Museo Amedeo Bassi

Sede e contatti
Piazza Machiavelli 13, Montespertoli (Firenze)
Telefono: 0571.600 255
E-mail: touristofficemontespertoli@gmail.com
montespertoli@promocultura.it

Sito web: http://www.toscananelcuore.it/museo-amedeo-bassi/
http://www.comune.montespertoli.fi.it/index.php/musei/3311-musei
Orari di apertura:
Dal 1 Aprile al 31 Ottobre: tutti i giorni: 10-12.30 e 16.30-19
Dal 1 Novembre al 31 Marzo: da martedì a giovedì 9.30-12.30; venerdì, 10-12 e 16-18; sabato e domenica: 10-12 e 15-18

Breve storia e finalità
Il museo vuole rendere omaggio a Amedeo Bassi, uomo di eccezionale talento la cui memoria il tempo aveva offuscato, e vuole essere occasione per far conoscere ad un ampio pubblico la sua figura artistica ed umana, avvicinare i giovani al teatro lirico, rafforzare l’identità locale ed essere luogo d’elezione per la diffusione della cultura musicale. A testimonianza dell’eredità che Amedeo Bassi ha lasciato a Montespertoli sono a lui intitolati la Filarmonica e il Festival musicale estivo, arrivato alla quinta edizione.

Il Tenore, nativo di Montespertoli e di umili origini, da ragazzo fu sentito cantare mentre lavorava in fornace. Incoraggiato a studiare canto, prese lezioni dal marchese Corrado Pavesi Negri e debuttò a Castelfiorentino nel 1897 con l’opera Ruy Blas. Da qui ebbe inizio la sua brillante carriera che lo portò già nel 1902 a Buenos Aires e in tutto il sud America, e poi a New York, Philadelphia, Chicago, Londra, Parigi con esibizioni nei più grandi teatri internazioni ed italiani. Da sottolineare il repertorio vastissimo da Verdi a Puccini, da Giordano a Leoncavallo, da Mascagni a Wagner, solo per citare i più grandi, in oltre settanta ruoli diversi. Esponente del Verismo, la sua voce venne descritta di estrema dolcezza e potenza, il fraseggio chiarissimo, ottima la presenza scenica e la recitazione.

Patrimonio
Il museo, che si articola in tre sale, ripercorre la vita e il radioso successo di un personaggio famosissimo al suo tempo, un vero e proprio Divo. I cimeli, i filmati che ricostruiscono la storia del tenore e gli apparati museali accompagnano il visitatore alla riscoperta della grande tradizione musicale italiana che artisti come Amedeo Bassi hanno con orgoglio fatto conoscere al mondo intero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Museo dell’oro “Unoaerre”

Sede e contatti
Via Fiorentina 550 – 52100 Arezzo
Telefono:
0575 925953
0575 925862
E-mail: centrodi@unoaerre.it
Sito web: http://www.unoaerre.it/it/museo
Orari di apertura: per visitare il museo è gradita la prenotazione.

Organi direttivi
Direttore e Conservatore del Museo: Giuliano Centrodi (giulianocentrodi@gmail.comcentrodi@unoaerre.it)

Breve storia e finalità
L’industria orafa Uno A Erre, leader mondiale nel settore dell’oreficeria, il 7 marzo 1998 ha inaugurato il primo museo aziendale aretino, primo museo italiano di oreficeria, legato al più prezioso dei metalli e alla più prestigiosa delle produzioni per non disperdere la memoria storica della sua laboriosa attività ed offrire un percorso espositivo dall’archeologia industriale alle ultime creazioni di Giò Pomodoro.

L’archeologia industriale presenterà vecchi macchinari e utensili a documentare i primi sussidi tecnologici applicati all’industria orafa: le macchine per la fabbricazione delle catene storiche degli anni ’30 – ’40 – ’50, per l’incisione meccanica (il guilloché), per la costruzione delle palline e gli utensili per sbalzare, cesellare , incidere e incastonare le pietre preziose.

I disegni e i progetti creativi partono dal 1946, i materiali cartacei furono distrutti durante i bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale; restano notevoli i progetti acquisiti a Parigi negli anni Cinquanta che influenzeranno la produzione italiana e saranno di insegnamento per l’affermarzione dell’Italian Style; da segnalare anche presenze di creativi tedeschi e naturalmente italiani.

La collezione storica con oltre cinquecento gioielli e oreficerie d’oro e d’argento, alcuni anche esemplari unici che dagli anni’20,  raccoglie gli ultimi bagliori della Belle Epoque e dello stile ghirlanda per giungere agli stilemi geometrici dell’Art Déco e ai gioielli autarchici di argento. Il dopoguerra è rappresentato dai bracciali “tank” e hollywoodiani, dai pendenti a “mina”, dalle spilline “animalier” tratte anche dai personaggi della Walt Disney.

Gli anni ’60 si caratterizzano per i gioielli ricchi di colore; si recuperano le antiche lavorazioni degli smalti traslucidi e l’affermazione della microfusione cambia il volto al gioiello, da bassorilievo a tuttotondo. Gli scultori e anche i pittori fanno le loro “incursioni” nell’oreficeria e influenzeranno le produzioni successive (Cappello, Galoppi, Bini), così nei primi anni ’70 vedremo i gioielli optical e pop. Gli anni ’80 si arricchiranno delle collaborazioni degli stilisti francesi e americani (Luois Fèraud e Oscar de la Renta) per giungere alle creazioni degli artisti orafi-gioiellieri (Forlivesi, Fallaci) e designer (Buti)..

Sono presenti anche alcuni pezzi unici realizzati dal grande scultore, Giò Pomodoro che nel 1995-99 realizzò queste opere nei laboratori Uno A Erre alla presenza dei giovani studenti dell’Università degli Studi di Siena e di Venezia svelando i suoi sistemi di progettazione, di fusione nell’osso di seppia, nella pietra friabile di Vicenza e nei mattoncini di carbone di cerro. Queste pregiate realizzazioni hanno fatto il giro del mondo nelle più importanti rassegne dell’oreficeria d’artista (New York, Tokyo, Vienna e Venezia nel circuito della Biennale del 1985).

 Il medagliere raccoglie numerose medaglie e placchette di grandi artisti e famosi incisori delle zecche più importanti di Europa (B.Bini, Canuti, P.Cascella, Dalì, Fiume, Galoppi, C.Giampaoli, Giannone, Greco, Manzù, Messina, Moschi, O.P.Orlandini, G.Pomodoro, Romagnoli, Rousseau, Scatragli, Sikora, Tot, Venturi e Veroi).

 Il Museo della Gori&Zucchi rispecchia l’immagine della più grande industria orafa, la sua notorietà e la sua storia, l’autorevole affermazione nel mondo creativo ed economico produttivo sulla scia dei saldi valori culturali, sociali, artistici della grande civiltà della laboriosa terra aretina.

Patrimonio
In fase di schedatura, non ancora quantificato




Museo Piaggio

Sede e contatti
Viale Rinaldo Piaggio 7, 56025 Pontedera (PI)
Telefono: 0587.27171
E-mail: museo@museopiaggio.it
Sito web: www.museopiaggio.it
Orari di apertura: dal martedì al sabato: 10-18; domenica(seconda e quarta domenica del mese) 10– 18. Chiuso il lunedì.
Nei mesi di luglio e agosto il Museo sarà aperto tutte le domeniche 10.00 – 18.00Ingresso gratuito.

Organi direttivi
Presidente Fondazione Piaggio: Riccardo Costagliola
Responsabile generale: Sabrina Caredda
Relazione Esterne: Annalisa Rossi
Responsabile del coordinamento tecnico: Sergio Galli
Curatore allestimenti museali: Nicolino di Carlo
Progetti didattici: Romina Giannotti
Archivio Storico: Mariamargherita Scotti

Breve storia e finalità
Il Museo Piaggio è stato inaugurato nel 2000 nei 3000 m² dell’ex Attrezzeria, attiva fino al 1996: uno dei capannoni più antichi dello stabilimento, la cui ristrutturazione rappresenta un armonico esempio di trasformazione di un’area industriale da polo produttivo a centro di promozione artistica e culturale. Il Museo rappresenta un importante polo di attrazione per il territorio, grazie alle numerose attività che la Fondazione Piaggio promuove in collaborazione con le amministrazioni pubbliche e la rete associativa locale.

Patrimonio
Il Museo ripercorre la storia dell’azienda Piaggio e dei suoi marchi attraverso l’esposizione dei suoi prodotti più celebri. La collezione Vespa è costituita da una ricca selezione di Vespa di serie prodotte dal 1946 ad oggi, ed è arricchita dalla presenza del primo prototipo MP6 disegnato da Corradino d’Ascanio nel 1945. La collezione Gilera è composta da alcune moto della casa di Arcore, acquisita da Piaggio nel 1969.

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Museo Comunale del Figurino Storico di Calenzano

roccahomeSede e contatti
Castello di Calenzano, via del Castello 7 – 50041 Calenzano (Firenze)
Telefono e fax: 055.0500234
E-mail: segreteria@atccalenzano.it
museofigurinostorico@atccalenzano.it
Sito web: http://www.museofigurinostorico.it/
Orari di apertura: giovedì 9-13; venerdì 14:30-18:30; sabato e domenica 9-13 e 14:30-18:30.

Organi dirigenti
Il Comune di Calenzano e l’Associazione Turistica Calenzano si occupano della  gestione delle strutture, coadiuvati da molti volontari e associazioni locali e  nazionali.
Direttore scientifico Museo: Cristina Cisternino

Breve storia e finalità
Il castello di Calenzano rappresenta una preziosa testimonianza storica e archeologica. Sorto nel XII secolo, è stato protagonista della vita toscana in tutto il Medioevo. Nel corso dei secoli è stato ampliato e ricostruito, assumendo la veste attuale di borgo fortificato che presenta ancora elementi risalenti al XIII e al XIV secolo.
Dopo un lungo e accurato restauro, nel 2004 una parte del castello è stata aperta al pubblico, allo scopo di offrire ai cittadini e ai visitatori numerose iniziative legate alla cultura e alla storia. Si è iniziato il 27 giugno con l’inaugurazione del Museo Comunale del Figurino Storico, dedicato a tutte le forme di modellismo statico e il cui allestimento è stato curato da numerose associazioni.
Negli anni successivi nel castello sono stati aperti il centro di documentazione storica e archeologica – in collaborazione con le Università di Firenze e di Siena e la Soprintendenza della Toscana –, la biblioteca tematica, il giardino, un laboratorio di restauro modellistico, una sala per conferenze e proiezioni, la cafeteria, un piccolo bookshop. Per il futuro sono previsti altri servizi e attività, anche via internet. I locali sono anche affittabili per incontri, cerimonie, corsi e seminari.
Nel complesso monumentale del castello di Calenzano ogni anno si tengono manifestazioni di vario genere, quali cerimonie in ricordo di personaggi o avvenimenti, rievocazioni storiche con figuranti e veicoli, mostre e concorsi modellistici, proiezioni di film, conferenze, nonché il celebre carnevale medioevale e la ricostruzione dell’incursione del condottiero Castruccio Castracani del 1325.

Patrimonio
Il museo comprende oltre tremila realizzazioni in scala, giocattoli d’epoca, reperti, documenti, manichini e pannelli esplicativi; in alcune vetrine vengono esposte a rotazione mostre modellistiche personali oppure a soggetto.
Il percorso museale prevede una sezione didattica (cos’è e come è nato il modellismo, cosa è possibile realizzare con esso, le tipologie, le implicazioni tecniche e storiche, come lavorano i produttori) e un percorso cronologico, che parte dall’Evo Antico, passa al Medioevo e poi all’Età Moderna e a quella Contemporanea, con particolare spazio dedicato all’Epoca Napoleonica, al Risorgimento italiano, alla Prima Guerra Mondiale.
Un’intera stanza è occupata dai pezzi – figurini, mezzi terrestri, navali e aerei, scenette e diorami – riferiti alla Seconda Guerra Mondiale, partendo dal periodo subito precedente e terminando con la guerra di Liberazione e la fine del conflitto sui vari fronti.





Museo Etnografico del Bosco di Orgia (Siena)

Sede e contatti
loc. Borgolozzi, Orgia – 53018 Sovicille
Telefono: 0577.342097 – 049253 – 049266
E-mail: museo@comune.sovicille.si.it
persona@comune.sovicille.si.it
Sito web: http://www.comune.sovicille.si.it/Main.aspx?ID=392
Orari di apertura:
Da maggio a settembre: venerdì e sabato: dalle ore 9,00 alle ore 13,00.
Da ottobre a dicembre: sabato: dalle ore 9.30 alle ore 12.30.

Organi direttivi
Referente: Cristiana Bambini

Breve storia e finalità
Il Museo Etnografico di Orgia è nato nel 1993, grazie ai materiali donati da alcuni cittadini della frazione.
Il Museo Etnografico del Bosco si occupa di studiare, proteggere e divulgare informazioni sul bosco e sulle sue espressioni, con un’attenzione particolare alla diffusione del rispetto per la natura e per l’educazione ambientale.
Partendo dalle testimonianze della vita e del lavoro dell’uomo nel bosco, racconta lo stretto rapporto che lega uomo e bosco, attraverso ad esempio lo studio dei vari mestieri che in passato vi erano svolti: carbonaio, taglialegna, e le attività produttive come il ciclo legato alla castagna. Cerca anche di trasmettere le emozioni che il bosco regala, attraverso i racconti e la letteratura.
Il Museo del Bosco ha inoltre sviluppato una rete di Sentieri attrezzata, che si dirama verso le colline dell’Alta Val di Merse, e offre ai visitatori un percorso significativo lungo le tracce della tradizionale presenza contadina e delle antiche professioni legate all’ambiente forestale: i taglialegna, i carbonai, la lavorazione della castagna.

Patrimonio
Oltre 400 oggetti tra materiale esposto e in deposito.

 

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MuMeLoc Museo della Memoria Locale

Sede e contatti
Piazza Dante Desideri, Cerreto Guidi (Firenze)
Telefono: 0571.906247
E-mail: info@mumeloc.it
direttore@mumeloc.it
cultura@comune.cerreto-guidi.fi.it
Sito web:  www.mumeloc.it
Orari di apertura: mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica 16-19. Gli altri giorni aperti su richiesta da fare contattando il numero 0571.906225.

Organi direttivi

Al momento attuale, il MuMeLoc ha come proprio organo direttivo la Giunta Comunale, per l’impostazione e le finalità generali, ed il Dirigente di Area per le competenze gestionali.

Breve storia e finalità
Il MuMeLoc viene inaugurato nel dicembre del 2011, ma il progetto nasce molto prima. Intorno al 1996-1997, infatti, il Comune di Cerreto Guidi fu promotore di ricerche e studi sull’Eccidio del Padule e le testimonianze prodotte nel corso di quei progetti sono divenute la base per la nascita del museo.

Lo scopo del MuMeLoc è promuovere la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale locale, facendone conoscere le radici storiche, il vissuto umano e le prospettive di sviluppo, con un occhio fisso al passato ma l’altro ben puntato sul presente.

Al suo centro sta uno degli eventi più drammatici della storia locale: l’eccidio nazi-fascista del 23 agosto 1944.  Attorno le vicende del territorio e dei suoi abitanti nel lungo divenire che arriva fino ai nostri giorni.

Si tratta di un museo multimediale nel quale il visitatore può costruire il proprio percorso, attivando a scelta diverse proiezioni con interviste e materiale tematico, organizzando così un viaggio personale nella memoria della comunità.

Il MuMeLoc vuole essere anche un centro culturale polivalente integrando a tal fine al suo interno diverse funzioni e servizi: percorso espositivo, archivio multimediale, laboratorio didattico, osservatorio permanente deputato alla salvaguardia del territorio.

Patrimonio
Ffilmati di ricostruzione storica relativi al Padule di Fucecchio e alle vicende di Cerreto Guidi,  testimonianze sulla vita e le tradizioni locali, sui mestieri tipici del Padule di Fucecchio, sull’Eccidio del 23 agosto 1944 (si tratta prevalentemente di video interviste). Oggetti tipici del Padule di Fucecchio (nasse, stampe, fasci di sarello, cappellacci), documentazione relativa al processo agli esecutori dell’Eccidio del 1944, testi sulla storia locale.




Museo Salvatore Ferragamo

Sede e contatti
Palazzo Spini-Feroni, piazza Santa Trinita 5/R, 50123 Firenze.
Telefono: 055 3562846 / 055 3562466
E-mail: museoferragamo@ferragamo.com
Sito web: https://www.ferragamo.com/museo/it/ita/
Orari di apertura: il museo è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19.30.
Ingresso intero 8 euro; Non pagano le persone sotto i dieci anni e sopra i 65. Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese e per i possessori di Firenze Card.

Organi direttivi
Direttore: Stefania Ricci

Breve storia e finalità
Inaugurato nel maggio 1995, il museo è nato per iniziativa della famiglia Ferragamo con la volontà di far conoscere al pubblico di tutto il mondo le qualità artistiche di Ferragamo e il ruolo che ha ricoperto nella storia non solo della calzatura, ma anche della moda internazionale.

Come la maggior parte dei musei aziendali, il Museo Salvatore Ferragamo e l’archivio ad esso connesso sono nati dalla visione dell’imprenditore, la vedova di Salvatore Ferragamo, Wanda, alla guida dell’azienda dal 1960, anno della morte del fondatore, e i suoi sei figli. In particolare è stata Fiamma, la maggiore dei fratelli, responsabile, dopo la scomparsa del padre, del settore merceologico più importante dell’azienda, le scarpe e gli accessori in pelle, a farsi portavoce in seno alla famiglia di questo progetto, a renderlo concreto, a dargli un’impostazione strategica avvalendosi delle competenze tecniche di storici ed archivisti.

La prima idea del museo è cominciata ad emergere durante l’organizzazione di una mostra a Palazzo Strozzi sulla storia di Salvatore Ferragamo, una mostra che è diventata nel tempo itinerante, ospitata dai più importanti musei del mondo, come il Victoria and Albert Museum di Londra, il County Museum di Los Angeles, il Museo Guggenheim di New York, la Sogestu Kai Foundation di Tokyo, il Museo des Bellas Artes di Città del Messico. Nel corso del tempo, la mostra temporanea si è trasformata in un’iniziativa permanente.

A conferma del valore culturale dell’istituzione e delle numerose attività culturali intraprese negli anni, nel 1999 la Salvatore Ferragamo ha ricevuto l’ambito Premio Guggenheim Impresa e Cultura, conferito ogni anno alle aziende che meglio hanno investito in campo culturale. Il museo si trova nel centro storico di Firenze, nello storico Palazzo Spini Feroni, sede dell’azienda Ferragamo dal 1938.

Finalità: il Museo Salvatore Ferragamo è un museo aziendale, dedicato alla storia dell’azienda Ferragamo, alla vita del suo fondatore, Salvatore Ferragamo e alle sue creazioni. Il suo intento è quello di ideare, organizzare e promuovere mostre, incontri di studio ed eventi importanti dedicati alla cultura contemporanea della moda. Esprimere l’apertura e l’interesse dell’azienda verso i fenomeni più attuali e significativi che dall’arte, dal design, dallo spettacolo, dal costume, dalla comunicazione, dall’informazione, estendono la loro influenza allo stile e alle forme del vestire e del vivere.




Museo del calcolatore “Laura Tellini”

Sede e contatti
Istituto Tecnico Economico e Professionale Statale “Paolo Dagomari”, Via di Reggiana, 86, 59100 Prato.
Telefono: 0574.639705
E-mail: museo@dagomari.prato.it
Sito web: http://museo.dagomari.prato.it/
Orari di apertura: data la sua collocazione, il Museo è aperto gratuitamente alle scolaresche del comprensorio pratese in orario mattutino, previa prenotazione contattando il curatore del museo, prof. Riccardo Aliani; le visite per la cittadinanza, sempre gratuite e previo appuntamento, saranno invece effettuate di giorno feriale ed in orario pomeridiano/serale. Per prenotare una visita è necessario contattare il museo.

Curatore: prof. Riccardo Aliani

Breve storia e finalità
Nel 1996 si iniziò a battere il tema della storia dell’informatica con la realizzazione, con una quinta classe, di un argomento che potesse abbinare tecnologia, storia e scienze matematiche, da sviluppare per l’esame di stato. Prese vita il “http://www.dagomari.prato.it/museo/htm/ingresso.htm ). Ma nacque anche lo stimolo a sviluppare, sempre con gli studenti, un qualcosa di tangibile: così nel corso degli anni, rovistando nei magazzini della scuola (che utilizza strumenti di calcolo a partire dalla sua apertura, nel 1961), nella soffitta di casa, nei mercatini dai cassonetti dei rifiuti, si sono materializzati dei pezzi decisamente interessanti, in attesa solo di essere ripuliti o riparati. Finalmente, nel 2011, i primi visitatori interessati hanno potuto visitare la raccolta, che esponenzialmente col tempo si è arricchita grazie anche alla collaborazione di tanti appassionati sparsi in tutta Italia. Il nostro scopo ultimo è diffondere la cultura informatica tramite la conoscenza di come facevano i calcoli padri e nonni degli iper-oggi.
Si allega comunque il percorso didattico suggerito per la visita ragionata del Museo.

Patrimonio
Una molteplicità di strumenti di calcolo, che evidenzia il passaggio dagli strumenti meccanici agli elettromeccanici, per arrivare all’elettronica. Il catalogo di tutti gli strumenti custoditi, sempre aggiornato, è disponibile sul sito all’indirizzo http://museo.dagomari.prato.it/doc/catalogo.pdf