Società toscana per la storia del Risorgimento

Sede e contatti
Via S. Egidio 21, 50122 Firenze
Telefono: 055.2480561
E-mail: segreteria@toscanarisorgimento.it
Sito web: http://www.toscanarisorgimento.it/

Organi direttivi
Presidente e legale rappresentante: Sandro Rogari

Breve storia e finalità
Le origini: nella tarda primavera del 1946, all’indomani del ventennio fascista ed al chiudersi della drammatica esperienza bellica, Eugenio Artom, Sergio Camerani, Carlo Morandi, Giovanni Calò, Alessandro Levi, Raffaele Ciampini,  studiosi ed appassionati di storia del Risorgimento,  si riunivano per dar vita alla Società Toscana per la storia del Risorgimento con lo scopo, come scriveva Artom nel 1971, “di ritornare alla Storia, riviverla senza preconcetti e senza deformazioni politiche, per conoscerla con obiettività di indagine, per ripensarla con sincerità di meditazioni, per farla conoscere agli Italiani che l’avevano mal conosciuta o che l’avevano dimenticata, così da poterne trarre insegnamenti nuovi a meglio comprendere la realtà del presente e le possibilità del futuro”.

L’Assemblea dei soci, riunitasi il 30 giugno 1946 nel complesso delle ex Oblate, in via Sant’Egidio, a Firenze, decretava la costituzione della nuova associazione, che si ricollegava all’esperienza maturata in seno al Comitato Fiorentino della Società Nazionale per la storia del Risorgimento al Museo del Risorgimento di Firenze, trasformatosi, nell’agosto 1945, nella Biblioteca Archivio del Risorgimento. Così la Società Toscana trovava la propria naturale sede nella Biblioteca del Risorgimento, nata appena un anno prima al termine della breve e travagliata esistenza che aveva caratterizzato il Museo del Risorgimento sin dalla sua costituzione nel 1909.

Le finalità: fin dalle sue origini, la Società Toscana indirizzava i suoi sforzi nella duplice direzione individuata nello Statuto Sociale approvato nel novembre 1946 e recentemente aggiornato: promuovere in Toscana la conoscenza della storia del Risorgimento e dell’Italia unita, organizzando convegni, giornate di studio, cicli di conferenze, mostre documentarie, pubblicando, fin dal 1955,  la Rassegna Storica Toscana, curando  la collana Biblioteca Storica Toscana, dando alle stampe una serie nutrita di pubblicazioni (monografie, repertori, cataloghi) che permettessero la raccolta, e la divulgazione dei risultati delle ricerche di storia fiorentina e toscana fra Settecento e Novecento, sempre legate alla più ampia articolazione della storia nazionale ed internazionale;  ricercare e conservare il materiale documentario e iconografico  riguardante la storia cittadina e regionale fra XVIII e XX secolo.

L’attività della Società si è sempre contraddistinta per l’organizzazione di convegni e giornate di studio, per la cura di mostre documentarie e per l’organizzazione di cicli di conferenze.
Oltre all’attività scientifica, la Società ha costantemente svolto un’opera di divulgazione della conoscenza storica del periodo risorgimentale.
L’attività della Società Toscana si è sempre caratterizzata per gli aiuti forniti a studiosi e studenti, per lavori di ricerca storica e tesi di laurea, grazie al costante impegno, nel sostegno alla consultazione scientificamente guidata del patrimonio bibliografico ed archivistico conservato nella Biblioteca Archivio del Risorgimento, arricchito dai fondi direttamente posseduti dalla Società Toscana e dei versamenti che, grazie all’impegno dei Consiglieri della Società, l’Istituto ha potuto garantirsi nel corso dei decenni.

Il patrimonio
Il patrimonio librario e documentario è considerevole: 22.000 volumi ed opuscoli sciolti, alcuni dei quali di grande pregio (miscellanee Vannoni e Ceccherini);  una raccolta di periodici che comprende i più importanti giornali fiorentini e toscani della metà dell’Ottocento (dall’”Antologia” alla “Patria”, dal  guerrazziano “Corriere livornese”  al montanelliano “Italia”,  ai rari “Indicatore livornese”, “Inferno”, “Scossa elettrica”); una collezione di proclami che comprende oltre 5.000 pezzi, dal periodo napoleonico alla fine del  XIX secolo; oltre 2500 inserti di documenti (val qui la pena di ricordare, in ordine sparso, le carte Bartolommei, Sansone d’Ancona, De Laugier, Enrico Poggi, Zannetti, Campanella, Luciani, Mazzucchelli, Pittaluga) i ricordi del Foscolo (raccolti al momento della translazione della salma dal cimitero di Chiswick alla basilica di S.Croce,  il fondo Antonio Bicchierai e, soprattutto, l’Archivio Fenzi (donato nel 1950 dagli eredi) che, con le sue oltre cento filze, costituisce, per le molteplici attività intraprese e per la rete di contatti e rapporti,  nazionali ed internazionali, intessuti dai noti banchieri fiorentini, una straordinaria fonte di conoscenza per la storia toscana ed italiana del XIX secolo.
Anche la raccolta iconografica è degna di menzione. Accanto ai dipinti del Lanfredini (La fucilazione di Ugo Bassi),  del Giacomelli (Lo scoprimento del monumento a Dante in Piazza S.Croce, ora esposto in Palazzo Vecchio) del Fabbi (La morte di Anita Garibaldi), dell’Uzielli (L’entrata di Vittorio Emanuele II al Quirinale), dello Steffani (Casa Garibaldi a Caprera), la Biblioteca possiede una notevole serie di stampe, caricature, allegorie che spaziano dalla fine del XVIII secolo alla prima Guerra Mondiale e che costituiscono una raccolta di circa 5.000 pezzi, tra cui, molto particolari, una serie di schizzi a penna che alcuni deputati facevano ai colleghi durante le sedute della Camera tra la fine dell’800 ed i primi anni del ‘900. Degni di menzione sono inoltre due piccole raccolte di impressioni dal vero: gli acquerelli di Felice Donghi relativi alle Cinque Giornate di Milano e gli oli di Faustino Joli sui corpi combattenti durante la I Guerra d’Indipendenza (fra cui spicca un soldato della fanteria di linea toscana del 1848).

 




Archivio di Stato di Firenze

Sede e contatti
Viale Giovine Italia 6, 50122 Firenze
Telefono: 055.263201
Fax: 055.2341159
E-mail: as-fi@beniculturali.it
Sito web: http://www.archiviodistato.firenze.it/asfi/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 8.30-17.30; sabato 8.30-13.30. Nella giornata di sabato non viene effettuato nessun prelevamento di materiale documentario né di libri. È solo possibile consultare il materiale richiesto nei giorni precedenti e tenuto in deposito, o i microfilm e le riproduzioni digitali.
La Sala di Studio è CHIUSA nei giorni FESTIVI e per tre settimane nel mese di AGOSTO.

Organi direttivi
Direttore: Carla Zarrilli
Vicedirettore: Francesco Martelli

Breve storia e finalità
L’Archivio fiorentino ebbe origine nel 1852, come Archivio centrale dello Stato, istituito per volontà del granduca Leopoldo II su impulso di Francesco Bonaini, che ne fu l’organizzatore e primo direttore. Docente di diritto dell’università pisana, Bonaini era espressione del milieu culturale e politico che si raccoglieva attorno a Giovan Pietro Vieusseux e a Gino Capponi e chiedeva da tempo una piena e qualificata apertura delle fonti documentarie al pubblico uso storico.

Nel nuovo istituto affluirono le carte delle magistrature e degli uffici centrali del Granducato di Toscana anteriori al 1815, quali gli archivi Diplomatico, delle Riformagioni, Mediceo, delle Regie Rendite, del Regio Diritto, delle Decime granducali, del Monte Comune e Demanio e Corporazioni religiose soppresse. Si trattava di per lo più di carte provenienti da concentrazioni archivistiche risalenti al Medioevo, alla Repubblica fiorentina, che furono ordinate secondo criteri metodologici innovatori, codificati nel paradigma del “metodo storico”.
Dopo l’Unità d’Italia, stabilito che gli Archivi di Stato ricevessero la documentazione non più utile all’amministrazione corrente, anche l’Archivio di Stato di Firenze accolse i primi versamenti di carte degli uffici periferici dello Stato unitario. Altre acquisizioni importanti furono le carte dello Stato civile Toscano (1808-1865), l’archivio notarile moderno, il catasto toscano del secolo XIX e i numerosi archivi privati acquistati, donati o depositati.

L’Archivio di Stato di Firenze, attualmente, secondo quanto previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. leg.vo 42/2004) e nell’ambito delle linee di indirizzo indicate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo entro il quale è inserito, esercita le attività relative alla conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio archivistico che esso conserva.

La sala di studio dell’Archivio fiorentino con le sue circa 17.000 presenze annue è la più frequentata d’Italia , gli utenti non italiani sono attualmente 1 su 5. Alle presenze fisiche in Sala di studio vanno aggiunti adesso i dati sugli accessi al sito web

Dalle origini fino al 1988 l’Archivio di Stato di Firenze ha avuto sede nel palazzo degli Uffizi. Colpito dall’alluvione del 1966, l’Archivio è stato nel 1988 trasferito nel nuovo edificio di Piazza Beccaria, progettato da Italo Gamberini e inaugurato ufficialmente il 4 febbraio 1989.

I compiti e i servizi: l’Archivio in particolare:

  • conserva archivi e  documenti originali di interesse storico (secc. VIII-XX) e ne assicura la consultazione per finalità di studio e di ricerca
  • promuove e realizza progetti ed eventi culturali che consentono la valorizzazione del patrimonio archivistico conservato
  • svolge attività scientifiche ed educative atte a favorire la diffusione delle conoscenze del patrimonio archivistico conservato
  • svolge attività di tutela nei confronti degli archivi correnti degli Organi e Uffici periferici dello Stato nella provincia di Firenze
  • Presso l’Archivio di Stato di Firenze, come presso altri 16 tra i maggiori Archivi di Stato italiani, è attiva una Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica. Si tratta di un corso di durata biennale, il cui funzionamento è regolato dalla “legge sugli archivi” del 1963 (art.14 del D.P.R. n.1409 del 30 .9.1963.

Patrimonio
L’Archivio di Stato di Firenze conserva oltre 75 Km di materiale documentario, dall’VIII sec. ai nostri giorni, raccolto in più di 600 fondi e costituito dalle più diverse tipologie (carteggi, diplomi, codici miniati, statuti, disegni, carte nautiche e geografiche)  che recano iscritta la memoria storica di Firenze e della Toscana e che fanno dell’Archivio un punto di riferimento per ricercatori di tutto il mondo.

La parte preponderante della documentazione è quella prodotta da magistrature e uffici dello stato dalle origini del comune fiorentino fino alla fine del granducato di Toscana e, per quanto riguarda l’Italia postunitaria  le carte non più occorrenti alle esigenze di servizio degli organi dell’amministrazione statale della provincia di Firenze. Ma conserva anche protocolli e atti notarili anteriori all’ultimo centennio, archivi di enti religiosi, di ospedali, società e imprese, di famiglie e di persone.




Fondazione Archivio Diaristico Nazionale Onlus

Sede e contatti
Sede legale: Piazza Plinio Pellegrini, 1, 52036 Pieve Santo Stefano AR.
Sede operativa: Piazza Amintore Fanfani, 14, 52036 Pieve Santo Stefano AR.
Telefono: 0575.797730; -797731
E-mail: adn@archiviodiari.it
Sito web: http://archiviodiari.org/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 8:30-13 e 15-18; è consigliata la prenotazione.
Chiuso sabato, domenica e festivi.

Organi direttivi
Presidente: Albano Bragagni
Vicepresidente: Lisa Marri
Direttore scientifico: Camillo Brezzi
Direttrice organizzativa: Natalia Cangi.

Breve storia e finalità
L’Archivio Diaristico Nazionale nasce come centro italiano di raccolta delle scritture autobiografiche nel 1984, su iniziativa del giornalista e scrittore Saverio Tutino e per volontà del Comune di Pieve Santo Stefano. Dal 1991 diviene una Fondazione con personalità giuridica privata, riconosciuta inizialmente dalla Regione Toscana e, il 7 giugno 2000, con Decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali. La Fondazione Adn, per la sua vocazione di raccolta pubblica e pubblicamente fruibile, non ha fini di lucro.

Il 16 luglio 1999 ottiene dalla Sovrintendenza Archivistica per la Toscana la notifica di “Archivio di notevole interesse storico” ai sensi del D.P.R. del 30 settembre 1963, n° 1409. La motivazione della certificazione è così esplicitata: “Archivio in oggetto costituisce la più importante raccolta sul territorio nazionale di diari personali, memorie, epistolari e, in generale, di documenti di tipo memorialistico”.
Il 3 giugno 2009 l’Archivio riceve dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali la notifica relativa alla Dichiarazione di interesse culturale (di cui al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 – Codice dei Beni Culturali) con la seguente motivazione: “Perché costituisce un complesso di eccezionale valore storico, riunendo un complesso di diari, memorie ed altri scritti inediti, testimonianze orali e fotografiche relativi ai vari aspetti della storia, del lavoro e della vicenda umana costituendo un complesso di fonti di interesse antropologico utili a documentare, tra l’altro, la storia italiana ed europea”.

Patrimonio
Il patrimonio dell’Archivio, costituito da circa 7000 scritti autobiografici, in continuo incremento, è interamente catalogato, con il software Cds/Isis fornito in Italia dalla Dba per conto dell’Unesco. Per completare la catalogazione informatica, la Fondazione ha ricevuto finanziamenti dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Arezzo e dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. É stato realizzato dall’Ufficio centrale dei Beni Archivio centrale di Stato, Archivio. I cataloghi Archivio, sia del fondo inedito (6515 testi) che della sua biblioteca di saggi e volumi Opac del polo bibliotecario aretino. Nel 2014 il sistema di catalogazione verrà sostituito da EOS.web.

Molti dei 7000 testi sono arrivati di anno in anno per partecipare al Premio Pieve Saverio Tutino, al quale possono partecipare diari, memorie ed epistolari. Oltre cento diari che hanno partecipato al premio, sono stati pubblicati presso case editrici di prestigio, come Einaudi, Mondadori, Giunti, Baldini & Castoldi, Mursia, Il Mulino. Con il titolo Terra matta, l’editore Einuadi ha pubblicato nel marzo 2007 l’opera di Vincenzo Rabito, vincitore del concorso 2000, ritenuta da molti esponenti del mondo culturale, nonché dallo stesso Ministero per i beni culturali, un capolavoro letterario.

 




Biblioteca dei ragazzi “il Palazzo dei racconti” di Campiglia Marittima

Sede e contatti
Palazzo pretorio, piazza Lotti, Campiglia Marittima (Livorno)
Telefono: 0565.838470
E-mail: palazzopretorio@comune.campigliamarittima.li.it
Sito web: http://www.comune.campigliamarittima.li.it/pagina246_biblioteca-dei-ragazzi.html
Orari di apertura: martedì, mercoledì e venerdì: 10:15-13:15 e 14-18:30; primo e terzo sabato del mese: 10:15-13:15 e 14-18:30

Organi direttivi
La struttura è gestita dalla società pubblica S.E.Fi srl totalmente partecipata dal Comune di Campiglia Marittima.
Bibliotecaria e addetta all’archivio: Valentina Fabiani

Breve storia e finalità
Nel 2010 è stata inaugurata a Palazzo Pretorio la Biblioteca dei Ragazzi, una struttura studiata affinché i più piccoli e i giovani possano riscoprire il valore della lettura. Nel 2011 il Comune ha promosso un concorso tra i bambini delle scuole per dare un nome a questo spazio, voluto e pensato per loro. Tra le tante proposte arrivate all’amministrazione comunale è stato scelta la denominazione “Palazzo dei racconti”, oggi un punto di riferimento importante per bambini, ragazzi, insegnanti e genitori. Un luogo di lettura ma anche fulcro di attività ed eventi, pensati non solo per le scuole ma anche per la comunità locale.

“Il palazzo dei racconti”, in accordo con la sua mission che riprende il Manifesto IFLA Unesco per le biblioteche pubbliche del 1995, ha instaurato, fin dalla sua nascita, una rete collaborativa e sinergica con le scuole e gli istituti educativi del territorio, al fine di incoraggiare le pratiche di accesso alla cultura, all’informazione e al diritto all’istruzione. La biblioteca dei ragazzi si pone come sostegno nell’apprendimento, attraverso progetti di doposcuola, laboratori di promozione alla lettura, incontri tematici e di laboratorio, che partono dalla scuola dell’infanzia e del nido fino a arrivare alla scuola secondaria di primo grado, nel rispetto dei bisogni culturali di ogni età.

In tale ottica la biblioteca dei ragazzi orienta lo sviluppo delle collezioni documentarie e la politica degli acquisti seguendo la produzione e le novità dell’editoria per bambini e ragazzi, sia per quanto riguarda i classici che per i temi emergenti del panorama contemporaneo, perché l’offerta documentaria ad accesso libero per la cittadinanza, sia sempre aggiornata con l’immaginario, i temi e i bisogni conoscitivi dell’infanzia e dell’adolescenza attuale.

Le attività
Il “Palazzo dei racconti” propone ogni anno agli istituti scolastici e ludico-educativi del territorio una serie di progetti, destinati agli studenti della scuola dell’infanzia e del nido, e alla scuola primaria e secondaria di primo grado. Le attività sono basate sulla fruizione di opere testuali, figurative e musicali, accompagnate dalla riflessione sulle loro contaminazioni. Le iniziative legate alla narrazione e alla promozione del libro, sono pensate per far emergere il piacere della lettura e avviare i bambini e i ragazzi alla comprensione e alla padronanza della complessità dei testi e del linguaggio. Inoltre il Palazzo dei racconti organizza nelle scuole il laboratorio di lettura “Biblinscuola”proponendo ogni anno una programmazione di moduli didattici vari e diversificati.

Per quanto riguarda il sostegno scolastico la biblioteca garantisce ospitalità per le attività di doposcuola ai bambini stranieri, inserendosi come sede per Campiglia M.ma, all’interno del progetto “Tam Tam”, promosso in collaborazione con il circolo interculturale “Samarcanda” di Piombino e l’istituto comprensivo “G. Marconi” con sede a Venturina Terme.

“Il palazzo dei racconti” apre con regolarità, agli stessi orari della Biblioteca dei ragazzi, anche l’Archivio storico che ha sede nello stesso edificio. La Biblioteca dei ragazzi offre inoltre il servizio di accesso e di visita guidata su prenotazione alla Mostra Museo Permanente C. Guarnieri, inaugurata in Palazzo pretorio alla fine di ottobre 2013, e si pone come punto di informazione turistica sul territorio.

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Biblioteca Civica Falesiana di Piombino

Sede e contatti
via Cavour, 52 – 57025 Piombino (Livorno)
Telefono e fax: 0565.226110
E-mail: biblioteca@comune.piombino.li.it
Sito web: http://www.comune.piombino.li.it/pagina666_biblioteche.html
http://pegaso.comune.livorno.it/piombino/fales.htm
Orari di apertura
Lunedì, martedì, giovedì e venerdì 9-13 e 14-19
Mercoledì: 11-12.50 e 15-18 servizio al Quartiere Salivoli
Sabato: 9-12.50 e 15.30-18.30 BiblioCoop al negozio di Salivoli

Durante il periodo estivo o in occasione di festività l’orario può subire cambiamenti.
In estate da giugno ad agosto si effettua il servizio di prestito mercoledì pomeriggio presso località Perelli.

Organi direttivi
A chi rivolgersi: Maria Gianfranchi, e-mail: mgianfranchi@comune.piombino.li.it

Breve storia e finalità
Le origini della Biblioteca risalgono agli anni 1904-1905 quando nacque come biblioteca circolante creata da alcuni eruditi locali a sostegno dell’Università Popolare Piombinese. Il 3 Marzo 1917, come riporta il registro del Consiglio Comunale, venne ufficialmente istituita dall’Amministrazione come Biblioteca Comunale, su proposta del Circolo di Cultura Popolare.
Il patrimonio librario iniziale fu costituito dai libri del Circolo di Cultura Popolare e della Scuola Tecnica intitolata a Ferruccio Niccolini. Questo istituto possedeva 3.200 testi di carattere tecnico e scientifico, patrimonio notevole per una scuola pubblica di quei tempi. La Biblioteca Comunale, alla quale erano annessi l’Università Popolare ed un piccolo museo scientifico, fu divisa in due sezioni: la sezione scolastica con solo accesso per gli alunni della Scuola Tecnica e la sezione circolante per tutti gli abitanti di Piombino.

Successivamente la Biblioteca fu arricchita con i lasciti di illustri cittadini piombinesi, come Giuseppe Montauti, cappellano dell’ospedale e il dottor Elmini che nel 1925, alla morte, lasciò la sua biblioteca personale costituita da libri di medicina e da testi sul marxismo e sul positivismo: varie vicende – anche di carattere politico – fecero sì che queste donazioni finissero disperse nel patrimonio librario della biblioteca, invece di costituire fondi intitolati ai donatori. La sede della Biblioteca Comunale, al momento dell’istituzione nel 1917, era situata in uno chalet in piazza Bovio, da cui fu trasferita in un locale di via C.Pisacane, adiacente al Cinema Sempione, quindi in via G.Garibaldi. Durante il periodo bellico la sede subì danni rilevanti a causa dei bombardamenti; inoltre fu danneggiata dall’alluvione che si abbattè su Piombino nella notte fra il 26 e il 27 Settembre 1951: le fu quindi assegnata la sede attuale, di via Cavour, nell’edificio scolastico ricostruito nel primo dopoguerra.

Servizi
• Prestito locale e interbibliotecario
• Informazione e consulenza bibliografica su cataloghi cartacei, on-line e in rete
• Informazione e consulenza bibliografica su archivi cartacei e in rete. Ricerca on-line relativa alle raccolte di legislazione italiana, regionale e comunitaria
• Attività di promozione alla lettura, (mostre, convegni e collaborazione con le scuole cittadine)
• Postazione internet gratuita, connessione wireless alla Rete Civica. WiFi
• Patrimonio librario 48.000 volumi circa, 58 periodici, 6 quotidiani, 1300 dvd

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Archivio Storico della Città di Piombino “Ivan Tognarini”

Sede e contatti

Casa delle Bifore, via Ferruccio n. 18, 57025 Piombino (LI)

Tel. 0565.63361

E-mail: archiviostorico@comune.piombino.li.it

Sito Web: https://www.comune.piombino.li.it/pagina18171_archivio-storico.html

Pagina FB: https://www.facebook.com/archiviostoricoPiombino/?fref=ts

 

ORARI

lunedì, martedì, giovedì 9.00 – 13.00

mercoledì e venerdì 9.00 – 13.00 e 14.30 alle 17.30

sabato chiuso

Durante il periodo estivo o in occasione di festività l’orario può subire cambiamenti

Per accedere alle sale si consiglia di prenotare

Accesso ai disabili solo al piano terra

 

Direzione e Coordinamento

Gabriella Fabbri  0565/63296

gfabbri@comune.piombino.li.it

Informazioni e consultazione materiale documentario:

Veronica Muoio

 

Breve storia e finalità

L’Archivio Storico della Città di Piombino inizia la propria attività nel 1990, alla fine del decennio che ha conosciuto la ripresa di un forte interesse per la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale esistente sul territorio.
L’amministrazione comunale individuò la sede della sezione separata dell’archivio nella Casa delle Bifore, abitazione civile del XIII secolo nei pressi del Palazzo Comunale nel centro storico della città. La Casa delle Bifore, unica testimonianza rimasta del nucleo abitativo più antico, è stata acquistata negli anni ’80 del Novecento dal Comune di Piombino ed era stata sottoposta ad un accurato restauro ad opera dall’architetto Italo Insolera.
Nella sezione separata d’archivio istituita presso la Casa delle Bifore fu trasferito nel 1990 il fondo comunale; nel 1994 si aggiunse la documentazione relativa al periodo in cui Piombino era uno Stato autonomo, 162 unità che coprono un arco temporale che corre dal 1441 al 1815. Questa documentazione era stata depositata nel 1912 a titolo cautelativo presso l’archivio di stato di Pisa.
Fin dalla sua nascita, l’archivio storico affianca alle tradizionali funzioni di conservazione, tutela, acquisizione dei fondi documentari di valore storico un intenso programma di attività promozionali e di valorizzazione (esposizioni, pubblicazioni, attività didattiche e formative), con l’obiettivo di realizzare un servizio aperto all’interazione con le associazioni, le scuole e i vari soggetti che operano per la promozione e valorizzazione culturale del territorio.
Il notevole incremento del patrimonio, avvenuto tra la fine del 1900 e i primi anni 2000 attraverso donazioni e depositi, ha permesso di raccogliere un patrimonio ampio e articolato tipologicamente, in grado di fare luce sulle vicende di un territorio ricco di storia: dall’antico stato autonomo degli Appiani prima e dei Ludovisi Boncompagni poi, al principato di Elisa Bonaparte Baciocchi, fino alle recenti vicende che hanno visto la nascita e lo sviluppo di uno dei più grandi poli siderurgici nazionali.
Il 27 febbraio 2019 il Consiglio Comunale con delibera n. 28 ha intitolato l’archivio storico della Città di Piombino al prof. Ivan Tognarini (scomparso il 15 marzo 2014) come riconoscimento del grande impegno nello studio e valorizzazione della storia del territorio e nella difesa del patrimonio industriale e culturale della città.

Le attività dell’archivio
• conservare e restaurare la documentazione
• riordinare ed inventariare i fondi creando strumenti adatti alla ricerca
• offrire assistenza alla ricerca e alla consultazione dei documenti
• valorizzare il patrimonio anche mediante attività didattiche, formative e di orientamento
• cooperare con gli istituti del Sistema documentario del territorio livornese (SDTL) nella definizione di progetti e programmi comuni.

Patrimonio documentario
L’Archivio storico del Comune di Piombino conserva un ricco e vasto patrimonio documentario relativo alla storia di Piombino e del suo territorio a partire dal 1441.
Il nucleo principale è costituito dal fondo comunale, l’insieme dei documenti prodotti e ricevuti dal Comune di Piombino nel corso della sua storia e nello svolgimento dell’attività istituzionale: tra questi è conservato il fondo dell’Opera di S. Antimo e della Fattoria di Vignale.
Nel fondo comunale è compreso anche un fondo iconografico contenente mappe, piante di progetti, prospetti, catasti e stampe e un ricco fondo fotografico che documenta eventi, luoghi e fatti storici della città e del territorio.
Nel tempo sono confluiti nell’archivio storico anche gli archivi di enti le cui funzioni sono state trasferite al Comune, quali l’archivio dell’Ente Comunale di Assistenza (ECA) e dell’Ente nazionale assistenza orfani lavoratori italiani (Enaoli), e gli archivi di enti soppressi, come l’archivio dell’Ospedale di Piombino, che conserva una documentazione interessante per ricostruire la storia demografica e sociale del territorio.

In seguito a versamenti, donazioni e lasciti di privati, l’archivio nel corso degli anni si è arricchito di fondi documentari di grande rilievo storico e culturale:
archivi di enti: Camera del lavoro di Piombino e sezione locale del Partito Comunista Italiano
archivi di famiglia: famiglia Bartalini – Zannellini – Gaggero
archivi di persona: Romualdo Cardarelli, Amulio e Ivan Tognarini, Michele Lungonelli, Mauro Carrara
fondi iconografici e fotografici: collezione di fotografie di Luigi Magnani, collezione di cartoline di Valerio Guerrieri, collezione di fotografie di Pino Bertelli, fondo fotografico del PCI, fondo fotografico della CGIL.
Archivi di impresa: fondo documentario e fotografico delle Acciaierie di Piombino
Oltre alla documentazione archivistica, fotografica, iconografica, sono annessi al patrimonio archivistico alcuni fondi bibliografici:
• Biblioteca Romualdo Cardarelli: circa 4000 volumi, contiene testi rari e antichi tra cui cinquecentine, volumi seicenteschi decorati con stampe e incisioni, periodici e libri moderni ricchi di annotazioni e glosse dello studioso
• Biblioteca Bartalini – Zannellini – Gaggero: circa 500 volumi, si compone di saggi politici, sociologici, pedagogici, testi di storia risorgimentale, opuscoli e riviste. Libri moderni databili a partire dalla fine dell’Ottocento
• Biblioteca dell’Ospedale civile e della sezione locale del Partito Comunista Italiano: testi specialistici, riviste e opuscoli

Qui è possibile leggere maggiori informazioni e scaricare la guida dell’archivio
https://www.comune.piombino.li.it/pagina19025_patrimonio-documentario.html
Qui è consultabile il fondo bibliografico
https://opacsol.comune.livorno.it/SebinaOpac

Patrimonio documentario
Archivio del Comune di Piombino
Preunitario, 1441-1865 (800 unità tra registri e filze)
Postunitario, 1865-1923 (anche protocolli delle deliberazioni fino al 1960) (1200 unità)
Archivio dell’Ente Comunale di Assistenza, 1937-1977 (370 unità)
Archivio dell’Ospedale Civile di Piombino, 1612-1973 (2000 unità)
Biblioteca ed emeroteca annesse all’Archivio dell’ospedale (circa 5000 unità)
Archivio di Romualdo Cardarelli, secc. XIII-XIX (218 buste contenenti circa 26000 carte di lavoro con copie manoscritte di documenti e appunti)
Biblioteca di R. Cardarelli (4000 volumi)
Archivio Bartalini-Zannellini-Gaggero, 1833-1987 (570 buste)
Biblioteca Bartalini-Zannellini-Gaggero (1100 volumi)
Archivio della Camera del Lavoro di Piombino, 1945-1986 (300 unità)
Fondo fotografico annesso all’Archivio della CGIL, anni 1940-‘90 (1200 tra foto e diapositive)
Fondo di Amulio Tognarini (pervenuto insieme all’archivio della CGIL, c.a 1000 fascicoli di fotocopie di vario contenuto)
Archivio di Ivan e Federigo Tognarini (carte di lavoro dello storico I. Tognarini e documenti del padre Federigo)
Archivio fotografico Lucchini S.p.A., fine ‘800- primi anni 2000 (circa 30 000 unità tra foto a stampa, lastre, filmati VHS)
Collezione fotografica del P.C.I., anni 1930-’90 (circa 1000 fotografie)
Collezione di cartoline di Valerio Guerrieri, fine ‘800- 1980 (3000 unità)
Collezione di Luigi Magnani, fine ‘800-1995 (29 album di fotografie e cartoline , c.a. 1000 foto, e 5 buste di appunti)
Fondo cartografico, stampe, fotografie, diapositive, audiovisivi (c.a. 1000 pezzi, 1583- 1980)

 

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Il Museo del Vetro di Empoli (MUVE)

Sede e contatti
Magazzino del Sale, via Ridolfi 70, 50053 Empoli (FI)
Telefono: 0571.76714
E-mail: info@museodelvetrodiempoli.it
Sito web: www.museodelvetrodiempoli.it
Orari di apertura: dal martedì alla domenica 10-19; chiuso il lunedì, il 1° gennaio, il 1° maggio, il 25 dicembre; il 24 e 31 dicembre la chiusura è anticipata alle 13.

Organi direttivi
Comune di Empoli, Servizio Cultura, Giovani e Sport
Coordinamento: Stefania Terreni
Comitato scientifico: Silvia Ciappi, Cristina Gnoni Mavarelli, Giuseppina Carla Romby, Leonardo Terreni, Stefania Viti

Breve storia e finalità
Empoli è un noto centro di produzione vetraria con una storia secolare: l’attività produttiva ha interessato sia il settore artigianale che quello industriale. La maturata consapevolezza del valore storico e culturale dell’attività vetraria empolese ha dato origine al progetto del  Museo del Vetro, realizzato e inaugurato dal Comune di Empoli nel 2010.

DSC_9763La sede è quella del “Magazzino del Sale”, edificio posto nel centro storico cittadino il cui recupero ha consentito la valorizzazione di un’antica struttura architettonica utilizzata fino dal XV secolo per lo stoccaggio e il commercio del sale. La rilevanza architettonica del “Magazzino” nel contesto urbano avvalora ancor più il museo del vetro quale luogo d’incontro tra memoria storica e identità collettiva della comunità empolese.

Il percorso museale delinea le origini e lo sviluppo dell’ industria del vetro di Empoli a partire da testimonianze archivistiche ed iconografiche dei secoli XV-XVII, più numerose e dettagliate nei due secoli successivi con la nascita della fornace Levantini, che alla fine del Settecento produceva fiaschi, vetri da tavola, lastre da finestra e vetri da spezieria e la sua acquisizione nell’Ottocento da parte della famiglia Del Vivo, che ne accentuò lo sviluppo industriale.

DSC_9822Agli inizi del XX secolo crebbe il numero delle vetrerie dedite alla produzione di contenitori in vetro verde: il fiasco, fortemente richiesto dal commercio vinicolo locale, s’imposte quale prodoto principale delle fornaci empolesi. Il particolare colore verde del vetro era dato dall’ossido di ferro presente nella sabbia impiegata per la fabbricazione del vetro. Con il tipico vetro “verde Empoli” furono realizzati, dagli anni Venti del Novecento, oggetti per la tavola e per l’arredamento particolarmente apprezzati nelle esposizioni nazionali ed internazionali dell’epoca. A partire dagli anni ’50 del Novecento si affermarono le produzioni di vetro bianco, colorato e cristallo.

DSC_9786Attività: il Museo offre ai visitatori una collezione “permanente” in cui agli oggetti di proprietà del museo si affiancano oggetti concessi da cittadini e collezionisti in comodato gratuito. Nel corso dell’anno il MuVe ospita esposizioni temporanee, che ampliano e diversificano l’offerta espositiva. Oltre alle mostre su aspetti particolari del vetro – almeno due ogni anno –  sono presentati eventi espositivi che spaziano su soggetti a carattere locale.

Il Museo del vetro è la sede privilegiata anche per lo svolgimento di attività culturali nel cuore della città: concerti, teatro, presentazione di libri, performance, oltre all’attività didattica e di laboratorio.

II museo mette a disposizione un percorso tattile, fruibile anche da visitatori ipovedenti o non vedenti. Il percorso tattile su La lavorazione artigianale del vetro: dalle materie prime al prodotto finito è affiancato da un commento sonoro e propone una modalità di fruizione e di conoscenza attraverso materiali e oggetti da toccare: le materie prime, uno stampo di metallo e l’oggetto realizzato,  attrezzi di lavoro e  alcuni oggetti di uso comune in vetro verde, che hanno caratterizzato per un  lungo periodo la produzione vetraria empolese, come fiaschi, damigiane, ampolle, fiasche da ghiaccio.

DSC_9779Patrimonio
Oltre a disporre di un’ampia collezione di oggetti di vetro, attrezzi e strumenti di lavoro, il museo è strettamente connesso ad un Centro di documentazione del vetro, che fa capo all’Archivio storico comunale, in cui è confluito materiale archivistico, bibliografico, fotografico e multimediale e che dalla sua istituzione (1996) ha messo in opera attività di ricerca, pubblicazione e valorizzazione.
È in corso di stampa la pubblicazione della guida/catalogo del Museo del vetro di Empoli, completa di bibliografia aggiornata.




BidibiBook La Biblioteca di Riotorto

Sede e contatti
via della Bottaccina n.13/D 57025 Riotorto, Piombino (Livorno)
Telefono: 0565.63412
E-mail: biblioriotorto@comune.piombino.li.it
Sito web: http://bibliotecariotorto.weebly.com/index.html
Orari di apertura: dal 15 settembre al 15 giugno: lunedì, giovedì, venerdì 15-19; martedì e sabato 9-13; mercoledì chiuso. Dal 15 giugno al 15 settembre: lunedì 17-20; martedì, giovedì, venerdì e sabato 8.30-13; mercoledì chiuso.

Organi direttivi
Responsabile biblioteca: Gabriella Fabbri

Breve storia e finalità
La Biblioteca di Riotorto, sede distaccata della Biblioteca Civica Falesiana, è stata istituita nel 1982, con atto del Consiglio Comunale di Piombino, come servizio culturale per gli abitanti di Riotorto.
Dal 2011 la biblioteca si chiama BiDiBi Book, nome scelto dalle scuole del paese al termine di un percorso di rinnovamento della struttura e dei servizi offerti.

Principali servizi offerti:
Prestito libri, riviste, dvd, prestito interbibliotecario, connessione wi-fi gratuita, postazioni internet, spazio bambini, attività di promozione culturale: presentazione libri, conferenze, letture animate.

Patrimonio
dotazione documentaria totale: 8515
riviste: 18
dvd: 160 circa

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