Anna Videschi, “morta per ferite di guerra”

Anna Videschi, in primo piano sulla destra, con in braccio un bambino. La foto è stata scattata a Pratovalle, in particolare all’incrocio dello sdrucciolo della Iole e della Sìlice, la strada principale del borgo, a poca distanza dall’abitazione della famiglia Videschi
Le guerre, ovunque siano, rappresentano delle esperienze drammatiche sia per gli adulti che per i bambini. Questi ultimi, in particolare, sono una categoria di persone a cui, spesso, non viene data adeguata attenzione e che la società tende a non considerare ma che, in realtà, sono le vittime più innocenti. Per capire quanto sia ampio e significativo il coinvolgimento dei bambini nelle guerre basta considerare che nel mondo più di 473 milioni di bambini vivono in una zona di conflitto e che, nel 2023, si è registrata una media di 31 minori al giorno mutilati o morti. Nelle guerre i bambini possono essere soggetti a diversi rischi sia emotivi che fisici, tra cui la possibilità di morire o rimanere feriti. Il dramma del coinvolgimento dei bambini nei conflitti purtroppo non è solo un problema moderno ma lo era anche nel passato. In particolare i bambini sono morti anche durante la Seconda guerra mondiale.
Una testimonianza di tale dramma è rappresentata dalla storia di Anna Videschi, che era una dei numerosi bambini che popolavano il borgo di Pratovalle (Loro Ciuffenna) e che animavano le sue case, le sue piazze e le sue vie ma che, purtroppo, è stata travolta dal secondo conflitto mondiale. Infatti lei morì, nel 1944, a soli 12 anni, quando meno se lo aspettava.[1]
Anna Videschi, figlia di Petronilla Mori (Roveraia, Loro Ciuffenna, 1901 – Firenze, 1989) e Pietro Videschi (Pratovalle, 1902 – Firenze, 1961), nacque a Pratovalle il 15 novembre 1931, nella casa corrispondente al civico 17D, dove lei viveva, che si trova lungo la Sìlice, la strada principale di Pratovalle, e morì, a soli 12 anni, il 21 luglio 1944[2]. Proveniva da una famiglia semplice e umile e anche la sua vita è stata di questo tipo.
Nel luglio 1944 il paese di Pratovalle fu bombardato e la casa prima citata, dove Anna Videschi viveva con i suoi genitori, i suoi fratelli e le sue sorelle, fu parzialmente distrutta. Per tale motivo Pietro Videschi e alcuni suoi figli, Giuseppe e Pasquale Videschi, insieme agli altri uomini di Pratovalle, si rifugiarono nel bosco, in prossimità dell’Anciolina (Loro Ciuffenna), mentre Petronilla Mori, Anna, Assunta, Luigina, Marcella e Pier Luigi Videschi, Aurelia Righeschi, Emilietta, Giorgio e Iolanda Fini e Rosa Castellucci si rifugiarono nell’abitazione in cui vivevano Andrea Neri e Maria Videschi (civico 23). La casa si trovava e si trova ancora oggi all’esterno del paese, sopra via Poggio a Ronco, all’altezza della panchina della Carola.
La sera del 20 luglio 1944 una motocarrozzetta con tre soldati tedeschi a bordo passò per le vie di Pratovalle, chiedendo indicazioni ad alcune donne su quale strada seguire per raggiungere il Mulinaccio, che è un antico mulino ad acqua che si trova fra Pratovalle e Sercognano (Loro Ciuffenna). Ottennero le informazioni e ripartirono ma, appena prima di oltrepassare il ponte sul torrente Agna di Pratovalle che si trova lungo la Strada della Cortona, appena fuori Pratovalle, in direzione Faeto (Loro Ciuffenna), alcuni partigiani gli tesero un agguato e due di loro furono uccisi. Il terzo, che rimase ferito, riuscì a fuggire attraversando l’Agna di Pratovalle e rientrò, molto probabilmente, alla base tedesca a Campogialli (Terranuova Bracciolini), dove c’era una stazione di comando. A causa di tali fatti, il 21 luglio 1944, il paese di Pratovalle fu nuovamente bombardato.
Lo stesso giorno, visto che era una bella giornata di sole, all’abitazione corrispondente al civico 23, le bambine più grandi, cioè Anna e Marcella Videschi e Iolanda Fini, furono mandate da Aurelia Righeschi a raccogliere i fagioli che erano stati seminati nei pianelli sotto la casa. Per comprendere come avvennero i fatti è importante tenere presente che, nel 1944, era presente solo la Strada comunale di Sercognano, che passava e passa tutt’oggi appena sotto la casa, e che non c’era via Poggio a Ronco, motivo per cui i terreni sottostanti non erano divisi in due dalla strada prima citata ma uniti e quindi era possibile arrivare direttamente alle sponde dell’Agna di Pratovalle[3]. Mentre stavano raccogliendo i legumi, iniziarono a sentire le bombe degli aerei che colpivano San Giustino Valdarno (Loro Ciuffenna) e che si stavano avvicinando nella loro direzione. Anna Videschi, la più grande, disse alle altre due di cercare riparo sotto un greppo alto nelle vicinanze del torrente Agna di Pratovalle. Lei si mise nel mezzo e con le sue braccia le teneva strette. Anna Videschi, essendo la più alta e la più grande di tutte e tre, fu colpita alla testa da una scheggia di una bomba e morì all’istante. Le altre due presenti, sporche di sangue e spaventate, d’istinto corsero via e arrivarono nel bosco ad avvertire Pietro Videschi.
Nonostante Petronilla Mori non volesse che Anna e Marcella Videschi si esponessero nei campi, rischiando di farsi individuare dai soldati, Anna Videschi, canticchiando, attività che le piaceva fare, disse alla mamma, Petronilla Mori: ”Oh, quante storie, quanta paura, mamma! Ma che vuoi che ci succeda? Si raccoglie i fagioli e si torna!”. Queste furono le sue ultime parole.
Poco dopo, il corpo di Anna Videschi fu trovato da due persone di Pratovalle, Itolino Giustini e Vasco Nucci, i quali lo avvolsero in una camicia, lo sollevarono e lo portarono alla casa in cui viveva la famiglia Videschi (civico 17D).
Il 22 luglio 1944, il corpo di Anna Videschi fu inserito nella cassetta di legno dei ceri dell’ex chiesa della Vecchia Compagnia, luogo di culto che ai tempi era ancora tale me che oggi è sconsacrato che si trova all’interno del borgo di Pratovalle, a mo’ di bara e fu tumulato nel cimitero di Pratovalle e Roveraia, che si trova all’esterno dell’abitato di Pratovalle, senza funerale. La fossa fu scavata da Petronilla Mori e da Sabino o Savino Fiacchini[4].
Dopo un po’ di tempo, nel luogo in cui Anna Videschi morì, fu posizionato un cippo a ricordo del tragico evento. L’incisione del testo sopra di esso è stata realizzata da Giuseppe Videschi.
Per una migliore comprensione di quanto scritto nel testo, sono indicate, di seguito, le relazioni familiari fra le persone citate: 1) famiglia Videschi: 1. Petronilla Mori era la moglie di Pietro Videschi; 2. Anna, Assunta, Giuseppe, Luigina, Marcella, Pasquale e Pier Luigi Videschi erano i figli di Petronilla Mori e Pietro Videschi; 3. Maria Videschi era la sorella di Pietro Videschi; 4. Andrea Neri era il figlio di Maria Videschi; 2) famiglia Fini: 1. Rosa Castellucci era la mamma di Emilietta e Iolanda Fini; 2. Giorgio Fini era il nipote di Rosa Castellucci; 3. Aurelia Righeschi era la suocera di Rosa Castellucci.
Sabino o Savino Fiacchini, che aiutò nella sepoltura di Anna Videschi nel cimitero di Pratovalle e Roveraia, era il bisnonno del cantautore Renato Zero, il cui vero nome è Renato Fiacchini. Quando Anna Videschi morì, nel 1944, viveva da solo, poiché la moglie era già deceduta. L’abitazione della famiglia Fiacchini, che era presente a Pratovalle fin dal XIX secolo, di cui Sabino o Savino Fiacchini fu l’ultimo discendente a vivere nel paese, fu gravemente danneggiata, durante la Seconda guerra mondiale, da un bombardamento tedesco e si trovava all’interno del borgo. In particolare era affacciata sull’attuale largo Videschi. Dopo il conflitto rimasero solo dei ruderi e, su di essi, furono edificate due case, che corrispondono ai civici 2A e 3. Attualmente la casa della famiglia Fiacchini si troverebbe nel punto in cui i civici 2A e 3 confinano[5].
Anna Videschi venne così ricordata nel santino di morte del 1945, un anno dopo la sua morte, con delle parole che, meglio di ogni altro commento, riescono a trasmettere il dolore vissuto dalla famiglia Videschi e dalla comunità di Pratovalle: “Anna/fosti degna di morire/come muoiono i forti/perchè desti il tuo sangue/come soldato in guerra./Consoli Iddio/lo strazio/di quanti ti piangono/e perenni nel cielo/la bellezza/dei tuoi tredici anni“.
Fino agli anni Ottanta del XX secolo il cippo era posizionato fra due alberi, di cui è rimasto
solo quello che, fino al 2022, si trovava alla sua destra e, da tale anno al 2024, sul retro, poiché quello alla sua sinistra è franato insieme al terreno circostante.
Il 22 agosto 2022 il cippo, nella sua posizione originale, è stato leggermente spostato, poiché si trovava sul ciglio del burrone in cui scorre il torrente Agna di Pratovalle e stava quasi per cadere nel corso d’acqua prima citato, allo scopo di metterlo in sicurezza.
Il 10 novembre 2024, a distanza di 80 anni dalla morte di Anna Videschi, il cippo, a causa dell’azione erosiva del torrente Agna di Pratovalle e della conseguente significativa perdita di terreno del luogo originario in cui esso si trovava, è stato spostato all’interno del cimitero di Pratovalle e Roveraia, vicino all’ossario che ospita i suoi resti mortali.
NOTE
1 Save the Children Italia, Bambini vittime della guerra: i 5 principali pericoli che corrono, 22 febbraio 2024
2 Antonio Curina, Fuochi sui monti dell’Appennino Toscano, tipografia D. Badiali, 1957
3 Per vedere un’immagine di quanto scritto si rimanda alla foto aerea del 1954 sul portale La Toscana attraverso le foto aeree della Regione Toscana
4 A seguito dell’esumazione della tomba originale di Anna Videschi, che si trovava nel cimitero di Pratovalle e Roveraia, avvenuta nel 2019, questa è stata sostituita dall’ossario che si trova nei forni del cimitero prima citato che sono rivolti verso via Poggio a Ronco (Comune di Loro Ciuffenna, Ordinanza numero 10, Ordinanza relativa alla pubblicizzazione dell’espletamento delle operazioni di esumazione/estumulazione salme nei cimiteri di Casale e Pratovalle nel Comune di Loro Ciuffenna, 22 febbraio 2019)
5 Informazioni storiche attestate da documenti dell’autore dell’articolo e del Portale Antenati. In particolare, in quest’ultimo, il riferimento è ad alcuni documenti relativi all’ex Comunità di Loro e all’ex parrocchia di Santa Lucia a Pratovalle



