“Viaggio lungo gli anni ’70”, di Filippo Mazzoni

Il libro, progettato per l’uso didattico, intende ricapitolare gli eventi più importanti che hanno scandito gli anni ’70 da un punto di vista politico, sociale, culturale ed economico.

Da l’Introduzione:

Il progetto “Scenari del XX°Secolo” organizzato come ogni anno dal nostro Istituto Storico in collaborazione con la Provincia di Pistoia, è dedicato per il corrente anno scolastico agli anni Settanta. Nelle pagine che seguono, attraverso la consultazione dell’Archivio Storico del quotidiano “La Stampa” disponibile ed accessibile a chiunque sul web, abbiamo messo a disposizione di studenti e docenti, alcune delle prime pagine di eventi che caratterizzarono il decennio 1970 – 1979.
Politica, società, cinema, musica e sport sono i temi presenti nelle pagine che seguono e che sono trattati in modo divulgativo al fine di dare un quadro più esplicativo su un periodo importante e decisivo per la storia dell’Italia repubblicana.

In allegato una preview del volume.




Quaderni di Farestoria (n.2, 2017) – Caporetto e dintorni

1917. Caporetto e dintorni

Prefazione di Roberto Barontini – p. 5
Francesco Cutolo – 1917, da Caporetto al Piave: soldati, profughi, invasi – p. 9
Alberto Coco – Organizzazione dell’accoglienza e vita quotidiana degli esuli della Grande guerra – p. 31
Metello Bonanno, Marco Francini – Profughi a Buggiano – p. 53
Giampaolo Perugi – Pistoia e l’accoglienza dei profughi veneti. Tutto bene? – p. 57
Mauro Pallini – Ricordi di un cappellano militare – p. 65
Fabio Parenti – Il Prestito Nazionale di Guerra – p. 71
Francesco Cutolo – Nicola Labanca e Oswald Überegger, La guerra italo-austriaca 1915-18 – p. 77




Quaderni di Farestoria (n.1, 2017) – Voci di memoria. Atti della scuola estiva, Pistoia, 8-10 settembre 2016

Voci di memoria. Le fonti orali per lo studio della Seconda guerra mondiale
Atti Scuola Estiva 2016 – Pistoia, 8/10 settembre

Prefazione di Roberto Barontini – p. 5
Aldo Bartoli – Saluti – p. 9
Giovanni Contini – Fonti orali per la storia sociale – p. 13
Stefano Bartolini – L’intervista di storia orale: tecniche e questioni aperte – p. 23
Matteo Mazzoni – Uscire dalla guerra: memorie, oblii, storie – p. 29
Chiara Martinelli – «Sognavo una vita romantica e felice»: Resistenza e memoria infantile in Toscana – p. 37
Valeria Galimi – Firenze 1940-1944: nuovi modi di raccontare l’esperienza di una città in guerra – p. 43
Luca Baiada – Memoria orale, fonti e narrazioni nella strage del Padule di Fucecchio – p. 53
Stefano Ballini – La Brezza degli Angeli – p. 75




Carlo Sforza Alto Commissario per l’epurazione

Il volume ricostruisce la fase cruciale della storia dell’epurazione. Carlo Sforza ricoprì l’incarico di Alto Commissario per le sanzioni contro il fascismo dal 27 luglio 1944 al 5 gennaio 1945, quando presentò le dimissioni.

Il testo si apre con la biografia di Sforza, diplomatico e politico, dagli inizi della sua carriera fino alla nomina ad Alto Commissario. Prosegue ricostruendone l’azione diretta a realizzare la “defascistizzazione” dello Stato da parte delle autorità di occupazione e del Governo italiano. Si concentra sull’attività svolta nel periodo 15 agosto – 31 dicembre 1944, utilizzando in particolare le informazioni prodotte dall’Alto Commissario Sforza, dall’Alto commissario aggiunto Mauro Scoccimarro e dal O e dal Presidente dell’Alta Corte Lorenzo Maroni. La parte conclusiva prende in esame il mandato di Sforza attraverso la sua testimonianza, tentando di individuare le ragioni che ne determinarono le dimissioni nel gennaio del 1945.

Andrea Lepore (Pietrasanta 1988), si è laureato in Scienze politiche ed internazionali all’Università di Pisa nell’anno accademico 2014/2015.




Storia del movimento sindacale e operaio tra Massa e Carrara

Nelle vicende storiche descritte in questo volume è possibile scorgere un percorso fatto di scioperi, animato da lotte, accompagnato dalla ricerca di una piattaforma contrattuale in grado di riconoscere ed eliminare la precarietà della vita e del lavoro. Tutti questi elementi sono stati determinanti per definire il passaggio della classe operaia apuana da uno stato di frammentazione e di isolamento all’interno dei rapporti di lavoro e di produzione, alla condizione di soggetto collettivo organizzato, proiettato nella ricerca di miglioramenti economici e nella trasformazione delle condizioni di vita comuni.

Alessio Profetti (Massa 1987), laureato in Scienze sociologiche all’Università di Pisa, è giornalista. Collabora con il quotidiano “Il Tirreno” e con testate giornaliste online.




Storie di indesiderabili e di confini.

Gli autori di questo volume hanno alle spalle un lungo cammino di studio in parte comune, in parte personale, sulla storia degli italiani antifascisti volontari in Spagna tra la guerra civile ed i suoi esiti. La meno nota, in Italia quasi mai raccontata, è la storia dei campi della Francia del Sud. Lì furono rinchiusi, passato il confine dei Pirenei, alcuni di loro, accanto ad altri reduci dalla guerra e a popolazione civile spagnola, in fuga dopo la vittoria franchista. Vi rimasero per tempi più o meno lunghi, dopo il 1940 mescolati ad ebrei o perseguitati dalla Francia del Governo di Vichy. Per una parte dei prigionieri i campi furono apprendistato politico e preludio di nuove lotte contro il nazi-fascismo.

Sono fatti di quasi ottant’anni fa, senza alcuna relazione diretta con la difficile congiuntura della Spagna di oggi, ma utili a fare luce sulla “diversità” della cronologia e delle forme di costruzione della democrazia spagnola, rispetto alla nostra. A queste vicende si può guardare anche per interpretare le ragioni della generale crisi del progetto di unione europea.




Oltre il 1945

La seconda guerra mondiale concluse una lunga stagione di conflittualità politica, militare e sociale. Eppure al termine delle ostilità le esperienze, le culture, le pratiche della violenza furono lungi dal cessare in Italia come in molti paesi europei. Comportamenti dettati dall’inerzia e nuove aggressività, vendette a lungo covate, aspettative deluse, rivendicazioni antiche e rinnovati antagonismi, nuovi focolai di guerra civile sfociarono in pratiche violente radicate durante il conflitto, ma riattivate nelle forme e nei contenuti dal contesto della guerra fredda e dalla difficile transizione verso la democrazia che segnò il dopoguerra europeo.

Indice:

Enrico Acciai, Guido Panvini, Camilla Poesio, Toni Rovatti, Introduzione

Guerra e dopoguerra. Resistenza, violenza, giustizia
José M. Faraldo, Resistenza a Est e Resistenza a Ovest. Verso un unico modello di analisi
Javier Rodrigo, La fine della violenza? L’Europa in guerra (civile), 1936-1949
Joshua Arthurs, Combattere “l’altro” dopoguerra: conflitto sociale nel Mezzogiorno, 1943-1944
Toni Rovatti, Ansia di giustizia e desiderio di vendetta. Esperienze di punizione nell’Italia del Centro-nord, 1945-1946
Camilla Poesio, L’internamento degli ex fascisti, i rilasci e la lunga scia di sangue. Il caso di Coltano
Andrew H. Beattie, L’internamento dei civili tedeschi dopo la seconda guerra mondiale e la questione della violenza

Oltre il dopoguerra
Elisa Guida, «La tregua» e la violenza dopo Auschwitz
Enrico Acciai, Uscendo dalla guerra: i reduci dell’antifascismo in armi nell’Italia in transizione (1945-1948)
Guido Panvini, L’altro dopoguerra: i neofascisti e la legittimazione della violenza politica nell’Italia repubblicana
Lorenzo Bertucelli, I conflitti di lavoro nel dopoguerra
Luigi Ambrosi, Vita di un questore. Apparati e uomini dello Stato nell’Italia del secondo dopoguerra
Fabien Archambault, La manifestazione di piazza in Francia e la violenza di Stato dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta

Pubblicazione sostenuta dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea e dal Ministero dei Beni culturali.




A Oriente sorge il sol dell’avvenire

Per il centenario della Rivoluzione russa pochi sono stati a tutt’oggi in Italia i momenti di riflessione critica e di riconsiderazione storiografica sull’evento da cui si sarebbe originato un fenomeno epocale, il comunismo sovietico. In tale contesto, una felice eccezione è rappresentata da questo saggio che descrive, con efficace sintesi, la straordinaria precocità degli anarchici di lingua italiana rispetto alle altre componenti della Sinistra nel denunciarne senza esitazioni i pericoli d’involuzione autoritaria della rivoluzione. Per gli anarchici era inscindibile il binomio libertà politica-rivoluzione sociale in contrapposizione al modello autoritario che di fatto negava le ragioni stesse degli ideali della rivoluzione. La sollevazione di Kronštadt del marzo 1921, repressa nel sangue dall’Armata rossa e ben presto assurta a simbolo, nel movimento anarchico italiano ed europeo, dell’estremo quanto disperato tentativo delle forze libertarie per contrastare il potere dei bolscevichi, testimonierà di lì a poco della degenerazione definitiva del sogno di libertà originatosi dalla Rivoluzione russa.