La Resistenza in Toscana I Verbali del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale

Il volume illustra temi e vicende della Resistenza in Toscana dal 25 luglio 1943 alla Liberazione – nei mesi tragici della guerra, della deportazione degli ebrei, dell’eroica lotta dei partigiani, della lenta avanzata degli Alleati – e il ruolo svolto dal Comitato Toscano di Liberazione Nazionale e dai CLN nelle varie province. I Verbali del CTLN che si presentano contribuiscono a caratterizzare la resistenza nella regione che fu insieme lotta armata, esperienza di governo ed elaborazione culturale. La presenza e l’attività svolta dai movimenti e dai partiti antifascisti – ricostruite anche con una ricerca archivistica – resero possibili, dopo vent’anni di dittatura, la ripresa della vita politica, l’affermazione di una nuova classe dirigente, e la costruzione della democrazia nella Repubblica.

 

 




SUI LORO PASSI

A oltre 80 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, la scomparsa dei protagonisti e delle protagoniste della Resistenza rischia di offuscare la memoria di quella stagione rendendo necessario riscoprire e raccontare la Storia attraverso strade, quartieri e piazze che sono stati parte integrante della lotta per la libertà.

Molti di questi luoghi nella città di Firenze, tappe fondamentali degli itinerari illustrati in questa guida, pur subendo trasformazioni nel corso del tempo hanno mentenuto il legame con il passato e sono custodi di una memoria che deve essere preservata e trasmessa.

Queste pagine aiutano a scoprirli grazie ai percorsi elaborati e descritti da Giada Kogovsek, ai racconti di Letizia Fuochi e alle illustrazioni e mappe di Agnese Matteini.




DIARIO

A distanza di 80 anni dagli eventi narrati, sorprende la vivacità e la ricchezza di questo Diario, scritto durante i tragici mesi di guerra che si abbatterono sul territorio pisano. I protagonisti sono Beatrice Giglioli, sua sorella Irene e un consistente gruppo di persone che trovarono rifugio nella Villa delle sorelle, nella zona est della periferia di Pisa. Sono pagine di drammatica quotidianità, dove l’autrice e la piccola comunità raccolta attorno, cercano di sopravvivere e, nel contempo, di opporsi al male e alla violenza aiutandosi reciprocamente, per non perdere, oltre che la vita, anche il rispetto di sé.
Il Diario è accompagnato dalle memorie di Antonio Ricci, conservatore delle carte della famiglia Giglioli e testimone vivente degli avvenimenti, ed è integrato da un consistente apparato critico, documentario e informativo, per favorire il più possibile una lettura adeguata al ritmo spesso incalzante degli avvenimenti descritti, e per consentire di apprezzare l’originalità e l’intima coerenza delle annotazioni quotidiane.
Un documento inedito, che apre una nuova finestra di indagine sulla storia che la città di Pisa ha vissuto tra l’estate del 1943 e i primi mesi del 1945.

 

Indice

7 Introduzione
23 I Giglioli di Pisa
a cura di Franco Bertolucci, Barbara Cattaneo e Giorgio Mangini
41 Diario 31 agosto 1943 – 1° gennaio 1945
di Beatrice Giglioli
297 Ricordi dell’estate 1944
di Antonio Ricci
311 Dizionario biografico
a cura di Franco Bertolucci e Giorgio Mangini
339 Riferimenti bibliografici
347 Referenze fotografiche
351 Indice dei nomi




Resistenze, femminile plurale.

La memoria di molte di loro è necessario riportarla alla luce scavando nei percorsi non ancora indagati dalla storia, dove le donne sono state collocate da un maschilismo
dominante nelle società dell’epoca e dunque nelle stesse organizzazioni antifasciste e nelle brigate partigiane. È noto che a donne combattenti fu negato di sfilare con le armi che avevano impugnato nei mesi di lotta, nelle manifestazioni celebrative della riconquistata libertà. Ma le donne non furono solo tra i combattenti: svolsero funzioni di staffetta, ospitarono nelle loro case renitenti alla leva, ebrei ricercati per la deportazione, partigiani od oppositori bisognosi di asilo e cure, andarono nelle carceri a portare vestiti e cibo ai prigionieri del regime.
Questo libro vuole restituire il rilievo che è dovuto al loro operato ed è l’inizio di un percorso, non la conclusione.

50 profili di donne toscana, corredate di fotografie e documenti, grazie ad un lavoro di rete degli Istituti toscani della Resistenza e dell’età contemporanea, della Fondazione CDSE e di molte delle famiglie coinvolte.




«Uomini come noi».

Nelle memorie, nelle lettere e nei diari dei combattenti italiani nella Grande guerra, il nemico emerge come una figura onnipresente, ma al contempo invisibile e intangibile. Nei confronti dell’avversario i soldati adottano pratiche e mentalità prismatiche e mutevoli, non necessariamente improntate all’ostilità e alla ricerca dello scontro. Come si legge in una celebre pagina di Emilio Lussu in Un anno sull’Altipiano, si fa largo la convinzione di fronteggiare un simile, inserito a sua volta in un sistema coercitivo che lo obbliga a lottare per obiettivi che non comprende: «Uomini e soldati come noi, fatti come noi, in uniforme come noi».
Attraverso lo studio di un corpus di testimonianze scritte, il volume esplora questo rapporto e lo precisa nelle sue diverse declinazioni (la violenza, l’odio, la solidarietà, la fraternizzazione, ecc.), tenendo conto di fattori condizionanti quali la propaganda, il contesto bellico, l’estrazione socioculturale. Il tema si conferma cruciale per comprendere l’esperienza bellica, le pratiche della lotta di trincea, le dinamiche di adesione alla guerra e i processi di mobilitazione culturale.




Condanne a morte, fucilazioni sommarie, decimazioni nella Grande Guerra: una questione ancora aperta.

Il volume raccoglie gli atti del convegno Condanne a morte, fucilazioni, decimazioni sommarie nella Grande Guerra: una questione ancora aperta (Pistoia il 24 novembre 2022), organizzato dall’ANPI Comitato Provinciale di Pistoia e dall’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Pistoia, su invito del Comitato unitario per la difesa delle istituzioni repubblicane del Comune di Pistoia (CUDIR), allo scopo di avviare una discussione attorno alla possibilità di installare in città un memoriale in ricordo dei soldati italiani fucilati durante il primo conflitto mondiale. Gli autori dei tre densi saggi che compongono il libro – Irene Guerrini, Marco Pluviano e Valerio Strinati – esplorano varie questioni: il funzionamento della disciplina e della giustizia nel Regio esercito, in chiave comparativa con le altre forze combattenti; il contesto in cui operavano le corti militari italiane, specie quelle straordinarie, e le frequenti circostanze in cui si ricorse alla giustizia sommaria; il tortuoso e tutt’altro che concluso processo legislativo italiano volto a riabilitare i fucilati o, quantomeno, a ristabilirne la memoria, e l’iter che ha portato la Regione Friuli-Venezia Giulia ad approvare una legge in materia.




LIVORNO ANTIMILITARISTA

La storia di Livorno, fin dal suo sorgere, è stata segnata da una rilevante presenza di soldati, fortificazioni e caserme, dovuta all’importanza commerciale e militare del porto, ma anche per tenere sotto controllo la latente conflittualità sociale verso le autorità costituite, comprendente un’endemica refrattarietà al militarismo, tale da far registrare la più alta percentuale di renitenza alla leva della Toscana.
Dall’impresa di Libia al Primo conflitto mondiale sino ai sommovimenti post-bellici, Livorno ha quindi visto una diffusa opposizione popolare alla guerra che si è espressa con la solidarietà umana nei confronti dei giovani disertori, le agitazioni operaie nelle fabbriche militarizzate, il pacifismo sovversivo delle donne, dei ragazzi e dei “senza patria” socialisti e anarchici.
Cronache di ieri che riportano alle guerre di oggi.

Indice

7 Introduzione. Una città renitente
17 Via dall’Africa!
27 Viva Masetti, abbasso l’esercito
43 1914. Interventismo, neutralismo, antimilitarismo
73 1915. Contro i fabbricatori d’eroi
97 1916. L’ombra del disfattismo
109 1917. Caporetto sociale
121 1918. Mentre la strage dura
129 Sovversivi in divisa
145 1919. L’eredità della guerra: i moti del caroviveri
163 Fuori l’Italia dalla Russia

171 Appendice documentaria

183 Indice dei nomi




VELENO IN POLVERE

La storia ricostruita nel libro affronta l’articolata dialettica pistoiese, in fabbrica ed in città, nel quadro delle “vertenze amianto” che hanno interessato l’Italia. A Pistoia la vertenza iniziò nel 1992, con la Legge 257 sulla messa al bando dell’amianto e la nascita di una serie di sgravi pensionistici. In quegli stessi anni la Breda venne coinvolta nella liquidazione delle partecipazioni statali, che si affiancò alla vertenza amianto. Le due questioni si intrecciarono, mentre prendeva il via anche un procedimento penale e l’azienda adottava una linea ostile al riconoscimento dell’esposizione all’amianto. In questi passaggi si inserì la destra e si incrinò il rapporto tra la città, la sua classe operaia, i sindacati, i partiti e le amministrazioni di sinistra.

Indice

Prefazione di Stefano Bartolini

Ringraziamenti

Introduzione

«Nato sotto il segno dell’amianto»
«L’amianto a fibra lunga bleu»
Il 1992, la messa al bando dell’amianto e la liquidazione di EFIM
I pareri della CONTARP
La vertenza amianto tra vendita dell’azienda e scontri nei tribunali
La rottura tra i lavoratori
Gli anni 2000 e gli atti di indirizzo
Il processo penale e le costituzioni delle parti civili
La trattativa per il riconoscimento del danno
La vertenza prosegue
La sentenza “Breda 1”
Una vertenza di lungo respiro

Appendice
L’andamento epidemiologico delle malattie amianto-correlate in Italia e a Pistoia

Fonti e Bibliografia