Eleonora Benveduti Turziani, detta Noretta (1908-1993)

Eleonora Benveduti Turziani (Credits: Giaccai)

Nata a Roma il 30 marzo 1908, Eleonora “Noretta” Benveduti trascorre l’infanzia e la prima giovinezza a Gubbio, dove consegue il diploma magistrale e si dedica all’insegnamento. Nel 1938 si laurea in Pedagogia a Roma e successivamente si trasferisce a Firenze per insegnare materie letterarie negli istituti superiori; dall’ottobre 1939 al maggio 1940 prosegue la sua attività di docente presso il R. Ginnasio di Derna, in Libia. Rientrata in patria dopo l’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, all’insegnamento scolastico affianca i compiti di assistente alla cattedra di Storia della filosofia dell’Università di Firenze.

Donna colta ed emancipata, negli anni Trenta “Noretta” si avvicina, grazie a Joyce Lussu1, al movimento di Giustizia e Libertà. A Perugia, inoltre, ha modo di frequentare gli ambienti liberalsocialisti e di conoscere Aldo Capitini2. Nei primi anni Quaranta aderisce al neonato Partito d’Azione (Pd’A) insieme al marito Giovanni Turziani, riscuotendo la piena fiducia dei compagni. Nel settembre 1943 il Comando esecutivo azionista le affida la responsabilità della “Commissione intendenza”, che si occupa prevalentemente degli approvvigionamenti per le formazioni partigiane in montagna e per i gruppi di città, nonché di garantire protezione a fuggiaschi e perseguitati politici e razziali mediante la fornitura di documenti falsi, vestiario, viveri e medicinali. Arrestata in novembre dagli uomini di Mario Carità, capo del Reparto servizi speciali della polizia fascista, pochi mesi dopo il rilascio – rimossa dall’insegnamento per motivi politici – entra in clandestinità.

Eleonora Benveduti Turziani (Credits: labibliotecadiscandicci.wordpress.com)

Continuerà instancabilmente ad operare per il partito fino al giorno dell’insurrezione di Firenze, l’11 agosto 1944: a guerra finita le sarà riconosciuta la qualifica di partigiana combattente afferente alla III Divisione “Giustizia e Libertà”.

Dopo la Liberazione, Eleonora prosegue il proprio impegno pubblico: candidata alla Costituente senza essere però eletta, lascia il Pd’A prima della sua definitiva fine politica e si iscrive al PCI, nelle cui liste viene eletta in Consiglio comunale a Firenze (novembre 1946).

Già presidente provinciale dell’Unione donne italiane, dal 1951 al 1961 ricopre la carica di sindaco di Scandicci; successivamente viene eletta consigliere provinciale.

Abbandona il PCI nel 1965, a seguito di forti contrasti interni. Decide allora di dedicarsi principalmente allo studio e all’organizzazione di liberi corsi su temi politici, filosofici e sociali, molto apprezzati dal pubblico e frequentati anche da numerosi studenti. Ritornata nella sua Gubbio nel 1989, “Noretta” vi muore il 17 giugno 1993.

Eleonora Benveduti Turziani nel 1950 tra i fondatori dell’ISRT (Credits: labibliotecadiscandicci.wordpress.com)

NOTE:

1 Joyce Lussu (Gioconda Beatrice Salvadori Paleotti, 1912-1998) è stata una scrittrice e traduttrice, capitano nelle brigate Giustizia e Libertà, Medaglia d’argento al valor militare, moglie del politico e scrittore Emilio Lussu.

2 Aldo Capitini (1899-1968) è stato un intellettuale e politico antifascista, teorico del movimento nonviolento.

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🟥Memoria di testimoni in: Sandro Contini Bonacossi, Licia Ragghianti Collobi (a cura di), “Una lotta nel suo corso. Lettere e documenti politici e militari della Resistenza e della Liberazione“, prefazione di Ferruccio Parri, Venezia, Neri Pozza, 1954, p. 302.

La Commissione Intendenza fu affidata da principio ad Eleonora Turziani, coadiuvata da Eva Mori, Bice Paoletto, Andreina Morandi, Elena Fanfani, Flunci, Romano Ragazzini, ed altri, e Bernardo Seeber per la Commissione Prigionieri. Già il 13 settembre aveva organizzato sia i depositi, che i turni di servizio per la consegna ai gruppi armati, secondo le indicazioni del Comando Militare. Per dare un’idea della ristrettezza di mezzi, si pensi che alla commissione non poterono essere assegnate, all’inizio, che cinquemila lire mensili. Tuttavia coi doni ed anche con i colpi di mano su magazzini e caserme si riusciva a rendere cospicue le riserve di viveri, di medicinali, di vestiario, coperte ed oggetti per i partigiani. Per esempio nel novembre Giorgio Faitsman e Max Boris poterono procurare, con un colpo di mano ad un magazzino militare, 160 teli da tenda, e un ingentissimo quantitativo di coperte e vestiario militare, che furono poi preziosi d’inverno; mentre Giovanni Turziani, medico distaccato dal P. d’Az. in servizio, traeva dal magazzino dell’Ospedale militare di Villa Granduchessa altro materiale prezioso. Per dare un’altra idea delle occorrenze, si ricorda che il 22 dicembre 1943 il comando chiese alla Turziani 350 carte annonarie per i partigiani. Arrestata da Carità il 23 dicembre (e per fortuna era stato fatto sparire dalla casa un deposito compromettente di materiali, e specialmente 150 bracciali tricolori con la scritta CTLN ordinati per i patriotti), fu sostituita da Eva Mori, e poi soprattutto da Achille Belloni (Prati), che già cooperava al servizio dall’ottobre. La Turziani veniva poi rilasciata e riprendeva attività di assistenza alle famiglie dei patriotti dal febbraio 1944.