Le cittadinanze onorarie a Mussolini e la mistificazione della storia

Le persistenze del passato regime fasciste, nelle varie forme di intitolazioni, architetture, riferimenti toponomastici, sono spesso giunti alla ribalta della cronaca negli ultimi anni. Ne sono esempio le non lontane polemiche relative ai monumenti fascisti, oggetto di attenzione e di più o meno efficaci tentativi di risignificazione. Allo stesso modo, non sono mancate le polemiche attorno alle rimozioni di nomi di strade e piazze che ancora richiamavano a personaggi e vicende dell’esperienza fascista. Una tendenza, questa, che fa da sfondo ad altri dibattiti attorno a singole figure, talvolta oggetto di riletture e abilitazioni postume.

Il volume Il cittadino d’Italia si inserisce in tale contesto, prendendo in esame un caso specifico ma particolarmente significativo per vari motivi: innanzitutto, per il proprio oggetto d’indagine, concentrando la propria attenzione sulla figura di Benito Mussolini e sulla costruzione del suo mito personale; in secondo luogo, per il rilievo assunto in tempi recenti, con punte polemiche particolarmente acute nel 2020, dai dibattiti attorno alla revoca al dittatore delle proprie onorificenze onorarie.

Proprio da quest’ultimo spunto trae origine il libro di Michelangelo Borri, dedicato alla storia delle cittadinanze onorarie a Mussolini. Attraverso una ricerca condotta negli archivi nazionali, in alcune realtà comunali e sulla stampa dell’epoca, Borri indaga la storia e le motivazioni dei titoli onorifici al dittatore: avviata nel 1923, una volta concretizzatasi la presa del potere con la marcia su Roma, la tendenza si sarebbe sviluppata appieno nel 1924 grazie all’interessamento della segreteria particolare della Presidenza del Consiglio e del Partito nazionale fascista. Dalla ricostruzione emerge il carattere politico e talvolta coatto delle onorificenze, attribuite dai consigli comunali in seguito alle pressioni provenienti dalle prefetture e dalle federazioni provinciali fascista. Ne emerge il quadro di una dittatura immediatamente pronta a stringere la propria presa sul paese, imponendo le proprie scelte agli amministratori comunali italiani.

Assieme all’operazione politica, il volume ricostruisce alcune delle principali manifestazioni organizzate in corrispondenza dei riconoscimenti, seguendo il duce nelle città di Firenze, Bologna, Roma, Napoli, Perugia e analizzando i testi dei documenti con cui le assemblee municipali deliberarono i conferimenti. Da tale quadro appare chiara la volontà del nascente regime di imporre, immediatamente, la figura di Mussolini come quella del nuovo simbolo dell’Italia fascista. Una volontà sorretta dagli apparati di propaganda e dalla stampa, ma anche dalla violenza squadrista e dal potere coercitivo dello Stato, piegato alle esigenze politiche della dittatura. In tale ottica, scrive Borri, le folle di partecipanti alle manifestazioni organizzate in corrispondenza dei conferimenti avrebbero svolto la funzione di legittimare, a posteriori, la concessione dei titoli medesimi, tramite un meccanismo di mobilitazione dal basso caratteristico dell’esperienza fascista. La conclusione dell’autore, in tal senso, appare chiara e non lascia spazio a dubbi:

 

Lungi dal rappresentare sincere e spontanee manifestazioni di stima al nuovo presidente del Consiglio – come ancora oggi spesso sostenuto, a conferma dell’efficacia dell’operazione politica fascista – le cittadinanze mussoliniane costituiscono, al contrario, testimonianze eloquenti e rilevatrici del vero volto di un regime pronto a mobilitare ogni risorsa per raggiungere anche il più minuto degli obiettivi prefissati. Piuttosto che reminiscenze di scelte che gli italiani non furono affatto chiamati a compiere – ma, al massimo, a legittimare posteriormente –, esse sono l’ennesima conferma della presa soffocante esercitata dalla dittatura in ogni angolo del paese: anche in forme diverse da quelle tradizionalmente riconosciute, anche all’interno delle assemblee teoricamente più immediatamente rappresentative ed espressive della piena realizzazione democratica (p. 124).

 

Alla luce di quanto verificatosi negli anni Venti, anche le discussioni odierne appaiono più chiare e, soprattutto, più immediatamente riconoscibili risultano i tentativi di strumentalizzazione politica attuati, in molti casi, dai rappresentanti locali dei partiti della destra. Anche grazie al puntuale saggio introduttivo di Andrea Mammone, il libro fornisce una panoramica ben dettagliata di quanto avvenuto negli ultimi decenni – ma partendo, con uno sguardo di lungo periodo, dall’immediato dopoguerra – nel dibattito pubblico attorno al fascismo e alla sua memoria. La sovrapposizione tra memorie deboli della dittatura, tra una certa nostalgia ancora persistente in alcuni strati della società italiana postbellica e interessi commerciali ed editoriali, ha favorito l’elaborazione di rappresentazioni in qualche modo deresponsabilizzanti rispetto alle colpe del fascismo e, con esso, degli italiani, aprendo la strada anche a riletture e riabilitazioni postume dell’operato di Mussolini. In questo panorama, già accuratamente descritto da studiosi come Filippo Focardi, le discussioni attorno alle cittadinanze onorarie mussoliniane rappresentano soltanto il più recente tassello: sulla loro persistenza, infatti, rappresentanti municipali delle destre postfasciste – e non solo – hanno spesso proposto l’immagine di un dittatore ammirato dalle popolazioni italiane, presentando le onorificenze come intitolazioni spontanee provenienti dal basso e, come avviene oggi in condizioni di democrazia, rispondenti effettivamente all’umore di almeno una buona parte della cittadinanza. Il libro Il cittadino d’Italia dimostra, in maniera ormai non più discutibile, come ciò sia palesemente falso e come i tentativi di mantenere i conferimenti a Mussolini nascondano, in realtà, ben più profonde motivazioni politiche ed ideologiche riconducibili a un senso di fascinazione e nostalgia ancora vivo, in alcuni ambiti politici, verso il dittatore e verso il suo criminale progetto politico.




Perché il fascismo è nato in Italia.

Giovedì 24 novembre 2022 alle ore 17 si terrà alle Stanze della Memoria di Siena (Via Malavolti 9) la presentazione del volume di Marcello Flores e Giovanni Gozzini, Perché il fascismo è nato in Italia (Laterza 2022).

Discuterà con gli autori Alessandro Orlandini, direttore dell’Istituto storico della Resistenza senese e dell’età contemporanea.

Per informazioni: stanzedellamemoria@gmail.com




“La filosofia civile di Mario Casagrande”

Si terrà il 16 settembre (ore 17.00) a Viareggio presso il giardino del Palazzo delle Muse (sala Viani in caso di maltempo) la presentazione del libro di Stefano Bucciarelli “La filosofia civile di Mario Casagrande” (Edizioni ETS, Pisa 2021): il volume ricostruisce l’itinerario umano, culturale, politico, professionale di Mario Casagrande, sulla base di una estesa ricerca e di una inedita documentazione. A intervistare l’autore Riccardo Roni della Società Filosofica Italiana.

Professore di storia e filosofia che per un trentennio formò generazioni di allievi al Liceo scientifico di Viareggio, Casagrande (Sidney 1917- Viareggio 2011) fu, nei campi della cultura e della politica, tra le personalità vissute in Versilia più rappresentative del secolo scorso. Allievo della Normale, strinse significativi rapporti con Delio Cantimori e Cesare Luporini e si laureò con Guido Calogero, una delle guide del movimento liberalsocialista. Già in Normale il suo orientamento antifascista si manifestò in modo clamoroso. Nel dopoguerra ebbe una intensa esperienza politica nel partito comunista, sia localmente che a livello nazionale, all’epoca della commissione culturale di  Mario Alicata. La sua filosofia, ispirata agli ideali civili dell’illuminismo, dello storicismo laico, del marxismo, si sviluppò nel confronto tra cultura umanistica e cultura scientifica, nel vivo delle discussioni sul rinnovamento e sulla  riforma della scuola in senso democratico.

L’iniziativa si terrà nel rispetto delle norme anti-COVID: sarà pertanto necessario il possesso del green pass.




“Maestri e allievi contro il fascismo”

Martedì 21 settembre alle ore 17.00, presso la Casa della Memoria e della Pace di Lucca sulle mura urbane (porta s. Donato), sarà presentato il volume “Maestri e allievi contro il fascismo” a cura di Stefano Bucciarelli (Ed. ETS, Pisa 2021): il volume illustra biografie e vicende che si svolgono nella scuola nell’arco temporale tra  fascismo e secondo dopoguerra: percorsi della transizione dal fascismo alla democrazia, in cui è sottolineato  il valore esistenziale e politico di  scelte e prese di posizione che impegnarono docenti, presidi, studenti. Qui nacquero le ragioni della scelta resistenziale e i fondamenti su cui si baserà la nuova Italia democratica.

Interventi di: Silvia Angelini, Stefano Bucciarelli, Alda Fratello, Luciano Luciani, Stefano Sodi (autori); saluti istituzionali di Ilaria Vietina.

L’iniziativa si terrà nel rispetto delle norme anti-COVID.




“Comandante Andrea” e “Le Giornate Rosse di Viareggio”: gli appuntamenti di ANPI e ISREC per il fine settimana

Un fine settimana ricco di eventi per l’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Lucca, che assieme all’ANPI organizza due iniziative online alle quali sarà possibile partecipare richiedendo il link Zoom all’indirizzo isreclucca@gmail.com , oppure seguendo la diretta sulla pagina Facebook dell’Istituto:

– Venerdì 30 aprile alle ore 18.30, nel quadro del calendario delle iniziative “Intorno al 25 Aprile”, si terrà l’evento “Comandante Andrea. Documenti e riflessioni in ricordo di Giuseppe Antonini (1920-2009)”, con la presentazione del sito realizzato da Filippo Antonini e la donazione dei materiali all’ISRECLU; interverranno Massimo Michelucci (Istituto storico della Resistenza apuana), Filippo Antonini (presidente di ANPI – Comitato provinciale di Lucca) e Stefano Bucciarelli (presidente ISRECLU).

– Domenica 2 maggio alle ore 21.o0, in occasione del 101° anniversario delle Giornate Rosse di Viareggio, sarà presentato il libro di Andrea Ventura “Italia ribelle” (Carocci 2020); oltre all’autore saranno presenti Luca Coccoli (presidente ANPI di Viareggio) e Stefano Bucciarelli.

Locandina dell’evento del 30 aprile

Locandina dell’evento del 2 maggio




“Resistenza in provincia di Lucca – Il caso Pescaglia”

Sarà domenica 25 aprile alle ore 17.00 l’appuntamento con la video-rubrica VIVI Pescaglia, per l’occasione incentrata sulla storia della Resistenza nel comune montano, trasmessa in streaming sui canali Facebook e YouTube dell’amministrazione e dal titolo “La Resistenza in provincia di Lucca – il Caso Pescaglia”: presentano l’evento Gaia Bernardini (consigliere delegato alle politiche giovanili) e Francesco Maiorano (vicepresidente dell’associazione “I Giovani della Casa delle Idee”, che organizza l’iniziativa in collaborazione con ISRECLU e Comune di Pescaglia), che sarà anche relatore assieme al professor Gianluca Fulvetti, docente di storia contemporanea presso il Dipartimento di civiltà e forme del sapere dell’università di Pisa. Modera l’inc0ntro Sara Andreini.

Locandina dell’evento




“Un ponte di libri” a Lucca

Proseguono, nell’ambito delle iniziative previste per le giornate della Memoria e del Ricordo per iniziativa di Provincia di Lucca, Comune di Lucca, Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea, le attività del progetto dedicato a Jella Lepman, scrittrice, educatrice e giornalista ebrea che, sfuggita al nazismo, alla fine della guerra ritornò in Germania per collaborare alla ricostruzione di un tessuto diffuso di solidarietà e di rispetto dei valori umani, individuando nei bambini i principali destinatari di questi progetti ed usando la lettura come strumento primario.

Alla Casa della Memoria e della Pace di Lucca (Castello di Porta San Donato, Mura urbane), il prossimo giovedì 23 gennaio alle ore 17, sarà presentata l’autobiografia di Jella, Un ponte di libri, Sinnos editrice. Dopo il saluto dell’Assessora Ilaria Vietina, interverrà Anna Patrucco Becchi, curatrice e traduttrice del volume. L’incontro sarà coordinato da Maria Teresa Leone, Vicepresidente del Consiglio Comunale.

Alla Casa della Memoria è inoltre sempre allestita la Mostra fotografica Attraverso i libri, di Massimo Veracini, che sarà visitabile fino al 26 gennaio.

Un ponte di libri Jella Lepman 23 gennaio 2020 Casa della Memoria e della Pace Lucca

Programma dell’evento




Verso la Giornata della Memoria: gli appuntamenti della settimana a Lucca

Nel quadro delle iniziative che porteranno alla Giornata della Memoria 2020, l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in provincia di Lucca organizza due eventi sulle leggi razziali italiane (1938) e sul reclutamento di manodopera nell’Italia occupata da parte dei tedeschi: si comincia il 15 gennaio alle 17.oo presso la Casa della Memoria e della Pace di Lucca (Castello di Porta San Donato, mura urbane), con la presentazione del volume curato da Brunello Mantelli (Università della Calabria) Tante braccia per il Reich! Il reclutamento di di manodopera nell’Italia occupata 1943-1945 per l’economia di guerra della Germania nazionalsocialista (Mursia Editore).

Tante braccia per il Reich! 15 gennaio 2020

Programma del 15 gennaio

Si prosegue il 16 gennaio sempre alle 17.00 presso Palazzo Ducale, con la visita guidata alla mostra 1938. Il banco vuoto, a cura di Silvia Quintilia Angelini, Franco Anichini e Michele Paoli, che sarà visitabile fino al 15 febbraio.

Visita guidata a mostra banco vuoto 16 gennaio 2020

Programma della visita guidata del 16 gennaio

Per maggior informazioni vedi anche:

“Tante braccia per il Reich!”

“1938. Il banco vuoto”