Fondazione Spadolini Nuova Antologia

Sede e contatti

Fondazione Nuova Antologia
Via Pian dei Giullari, 139, 50125 Firenze
Telefono: 055.687521
E-mail: fondazione@nuovaantologia.it
nuovaantologia@pec.it
Sito web: http://nuovaantologia.it/


Biblioteca

Via Pian dei Giullari, 139, 50125 Firenze
Telefono: 055.2336071
E-mail: fondazione@nuovaantologia.it
Orari di apertura: da lunedì a giovedì 9.20-16.40
Settore di Storia contemporanea
Via Pian dei Giullari, 36/a, 50125 Firenze
Sede di via Cavour
Via Cavour, 28, 50122 Firenze

 

La Biblioteca è dislocata in tre sedi: nella sede della Fondazione a Pian dei Giullari (n. 139), con i volumi relativi a Illuminismo, Rivoluzione francese ed epoca napoleonica, opere di letteratura e critica letteraria, riviste e periodici del XIX Firenze e alla Toscana.
Sempre in questa sede si trova la collezione d’arte con varie opere di artisti italiani dell’Ottocento e primo Novecento, stampe e documenti, la raccolta di oggetti napoleonici e risorgimentali.
Nella biblioteca aperta al pubblico, situata sempre a Pian dei Giullari (n. 36/A), si trova il settore di Storia contemporanea e risorgimentale. Nella dimora storica della famiglia Spadolini, in via Cavour a Firenze, posta di recente sotto vincolo dalla Soprintendenza della Toscana quale “casa della memoria”, sono raccolti i volumi correlati all’Arte e alla storia delle città italiane, alla fondazione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, oltre ad alcune sezioni minori.

Organi direttivi
Presidente: Cosimo Ceccuti
Vicepresidente: Sandro Rogari

Breve storia e finalità
La Fondazione Spadolini Nuova Antologia fu costituita da Giovanni Spadolini nel luglio 1980, con decreto del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, al fine di assicurarle la proprietà della “Nuova Antologia”, una delle più prestigiose riviste culturali italiane ed europee, nata a Firenze nel 1866, erede della ”Antologia” di Giovan Pietro Vieusseux.

ETR_0379Spadolini ha collaborato fin dagli inizi della sua carriera di storico e giornalista alle pagine della Nuova Antologia e intorno alla metà degli anni Cinquanta ne assunse la Direzione, incarico che ha mantenuto per quarant’anni.
Alla sua morte Spadolini lascia la Fondazione erede di tutto il suo patrimonio culturale e immobiliare perché il suo desiderio era “quello di vedere le stanze della mia casa a Pian dei Giullari – quando io non ci sarò più – popolate di giovani che studiano le carte e i libri che ho raccolto nel corso di tutta la mia vita…. Voglio che quella casa, dopo la mia morte, rimanga la “casa dei libri”. Tutto dovrà rimanere così come è, in cima a quel poggio di cipressi antichi: l’emeroteca, i libri, le collezioni, al servizio delle nuove generazioni di studiosi”.

Dal momento della scomparsa del fondatore, il 4 agosto 1994, retta da un Consiglio di Amministrazione, la Fondazione ha proseguito e incrementato l’impegno culturale senza fine di lucro, con particolare attenzione alla formazione dei giovani: ha portato avanti sia la pubblicazione della rivista che delle altre pubblicazioni ad essa correlate; ha iniziato un importante e necessario lavoro di catalogazione degli oltre ottantamila volumi raccolti da Spadolini e delle nuove acquisizioni, il riordino degli innumerevoli documenti e oggetti di particolare rilevanza storica e la conservazione della pinacoteca che consta di pezzi di grande valore artistico.

Fini e compiti istituzionali:

  • Garantire la continuità della pubblicazione della rivista “Nuova Antologia”.
  • Promuovere ricerche e pubblicazioni di studi e documenti alla storia contemporanea.
  • Assicurare la continuazione del Premio Spadolini su “Storia politica e culturale dell’Italia contemporanea (‘800-‘900)”.
  • Ordinare raccolte di volumi, materiale d’archivio, di documenti storici legati alla storia dell’Italia contemporanea.
  • Collaborare con istituzioni culturali ed enti pubblici e privati italiani e stranieri.
  • Offrire al pubblico l’uso della propria biblioteca, emeroteca e archivio.

Il catalogo della biblioteca della Fondazione (aderente a SDIAF e SBN) è consultabile sul sito www.nuovaantologia.it.

Attività. In base allo statuto, compiti prioritari della Fondazione sono quelli di assicurare la continuità della pubblicazione della “Nuova Antologia – rivista di Lettere Scienze ed Arti” – nel rispetto della sua lunga tradizione culturale, politica e civile, mantenendo la sua indipendenza dal potere politico ed economico, e di garantire l’apertura al pubblico della Biblioteca.

Ma l’attività della Fondazione comprende numerose iniziative correlate, dall’assegnazione annuale di diverse borse di studio per tesi di laurea e di dottorato relative alla “Storia politica e culturale dell’Italia contemporanea (‘800-‘900)”, all’organizzazione di giornate di studio, seminari e convegni nazionali e internazionali. Le sale della biblioteca vengono utilizzate per incontri, presentazioni di libri e l’allestimento di mostre di documenti storici, ma anche di opere d’arte antica e moderna, con particolare riferimento al nutrito patrimonio artistico e documentario lasciato dallo stesso Giovanni Spadolini in eredità alla Fondazione.

La Fondazione in collaborazione con l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze cura il funzionamento del “Centro Studi della Civiltà Toscana fra ‘800 e ‘900” e le relative pubblicazioni nella specifica collana, edite da Mondadori Education, Firenze. L’attività editoriale della Fondazione, in collaborazione con Edizioni  Polistampa di Firenze, si arricchisce con la pubblicazione delle collane: “Biblioteca della Nuova Antologia” e “Scritti giornalistici di Giovanni Spadolini”; oltre alla pubblicazione di atti di convegni e cataloghi di esposizioni organizzate sia in  sede che fuori.
La rivista “Nuova Antologia”, pubblicata con cadenza trimestrale, è diretta da Cosimo Ceccuti ed edita da Mondadori Education.

1. GalleriaPatrimonio

Biblioteca: c. 80.000 volumi e periodici
Archivio: Archivi 1974-76 Ministro fondatore dei Beni Culturali; 1976-79 Presidente Commissione Pubblica Istruzione; 1979 Ministro della Pubblica Istruzione; 1979-87 Segretario PRI; 1980 Costituzione Fondazione Nuova Antologia; 1981-82 Presidente del Consiglio;1987-94 Presidente Senato.
Fondi e carteggi, fra i quali: Fernando Zannetti,  Giuseppe Montanelli, Pasquale Villari,  Romolo Murri, Paoletti – Le Monnier, Guido De Ruggiero, Alfredo Oriani, Ugo Ojetti,  Nellie Galiani, Georges Sorel,  Luigi Federzoni. Lettere di Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Tito Speri, Bettino Ricasoli, Thaon de Ravel, Nello Rosselli, Eugenio Montale.




Biblioteca Nazionale Centrale Firenze

Sede e contatti
Piazza dei Cavalleggeri 1, 50122 Firenze
Telefono: Centralino 055.249191; informazioni 055.24919 280; relazioni con il pubblico 055.24919 257; amministrazione 055.24919 31
E-mail: bnc-fi@beniculturali.it
Sito web: http://www.bncf.firenze.sbn.it/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 8.15-19; sabato 8.15-13.30. La Biblioteca è chiusa al pubblico la prima e la seconda settimana di agosto. Durante tale periodo,saranno comunque consentiti la consultazione dei cataloghi e l’espletamento dei servizi di informazione e di prestito dalle ore 11.00 alle ore 13.00. Nel restante periodo del mese di agosto la biblioteca sarà aperta in orario antimeridiano dal lunedì al sabato dalle 8.15 – 13.30.
Per ulteriori informazione riguardo gli orari dei singoli servizi offerti dalla biblioteca, consultare il sito web.

Organi direttivi
Consiglio di Amministrazione
Collegio Revisori dei Conti
Consiglio Scientifico
Direttore: Luca Bellingeri

 Breve storia e finalità
L’attuale Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ha origine dalla biblioteca privata di Antonio Magliabechi, costituita da circa 30.000 volumi, lasciata nel 1714, secondo il suo testamento, “a beneficio universale della città di Firenze”. Per incrementare la nascente Biblioteca nel 1737 fu stabilito per decreto che vi fosse depositato un esemplare di tutte le opere che si stampavano a Firenze e dal 1743 in tutto il Granducato di Toscana. Nel 1747 fu aperta per la prima volta al pubblico con il nome di Magliabechiana. Nel 1771 il granduca Pietro Leopoldo rinunciò alla Biblioteca Mediceo-palatino-lotaringia e la volle unita alla Magliabechiana. Da allora in poi la Biblioteca si arricchì ulteriormente di molti altri pregevoli fondi. Spiccano quelli delle biblioteche ex monastiche, incamerati a seguito della politica di soppressione dei conventi messa in atto da Pietro Leopoldo e ripresa da Napoleone.

Nel 1861, su iniziativa di Francesco De Sanctis, allora ministro dell’Istruzione, il neonato Regno d’Italia promulgava, in data 22 dicembre, un decreto che stabiliva l’unificazione della Biblioteca Magliabechiana con la grande Biblioteca Palatina (costituita da Ferdinando III di Lorena e continuata dal suo successore Leopoldo II).
Il nuovo istituto assume la denominazione di Biblioteca Nazionale.

Dal 1869, dalla promulgazione del Regio Decreto in data 25 novembre, la Biblioteca Nazionale di Firenze  riceve per diritto di stampa una copia di tutto quello che viene pubblicato in Italia. Nel 1885 il “Regolamento organico delle biblioteche del Regno” sancisce per la Nazionale di Firenze e quella di Roma l’attribuzione del titolo “Centrale”.

Originariamente la Biblioteca ebbe sede in locali che facevano parte del complesso degli Uffizi; nel 1935 fu trasferita nella sua sede attuale, costruita, a partire dal 1911, su progetto dell’architetto Cesare Bazzani e successivamente ampliata dall’architetto Vincenzo Mazzei. L’edificio, uno dei rari esempi di edilizia bibliotecaria, fa parte dell’area monumentale del complesso di Santa Croce.

Patrimonio
La Biblioteca dispone di un patrimonio di6.000.000 volumi a stampa; 120.000 testate di periodici di cui 15.178 in corso; 4.000 incunaboli, 25.000 manoscritti, 29.120 edizioni del XVI secolo, 2.696.327 opuscoli e oltre 1.000.000 di autografi.  Le scaffalature dei depositi librari coprono attualmente 136 Km  lineari, con un incremento annuo di oltre 1 Km e mezzo.




Archivio Storico del Comune di Firenze

Sede e contatti
Palazzo Bastogi, via dell’Oriuolo 33-35, 50122 Firenze
Telefono: 055.2616527
E-mail: archstor@comune.fi.it
luca.brogioni@comune.fi.it
giuseppe.cuscito@comune.fi.it
Sito web: http://wwwext.comune.fi.it/archiviostorico/
Orari di apertura: Lunedì 9-15.30; martedì, mercoledì e giovedì 9-18; venerdì 9-15.30. Sabato chiuso.

Organi direttivi
Comune di Firenze, Direzione Cultura Turismo e Sport, Servizio Biblioteche Archivi Eventi
Responsabile: Luca Brogioni, Giuseppe Cuscito

Breve storia e finalità
Il Comune moderno nasce dalle riforme illuministe settecentesche. Il 20 novembre 1781 Pietro Leopoldo di Lorena promulga l’editto che costituisce la Comunità di Firenze, separando l’amministrazione dello stato fiorentino assurto a stato regionale dall’amministrazione della città. Si succedono nel tempo la Mairie durante l’amministrazione francese (1808-1814), di nuovo la Comunità con la restaurazione e infine il Comune dal 1865 con la legge Lanza sulleamministrazioni locali del nuovo stato nazionale.

Tutti i documenti prodotti nell’esercizio delle funzioni si sono accumulati in diversi depositi dell’amministrazione gestiti dai diversi uffici dalla Segreteria generale, all’Istruzione fino alla deliberazione del Consiglio comunale, nel 1976, dell’istituzione di un apposito Servizio di Archivio storico, recependo la legge del 1963 sugli Archivi, che obbliga gli enti locali ad istituire una Sezione separata d’Archivio per i documenti relativi agli affari esauriti da oltre 40 anni.
La sede dell’Archivio storico venne individuata in Palazzo Bastogi, in via dell’Oriuolo, dove vennero riuniti tutti i fondi storici, permettendo così l’inizio dei lavori di riordinamento secondo il metodo storico e l’inventariazione informatizzata, vera attività pioneristica nel settore documentario.

L’Archivio, fonte per l’attestazione giuridica delle attività amministrative nel tempo e di informazioni per la conoscenza e la salvaguardia della memoria cittadina, come previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio  si impegna a:

  • accogliere la documentazione storica degli uffici comunali.
  • acquisire archivi di enti soppressi e di privati sotto forma, questi ultimi, di deposito o di donazione.
  • conservare e restaurare la documentazione.
  • schedare, ordinare e inventariare gli archivi, creando idonei strumenti di ricerca tramite l’applicazione delle tecniche informatiche e la diffusione dei dati in rete, al fine di garantire agli utenti la massima accessibilità ai documenti.
  • favorire la libera consultazione dei documenti inventariati e il rilascio di copie digitali.
  • valorizzare il patrimonio documentario e promuovere mostre, incontri, visite guidate, attività didattiche, formative e di orientamento
  • collaborare con la Soprintendenza Archivistica per la Toscana, l’Archivio di Stato e le altre Soprintendenze statali, con il sistema documentario SDIAF, con la Regione Toscana e la Provincia per collaborare alla storia comparata del territorio.

Patrimonio
L’Archivio storico conserva come nucleo principale tutti i documenti prodotti e ricevuti dall’amministrazione locale fiorentina dall’anno della sua istituzione avvenuta con l’editto di Pietro Leopoldo del 20 novembre 1781, fino al 1973. Il patrimonio documentario storico ammonta a circa 35.000 unità archivistiche ed a 50.000 elaborati grafici.

 




Società toscana per la storia del Risorgimento

Sede e contatti
Via S. Egidio 21, 50122 Firenze
Telefono: 055.2480561
E-mail: segreteria@toscanarisorgimento.it
Sito web: http://www.toscanarisorgimento.it/

Organi direttivi
Presidente e legale rappresentante: Sandro Rogari

Breve storia e finalità
Le origini: nella tarda primavera del 1946, all’indomani del ventennio fascista ed al chiudersi della drammatica esperienza bellica, Eugenio Artom, Sergio Camerani, Carlo Morandi, Giovanni Calò, Alessandro Levi, Raffaele Ciampini,  studiosi ed appassionati di storia del Risorgimento,  si riunivano per dar vita alla Società Toscana per la storia del Risorgimento con lo scopo, come scriveva Artom nel 1971, “di ritornare alla Storia, riviverla senza preconcetti e senza deformazioni politiche, per conoscerla con obiettività di indagine, per ripensarla con sincerità di meditazioni, per farla conoscere agli Italiani che l’avevano mal conosciuta o che l’avevano dimenticata, così da poterne trarre insegnamenti nuovi a meglio comprendere la realtà del presente e le possibilità del futuro”.

L’Assemblea dei soci, riunitasi il 30 giugno 1946 nel complesso delle ex Oblate, in via Sant’Egidio, a Firenze, decretava la costituzione della nuova associazione, che si ricollegava all’esperienza maturata in seno al Comitato Fiorentino della Società Nazionale per la storia del Risorgimento al Museo del Risorgimento di Firenze, trasformatosi, nell’agosto 1945, nella Biblioteca Archivio del Risorgimento. Così la Società Toscana trovava la propria naturale sede nella Biblioteca del Risorgimento, nata appena un anno prima al termine della breve e travagliata esistenza che aveva caratterizzato il Museo del Risorgimento sin dalla sua costituzione nel 1909.

Le finalità: fin dalle sue origini, la Società Toscana indirizzava i suoi sforzi nella duplice direzione individuata nello Statuto Sociale approvato nel novembre 1946 e recentemente aggiornato: promuovere in Toscana la conoscenza della storia del Risorgimento e dell’Italia unita, organizzando convegni, giornate di studio, cicli di conferenze, mostre documentarie, pubblicando, fin dal 1955,  la Rassegna Storica Toscana, curando  la collana Biblioteca Storica Toscana, dando alle stampe una serie nutrita di pubblicazioni (monografie, repertori, cataloghi) che permettessero la raccolta, e la divulgazione dei risultati delle ricerche di storia fiorentina e toscana fra Settecento e Novecento, sempre legate alla più ampia articolazione della storia nazionale ed internazionale;  ricercare e conservare il materiale documentario e iconografico  riguardante la storia cittadina e regionale fra XVIII e XX secolo.

L’attività della Società si è sempre contraddistinta per l’organizzazione di convegni e giornate di studio, per la cura di mostre documentarie e per l’organizzazione di cicli di conferenze.
Oltre all’attività scientifica, la Società ha costantemente svolto un’opera di divulgazione della conoscenza storica del periodo risorgimentale.
L’attività della Società Toscana si è sempre caratterizzata per gli aiuti forniti a studiosi e studenti, per lavori di ricerca storica e tesi di laurea, grazie al costante impegno, nel sostegno alla consultazione scientificamente guidata del patrimonio bibliografico ed archivistico conservato nella Biblioteca Archivio del Risorgimento, arricchito dai fondi direttamente posseduti dalla Società Toscana e dei versamenti che, grazie all’impegno dei Consiglieri della Società, l’Istituto ha potuto garantirsi nel corso dei decenni.

Il patrimonio
Il patrimonio librario e documentario è considerevole: 22.000 volumi ed opuscoli sciolti, alcuni dei quali di grande pregio (miscellanee Vannoni e Ceccherini);  una raccolta di periodici che comprende i più importanti giornali fiorentini e toscani della metà dell’Ottocento (dall’”Antologia” alla “Patria”, dal  guerrazziano “Corriere livornese”  al montanelliano “Italia”,  ai rari “Indicatore livornese”, “Inferno”, “Scossa elettrica”); una collezione di proclami che comprende oltre 5.000 pezzi, dal periodo napoleonico alla fine del  XIX secolo; oltre 2500 inserti di documenti (val qui la pena di ricordare, in ordine sparso, le carte Bartolommei, Sansone d’Ancona, De Laugier, Enrico Poggi, Zannetti, Campanella, Luciani, Mazzucchelli, Pittaluga) i ricordi del Foscolo (raccolti al momento della translazione della salma dal cimitero di Chiswick alla basilica di S.Croce,  il fondo Antonio Bicchierai e, soprattutto, l’Archivio Fenzi (donato nel 1950 dagli eredi) che, con le sue oltre cento filze, costituisce, per le molteplici attività intraprese e per la rete di contatti e rapporti,  nazionali ed internazionali, intessuti dai noti banchieri fiorentini, una straordinaria fonte di conoscenza per la storia toscana ed italiana del XIX secolo.
Anche la raccolta iconografica è degna di menzione. Accanto ai dipinti del Lanfredini (La fucilazione di Ugo Bassi),  del Giacomelli (Lo scoprimento del monumento a Dante in Piazza S.Croce, ora esposto in Palazzo Vecchio) del Fabbi (La morte di Anita Garibaldi), dell’Uzielli (L’entrata di Vittorio Emanuele II al Quirinale), dello Steffani (Casa Garibaldi a Caprera), la Biblioteca possiede una notevole serie di stampe, caricature, allegorie che spaziano dalla fine del XVIII secolo alla prima Guerra Mondiale e che costituiscono una raccolta di circa 5.000 pezzi, tra cui, molto particolari, una serie di schizzi a penna che alcuni deputati facevano ai colleghi durante le sedute della Camera tra la fine dell’800 ed i primi anni del ‘900. Degni di menzione sono inoltre due piccole raccolte di impressioni dal vero: gli acquerelli di Felice Donghi relativi alle Cinque Giornate di Milano e gli oli di Faustino Joli sui corpi combattenti durante la I Guerra d’Indipendenza (fra cui spicca un soldato della fanteria di linea toscana del 1848).

 




Archivio di Stato di Firenze

Sede e contatti
Viale Giovine Italia 6, 50122 Firenze
Telefono: 055.263201
Fax: 055.2341159
E-mail: as-fi@beniculturali.it
Sito web: http://www.archiviodistato.firenze.it/asfi/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 8.30-17.30; sabato 8.30-13.30. Nella giornata di sabato non viene effettuato nessun prelevamento di materiale documentario né di libri. È solo possibile consultare il materiale richiesto nei giorni precedenti e tenuto in deposito, o i microfilm e le riproduzioni digitali.
La Sala di Studio è CHIUSA nei giorni FESTIVI e per tre settimane nel mese di AGOSTO.

Organi direttivi
Direttore: Carla Zarrilli
Vicedirettore: Francesco Martelli

Breve storia e finalità
L’Archivio fiorentino ebbe origine nel 1852, come Archivio centrale dello Stato, istituito per volontà del granduca Leopoldo II su impulso di Francesco Bonaini, che ne fu l’organizzatore e primo direttore. Docente di diritto dell’università pisana, Bonaini era espressione del milieu culturale e politico che si raccoglieva attorno a Giovan Pietro Vieusseux e a Gino Capponi e chiedeva da tempo una piena e qualificata apertura delle fonti documentarie al pubblico uso storico.

Nel nuovo istituto affluirono le carte delle magistrature e degli uffici centrali del Granducato di Toscana anteriori al 1815, quali gli archivi Diplomatico, delle Riformagioni, Mediceo, delle Regie Rendite, del Regio Diritto, delle Decime granducali, del Monte Comune e Demanio e Corporazioni religiose soppresse. Si trattava di per lo più di carte provenienti da concentrazioni archivistiche risalenti al Medioevo, alla Repubblica fiorentina, che furono ordinate secondo criteri metodologici innovatori, codificati nel paradigma del “metodo storico”.
Dopo l’Unità d’Italia, stabilito che gli Archivi di Stato ricevessero la documentazione non più utile all’amministrazione corrente, anche l’Archivio di Stato di Firenze accolse i primi versamenti di carte degli uffici periferici dello Stato unitario. Altre acquisizioni importanti furono le carte dello Stato civile Toscano (1808-1865), l’archivio notarile moderno, il catasto toscano del secolo XIX e i numerosi archivi privati acquistati, donati o depositati.

L’Archivio di Stato di Firenze, attualmente, secondo quanto previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. leg.vo 42/2004) e nell’ambito delle linee di indirizzo indicate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo entro il quale è inserito, esercita le attività relative alla conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio archivistico che esso conserva.

La sala di studio dell’Archivio fiorentino con le sue circa 17.000 presenze annue è la più frequentata d’Italia , gli utenti non italiani sono attualmente 1 su 5. Alle presenze fisiche in Sala di studio vanno aggiunti adesso i dati sugli accessi al sito web

Dalle origini fino al 1988 l’Archivio di Stato di Firenze ha avuto sede nel palazzo degli Uffizi. Colpito dall’alluvione del 1966, l’Archivio è stato nel 1988 trasferito nel nuovo edificio di Piazza Beccaria, progettato da Italo Gamberini e inaugurato ufficialmente il 4 febbraio 1989.

I compiti e i servizi: l’Archivio in particolare:

  • conserva archivi e  documenti originali di interesse storico (secc. VIII-XX) e ne assicura la consultazione per finalità di studio e di ricerca
  • promuove e realizza progetti ed eventi culturali che consentono la valorizzazione del patrimonio archivistico conservato
  • svolge attività scientifiche ed educative atte a favorire la diffusione delle conoscenze del patrimonio archivistico conservato
  • svolge attività di tutela nei confronti degli archivi correnti degli Organi e Uffici periferici dello Stato nella provincia di Firenze
  • Presso l’Archivio di Stato di Firenze, come presso altri 16 tra i maggiori Archivi di Stato italiani, è attiva una Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica. Si tratta di un corso di durata biennale, il cui funzionamento è regolato dalla “legge sugli archivi” del 1963 (art.14 del D.P.R. n.1409 del 30 .9.1963.

Patrimonio
L’Archivio di Stato di Firenze conserva oltre 75 Km di materiale documentario, dall’VIII sec. ai nostri giorni, raccolto in più di 600 fondi e costituito dalle più diverse tipologie (carteggi, diplomi, codici miniati, statuti, disegni, carte nautiche e geografiche)  che recano iscritta la memoria storica di Firenze e della Toscana e che fanno dell’Archivio un punto di riferimento per ricercatori di tutto il mondo.

La parte preponderante della documentazione è quella prodotta da magistrature e uffici dello stato dalle origini del comune fiorentino fino alla fine del granducato di Toscana e, per quanto riguarda l’Italia postunitaria  le carte non più occorrenti alle esigenze di servizio degli organi dell’amministrazione statale della provincia di Firenze. Ma conserva anche protocolli e atti notarili anteriori all’ultimo centennio, archivi di enti religiosi, di ospedali, società e imprese, di famiglie e di persone.




Il Museo del Vetro di Empoli (MUVE)

Sede e contatti
Magazzino del Sale, via Ridolfi 70, 50053 Empoli (FI)
Telefono: 0571.76714
E-mail: info@museodelvetrodiempoli.it
Sito web: www.museodelvetrodiempoli.it
Orari di apertura: dal martedì alla domenica 10-19; chiuso il lunedì, il 1° gennaio, il 1° maggio, il 25 dicembre; il 24 e 31 dicembre la chiusura è anticipata alle 13.

Organi direttivi
Comune di Empoli, Servizio Cultura, Giovani e Sport
Coordinamento: Stefania Terreni
Comitato scientifico: Silvia Ciappi, Cristina Gnoni Mavarelli, Giuseppina Carla Romby, Leonardo Terreni, Stefania Viti

Breve storia e finalità
Empoli è un noto centro di produzione vetraria con una storia secolare: l’attività produttiva ha interessato sia il settore artigianale che quello industriale. La maturata consapevolezza del valore storico e culturale dell’attività vetraria empolese ha dato origine al progetto del  Museo del Vetro, realizzato e inaugurato dal Comune di Empoli nel 2010.

DSC_9763La sede è quella del “Magazzino del Sale”, edificio posto nel centro storico cittadino il cui recupero ha consentito la valorizzazione di un’antica struttura architettonica utilizzata fino dal XV secolo per lo stoccaggio e il commercio del sale. La rilevanza architettonica del “Magazzino” nel contesto urbano avvalora ancor più il museo del vetro quale luogo d’incontro tra memoria storica e identità collettiva della comunità empolese.

Il percorso museale delinea le origini e lo sviluppo dell’ industria del vetro di Empoli a partire da testimonianze archivistiche ed iconografiche dei secoli XV-XVII, più numerose e dettagliate nei due secoli successivi con la nascita della fornace Levantini, che alla fine del Settecento produceva fiaschi, vetri da tavola, lastre da finestra e vetri da spezieria e la sua acquisizione nell’Ottocento da parte della famiglia Del Vivo, che ne accentuò lo sviluppo industriale.

DSC_9822Agli inizi del XX secolo crebbe il numero delle vetrerie dedite alla produzione di contenitori in vetro verde: il fiasco, fortemente richiesto dal commercio vinicolo locale, s’imposte quale prodoto principale delle fornaci empolesi. Il particolare colore verde del vetro era dato dall’ossido di ferro presente nella sabbia impiegata per la fabbricazione del vetro. Con il tipico vetro “verde Empoli” furono realizzati, dagli anni Venti del Novecento, oggetti per la tavola e per l’arredamento particolarmente apprezzati nelle esposizioni nazionali ed internazionali dell’epoca. A partire dagli anni ’50 del Novecento si affermarono le produzioni di vetro bianco, colorato e cristallo.

DSC_9786Attività: il Museo offre ai visitatori una collezione “permanente” in cui agli oggetti di proprietà del museo si affiancano oggetti concessi da cittadini e collezionisti in comodato gratuito. Nel corso dell’anno il MuVe ospita esposizioni temporanee, che ampliano e diversificano l’offerta espositiva. Oltre alle mostre su aspetti particolari del vetro – almeno due ogni anno –  sono presentati eventi espositivi che spaziano su soggetti a carattere locale.

Il Museo del vetro è la sede privilegiata anche per lo svolgimento di attività culturali nel cuore della città: concerti, teatro, presentazione di libri, performance, oltre all’attività didattica e di laboratorio.

II museo mette a disposizione un percorso tattile, fruibile anche da visitatori ipovedenti o non vedenti. Il percorso tattile su La lavorazione artigianale del vetro: dalle materie prime al prodotto finito è affiancato da un commento sonoro e propone una modalità di fruizione e di conoscenza attraverso materiali e oggetti da toccare: le materie prime, uno stampo di metallo e l’oggetto realizzato,  attrezzi di lavoro e  alcuni oggetti di uso comune in vetro verde, che hanno caratterizzato per un  lungo periodo la produzione vetraria empolese, come fiaschi, damigiane, ampolle, fiasche da ghiaccio.

DSC_9779Patrimonio
Oltre a disporre di un’ampia collezione di oggetti di vetro, attrezzi e strumenti di lavoro, il museo è strettamente connesso ad un Centro di documentazione del vetro, che fa capo all’Archivio storico comunale, in cui è confluito materiale archivistico, bibliografico, fotografico e multimediale e che dalla sua istituzione (1996) ha messo in opera attività di ricerca, pubblicazione e valorizzazione.
È in corso di stampa la pubblicazione della guida/catalogo del Museo del vetro di Empoli, completa di bibliografia aggiornata.




Società storica della Valdelsa

Sede e contatti
Via Tilli 41 – Casella postale 184 – 50051 Castelfiorentino (Firenze)
Telefono: 0571.686308
E-mail:  info@storicavaldelsa.it
Sito web: http://www.storicavaldelsa.it

Organi direttivi
Presidente: Fabio Dei
Vice Presidente: Enzo Linari

Breve storia e finalità
La Società fu fondata nel 1892, a Castelfiorentino, da un gruppo di personalità valdelsane con “il compito di studiare la storia di questa regione e delle varie terre in essa comprese, mettendo in luce i suoi lavori in un periodico”. Nel 1893 apparve la rivista “Miscellanea Storica della Valdelsa”, oggi pubblicata dall’editore Olschki e giunta al fascicolo 325. Nel 1977  iniziata la collana di monografie “Biblioteca della Miscellanea Storica della Valdelsa”, che conta 26 volumi, edita da Olschki.

Dall’inizio degli anni Sessanta del Novecento la Società ha avviato un profondo rinnovamento del suo ruolo nel panorama culturale della Valdelsa, instaurando una costante e proficua collaborazione con gli enti locali, così come, successivamente, con il Ministero dei Beni Culturali e la Regione Toscana. A ciò ha fatto seguito un’apertura allo studio della storia contemporanea, che si è riflesso sia nell’organizzazione di convegni, sia nella pubblicazione di studi e ricerche. Ricordiamo soltanto Antifascismo e Resistenza in Valdelsa; La Valdelsa fra le due guerre; I centri della Valdelsa dal medioevo a oggi; La lotta politica in Valdelsa dal 1892 al 1915.

É intenzione della Società sviluppare la ricerca sui seguenti temi:
* l’influenza delle idee socialiste e la formazione delle amministrazioni guidate dai socialisti nella Valdelsa di fine Ottocento;
* la nascita della subcultura rossa;
* la crisi del regime liberale, il biennio rosso e la presa del potere da parte del fascismo;
* il regime fascista ( già in corso una ricerca sull’internamento civile nel periodo della seconda guerra mondiale);
* l’antifascismo negli anni del “consenso”;
* gli attori della formazione di una nuova subcultura rossa nel secondo dopoguerra: partiti, sindacati, movimenti sociali ed espressioni della società civile;
* i movimenti di protesta studenteschi e dei lavoratori tra la fine degli anni ′60 e l’inizio degli anni ′70.

Patrimonio
Archivio storico: comprende le carte della Società e i fondi di Michele Cioni, Camillo Mari, Olinto Pogni, Socrate Isolani, Carlo Talei Franzesi, per un totale di 1.273 unità archivistiche. Dichiarazione di interesse culturale: Decreto Ministero Beni e Attività Culturali n. 97/2012 del 9/3/2012.
65 riviste (che pervengono per cambio).
3400 volumi.
1492 spogli di articoli della “Miscellanea Storica della Valdelsa”
Il patrimonio bibliografico  consultabile online sull’Opac della Rete geografica REA.net all’indirizzo: http://reanet.empolese-valdelsa.it/it/cataloghi/catalogo-online, selezionando Società Storica della Valdelsa, sotto la voce Biblioteca.

 

 




Fondazione Ernesto Balducci Onlus

Sede e contatti
Via dei Roccettini 9, 50016 Fiesole (Firenze)
Telefono: 055.599147
E-mail: fondazionebalducci@virgilio.it
Sito web: http://www.fondazionebalducci.it/
Orari di apertura: su appuntamento.
Orari della segreteria: lunedì ore 15-19; mercoledì e venerdì ore 9 – 14:00 e 15-19

Organi direttivi
Presidente: Andrea Cecconi

Breve storia e finalità
All’indomani della scomparsa di P.Balducci, avvenuta nell’aprile del 1992, fu costituito un comitato promotore, con lo scopo di costituire una Fondazione intitolata al Padre Scolopio, che ne costituisse  l’eredità spirituale e culturale, a partire dalla conservazione dell’ingente materiale archivistico ad essa ceduto dagli eredi. La Fondazione ebbe il riconoscimento giuridico da parte della regione Toscana nel Febbraio del 1996 e poco dopo fu iscritta nell’albo degli Enti Onlus.

La Fondazione Balducci ha per Statuto lo scopo di promuovere iniziative in grado di diffondere la conoscenza ed il pensiero do P,.Balducci e di dar luogo ad eventi politici, culturali e sociali per un educazione ad una cultura di pace, alla convivenza interetnica ed interreligiosa ispirate alla concezione balducciana dell’uomo planetario. In particolare le attività pubbliche, editoriali e formative si rivolgono soprattutto alle giovani generazioni nella prospettiva di un rinnovamento culturale, sociale ed ecclesiale.

L’impegno della Fondazione si articola in varie modalità : da quelle seminariali e convegnistiche a quelle editoriali, fino ad iniziative artistiche, mostre, tavole rotonde e presentazioni di libri. Gli atti degli eventi promossi sono raccolti nella pubblicazione quadrimestrale dei “Quaderni della Fondazione”. 

Patrimonio
Il patrimonio della Fondazione è costituito dall’Archivio e dalla Biblioteca di P.Balducci, riconosciti “di notevole interesse storico” dalla Sovrintendenza ai Beni Archivistici.  L’archivio è ripartito in due grandi settori pubblico e privato e da un’ingente raccolta di materiale emerotetecario, iconografico ed audiovisivo. La Biblioteca appartenuta a Balducci ha una consistenza di circa 5000 volumi suddivisi nelle sezioni teologica, filosofica, letteraria e storiografica. Dal 2003 la Biblioteca partecipa alla rete del Servizio Documentario Integrato Area Fiorentina (SDIAF).

Della Biblioteca esiste il catalogo on-line e cartaceo. L’Archivio e la Biblioteca sono a disposizione per lo studio e la consultazione nell’orario di apertura della Segreteria della Fondazione. Nella sala di lettura sono a disposizione : un Catalogo cartaceo della Biblioteca, una fotocopiatrice, opere di riferimento. Il servizio di assistenza alla consultazione ed alla ricerca bibliografica è assicurato al materiale presente.