Alberta Fantini (1919-1984)

Alberta Fantini (Archivio ISRECPT)

Albertina Fantini, nota come Alberta, nata a Firenze il 29 agosto 1919, nel 1943 è una studentessa di Lettere all’Università di Firenze e milita nel Partito comunista clandestino.

Nel febbraio 1944 ospita in casa propria a Pistoia Cesare Collini e Guerrando Olmi, inviati dal PCI di Firenze a riorganizzare la federazione locale. Olmi riconoscerà il particolare aiuto resogli da Fantini nell’organizzazione clandestina.

Il Gruppo pistoiese di difesa della donna nasce su iniziativa del PCI nel gennaio 1944 grazie a Leda Niccolai, Alina Lulli e Aladina Gruni; tra febbraio e marzo si costituiscono gruppi simili presso la fabbrica SMI1 di Campo Tizzoro e in altre località della provincia. Le attività e le funzioni del gruppo sono molte, dall’assistenza ai militari disertori e ai soldati alleati scappati dai campi di prigionia, alla cura ai feriti, al sabotaggio, al trasporto di armi, stampa e collegamento tra una formazione partigiana e l’altra. Alberta ne diviene una delle più attive organizzatrici; prende contatti con donne di diversi orientamenti politici, dato che i GDD hanno l’obiettivo di coordinare la componente femminile a prescindere dalle appartenenze ideologiche.

Il suo ruolo nella Resistenza pistoiese è poliedrico; è anche ufficiale di collegamento tra il CLN provinciale e le diverse componenti dell’antifascismo pistoiese. In casa sua si tengono riunioni, si smistano armi e munizioni e si prepara la stampa clandestina. Partecipa inoltre ad azioni di sabotaggio e alla distribuzione di materiale propagandistico.

Ad Alberta Fantini è riconosciuta la qualifica di partigiana combattente con il grado di sergente maggiore; è insignita della Croce di guerra e del “Brevetto Alexander”, un certificato dell’esercito alleato conferito ai patrioti e patriote italiani.

Nel 1949 consegue la laurea in Lettere presso l’Università di Genova e successivamente l’abilitazione all’insegnamento di italiano, greco e latino nelle scuole superiori. Dagli anni Cinquanta, dopo spostamenti in altre città, risiede stabilmente a Pistoia dove insegna al Liceo classico Niccolò Forteguerri e, ben più a lungo, al Liceo scientifico Amedeo di Savoia fino alla morte, avvenuta a Pistoia il 18 febbraio 1984.

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Alberta Fantini

🟪Relazione conservata in Archivio ISRT, Miscellanea di piccoli fondi, Carte Alberta Fantini, pubblicata in Mazzamuto Degl’Innocenti, La Resistenza e la presenza femminile a Pistoia, in Comitato femminile antifascista per il XXX della Resistenza e della Liberazione in Toscana, Donne e Resistenza in Toscana, Firenze, Giuntina, 1978, pp. 301-2.

Gruppi di difesa della donna

Corpo volontario della libertà

Fin dall’8 settembre 1943 cominciai a fare propaganda antinazista nella mia zona (Maresca, Campotizzoro, Ponte Petri e zone limitrofe).

Nel novembre 1943 ritornarono a Campotizzoro le mie compagne Fantini Alberta e Beneforti Pia e organizzammo i Gruppi di difesa della donna in quella zona. Vi aderì subito Zora Zinanni e così incominciammo il nostro pericoloso lavoro.

Nostro compito era di fare propaganda antinazista, trovare altre fidate aderenti alla nostra causa, fare opera sobillatrice fra le masse operaie, sabotaggio alla lavorazione bellica.

D’accordo con i capi partigiani della zona (Biondi Sergio, Vivarelli Giuseppe ed altri) organizzammo lo sciopero bianco2 che ebbe esito favorevole nella fabbrica SMI di Campotizzoro.

Dalla fabbrica asportavo munizioni che poi passavo alle brigate partigiane, malgrado la stretta sorveglianza tedesca e repubblichina. Le brigate partigiane soffrivano per mancanza di viveri, indumenti ed armi. Organizzai una raccolta fra tutti gli operai e la popolazione e così fu possibile fare avere armi, viveri e indumenti ai partigiani del Monte Teso, opera che si svolgeva in mezzo a pericoli tremendi per la grande sorveglianza tedesca o repubblichina. Questi rifornimenti sono stati continui.

Ho assolto anche altri pericolosi incarichi affidatimi sempre dai capi partigiani.

Il mio compito l’ho assolto fino a Liberazione avvenuta: settembre 1944 con entusiasmo e fede.

Di tutto questo ne possono far fede Pia Beneforti, Fantini Alberta e i capi partigiani suddetti.

Agnoletti Maddalena