La prima estate di guerra. Diario di un anarchico (1 maggio-20 settembre 1915)

Il diario di Luigi Fabbri è un documento straordinario nel suo genere, rimasto chiuso nei cassetti dell’archivio familiare per oltre 85 anni e riemerso alla luce del sole grazie alla generosità della amata figlia Luce, che alla fine del secolo scorso ne volle fare un gentile omaggio agli amici e compagni italiani. Il diario è un unicum, primo perché è un’opera rara e originale di tipo memorialistico che proviene dal campo libertario e forse non solo, secondo perché è la testimonianza viva del perturbamento e della drammatica divisione tra interventisti e anti-interventisti scatenata dall’esplodere del Primo conflitto mondiale.
Scritto durante i primi mesi di guerra, dalla riflessione quotidiana del leader anarchico emerge, oltre la propria adesione convinta ai principi dell’internazionalismo e del cosmopolitismo libertario, la persuasione che l’unica possibilità di frenare il massacro fosse quella di un’opposizione reale anti-monarchica e anti-giolittiana in considerazione del fatto che la monarchia era la principale sostenitrice del fronte bellicista e che il sistema politico clientelare giolittiano avesse contribuito notevolmente a favorire le scelte interventiste dei moderati.
Fabbri, nella sua riflessione quotidiana, non disgiunge l’analisi della politica interna dagli avvenimenti internazionali e dalle condizioni di difficoltà che attraversava il movimento anarchico stretto nella morsa della repressione e della guerra. Il Diario si interrompe il 20 settembre, senza apparenti ragioni, il giorno prima l’«Avanti!» era uscito con un articolo dedicato alla Conferenza di Zimmerwald dal titolo L’Internazionale non è morta.




Sulle tracce della memoria

Pubblicata in occasione del 70° anniversario della Liberazione, con il finanziamento della Regione Toscana, questa guida storica curata dall’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia propone a turisti, scuole e appassionati alcuni itinerari da percorrere per conoscere i luoghi e le vicende della seconda guerra mondiale e della Resistenza.

L’opera è suddivisa in cinque itinerari ideali, percorribili in alcuni casi a piedi, in bicicletta o con altri mezzi di trasporto, e toccano monumenti, lapidi, targhe, cippi disseminati in provincia di Pistoia. A colori, corredata di mappe e fotografie, unisce notizie sul contesto storico e naturalistico della zona.
Punto di partenza la città capoluogo, oggetto del primo itinerario, spostandosi poi verso la Montagna pistoiese (secondo itinerario), la Valdinievole, la Svizzera pesciatina e il Padule di Fucecchio (terzo e quarto itinerario), fino alla Piana pistoiese, comune di Montale e dintorni (quinto itinerario).




Spaesamenti

Sono ormai passati 70 anni dal 25 aprile 1945: gli studi storici non hanno mai smesso di indagare le vicende della Resistenza e della società italiana in tempo di guerra, questioni fondamentali per la comprensione del nostro paese oggi. Ogni tempo pone domande differenti al passato, segno del cambiamento degli strumenti concettuali e delle sensibilità interpretative. Questo libro cerca di portare un contributo articolato e innovativo su temi poco frequentati dalla storiografia, partendo da alcune ricerche relative al territorio di Livorno. Lo spaesamento è la parola chiave che riunisce tutti i saggi, in primo luogo come disorientamento soggettivo, provato dalle persone a causa delle distruzioni e dei drastici cambiamenti imposti dalla guerra. Ma uno spaesamento vi fu anche in senso figurato: sia come alterazione oggettiva del paesaggio tradizionale che come negazione del concetto stesso di Paese, ormai in balia di forze militari straniere. In questa accezione Livorno rappresenta certamente un caso limite: nella seconda metà del 1943 la città venne completamente evacuata dai bombardamenti alleati e dall’esercito di occupazione nazista. La provincia fu così privata del capoluogo, la sua popolazione completamente rimescolata.

I saggi contenuti nel presente volume partono da questa riflessione per declinare domande differenti che toccano molteplici aspetti della società livornese nel corso della guerra: il faticoso tentativo di organizzare una rete clandestina antifascista nel territorio provinciale, la storia della deportazione di un nucleo di famiglie ebraiche rifugiate al Gabbro, nelle colline livornesi, la ricostruzione delle giornate a ridosso del 25 luglio ’43 a Rosignano, piccola città-fabbrica della costa, lo straordinario resoconto del vissuto quotidiano di un internato militare in Germania, lo sfollamento del clero della diocesi di Livorno impegnato nella ricerca di salvezza fisica ma anche nel dare sostegno spirituale alle comunità. Si tratta di lavori che pongono nuove domande alla nostra storia, proponendo altrettante piste di ricerca per la storia locale e non solo.




Firenze in guerra 1940-1944

Il volume riproduce il percorso documentario della mostra Firenze in guerra 1940-1944 promossa dall’Istituto Storico della Resistenza in Toscana in occasione del 70° anniversario della Resistenza e della Liberazione.
I contributi introduttivi illustrano il work in progress che ha accompagnato il progetto espositivo e intendono guidare il lettore attraverso una serie di questioni storiografiche al centro della mostra.
Obiettivo della ricerca è stato quello di indagare da vicino l’impatto della guerra sulla popolazione di una grande area urbana, provando ad evidenziarne specificità e connessioni con la cornice nazionale.

Indice del Catalogo

Presentazione, Sara Nocentini

Premessa, Andrea Barducci

Firenze, la guerra e il Novecento. Le ragioni di una mostra, Simone Neri Serneri

Firenze in guerra: il percorso espositivo, Valeria Galimi, Francesca Cavarocchi

Site specific per i luoghi e le storie di Firenze in guerra, Giacomo Pirazzoli, Francesco Collotti

Memorysharing a Firenze, Filippo Macelloni, Lorenzo Garzella

Saggi
Firenze in guerra 1940-1943

Dal fascismo alla guerra: il ruolo di Firenze nel contesto nazionale, Enzo Collotti
L’economia fra guerra e dopoguerra, Andrea Giuntini
La città di fronte alla guerra: lo “spirito pubblico” a Firenze, Valeria Galimi
La Chiesa a Firenze durante la guerra, Bruna Bocchini Camaiani
La rete degli enti culturali fra mobilitazione e assistenza bellica, Valeria Galimi
Cultura e propaganda: musica, teatro, arti figurative, Francesca Cavarocchi
La stampa quotidiana a Firenze dalla dichiarazione di guerra al 25 luglio 1943, Renzo Martinelli
La tutela del patrimonio artistico fiorentino negli anni di guerra, Francesca Cavarocchi
Alessandro Pavolini, Mimmo Franzinelli

Dopo l’8 settembre
Firenze in guerra: dall’estate del 1943 alla Liberazione, Francesca Cavarocchi
La deportazione politica a Firenze e in Toscana, Camilla Brunelli
Persecuzioni antiebraiche a Firenze: dalla guerra alla Shoah (1940-1944), Valeria Galimi
La città della Resistenza, Simone Neri Serneri
I “ragazzi di San Frediano”: attorno alla storia dei GAP, Santo Peli
Nello Baroni nei giorni dell’emergenza, Claudio Cordoni
«Qui gli Alleati trovarono una nuova Italia», Pier Luigi Ballini

Documenti

Cronologia essenziale, a cura di Carmelo Albanese

 




Dopo la Liberazione

Il libro, secondo volume di una ricerca promossa dalle amministrazioni comunali di Barberino Val d’Elsa, Tavarnelle e San Casciano Val di Pesa e coordinata dall’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, ricostruisce il processo di uscita dal conflitto e di transizione dal fascismo alla democrazia che prende avvio tra Val d’Elsa e Val di Pesa successivamente alla liberazione del luglio 1944.

A fronte delle elevate perdite materiali e umane che la guerra aveva comportato, il volume analizza il quadro di profonda emergenza che caratterizzò all’indomani della liberazione queste comunità, ripercorrendo al contempo gli sforzi profusi dalle autorità locali per risolvere le molteplici criticità lasciate dal conflitto. L’assistenza agli sfollati, ai senzatetto, ai reduci e alle famiglie dei caduti, la scarsità di cibo e la conseguente diffusione di malattie, la penuria di risorse, la distruzione di case, strade e infrastrutture, l’interruzione delle attività lavorative e la dispersione della manodopera, sono appunto alcune delle pressanti questioni alle quali dovettero porre rimedio le amministrazioni locali dopo il passaggio del fronte. Il cammino di uscita dalla guerra, per quanto difficoltoso, è però sostenuto e stimolato dal contemporaneo rifiorire di nuove libertà politiche e sociali che si affermano all’insegna di un’evidente discontinuità col passato del paese, benché ancora in presenza di alcuni nodi irrisolti, eredità della precedente storia italiana. Condizioni che, una volta ricondotte entro la cornice storica degli eventi nazionali e locali, contribuiscono così a mettere in luce l’opera straordinaria svolta in quegli anni cruciali da amministrazioni civili e comuni cittadini nel tracciare il percorso di rinascita del paese.

 Indice del volume

Capitolo 1 – “Uscire dalla guerra”: il Comune e l’assistenza postbellica

Capitolo 2 – Governare l’emergenza: fame e malattia

Capitolo 3 – Offese belliche e ricostruzione

Capitolo 4 – Rapporti di potere e trasformazione democratica

Francesco Fusi è laureato in Storia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze ed è attualmente dottorando in Storia presso l’Università di Pisa. Collabora con l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana e fa parte della redazione di ToscanaNovecento, portale di storia contemporanea. Ha collaborato con suoi contributi alla realizzazione di 21 luglio – 4 agosto 1944. I giorni della liberazione. Le truppe neozelandesi da San Donato alle porte di Firenze (Firenze, 2009), Cento anni. Banca del Chianti Fiorentino. Una storia di territorio, mercato, società a cura di Alberto Ciampi (Firenze, 2009) e Dal Chianti alla nazione. Patrioti, comunità e “paesaggio” nel Risorgimento italiano (Firenze, 2011). Insieme a Pietro Brunelli pubblica nel 2012 il libro Patria, libertà e progresso. Storia e simboli di Mutuo Soccorso dall’archivio della Fratellanza Artigiana di Greve in Chianti (1882-1956).




Otello Gaggi. Vittima del fascismo e dello stalinismo

Otello Gaggi (1896-1945) è un anarchico, operaio nella Ferriera di San Giovanni Valdarno, riparato in modo avventuroso in Russia per sfuggire alle persecuzioni fasciste. Nel periodo delle purghe staliniane è arrestato a Mosca e, in quanto “controrivoluzionario”, relegato per oltre un decennio in vari Gulag, fino a trovarvi la morte dopo indicibili sofferenze. Archetipo di vittima dei totalitarismi novecenteschi, caso di risonanza internazionale, la sua tragica fine – insieme a quella di altri antifascisti italiani rifugiati in urss – è la diretta conseguenza dei silenzi, delle omertà e delle complicità dei dirigenti del pci. Queste pagine ne ricostruiscono la storia di vita sia sotto il profilo umano che politico, attraverso testimonianze familiari esclusive e anche, rispetto alla prima edizione del 1992, con documenti inediti provenienti dagli archivi sovietici.




Oreste Ristori. Vita avventurosa di un anarchico tra Toscana e Sudamerica

Qual è la ragione, e quale l’attualità, di raccontare la storia di un anarchico che partito dalla Toscana visse in Brasile, Argentina e Uruguay nella prima metà del secolo XX per poi passare, tra carceri e persecuzioni, nella Spagna travolta dalla Guerra civile del 1936 e finire poi fucilato per rappresaglia, insieme ad altri quattro antifascisti, alle Cascine di Firenze nei primi giorni del dicembre 1943?
Vivere una vita libera, ribelle e solidale è un tratto caratteristico, partecipativo e cosmopolita che pare essere la stella polare di questi “vecchi” anarchici. L’azione diretta e indipendente, l’aspirazione a non delegare ad altri la soluzione dei propri problemi, la speranza in un mondo migliore libero e egualitario sono i sentimenti che muovono i “vecchi” libertari come Ristori ma che sono anche la fonte d’ispirazione dei nuovi attivisti di strada del XXI secolo. Niente di più moderno, addirittura ultramoderno: la volontà di essere padroni del proprio destino. Questo libro è un racconto biografico costruito attraverso una rigorosa ricerca negli archivi italiani e brasiliani. In queste pagine si mostra come un uomo di origini povere e quasi senza istruzione, autodidatta, divenne, attraverso la cultura libertaria, uno dei principali protagonisti del movimento a cavallo dei secoli XIX e XX.




“Documenti e studi”, n. 37, 2015

Il numero 37 di “Diocumenti e studi” presenta un saggio di Jonathan Pieri, Guerra ai civili nel Comune di Massarosa; l’intervista Diciassette anni, partigiano, di Feliciano Bechelli a Franco Bravi, allora giovanissimo combattente della Divisione Garibaldi Lunense. Poi, la storia di alcune significative vicende locali: Giuliano Rebechi, Il “caso Raffo”. L’allontanamento violento del direttore commerciale della Cooperativa di Consumo di Pietrasanta ad opera dei fascisti nella primavera 1924; Nicola Del Chiaro, Alle radici della Repubblica, La battaglia del periodico repubblicano lucchese “Il Baluardo” durante il quarto governo De Gasperi (1947 – 1948); Feliciano Bechelli, Lucca, le prime partite di calcio dopo la liberazione: la società civile cittadina desiderosa della normalità di qualche modesto svago, mentre, a poche decine di chilometri da Lucca, la guerra infuria ancora, poi Franco Pocci, Bruna Morandi Petri, che tratta di un’importante figura femminile del cattolicesimo versiliese, attiva tra spiritualità e organizzazione nel secondo dopoguerra. Tra le novità di questo numero, la pubblicazione dell’apparato integrale degli Indici e degli Autori di tutti saggi apparsi su “Documenti e studi” dal primo numero all’attuale. Un utile strumento di lavoro offerto a studiosi e lettori per ricordare i trent’anni di questa  rivista.