L’Italia del 1943.

1943: solo un anno, ma cruciale nella Storia d’Italia. Un tempo apparentemente “sospeso”, snodo fra dinamiche diverse nel contesto della guerra totale nazista e fascista. Un Paese in macerie, illuso dalla propaganda del regime, sgomento di fronte ai suoi fallimenti, assiste ed è parte di fatti “straordinari”: dall’invasione alleata all’occupazione nazista, dalla “caduta” di Mussolini all’armistizio, alla Resistenza.

I saggi del volume approfondiscono, con contributi originali, alcuni dei principali punti di vista dei soggetti istituzionali, sociali, culturali che – in Italia e all’estero, negli apparati dello Stato e nella società – vivono in modi diversi quegli eventi, fra paure, progetti, aspettative, interessi e ideali, così da restituire il complesso mosaico di quei 12 mesi.

Indice

Premessa

I. Sguardi dall’estero
Pascal Dominic Oswald, L’atteggiamento dei tedeschi nei confronti dell’Italia davanti all’armistizio nell’estate del 1943
Francesca Cavarocchi, L’antifascismo italiano in Francia di fronte alla crisi del regime
Ester Lo Biundo, Tra bombe, occupazione e melting pot: il 1943 e la sua eredità nei programmi radio della Bbc e di Voa (Voice of America)
Francesco Fusi, Gli italoamericani di fronte alla Campagna d’Italia
II. Lo Stato “sospeso”
Christian Satto, Salvare il Paese, salvare la monarchia: la difficile estate di Vittorio Emanuele III
Nicolò Da Lio, I militari e l’8 settembre
Toni Rovatti, “Ferie romane” e doppie carriere: i magistrati di fronte alla rottura del quadro istituzionale
Gerardo Nicolosi, Il 1943 della diplomazia italiana
Nicola Sbetti, Lo sport italiano nei quarantacinque giorni di Badoglio
III. Italiani “spaesati”
Marco Bertilorenzi, Imprese multinazionali e Seconda guerra mondiale: il rischio politico in due casi toscani
Alessandro Santagata, Il clero nella crisi del 1943: geografie, cronologia e prospettive di ricerca
Isabella Insolvibile, Soldati senza guerra: i prigionieri italiani nella svolta del 1943
Simone Neri Serneri, La storia siamo noi? Foto di gruppo di intellettuali nell’estate del 1943

Indice dei nomi
Gli autori e le autrici




LA RESISTENZA IN VERSILIA (1943-1944)

Sulla storia della Resistenza versiliese, il lettore troverà in questo volume una stimolante varietà di strumenti e di proposte. I contributi, opera di autori e autrici di diverse generazioni, presentano infatti: utili sintetici profili che costituiscono un punto fermo nella conoscenza dei fatti locali; aggiornati approfondimenti su temi e questioni settoriali di attuale interesse per gli storici e per l’opinione pubblica (dal ruolo delle donne, all’azione del clero; dal rilievo della memoria, al nodo della giustizia sui crimini di guerra); documenti, testimonianze, cronache che forniscono illuminanti squarci sulle scelte e sulle biografie dei resistenti, nonché sui drammi della popolazione civile durante la guerra e nel dopoguerra; infine, una originale rivisitazione antologica di voci della letteratura (due in particolare: Mario Tobino e Leone Sbrana) di cui è noto il legame con la terra versiliese. Per tutti questi motivi il volume si rivolge a chiunque cerchi un supporto di conoscenza e nuove occasioni per riflettere, a partire dalla storia locale, sulla grande vicenda da cui è sorta la nostra Repubblica democratica; e si raccomanda soprattutto all’attenzione dei giovani studenti e degli insegnanti di storia, come corredo di idee e di materiali per il loro lavoro.

Sommario: Prefazione di Stefano Gallo; La Resistenza in Versilia. Sintesi storica di Giovanni Cipollini; Dalla scuola alla montagna di Stefano Bucciarelli; Missione Rosa di Silvia Q. Angelini; L’aviolancio di Mosceta del febbraio 1944 di Filippo Antonini; Vita partigiana di Stefano Bucciarelli e Giovanni Cipollini; Donne in armi di Teresa Catinella; Clero e Resistenza di Stefano Bucciarelli; La violenza nazista in Versilia, 1943-1945 di Jonathan Pieri; La giustizia sulle stragi: Sant’Anna di Stazzema di Filippo Antonini e Enrico Marzaduri; La Liberazione della Versilia di Giovanni Cipollini; Per ricordare di Giovanni Cipollini; Il dopoguerra sui giornali di Giuliano Rebechi; La letteratura della Resistenza in Versilia. Due voci: Mario Tobino e Leone Sbrana di Stefano Bucciarelli; Le passioni della Resistenza: pagine da «Il Clandestino» di Mario Tobino [a cura di] Stefano Bucciarelli; La memoria letteraria di un IMI (Internato militare italiano) versiliese di Silvia Q. Angelini; Racconti della Resistenza dei/per ragazzi: La banda di capo Batano di Filippo Antonini. Bibliografia e sitografia di lavoro. Indice dei nomi di persona. Indice dei luoghi significativi. Indice delle forze combattenti. Note su Autori e Autrici.




Farestoria. Società e storia pubblica Nuova serie, Anno VI, n. 2, 2024

“Public History e nuovi media. Narrazioni, rappresentazioni, rimozioni della proiezione pubblica del passato” a cura di Giulia Bassi.

La sfera pubblica contemporanea è oggi attraversata da una trasformazione radicale: i nuovi media hanno cambiato il modo in cui la storia viene narrata, prodotta, fruita, e condivisa. Podcast, social network, piattaforme digitali, videogiochi, e musei virtuali non sono soltanto canali di diffusione, ma veri e propri dispositivi che plasmano i contenuti, ridefinendo le relazioni tra storici, divulgatori pubblici, comunità, e memoria collettiva.
Il volume intende esplorare proprio questo fondamentale cambiamento, con uno sguardo aperto e plurale. Dalla rappresentazione della seconda guerra mondiale su YouTube alla marittimità reinterpretata in chiave pubblica, dal medievalismo contemporaneo all’uso performativo dei musei, dalle proposte online sulla Shoah alle potenzialità del videogioco come linguaggio storico, i contributi di questo numero offrono una mappa delle tensioni e delle torsioni che segnano la comunicazione odierna della storia nell’ecosistema digitale, e forse la sua natura come disciplina.
Il volume non raccoglie semplicemente un repertorio di casi, ma si propone come un laboratorio di riflessione: che cosa distingue divulgazione, public history, e digital public history? Quali responsabilità epistemiche emergono quando la storia entra in uno spazio pubblico globale polarizzato e dominato dai nuovi potenti algoritmi? Quale ruolo può e deve assumere lo storico di fronte alle semplificazioni, alle nostalgie, e alle post-verità storiografiche?
Attraverso prospettive differenti, il fascicolo mostra allora come la public history – proprio in quanto disciplina ancora aperta, porosa, attraversabile – possa oggi costituire uno strumento critico per abitare la complessità del presente, dare voce a memorie plurali, e offrire alla società un luogo di senso e di confronto.

Introduzione

Giulia Bassi – Curatrice
Public History, nuovi media, pratiche di senso.
Ripensare la narrazione storica nell’ecosistema digitale – p. 7

Saggi
M. Berrettini, Tra bisogno di storia e crisi delle narrazioni novecentesche: la Seconda Guerra Mondiale nei format digitali di YouTube – p. 21
D. Borsani, G. Poggiaroni, Storia navale, marittimità e divulgazione: il caso di Italian Military Archives – p. 39
L. Mocarelli, L. Vergallo, La costruzione della mostra (fisica e digitale) “Progresso inconsapevole”: come dare sostanza alla public history – p. 55
M. Ravveduto, Il passato è il presente già vissuto: la storia nell’era dei social media – p. 73
T. di Carpegna Falconieri, Il canone inverso della storia: alcune considerazioni sull’utilità di rovesciare i punti di vista – p. 91

Rubriche

Public History
S. Caselli, I. Pizzirusso, Videogiocare il passato tra soggettività storiche e memorie precarie: il caso di Martha is Dead – p. 107
E. Palumbo, Capire la guerra: la questione israelo-palestinese su YouTube in Italia – p. 117

Storia orale
A. Agosti, Dal blog al meta-archivio: gli archivi orali online – p. 125
Comunicare la storia
A. De Matteo, A cena con gli esuli. Risorgimento, fuoriuscitismo politico e alimentazione al Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana – p. 139
S. Colacicco, La Shoah attraverso i social: il caso del Memoriale della Shoah di Milano – p. 145

Casi studio
M.A. Fusco, Un minuto di Storia, modello di comunicazione storica televisiva – p. 151
G. Giardi, Raccontare la storia di uno Stato in podcast. Storia in Flanella
e il ruolo della divulgazione – p. 157
C.C. Ruocco, Bosco Martese in gioco: indagare la memoria storica attraverso un videogioco – p. 163

Autori e autrici – p. 171




Farestoria. Società e storia pubblica Nuova serie, Anno VI, n. 1, 2024

Quale passato? Politiche della memoria, usi politici della storia e conflitti memoriali nel tempo presente

La memoria, intesa come processo di costruzione sociale del passato, è da sempre al centro di complesse dinamiche politiche. Nel tempo, attori istituzionali e non (compagini statali, partiti, ecc.) hanno elaborato e riscritto le narrazioni storiche per legittimarsi, ricercare consenso, costruire identità collettive, giustificare la propria politica internazionale, attraverso provvedimenti sui programmi scolastici, interventi sul calendario civile, la creazione e/o lo smantellamento di siti della memoria, misure sulle attività di ricerca, ecc. Sono fenomeni che riguardano maggiormente i regimi autoritari, ma interessano pure Paesi e organismi sovranazionali, come l’ONU e l’UE, di matrice democratico-liberale.
Le politiche della memoria hanno un impatto rilevante sull’attività degli storici. L’istituzione di giornate memoriali ha offerto ai public historians opportunità per ampliare il loro raggio d’azione tra la cittadinanza, nonché stimolato nuove piste d’indagine. Tuttavia, chi si occupa di storia ha in genere un peso marginale nel definire le politiche della memoria. Anzi, alcune commemorazioni istituzionalizzate e iniziative governative volte a orientare il ricordo del passato hanno comportato limitazioni al lavoro degli storici, specie quando questi cercano di decostruire narrazioni strumentali e fare luce sugli usi, spesso controversi, della memoria.
Sarebbe però riduttivo parlare delle politiche della memoria limitandosi agli interventi degli organismi statali e sovranazionali. Infatti, assumono sempre più rilevanza iniziative sorte dal basso, per volontà di gruppi di cittadini più o meno organizzati, volte a dare voce a memorie marginalizzate e/o contrastare le narrazioni egemoni. Rivendicazioni memoriali che di frequente si saldano a istanze sociopolitiche. In queste iniziative gli storici, e non solo, hanno sovente un ruolo di primo piano, promuovendo pratiche di Public History atte a favorire una conoscenza del passato demistificata e la partecipazione del pubblico.
Questo numero monografico di «Farestoria» offre una panoramica articolata – ma tutt’altro che esaustiva – sulle politiche della memoria, sugli usi politici e sulle manipolazioni della storia, sulle pratiche di memorial activism, sulle contese memoriali nel mondo contemporaneo. I testi restituiscono chiavi di lettura per studiare le modalità con cui il passato viene selezionato, narrato e mobilitato, ma anche approcci per orientarsi in un contesto attuale in cui la memoria è un terreno di scontro sempre più significativo.
Introduzione
Francesco Cutolo – Curatore
Il passato come campo di battaglia – p. 5
In ricordo di Valerio Strinati – p. 13
V. Strinati, Breve ma veridica storia dell’origine del Giorno del ricordo – p. 14
Saggi
C. Zucchi,  Un monumento in movimento: l’affaire transnazionale della Piramide del Puerto dell’Escudo tra politica e social media – p. 31
S. Bartolini,  L’uccisione di Ugo Schiano. Memoria mobilitante, memoria identitaria e neutralizzazione memoriale – p. 47
C. Laneri, Identità, conflitti e memorie del Settantasette bolognese – p. 65
A. Caira, La spazializzazione del ricordo in Bosnia: eredità di una pace fredda – p. 85
Rubriche
Forum storiografico
S. Bartolini, G. Contini, V. Chiti, D. Della Porta, Le politiche della memoria davanti alla storia – p. 107
Riflessioni storiografiche
A. Borelli, È ancora utile il Giorno della Memoria? – p. 129
Casi studio
V. Colaprice, La Puglia nelle foibe: quando la memoria pubblica rinuncia alla ricerca storica – p. 137
J. M. de Lara Vázquez, Il ruolo del Museu d’Història de Catalunya e del Mercado del Born di Barcellona e la reinvenzione della storia catalana – p. 145
D. Gressani, Piazza Fontana e memorie in conflitto nella vicenda del monumento in ricordo di Pinelli – p. 151
M. Linfozzi, Marcinelle: la politica della memoria dell’emigrazione italiana e il dibattito sull’immigrazione straniera in Italia – p. 157
C. Nencioni, Le memorie emarginate dei rom: il loro rapporto/scontro con la società maggioritaria – p. 163
L. Santangelo, “Ghost rider”. Hauntologia e macchina mitologica nell’Agro Pontino – p. 169
Ricerche in corso
N. Caruana, Costruire una memoria pubblica europea. Il caso del Parlamento europeo – p. 177
Autori e autrici – p. 185



La Resistenza in Toscana I Verbali del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale

Il volume illustra temi e vicende della Resistenza in Toscana dal 25 luglio 1943 alla Liberazione – nei mesi tragici della guerra, della deportazione degli ebrei, dell’eroica lotta dei partigiani, della lenta avanzata degli Alleati – e il ruolo svolto dal Comitato Toscano di Liberazione Nazionale e dai CLN nelle varie province. I Verbali del CTLN che si presentano contribuiscono a caratterizzare la resistenza nella regione che fu insieme lotta armata, esperienza di governo ed elaborazione culturale. La presenza e l’attività svolta dai movimenti e dai partiti antifascisti – ricostruite anche con una ricerca archivistica – resero possibili, dopo vent’anni di dittatura, la ripresa della vita politica, l’affermazione di una nuova classe dirigente, e la costruzione della democrazia nella Repubblica.

 

 




SUI LORO PASSI

A oltre 80 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, la scomparsa dei protagonisti e delle protagoniste della Resistenza rischia di offuscare la memoria di quella stagione rendendo necessario riscoprire e raccontare la Storia attraverso strade, quartieri e piazze che sono stati parte integrante della lotta per la libertà.

Molti di questi luoghi nella città di Firenze, tappe fondamentali degli itinerari illustrati in questa guida, pur subendo trasformazioni nel corso del tempo hanno mentenuto il legame con il passato e sono custodi di una memoria che deve essere preservata e trasmessa.

Queste pagine aiutano a scoprirli grazie ai percorsi elaborati e descritti da Giada Kogovsek, ai racconti di Letizia Fuochi e alle illustrazioni e mappe di Agnese Matteini.




DIARIO

A distanza di 80 anni dagli eventi narrati, sorprende la vivacità e la ricchezza di questo Diario, scritto durante i tragici mesi di guerra che si abbatterono sul territorio pisano. I protagonisti sono Beatrice Giglioli, sua sorella Irene e un consistente gruppo di persone che trovarono rifugio nella Villa delle sorelle, nella zona est della periferia di Pisa. Sono pagine di drammatica quotidianità, dove l’autrice e la piccola comunità raccolta attorno, cercano di sopravvivere e, nel contempo, di opporsi al male e alla violenza aiutandosi reciprocamente, per non perdere, oltre che la vita, anche il rispetto di sé.
Il Diario è accompagnato dalle memorie di Antonio Ricci, conservatore delle carte della famiglia Giglioli e testimone vivente degli avvenimenti, ed è integrato da un consistente apparato critico, documentario e informativo, per favorire il più possibile una lettura adeguata al ritmo spesso incalzante degli avvenimenti descritti, e per consentire di apprezzare l’originalità e l’intima coerenza delle annotazioni quotidiane.
Un documento inedito, che apre una nuova finestra di indagine sulla storia che la città di Pisa ha vissuto tra l’estate del 1943 e i primi mesi del 1945.

 

Indice

7 Introduzione
23 I Giglioli di Pisa
a cura di Franco Bertolucci, Barbara Cattaneo e Giorgio Mangini
41 Diario 31 agosto 1943 – 1° gennaio 1945
di Beatrice Giglioli
297 Ricordi dell’estate 1944
di Antonio Ricci
311 Dizionario biografico
a cura di Franco Bertolucci e Giorgio Mangini
339 Riferimenti bibliografici
347 Referenze fotografiche
351 Indice dei nomi




Resistenze, femminile plurale.

La memoria di molte di loro è necessario riportarla alla luce scavando nei percorsi non ancora indagati dalla storia, dove le donne sono state collocate da un maschilismo
dominante nelle società dell’epoca e dunque nelle stesse organizzazioni antifasciste e nelle brigate partigiane. È noto che a donne combattenti fu negato di sfilare con le armi che avevano impugnato nei mesi di lotta, nelle manifestazioni celebrative della riconquistata libertà. Ma le donne non furono solo tra i combattenti: svolsero funzioni di staffetta, ospitarono nelle loro case renitenti alla leva, ebrei ricercati per la deportazione, partigiani od oppositori bisognosi di asilo e cure, andarono nelle carceri a portare vestiti e cibo ai prigionieri del regime.
Questo libro vuole restituire il rilievo che è dovuto al loro operato ed è l’inizio di un percorso, non la conclusione.

50 profili di donne toscana, corredate di fotografie e documenti, grazie ad un lavoro di rete degli Istituti toscani della Resistenza e dell’età contemporanea, della Fondazione CDSE e di molte delle famiglie coinvolte.