“Resistenza in provincia di Lucca – Il caso Pescaglia”

Sarà domenica 25 aprile alle ore 17.00 l’appuntamento con la video-rubrica VIVI Pescaglia, per l’occasione incentrata sulla storia della Resistenza nel comune montano, trasmessa in streaming sui canali Facebook e YouTube dell’amministrazione e dal titolo “La Resistenza in provincia di Lucca – il Caso Pescaglia”: presentano l’evento Gaia Bernardini (consigliere delegato alle politiche giovanili) e Francesco Maiorano (vicepresidente dell’associazione “I Giovani della Casa delle Idee”, che organizza l’iniziativa in collaborazione con ISRECLU e Comune di Pescaglia), che sarà anche relatore assieme al professor Gianluca Fulvetti, docente di storia contemporanea presso il Dipartimento di civiltà e forme del sapere dell’università di Pisa. Modera l’inc0ntro Sara Andreini.

Locandina dell’evento




Verso la Giornata della Memoria: gli appuntamenti della settimana a Lucca

Nel quadro delle iniziative che porteranno alla Giornata della Memoria 2020, l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in provincia di Lucca organizza due eventi sulle leggi razziali italiane (1938) e sul reclutamento di manodopera nell’Italia occupata da parte dei tedeschi: si comincia il 15 gennaio alle 17.oo presso la Casa della Memoria e della Pace di Lucca (Castello di Porta San Donato, mura urbane), con la presentazione del volume curato da Brunello Mantelli (Università della Calabria) Tante braccia per il Reich! Il reclutamento di di manodopera nell’Italia occupata 1943-1945 per l’economia di guerra della Germania nazionalsocialista (Mursia Editore).

Tante braccia per il Reich! 15 gennaio 2020

Programma del 15 gennaio

Si prosegue il 16 gennaio sempre alle 17.00 presso Palazzo Ducale, con la visita guidata alla mostra 1938. Il banco vuoto, a cura di Silvia Quintilia Angelini, Franco Anichini e Michele Paoli, che sarà visitabile fino al 15 febbraio.

Visita guidata a mostra banco vuoto 16 gennaio 2020

Programma della visita guidata del 16 gennaio

Per maggior informazioni vedi anche:

“Tante braccia per il Reich!”

“1938. Il banco vuoto”




Un mese con Don Aldo

Depliant 2 (retro)




Le iniziative di Lucca e Pescaglia per il 72° anniversario della morte di Don Aldo Mei

Don Aldo Mei (1912-1944), parroco di Fiano di Pescaglia, Medaglia d'argento al valor militare alla memoria, fu fucilato dai nazisti a Lucca per aver offerto ospitalità ad ebrei, renitenti alla leva e perseguitati politici.

Don Aldo Mei (1912-1944), parroco di Fiano di Pescaglia, Medaglia d’argento al valor militare alla memoria, fu fucilato dai nazisti a Lucca per aver offerto ospitalità ad ebrei, renitenti alla leva e perseguitati politici.

In occasione del 72° anniversario della morte di Don Aldo Mei, i Comuni di Capannori, Lucca e Pescaglia, l’Unione dei Comuni della Media Valle del Serchio, la Provincia di Lucca, l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Provincia di Lucca e l’Arcidiocesi di Lucca organizzano per il prossimo 4 agosto 2016 una fitta giornata di iniziative in memoria del giovane sacerdote capannorese, parroco del paesino di Fiano (Pescaglia, Lu), fucilato dalle SS nel 1944 fuori dalle mura di Lucca per aver prestato aiuto e protezione ad oppositori politici, ebrei e renitenti alla leva nel periodo dell’occupazione nazista. Il primo appuntamento è dunque previsto per le ore 10:00, quando, presso la Chiesa della Santissima Trinità in Via Elisa a Lucca, verrà officiata una Santa Messa in memoria del religioso: a seguire, i partecipanti potranno assistere alla deposizione di una corona presso il Cippo commemorativo dedicato allo stesso Don Mei appena fuori Porta Elisa. La sera, pure la Chiesa parrocchiale di Fiano tributerà un omaggio a Don Aldo, celebrando alle ore 18:00 una messa in ricordo del sacerdote, che proprio della canonica del borgo cercò di fare rifugio per tutti i perseguitati sul territorio. Alle 20:30, infine, presso la Pia Casa di Lucca in Via Santa Chiara, storico luogo di detenzione nazifascista dove anche Don Aldo Mei fu condotto e tenuto prigioniero dopo l’arresto del 2 agosto 1944 fino al giorno della sua esecuzione, prenderà avvio un’interessante rappresentazione teatrale della vita del religioso, messa in scena dall’attore Marco Brinzi: il corteo itinerante si sposterà perciò lungo le vie dell’ultimo viaggio di Don Mei, per concludersi presso il Cippo commemorativo di Porta Elisa, dove la raffigurazione visiva della fucilazione sarà accompagnata dalle note dell’Associazione Musicale Lucchese, con musiche di Johann Sebastian Bach a cura di Alberto Bologna.

In allegato, la locandina della giornata in .pdf.

Per ulteriori informazioni: 0583/417481 – scuolapace@provincia.lucca.it




Le stragi naziste in Toscana

Come è noto, durante la campagna d’Italia gli Alleati raccolsero le prove dei crimini di guerra compiuti dall’esercito tedesco nella penisola, con l’intenzione, all’inizio, di celebrare una sorta di “Norimberga italiana”. Una opzione ben presto accantonata, per ragioni di politica internazionale – la Guerra Fredda abbisognava di una solerte rinascita della Repubblica Federale Tedesca – che vennero ad intrecciarsi con l’interesse tutto italiano di evitare una punizione per i “nostri” criminali di guerra.

Il lavoro istruttorio era stato comunque imponente. Molte delle inchieste dello Special Investigation Branch inglese e della sezione del War Crimes Branch statunitense riguardarono la Toscana e le sue comunità martiri, colpite ripetutamente, soprattutto nell’estate 1944: uno degli allegati al rapporto German Reprisals for Partisan Activity in Italy, inviato a Londra alla fine del 1945, è una cartina (doc. 1) sulla quale sono evidenziate molte località della nostra regione che ebbero a fare i conti con la violenza tedesca.

Questi materiali, assieme ad altri, analoghi, raccolte da diverse autorità italiane (Carabinieri, Comitati di Liberazione Nazionale, ecc.), sono rimasti, come è noto, conservati per decenni negli archivi stranieri e nel cosiddetto “armadio della vergogna” (doc. 2 e 3), ma hanno poi rappresentato la base delle ricerche sulle stragi naziste che, dalla metà degli anni novanta del Novecento, hanno alimentato una feconda stagione storiografica, che si è accompagnata ad alcuni procedimenti penali, riaperti presso le Procure Militari  In attesa di un censimento nazionale delle stragi, al quale sta lavorando un gruppo di ricerca nazionale, per il progetto, finanziato dal governo tedesco come forma di riparazione, Atlante delle stragi nazifasciste, il quadro toscano è comunque già piuttosto chiaro.

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Civili costretti dalla Luftwaffe ad abbandonare le proprie abitazioni (C. Gentile, La Wehrmacht in Italia)

 

Si contano almeno 200 episodi, ed oltre 3600 vittime. Le prime stragi colpiscono nel settembre 1943 (Pistoia, in piazza San Lorenzo, e all’Isola d’Elba), e, dopo i rastrellamenti della “settimana di sangue” dell’aprile 1944 (nei quali avviene per esempio la strage di Vallucciole, 13 aprile, 107 vittime), la violenza diventa quotidiana nell’estate 1944, come strumento di gestione della ritirata, di pressione sulla popolazione civile e sui partigiani, di controllo del territorio e delle aree strategiche, a partire dalla Linea Gotica. Mommio (5 maggio, 22 vittime) e Forno di Massa (13 giugno, 60 vittime), la Niccioleta (13 giugno, 83 vittime) e Guardistallo (25 giugno, 47 vittime), Civitella della Chiana (29 giugno, 204 vittime) l’area di Cavriglia (4 luglio, 173 vittime) e San Polo di Arezzo (14 luglio, 48 vittime), le rappresaglie di Orenaccio di Loro Ciufenna (6 luglio, 32 vittime), Crespino sul Lamone (17-18 luglio, 44 vittime), e Empoli (24 luglio, 29 vittime), e ancora la Romagna sopra Molina di Quosa (7-11 agosto, 72 vittime) e Sant’Anna di Stazzema (12 agosto, oltre 500 vittime), e Bardine San Terenzo (19 agosto, 158 vittime) e Vinca (24 agosto, 171 vittime), preceduta il giorno prima dal Padule di Fucecchio (173 vittime), per finire con le due stragi di Massa (10 settembre, 37 vittime, e 16 settembre, alle Fosse del Frigido, 147 vittime).

Un po’ tutte le formazioni tedesche che combattono in Toscana si macchiano di crimini di guerra, rispondendo con solerzia agli ordini che ricevono dal Feldmaresciallo Kesselring che, proprio attorno alla metà di giugno, definiscono un meccanismo repressivo che autorizza le truppe sul campo ad usare la violenza sulla popolazione civile. Una violenza che così, in queste settimane, parla il linguaggio della rappresaglia o del rastrellamento per rispondere alle azioni partigiane o “bonificare” le aree ove i patrioti operano con maggior efficacia, ma colpisce anche nel corso della ritirata o in zone rese proibite da ordini di sfollamento obbligatorio, subito dietro il fronte, come in tutta l’area di Pisa (il 2 agosto per esempio nel quartiere San Biagio, in seguito a una delazione, si eliminano alcune famiglie rifugiate nella canonica e in alcune abitazioni limitrofe, doc 4 e 5). La repressione si appunta anche contro le forme di resistenza civile, come avviene per esempio dentro la Certosa di Farneta di Lucca, dove nella notte tra il 1 e il 2 settembre 1944 gli uomini della “Reichsführer-SS” del generale Max Simon rastrellano oltre 100 persone, tra le quali i certosini del monastero (alcuni dei quali di nazionalità svizzera, e da questo prenderanno le mosse le indagini del dopoguerra, doc. 6 e 7), rei di aver dato rifugio nei mesi precedenti a varie tipologie di ricercati (ebrei, partigiani, antifascisti, renitenti, ecc.).

Una durissima guerra ai civili, insomma, all’interno della quale emerge il comportamento di alcuni reparti speciali – la già citata divisione di Simon, la “Hermann Göring” – che interpretano il sistema degli ordini in modo più radicale, e inscenano una vera e propria guerra di sterminio ai danni di alcune comunità, come avviene a Sant’Anna, Bardine e Vinca, e oltre: qui la logica repressiva non è più solo quella della punizione, magari esemplare, ma quella della eliminazione di intere comunità. La guerra ai civili si fa così ideologica, razziale, più simile a quella combattuta sul fronte orientale, e costringe la Toscana a pagare un dazio altissimo, prima della Liberazione.

Articolo pubblicato nel marzo del 2016.