Archivi della Resistenza – Circolo Edoardo Bassignani

Sedi e contatti
Indirizzo: Via Aurelia 56, Fosdinovo (MS); sede operativa: ANPI Carrara (Comitato Provinciale) – Via Loris Giorgi 1, Carrara (MS)
E-mail: info@archividellaresistenza.it
Sito web: http://www.archividellaresistenza.it
Orari di apertura: per informazioni inviare una mail all’istituto

Organi direttivi
Gestito dall’ANPI di Carrara e da un collettivo di volontari.

Breve storia e finalità
Archivi della Resistenza – Circolo Edoardo Bassignani dal 2004 lavora nell’ambito della ricostruzione delle pagine più significative della Lotta di Liberazione nelle province di Massa Carrara e La Spezia, in quella zona che durante il periodo bellico veniva identificata come Linea Gotica Occidentale. Le modalità di lavoro dell’associazione prevedono, partendo dalla ricerca scientifica sul materiale documentario, la raccolta e la valorizzazione, in varie forme, del patrimonio orale locale, attraverso la registrazione su supporto audiovisivo delle testimonianze dei protagonisti della Resistenza. Intervistando partigiani, staffette ma anche semplici testimoni (come coloro che al tempo erano bambini), ci proponiamo di documentare, al di là di quelli che sono i ricordi della cosiddetta “Resistenza istituzionalizzata”, l’esperienza dei tanti che negli anni successivi non hanno avuto voce. L’intento è appunto quello di togliere dal silenzio tutti e, soprattutto, tutte coloro che con il loro prezioso contributo hanno reso la Lotta di Liberazione un movimento di ampia partecipazione popolare. Attraverso l’intervista possiamo ascoltare le loro microstorie che sono tessere imprescindibili per la comprensione dell’ampio mosaico della storia sociale e politica del nostro paese. Questa prospettiva di una storia dal basso ha evidenti implicazioni politiche e intende ribadire la spiccata connotazione popolare e non egemone del fenomeno resistenziale. La ricerca sul campo, che si è articolata in varie campagne di interviste, ha prodotto un archivio audiovisivo (in continuo aggiornamento) che, ad oggi, vanta centinaia di ore di registrazione di interviste ai testimoni della Lotta di Liberazione.

Archivi della Resistenza è un collettivo formato da giovani intellettuali che operano nei vari rami delle scienze umanistiche (con particolare attenzione per la ricerca storica, critico-letteraria e storico-artistica) e di cui fanno parte anche operatori video, documentaristi, esperti di fotografia digitale, archivisti e altri soci interessati alla tematica resistenziale. Questa pluralità di competenze e interessi ha reso possibile, contemporaneamente al progetto di creazione degli archivi, la promozione di un’azione di valorizzazione del materiale raccolto e di sensibilizzazione verso la memoria della Resistenza, attraverso la realizzazione di film-intervista, trasmissioni radiofoniche, pubblicazioni, ecc.
L’esperienza in campo didattico di alcuni soci ha fatto sì che venisse dato particolare riguardo alla circolazione in ambito scolastico: la proiezione dei filmati spesso è accompagnata da dibattiti volti a mettere in contatto le giovani generazioni con i testimoni diretti di quei tragici eventi. Tali momenti di divulgazione e approfondimento vengono organizzati anche in altri contesti culturali con l’obiettivo di raggiungere una porzione sempre più ampia di pubblico. Sono stati organizzati incontri e laboratori nei circoli e in varie associazioni culturali, nelle Università, nelle piazze in occasione di particolari ricorrenze e nell’ambito di rassegne culturali e cinematografiche dedicate alla Resistenza.
Archivi della Resistenza, con un progetto dal titolo omonimo, nel 2005 ha vinto il concorso “Percorsi di innovazione 2004”, bandito dal CESVOT (Centro Servizi Volontariato Toscana) e grazie al quale la sede operativa dell’ANPI Carrara è stata dotata di moderne attrezzature tecnologiche (telecamera, computer, software, lettori audio video, proiettore, ecc.) che ne hanno fatto un moderno centro di produzione audiovisiva all’interno del quale vengono realizzati laboratori e corsi di formazione sulle tecniche di video-documentazione sociale.

Nell’aprile 2005 Archivi della Resistenza ha inaugurato il festival della cultura “Fino al cuore della rivolta. Artisti per la Resistenza” che prevede due sessioni: la prima in primavera (dal 21 al 25 aprile), nel borgo medievale di Fosdinovo, con l’allestimento di una mostra d’arte e un concerto dedicato all’anniversario della Liberazione; la seconda in agosto al Museo audiovisivo della Resistenza di Fosdinovo, nel suggestivo scenario costituito da un bosco di castagni secolari, dove per alcuni giorni vengono proposti spettacoli teatrali, dibattiti e concerti.




Centro di Documentazione sulla Linea Gotica di Montignoso

Sedi e contatti
Indirizzo: Villa Schiff Giorgini – Via Fondaccio snc, Montignoso (MS)
Telefono: 0585 8271204 (Ufficio Cultura del Comune di Montignoso)
E-mail: ernesta.rappelli@comune.montignoso.ms.it, alfio.raffaelli@comune.montignoso.ms.it
Sito web: http://www.comune.montignoso.ms.it/c045011/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/544
Orari di apertura: dal Martedì al Giovedì e Sabato 10-12
Biglietto d’ingresso: ingresso gratuito

Organi direttivi
Responsabile della parte scientifica: Giovanni Cipollini
Direttore operativo: Domenico Gabrielli
Collaborazione nell’allestimento e gestione del Centro: Anpi di Montignoso

Breve storia e finalità
Il Centro di Documentazione sulla Linea Gotica è nato nel 2011 ed è ospitato nei locali al piano terra della villa settecentesca Schiff Giorgini di Montignoso, paese particolarmente colpito dalle stragi nazifasciste. L’istituto raccoglie immagini, documenti e oggetti legati alla Resistenza e ai principali avvenimenti del territorio apuo-versiliese durante la Seconda Guerra Mondiale.
Si compone di cinque sale attrezzate con illustrazioni a muro dei vari passaggi storici del periodo, un plastico interattivo (che evidenzia il percorso della Linea Gotica, le sedi delle postazioni alleate e nazifasciste, i paesi in cui si verificarono le stragi e gli episodi salienti della lotta partigiana), una sala multimediale dove è possibile vedere e ascoltare i protagonisti della Guerra, oggi novantenni, che raccontano i fatti di quei mesi; infine, una nuova sala contenente materiali bellici di vario tipo (munizioni, elmetti, attrezzature dei soldati, ecc.) donati da Pietro Maghelli e Vincenzo Germelli (conosciuto come “Beretta”).
Nel Centro sono presenti anche un archivio storico, composto da centinaia di documenti iconografici (manifesti e fotografie) e da una raccolta di manifesti originali della RSI, e una biblioteca tematica relativa alla Resistenza e all’Antifascismo.




Mostra permanente della città di Massa “Resistenza 1943-1945”

Sede e contatti
Indirizzo: Piazzale Partigiani (ex deposito CAT, Via Bassa Tambura), 54100 Massa
Telefono: 0585 490500
E-mail: patrizia.boschetti@comune.massa.ms.it, anpimassa@gmail.com
Sito web: http://www.comune.massa.ms.it/pagina/resistenza-1943-1945-mostra-permanente
Orari di apertura: Sabato 9-12.30; aperture speciali in occasione di eventi e per visite guidate su appuntamento
Biglietto d’ingresso: ingresso gratuito

Organi direttivi
La mostra è gestita dalla Sezione di Massa dell’ANPI e dal Comune di Massa.

Breve storia, finalità e patrimonio
L’allestimento della mostra rappresenta i protagonisti e gli avvenimenti storici della Resistenza negli anni dal 1943 al 1945 nella città di Massa.
Nei locali dell’ex lavaggio degli autobus dell’azienda di trasporto pubblico CAT appositamente ristrutturati sono esposti 141 pannelli che ripercorrono la storia illustrata degli eventi e dei personaggi che hanno contribuito alla Liberazione del nostro Paese.
Le immagini sono la fedele riproduzione di parte del materiale iconografico donato al Comune dalla Sezione di Massa dell’ANPI nel 1994.
Gli originali sono conservati nell’Archivio Storico della Resistenza del Comune di Massa.




Museo Etnologico delle Apuane

Sedi e contatti
Indirizzo: Via Uliveti 81, Massa
Telefono: 3335910306
E-mail: museoetnologicodelleapuane@fastwebnet.it
Sito web: https://www.museimassacarrara.it/musei/museo-etnologico-della-apuane-luigi-bonacoscia/
Orari di apertura: 10-12, 17-18.30 (visite solo su appuntamento), chiuso durante le festività
Biglietto d’ingresso: intero 4 €; ridotto 2 €

Organi direttivi
Direttore scientifico: Dott. Giuliano Marselli

Breve storia e finalità
Sorto per iniziativa di don Luigi Bonacoscia e di un gruppo di amici, con atto notarile del 14 marzo 1980, il museo nasce con l’intento di ripercorrere, tramandare e valorizzare la memoria della gente apuana tramite la raccolta di numerosi reperti di differenti epoche, tipologie e utilizzo.
Nella sua costituzione l’istituto, attualmente ospitato in una palazzina vicino al Santuario della Madonna degli Uliveti di Massa, riuniva due collezioni: la “Masnata” (circa 300 reperti) e quella del nascente Museo (circa 100 reperti). Negli anni successivi la varietà e il grande numero di oggetti raccolti ha portato la collezione del Museo Etnologico a conservare circa 5000 reperti, provenienti principalmente da Massa, Carrara, Lunigiana, Garfagnana e Versilia.
Lo spazio espositivo è articolato attraverso la visita di diverse sezioni che illustrano come si svolgeva la vita della gente contadina, con le sue molteplici attività (lavori nei campi, fienagione, allevamento, vendemmia, raccolta delle castagne ecc.) e descrivono i diversi mestieri che si praticavano agli inizi del ’900 (calzolaio, sellaio, cavatore, fabbro, falegname, lavandaia, tessitura), le normali pratiche legate alla vita domestica (cucina, bucato, stiratura, ecc.) e attività come la scuola e la tipografia. Sono inoltre esposte macchine, strumenti e utensili provenienti dalle fabbriche che una volta costituivano la Zona Industriale Apuana che ha caratterizzato questo territorio dagli anni ’30 agli anni ’80.
Nell’arco dell’anno il museo organizza diverse attività e pubblica annualmente una rivista – “Le Apuane” – di storia e tradizioni locali. Inoltre, organizza attività didattiche indirizzate alla conoscenza della cultura materiale del territorio.

Patrimonio
Il museo è diviso in 32 settori espositivi comprendenti oggetti di uso comune che venivano utilizzati nella tessitura, nella lavorazione della terra, in cucina e nella stalla e pezzi legati ad attività più specifiche come la fienagione, l’olivocultura, la viticoltura e la produzione del vino, la ceramica, la raccolta delle castagne, la lavorazione del marmo e del gesso, oltre che alcuni mezzi agricoli. Sono, inoltre, esposti oggetti e strumenti di uso quotidiano, come quelli con cui si faceva il bucato.
Inizialmente il museo era costituito dalla raccolta privata Masnata, che comprendeva circa 300 oggetti reperiti nel primo dopoguerra nell’area lunigianese e dalla collezione del Movimento di Umanesimo Sociale con circa 100 oggetti. La collezione è stata ampliata con ricerche effettuate da Don Bonacoscia nell’area della provincia di Massa Carrara, della Versilia e della Garfagnana.




Museo dell’emigrazione della Gente di Toscana

Sedi e contatti
Indirizzo: Castello di Lusuolo, Mulazzo di Lunigiana (MS)
Telefono: 0187 439017
E-mail: info@museogenteditoscana.it
Sito web: http://www.museogenteditoscana.it
Orari di apertura: Sabato e Domenica 14-19 (orario estivo); Sabato 9-14 e Domenica 11-16 (orario invernale)

Organi direttivi
La mostra è stata realizzata a cura della Regione Toscana e della Consulta Regionale dei Toscani all’Estero.
Comitato scientifico: Gabriella Aschieri, Caterina Rapetti, David Rovai

Breve storia e finalità
Il Museo dell’Emigrazione della Gente di Toscana è nato nel 2004 con l’obiettivo di conoscere e valorizzare il fenomeno dell’emigrazione toscana nel mondo.
È pensato e organizzato su due livelli: uno fisico e uno virtuale. Nel primo, ospitato tra le mura del Castello di Lusuolo, si trovano la biblioteca, la mediateca, una sala conferenze, uno spazio per la visione o l’ascolto di audiovisivi e si sviluppa l’allestimento museale che propone il percorso della mostra permanente “Gente di Toscana”, realizzata nel 2000 dalla Regione Toscana per documentare le storie di chi ebbe la necessità o il desiderio di partire verso terre lontane e spesso incognite per trovare condizioni di vita migliori o libertà negate, ma che finiscono anche e soprattutto per spiegare il grande contributo dato dai Toscani alla costruzione materiale, culturale e sociale dei paesi di adozione. Si tratta, principalmente, di storie delle migrazioni di massa che alla metà del XIX secolo subentrarono, marginalizzandole, alle partenze dei singoli. La mostra è stata prodotta in tre esemplari per essere allestita in tutto il mondo, laddove siano presenti comunità di Toscani emigrati dall’Italia; in questi anni ha viaggiato dall’Europa alle Americhe, dal Sudafrica all’Australia.

Patrimonio
La mostra si compone di 66 pannelli contenenti centinaia di immagini (disegni e fotografie) e documenti (lettere, passaporti, ricevute delle rimesse dall’estero, ecc.) e suddivisi in 8 sezioni:
– Le partenze
– Verso nuovi mondi
– Verso l’Europa
– Nostra patria è il mondo intero, nostro motto è la libertà
– Fra le due guerre
– Si riparte
– Il rapporto con la terra d’origine
– Consulta regionale dei Toscani all’estero
La narrazione è arricchita da oggetti e documenti originali dell’epoca e resa più dinamica e appassionante dalla proiezione di videodocumentari.




Museo Civico del Marmo

Sedi e contatti
Indirizzo: Viale XX Settembre 249, loc. Stadio, Carrara
Telefono: 0585 845746
E-mail: museo.del.marmo@comune.carrara.ms.it
Sito web: http://www.comune.carrara.ms.gov.it/pagina2025_museo-civico-del-marmo.html
Orari di apertura: dal Martedì alla Domenica 10-12.30, 15-17.30 (da ottobre a maggio); dal Martedì alla Domenica 11-20, Venerdì 11-21 (da giugno a settembre)
Biglietto d’ingresso: intero 5 €; ridotto 3 € (over 65, comitive composte da oltre 10 persone, studenti, visitatori manifestazioni estemporanee); gratuito: bambini sotto i 6 anni di età, accompagnatori di comitive, membri ICOM, guide turistiche, giornalisti, tutti i visitatori la prima domenica di ogni mese

Organi direttivi
Ufficio Cultura del Comune di Carrara
Direttrice: Sandra Botti

Breve storia e finalità
Il progetto museale per la costituzione del Museo Civico del Marmo risale al 1982 a seguito della Mostra Marmo Lunense e delle campagne di scavo effettuate dal Comune negli anni 1977-1981 e coordinate dal Prof. Enrico Dolci, nella quale venivano esposti importanti reperti rinvenuti in cava oltre a esempi di statuaria lunense oggi conservati presso il cortile dell’Accademia di Belle Arti.
Al termine di tale mostra, prese vita il progetto museologico del Prof. Enrico Dolci e museografico di Aldo Pisani e Carlo Billet del Museo Civico del Marmo, istituito con lo scopo di conservare e valorizzare le testimonianze e la memoria storica della città e della cultura del marmo dall’epoca romana ai tempi più recenti.
In tale ottica rientrava l’Ordinanza dell’allora sindaco Fausto Marchetti del 03 febbraio 1989 con cui si disponeva che chi, a vario titolo, avesse ritrovato presso le cave beni mobili, risalenti alle diverse epoche storiche, avrebbe dovuto darne comunicazione al Comune di Carrara che, a sua volta, avrebbe provveduto alla relativa sistemazione presso il Museo Civico del Marmo.

Patrimonio
La struttura espositiva è dedicata alla produzione e alla lavorazione del marmo nelle Alpi Apuane. La ricca collezione comprende reperti archeologici rinvenuti in cava e strumenti per l’estrazione e la lavorazione che offrono al visitatore un’immagine completa dell’affascinante patrimonio locale. Negli anni il museo è stato oggetto di riqualificazioni che lo hanno attualizzato con la realizzazione di una nuova sezione espositiva, totalmente multimediale, interattiva e coinvolgente dal punto di vista sensoriale.
Nell’arco dell’anno accoglie continuativamente manifestazioni estemporanee e prevede ulteriori ampliamenti dell’orario di visita nel periodo estivo e in concomitanza con importanti iniziative ministeriali e regionali.
Le collezioni del museo sono attualmente suddivise nelle seguenti sezioni:
– Archeologia Romana
– Storia del Territorio
– Marmoteca
– Archeologia Industriale
– Applicazioni Tecniche
– Spazio Multimediale




Museo e rifugi S.M.I. di Campo Tizzoro

Sedi e contatti
Indirizzo: Via Luigi Orlando 325, Campo Tizzoro, San Marcello Pistoiese (Pistoia)
Telefono: 0573 65724
E-mail: rifugismi@irsapt.it
Sito web: http://www.irsapt.it
Fb: https://www.facebook.com/rifugismi.it/
Orari di apertura: Lunedì 10-17, dal Mercoledì alla Domenica 10.15-17. Orario visite guidate: 10.15, 11.30, 15, 16, 17.
Biglietto d’ingresso: 10€ (inclusa visita guidata ai Rifugi)

Breve storia e finalità
A cavallo della Prima e Seconda guerra mondiale, la S.M.I. (Società Metallurgica Italiana) – una delle industrie belliche del Novecento più importanti d’Italia – costruì, all’interno della fabbrica che dava lavoro a circa settemila persone, alcuni rifugi antiaerei per uno sviluppo di oltre 2 km, alti 3 metri, larghi oltre 2,5 metri, realizzati in calcestruzzo armato, a oltre 20 m sotto terra,
Fino alla fine del XX secolo i rifugi sono stati protetti da segreto militare ed industriale.
Con l’intento di arrivare alla realizzazione di un vero e proprio museo, in accordo con la proprietà, venne fondato il Gruppo Hypogeum dal presidente della nuova Pro Loco di Campo Tizzoro, ovvero l’architetto David Ulivagnoli in qualità di coordinatore.
Il Gruppo Hypogeum era composto, oltre che da Ulivagnoli, da altri tre architetti (Mirko Borgioli, Franco Del Re, Fabio Zucchi) uno storico (Giorgio Baglieri) ed un fotografo (Andrea Paolo Nannini).
Un anno e mezzo dopo, 12 maggio 2012, visto l’interessamento di I.R.S.A. (Istituto Ricerche Storiche ed Archeologiche di Pistoia), il contributo di Kme Group, la collaborazione dell’architetto Gianluca Iori (Direttore I.R.S.A.), il museo viene inaugurato.




MuMe – Museo della Memoria di San Miniato

Sedi e contatti
Indirizzo: Loggiati di San Domenico 8, San Miniato (Pisa)
Telefono: 0571 406293
E-mail: museodellamemoria@comune.san-miniato.pi.it
Sito web: http://www.comune.san-miniato.pi.it/la-citta/turismo-e-cultura/sistema-museale/97-uffici-e-servizi/settore-4-servizi-alla-persona-e-politiche-di-solidarieta/cultura,-biblioteche,-archivi,-sport,-casa/cultura-e-musei/2745-mume-museo-della-memoria.html
Orari di apertura: Nel mese di settembre, l’orario di apertura al pubblico sarà il seguente: dal Martedì al Sabato 10.30-12.30, Martedì e Giovedì 15-17. In attesa di orario definitivo.
Biglietto d’ingresso: ingresso gratuito

Organi direttivi
Comitato Scientifico: Prof. Pier Luigi Ballini, Prof. Zeffiro Ciuffoletti, Prof. Giovanni Contini, Prof. Andrea Vanni Desideri, Prof. Leonardo Paggi

Breve storia e finalità
Il MuMe – Museo della Memoria di San Miniato è stato inaugurato il 24 luglio 2018 ed è nato dalla volontà di dare alla città uno spazio dedicato alla conservazione dell’insieme di valori e testimonianze della storia più recente della comunità, con particolare riferimento ai fatti della Seconda Guerra Mondiale, ai valori dell’antifascismo e della Resistenza.
In questo spazio viene mantenuta viva la testimonianza delle persone che hanno vissuto gli orrori della guerra, costruendo un itinerario, visuale e documentale, attraverso gli episodi che hanno interessato direttamente la Città di San Miniato.
Il Museo è stato realizzato in collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa, che ha avuto il compito, tramite il Laboratorio Dreams Lab, di curare lo sviluppo delle applicazioni multimediali a carattere divulgativo, offrendo una fedele ricostruzione storica degli eventi più significativi di San Miniato nel periodo della Seconda Guerra Mondiale; mentre il Comune ha messo a disposizione dell’Ateneo i dati tecnici e scientifici di cui dispone.
L’obiettivo di un Museo che, oltre agli oggetti, vanta una struttura di supporto multimediale di ultima generazione, è quello di promuovere la salvaguardia della memoria storica, favorendo un’attiva e consapevole cultura della pace e della convivenza civile.

Patrimonio
All’interno del MuMe sono raccolte gran parte dalle memorie dei cittadini che, attraverso oggetti, lettere, fotografie e video-memorie, hanno voluto raccontare la loro storia.
Dalle loro testimonianze ha preso forma un percorso espositivo che invita il visitatore a compiere una riflessione sul passato recente della comunità sanminiatese e, più in generale, sul difficile percorso che ha portato l’Italia alla conquista della democrazia.
La raccolta museale è articolata in tre sezioni e abbraccia un periodo compreso tra il 1921, anno in cui anche a San Miniato furono istituiti i Fasci di combattimento, e il 1946, quando con le prime elezioni democratiche a suffragio universale venne proclamata la nascita della Repubblica.