. L’autore ha selezionato venticinque memoriali della seconda guerra mondiali (due dei quali in Italia) e li ha divisi per categorie dei monumenti: eroi, martiri, carnefici (che Lowe chiama “i mostri”), apocalisse, cioè la guerra, e la rinascita, ovvero la fine della guerra.
Lowe è uno storico molto noto, ma non accademico, dotato di una grande capacità narrativa. Proprio il fatto di non essere accademico, gli consente un linguaggio molto diretto e di esprimere giudizi anche critici e severi su certe monumentalizzazioni.
I monumenti sono segni materiali della memoria. E i materiali durevoli che li compongono possono diventare imprigionamenti, che li “fissano” nella memoria e quindi li rendono un ostacolo per una rielaborazione del passato o per una nuova visione di esso. Da qui il titolo del libro.
Negli ultimi anni si è aperto un ampio dibattito sui monumenti. Ciò non stupisce, perché i monumenti sono quasi sempre controversi, poiché raccontano solo una storia e vorrebbero che fosse per sempre. In altre parole, essi cristallizzano la memoria .
Talvolta rappresentano anche una falsificazione della storia, ad esempio il Memoriale eretto a Budapest nel 2017, alle vittime dell’occupazione tedesca, che dimentica il fatto che l’Ungheria fosse alleata della Germania nella seconda guerra mondiale e non vittima dell’aggressione da parte di essa.
I monumenti servono a forgiare il senso dell’identità nazionale (ad esempio “La grande patria chiama!” a Volgograd) o a sottolineare una sorta di vendetta (ed esempio il Marine Corps War Memorial ad Arlington).
Controversa è la categoria degli eroi, poiché sono eroi per il proprio popolo ma criminali per l’altro. Un monumento esemplificativo di questa contraddittorietà è il RAF Bomber Command Memorial di Londra, eretto nel 2012, dopo che la complessa storia dei bombardamenti alleati era stata sviscerata dagli storici. I bombardamenti inglesi contribuirono alla fine della seconda guerra mondiale, e dunque per gli Inglesi i 55573 aviatori morti sono degli eroi, ma causarono circa seicentomila vittime civili, e non solo in Germania.
Discutibile è anche la categoria dei “martiri”. Innanzitutto, essi sono in genere vittime e non martiri, in quanto, nella grande maggioranza dei casi, non muoiono per testimoniare qualcosa o per una propria deliberata scelta. Esempio inserito in questa categoria è il monumento nazionale di Amsterdam o il memoriale del massacro di Nanchino, inaugurato solo nel 1985, non a caso in un nuovo momento di tensione fra Cina e Giappone.
Non esiste un modo giusto per ricordare i criminali della seconda guerra mondiale, si corre il rischio, se ridicolizzati, di non tener conto del dolore delle vittime. Ma anche ricordarli è un’arma a doppio taglio, perché comunque se ne preserva la memoria e si finisce per dare loro maggiore importanza. Questo è il caso della Tomba di Mussolini a Predappio, eretta nel 1957 a 12 anni dalla morte. L’autore la definisce “un santuario e non un museo e la memoria del dittatore fascista non è affidata a un’esposizione ragionata, ma alla vergognosa nostalgia dei suoi apologeti”.
I monumenti all'”apocalisse”, cioè alla devastazione della guerra nascono invece dalla speranza del “mai più”. Ne sono esempio il villaggio di Oradour sur-Glane, immobile nel tempo, dove il calendario si è fermato al 10 giugno 1944, o la Cupola della bomba atomica a Hiroshima che Zenzo Tange ha trasformato da rovina a luogo di rilevanza sacrale.
Per l’autore i monumenti più riusciti sono quelli che trasmettono un messaggio di riconciliazione, di rinascita. A questo proposito è citata la cattedrale di Coventry, dove accanto allo scheletro dell’antica cattedrale bombardata ne è stata costruita una nuova.
In conclusione, i monumenti sono preziose testimonianze storiche che hanno il potere di suscitare qualsiasi tipo di dibattito. Dobbiamo sempre farci i conti. È opportuno contestualizzarli, o creare dei “contro-monumenti”, se si considerano discordanti con la nuova visione della storia e del mondo, ma è gran peccato abbatterli, come si è iniziato a fare nell’Est Europa.