Il passaggio del fronte tra Val di Pesa e Val d’Elsa

Primo frutto di una ricerca triennale promossa dai Comuni di Barberino Val d’Elsa, San Casciano Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa, condotta da un gruppo di storici dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, il volume indaga l’impatto del secondo conflitto mondiale – e in particolare del passaggio del fronte – tra la Val d’Elsa e la Val di Pesa, inserendo gli eventi locali entro il quadro delle dinamiche politiche e militari nazionali, e offrendo un affresco ampio e articolato delle vicende delle comunità sconvolte da una guerra che, nell’estate del 1944, ne lacera il tessuto umano e materiale.
Un momento traumatico che i saggi contenuti nel libro ricostruiscono nei suoi diversi aspetti: l’andamento delle dinamiche militari, l’impatto della guerra e, quindi, dell’occupazione nazista e dei combattimenti sulla popolazione, le violenze sui civili, le divisioni che marcano le comunità nell’arco lungo del Ventennio e che, acuitesi nel corso del conflitto, fra adesioni alla Repubblica sociale e alle molteplici espressioni della Resistenza, permangono nei mesi successivi alla Liberazione, incidendo sul difficile avvio del processo di ricostruzione. Aspetti diversi che restituiscono nella sua complessità e peculiarità il vissuto di un territorio e di una generazione gravati dalle esperienze della dittatura e della “guerra totale”.

Indice del volume
Presentazioni istituzionali
Simone Neri Serneri, Le ragioni di una ricerca
Francesca Cavarocchi, La guerra in Toscana e le operazioni militari
Matteo Mazzoni, Una valle in guerra
Vivere nell’emergenza
La cavalcata della morte
Identità in conflitto: fascisti e antifascisti
Fascisti e antifascisti dopo il passaggio del fronte

Matteo Mazzoni è Dottore di ricerca in Studi storici dell’età moderna e contemporanea, responsabile del Coordinamento di redazione di ToscananOvecento, collaboratore dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, vicepresidente dell’Istituto Gramsci Toscano, vincitore del Premio ANCI-Sissco 2010 con il volume Livorno all’ombra del fascio (Olschki, 2009).
Francesca Cavarocchi è Dottore di ricerca in Storia contemporanea e collaboratrice dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.




Catologo della mostra Rosso creativo. Oriano Niccolai 50 anni di manifesti

Il catalogo, curato da Margherita Paoletti, ed edito da Debatte Editore nel 2013, raccoglie le informazioni ed una parte del materiale della mostra “Rosso Creativo. Oriano Niccolai: 50 anni di manifesti” organizzata dall’Istoreco nel novembre 2013. La mostra è un tour nell’universo creativo di Niccolai e nella storia per immagini del Partito comunista italiano. Si scoprono le varie facce del grafico rosso: dai pionieristici approcci, nei primi anni Cinquanta, nel mitico “Nido delle aquile” della federazione del Pci livornese fino alle campagne elettorali ideate a partire dagli anni Sessanta per la federazione nazionale e le varie federazioni regionali. E poi una selezione per grandi tematiche (il lavoro, la pace, le donne, i giovani) e i focus sulle Feste dell’Unità e sull’evoluzione delle tecniche nella grafica.

Il catalogo ha le prefazioni del presidente Istoreco Laura Bandini e del presidente della Fondazione Livorno Luciano Barsotti, contiene poi i ricordi di Bruno Magno, Sergio Staino e Daniele Tabellini di Fupete/Studio Nasonero (autore del manifesto della mostra) e l’introduzione del direttore Istoreco Catia Sonetti. La biografia di Niccolai e i testi di presentazione delle varie sezioni sono curati da Margherita Paoletti.




Cupe vampe: la guerra aerea a Pistoia e la memoria dei bombardamenti.

Il 24 ottobre 2013 l’istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia ha ricordato con una mostra il bombardamento angloamericano della città nella notte fra il 23 e il 24 ottobre del 1943. Il contesto storico, gli eventi, le testimonianze, le dolorose conseguenze, gli oggetti dell’epoca, sono stati ricostruiti e messi in mostra presso uno dei rifugi adibiti dalla protezione antiaerea nel periodo bellico. A latere, come espansione della mostra, i ricercatori hanno curato il numero monografico della rivista dell’Istituto dal titolo Cupe Vampe: la guerra aerea a Pistoia e la memoria dei bombardamenti. Un percorso dalla ricerca d’archivio alla mostra nel 70° anniversario del bombardamento di Pistoia, un lavoro collettaneo che attraverso la ricerca d’archivio ha portato alla luce nuovi elementi e ha coinvolto la città suscitando memorie apparentemente sopite.




Gastone Orefice. Un giornalista livornese nel mondo

Gastone Orefice (1922-2006), ebreo livornese e giornalista di vasta esperienza internazionale, si presenta nelle pagine di questo volume come un vero e proprio “testimone del suo tempo”. Al centro del libro c’è la lunga intervista che Orefice concesse nel 1994 a Catia Sonetti. Intorno a questo dialogo sono poi accostati ricordi e riflessioni di importanti giornalisti che lo hanno conosciuto come maestro e come amico (Furio Colombo, Vincenzo Pascale, Alessandra Farkas, Mila Crespi Gaudio, Gianna Pontecorboli, Duccio Faggella). Il libro, corredato anche da un ricco repertorio iconografico, è arricchito poi dalla premessa a cura del sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, dalla presentazione dello storico Michele Luzzati e dalla bella scheda anagrafica curata da Lidia Orefice. In appendice anche l’elenco commentato dei libri del Fondo Orefice che il giornalista decise di donare alla biblioteca dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea di Livorno.

Attraverso tutti questi segmenti si delinea la storia privata e pubblica di Gastone Orefice, giornalista livornese ed ebreo negli anni della tempesta. Si comprendono i punti salienti della formazione della sua personalità e della sua professionalità. Lo si contestualizza in una famiglia borghese di Livorno degli anni Trenta e Quaranta, si possono inquadrare i suoi continui spostamenti per mettere in salvo la pelle nel periodo delle leggi razziali, lo si segue nel suo lavoro di giornalista che con il passare degli anni, lo assorbirà completamente e lo porterà ai vertici dell’organizzazione nazionale ed estera della stampa.

 




La massoneria italiana da Giolitti a Mussolini

All’epoca della prima guerra mondiale, forte di circa venticinquemila affiliati, molti dei quali figure di spicco del mondo politico e istituzionale, dei vertici militari, degli ambienti economici e di quelli accademici, la massoneria rappresentava un attore importante della scena pubblica italiana.

Utilizzando la straordinaria documentazione inedita conservata nell’archivio di Domizio Torrigiani, gran maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1919 al 1925, il volume ripercorre le vicende della massoneria nel periodo cruciale che va dall’età giolittiana agli anni Trenta, gettando nuova luce sul suo ruolo nella grande guerra, nell’impresa di Fiume e fino all’avvento del fascismo (tra l’altro confermando in modo pressoché definitivo un finanziamento diretto della massoneria al Pnf all’indomani della marcia su Roma).

Analizza poi il sostegno all’opposizione antifascista durante l’Aventino e negli anni successivi, soffermandosi sull’attentato Zaniboni-Capello del novembre 1925 che costò a Torrigiani, accusato di complicità, la condanna a cinque anni di confino a Lipari e a Ponza.

Il volume arricchisce per più aspetti le conoscenze sulla storia italiana della prima metà del Novecento e valorizza ulteriormente un tema di ricerca – la storia della massoneria italiana e dei suoi rapporti con la sfera pubblica – oggetto di crescente interesse da parte degli studiosi e del più largo pubblico.

Contributi di R. Bianchi, L. Cerasi, F. Conti, S. Fedele, M. Franzinelli, A.M. Isastia, M. Mondini, C. Poesio, A. Staderini.

Fulvio Conti insegna Storia contemporanea presso l’Università di Firenze. Tra le sue pubblicazioni, Storia della massoneria italiana. Dal Risorgimento al fascismo (il Mulino, 2003), Massoneria e religioni civili (il Mulino, 2008), Massoneria e cultura laica in Sardegna (Viella, 2014).     




Per noi il tempo s’è fermato all’alba

Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia” è il IV Quaderno della collana ISGREC-Effigi, frutto di una lunga ricerca curata da Marco Grilli. La memoria della strage è la più radicata a Grosseto; per il dolore che provocò, il 22 marzo 1944, l’uccisione di 11 ragazzi inermi, e per la crudeltà degli assassini. Non a caso è conservata nella stanza del sindaco di Grosseto la lavagnetta con l’ultimo messaggio dei fratelli Matteini uccisi: “un bacio, mamma. Lele e Corrado”.

La ricerca dell’ISGREC porta alla luce una storia diversa da quella delle stragi nazifasciste di cui da anni sono studiate le dinamiche. Nessuna responsabilità tedesca, ma solo del fascismo grossetano, che terrorizzava e puniva, in questo caso con ferocia particolare, quanti non obbedivano all’ordine di combattere a fianco dell’esercito tedesco o davano aiuto alla Resistenza.

Il libro getta uno sguardo sulle vicende della giustizia, spesso mancata, del secondo dopoguerra, anche per reati comprendenti “sevizie particolarmente efferate”, escluse dall’amnistia Togliatti. Il titolo “Per noi il tempo s’è fermato all’alba” è tratto dal racconto di Guido Gianni “Nell’ombra delle stelle”, che si è voluto riprodurre in appendice.




Il fascismo in provincia

Chi comandava veramente sotto il fascismo? Fino a che punto i fasci locali obbedivano ai comandi di Roma? E di contro, fino a che punto, i gerarchi locali prendevano decisioni in modo autonomo, seguendo una logica più locale che nazionale?
A partire da queste domande, il volume, curato da Paul Corner e Valeria Galimi, indaga ed approfondisce la complessa varietà delle “periferie” di regime grazie ai diversi contributi che compongono il testo, frutto di attente ricerche di storici e giovani ricercatori.
Attraverso questi studi settoriali sui vari fascismi provinciali, il volume fa luce per la prima volta sull’effettiva distribuzione del potere durante il Ventennio, mostrando da un lato i limiti della centralizzazione voluta dal regime, dall’altro il peso dell’ingerenza nella gestione del potere provinciale di tradizioni, interessi, ambizioni più strettamente locali. Ne emerge un quadro nuovo, ricco e complesso che mette in questione i luoghi più comuni con cui siamo abituati a pensare i meccanismi di funzionamento della dittatura fascista.

Hanno collaborato al volume: T. Baris, S. Battente, F. Cavarocchi, E. Colombo, P. Corner, M. Di Figlia, S. Duranti, A. Gagliardi, V. Galimi, A. Guiso, D. La Banca, R. Parisini, R. Pergher, G. Rigano, A.M. Vinci

I curatori:
Paul Corner insegna Storia dell’Europa all’Università di Siena. Tra le sue ultime pubblicazioni: Il consenso totalitario (Laterza, 2012) e The Fascist Party and Popular Opinion in Mussolini’s Italy (Oxford UP, 2012)
Valeria Galimi svolge attività di ricerca all’Università della Tuscia. Ha pubblicato fra l’altro: L’antisemitismo in azione. Pratiche antiebraiche nella Francia degli anni Trenta (Unicopli, 2006)




Verso la lotta armata

Perché la sinistra radicale degli anni Settanta considerò la violenza uno strumento d’azione determinante e sovente prioritario? Perché una mobilitazione nutrita di istanze ideali, sociali e generazionali ricche e diversificate coltivò progetti e organizzazioni dediti alla lotta armata e al terrorismo?
Superando i recenti delle memorie e le genealogie manichee, queste ricerche si interrogano sul ruolo giocato dalle culture e dalle pratiche violente nella storia della sinistra radicale ed esplorano i contesti politici, sociali e territoriali ove maturarono le scelte individuali e collettive di militarizzazione del conflitto politico. La violenza fu un campo di relazione fra soggetti, progetti e culture diversi. Ricostruirne la genesi è presupposto ineludibile per comprendere appieno la storia della sinistra italiana e del nostro paese ben oltre i drammatici anni Settanta.

Hanno collaborato al volume: B. Armani, L. Bosi, S. Casilio, C. De Vito, D. della Porta, V. Filetti, M. Galfré, M. Grispigni, S. Neri Serneri, G. Panvini, M. Scavino, D. Serafino, I. Sommier

Simone Neri Serneri ordinario di Storia contemporanea all’Università di Siena. Autore di numerosi studi sulla storia dell’antifascismo ed ella Resistenza e sulla storia dell’ambiente, è condirettore di «Contemporanea. Rivista di storia dell’800 e del ‘900» e direttore dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.