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“Nel vento e nel ricordo”. Storie di bambini ebrei della Shoah in provincia di Lucca

È online la seconda edizione della mostra realizzata dall’Isrec Lucca “Nel vento e nel ricordo – Storie di bambini ebrei della Shoah in provincia di Lucca“, sul tema della condizione dei bambini ebrei del territorio provinciale che, durante il periodo di occupazione nazista e sotto il fascismo della Repubblica sociale, furono perseguitati con le loro famiglie, alcuni riuscendo a salvarsi, altri finendo invece nei campi di sterminio. La mostra, curata da Silvia Q. Angelini, Luciano Luciani e Emmanuel Pesi è proposta quest’anno in versione digitale, con un virtual tour raggiungibile all’indirizzo www.nelventoenelricordo.it.

La mostra è online dal 23 gennaio e rappresenta, oltre che un prezioso veicolo di memoria, uno strumento a disposizione delle scuole di ogni ordine e grado. La realizzazione è avvenuta grazie alla collaborazione della provincia di Lucca e dei comuni di Lucca, Altopascio, Barga, Borgo a Mozzano, Camaiore, Capannori, Castiglione di Garfagnana, Gallicano, Minucciano, Montecarlo, Porcari, Stazzema e Viareggio.




Museo Storico della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema

Sedi e contatti
Indirizzo: Via Colletti 22, Sant’Anna di Stazzema (Lucca)
Telefono e Fax: 0584 772025
E-mail: santannamuseo@comune.stazzema.lu.it
Sito web: http://www.santannadistazzema.org/
Orari di apertura: dal Martedì al Giovedì 9-14, Venerdì e Sabato 9-17.30, Domenica 14.30-18 (da settembre a febbraio); Martedì e Mercoledì 9-14, dal Giovedì al Sabato 9-18, (da marzo ad agosto), Domenica 10.30-18

Breve storia e finalità
Ricavato dalla vecchia struttura delle scuole elementari del paese, l’istituto è stato inaugurato nell’autunno del 1982 dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il 19 settembre 1991, grazie alla Legge Regionale n.39/91, l’ente è stato trasformato nell’attuale Museo Storico della Resistenza.
La disposizione dello spazio museale è immaginata come articolazione di un percorso aperto, con luoghi di relazione e punti di visuale che evidenziano il rapporto spaziale tra le esposizioni interne e il territorio circostante, dove parte degli eventi descritti si verificarono, creando un serie di corrispondenze stabili con la storia, l’identità e la morfologia del territorio circostante.
Sulla facciata esterna, al fianco della lapide che riporta l’ode di Calamandrei a Kesselring, è posta una riproduzione scultorea di un particolare dell’opera pittorica “Guernica”, realizzata da Pablo Picasso.
Nel 2007 è stato inaugurato il nuovo allestimento dell’intera area museale.

Con la legge 381/2000, Sant’Anna è stato dichiarato Parco Nazionale della Pace, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria storica dei tragici eventi dell’estate del 1944 ed educare le nuove generazioni ai valori di pace, giustizia, collaborazione e rispetto fra i popoli e gli individui. Il Parco si estende sul territorio collinare circostante il paese, concentrandosi nell’area sacrale che, dalla piazza della chiesa e dal Museo Storico, attraverso la Via Crucis e il bosco circostante, giunge al Col di Cava, dove è posto il Monumento Ossario, che raccoglie i resti delle 560 vittime dell’eccidio del 12 agosto 1944.

Patrimonio:
Attraverso documenti originali, pannelli didascalici, manifesti, avvisi e quotidiani dell’epoca, materiale fotografico, audiovisivo e multimediale, oggetti e testimonianze autentiche, il museo offre ai visitatori una panoramica essenziale, ma allo stesso tempo esauriente e rigorosamente storica, delle vicende svoltesi nel periodo 1943-1945 in Italia, con uno sguardo particolare rivolto alla Toscana e alla Versilia.
Il percorso espositivo è suddiviso nelle seguenti sezioni tematiche:
L’occupazione nazista;
La Resistenza: gli aspetti, gli episodi ed i personaggi più significativi della lotta di liberazione;
Le stragi: ampio spazio è dedicato alle stragi compiute dai nazifascisti nel settore tirrenico della Linea Gotica e, più in generale, in Toscana nel periodo 1943-1945;
L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema: la storia, le vittime, le testimonianze dei superstiti, le fasi cruciali della ricerca storica della verità, fino agli atti del processo a carico degli imputati della strage conclusosi il 22 giugno 2005 presso il Tribunale Militare di La Spezia.
Il Museo comprende anche una raccolta di significative testimonianze pittoriche e scultoree. Sono presenti opere di Ernesto Treccani, di Pietro Annigoni e di altri artisti contemporanei. La sala Padre Ernesto Balducci, al piano terra, dotata di strumentazione audio-video, è adibita ad attività didattica, conferenze e incontri. Nella sala attigua è possibile consultare una consistente bibliografia relativa al periodo storico ’40-’45, con particolare riguardo agli eventi bellici in Versilia, nonché una raccolta stampa nazionale ed internazionale, con riferimento specifico alla ricerca della giustizia e della verità.




Archivio della Fondazione Giovanni Pascoli a Castelvecchio

Sede e contatti
Fondazione Giovanni Pascoli
Località Caprona, 6
55051 Castelvecchio Pascoli, Barga (LU)
Tel. 0583 766503
Fax: 0583 765207
E-mail: casapascoli@sistemamusealebarga.it
info@fondazionepascoli.it
Sito web: http://www.fondazionepascoli.it/
http://pascoli.archivi.beniculturali.it/index.php

Breve storia e finalità
Maria Pascoli, sopravvissuta a Giovanni per oltre un quarantennio, ne conservò amorosamente le carte, che riteneva non a torto preziose per la valorizzazione della personalità e dell’opera poetica del fratello, sovente intervenendo sul loro ordinamento ed integrandole tra l’altro con alcuni suoi documenti giovanili (carte Schinetti) e con le lettere da lui inviate all’altra sorella Ida. Alla sua morte (5 dicembre 1953) lasciò per testamento al Comune di Barga “La casa, la cappella, i libri, i manoscritti di Giovannino, i premi da lui ottenuti, i ricordi di famiglia e quant’altro nella casa è contenuto, con l’obbligo di provvedere alle spese della manutenzione”
Tra il 12 novembre e il 3 dicembre 1955 fu redatto un primo sommario elenco dei documenti per poi procedere ad in lavoro di inventariazione analitica, condotto a Firenze a cura della Soprintendenza bibliografica, diretta all’epoca da Giovanni Semerano, ed affidata ad un suo collaboratore, Mario Donadoni, studioso di Pascoli.
La documentazione, arrivata a Firenze in pacchi casualmente combinati, secondo quanto poi testimoniò Donadoni, venne stata esaminata e schedata foglio per foglio e suddivisa in base alla tipologia documentaria; l’inventariazione delle carte di Giovanni venne fatta in modo alquanto analitico, quella delle carte di Maria in maniera sommaria.
Terminato il lavoro, nel 1957 le carte tornarono a Barga; data la temporanea inagibilità della casa Pascoli di Castelvecchio, furono conservate presso il Comune fino al 1958, quando furono riportate nell’abitazione del poeta, finalmente restaurata.
Nella prima metà degli anni Settanta fu realizzata presso l’Archivio di Stato di Lucca una dettagliata microfilmatura di tutte le carte di Giovanni Pascoli. Negli anni seguenti vi furono nuove acquisizioni documentarie: furono acquistate 23 lettere di Pascoli a Pilade Mascelli, datate tra il 1887 e il 1895. Negli anni Novanta furono portati avanti alcuni interventi di restauro dei documenti più danneggiati e di revisione di una parte dell’inventario. Essendo però evidente l’opportunità di procedere ad un nuovo e più analitico lavoro di inventariazione analitica, che approfondisse e rivedesse il lavoro di Donadoni, pur lasciandone intatta la struttura organizzativa, fu richiesto ed alla fine ottenuto un consistente finanziamento alla Presidenza del Consiglio dei ministri sul capitolo otto per mille, che ha permesso di portare avanti il lavoro di inventariazione e digitalizzazione delle carte.

Patrimonio
L’Archivio Pascoli conservato a Castelvecchio conserva:
– Le carte di Giovanni Pascoli (circa 36.000 documenti), contenenti tutti gli autografi della produzione poetica e letteraria del poeta, i carteggi con i familiari e gli amici e con i più importanti intellettuali e letterati del suo tempo;
– Le carte della sorella Maria (circa 24.000 documenti), di grande rilevanza per la ricostruzione della fortuna critica e della biografia del Poeta. Sia durante la vita di Giovanni, che dopo la sua morte, Maria ha infatti avuto un ruolo determinante nella conservazione e nell’ordinamento della documentazione, della quale ben comprendeva l’importanza e che costituì anche la fonte dell’opera biografica da lei intrapresa, “Lungo la vita di Giovanni Pascoli”;
– Circa 1600 fotografie molte delle quali scattate dallo stesso Pascoli;
– Una raccolta di circa 6.000 giornali, contenenti articoli di Pascoli o a lui dedicati, spesso con commenti e sottolineature autografe di Pascoli e, soprattutto, della sorella Maria, che continuo la raccolta durante tutta la sua vita.




Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana

Sede e contatti
Palazzo Ducale
Cortile Carrara, 1 – 55100 Lucca
Tel. 0583 417483/4; Fax. 0583 417770
E-mail: info@fondazionepaolocresci.it
Sito web: http://www.fondazionepaolocresci.it/
Orari: 1 ott. – 30 apr.: 9.30-12.30; 14.30-17.30
1 mag. – 30 set.: 10.00-12.30; 15.00-18.30
Chiuso il lunedì
Accesso all’archivio e alla biblioteca su appuntamento

Organi direttivi
Direttore: Arch. Pietro Luigi Biagioni
Responsabile scientifico: Dott.ssa Maria Rosaria Ostuni
Ricercatrice: Dott.ssa Marinella Mazzanti

Breve storia e finalità
L’Archivio della Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana, dal nome dello studioso fiorentino che ne ha curato la raccolta, comprende una miscellanea di materiale documentario relativo all’emigrazione italiana tra Ottocento e Novecento.
Nel 1998, l’archivio è stato acquisito dalla Provincia di Lucca nel 1998 ed è stato inaugurato il 31 marzo 2001 nella Cappella di Santa Maria della Rotonda, all’interno di Palazzo Ducale.
Nel maggio 2002 è stata costituita la Fondazione che si propone la realizzazione di varie iniziative volte ad allargare e approfondire le ricerche sulla storia dell’emigrazione italiana e degli emigranti e la conservazione e arricchimento del proprio patrimonio. Annarita Rossi e Marinella Mazzanti curano la catalogazione informatica degli innumerevoli documenti (siamo nell’ordine di alcune decine di migliaia di pezzi). Le schede, realizzate con un database, contengono informazioni sulla tipologia e cronologia del documento, dati anagrafici dell’emigrante, luogo di partenza, di arrivo e lavoro svolto. Ogni scheda segue una numerazione progressiva secondo i criteri adottati da Paolo Cresci nella prima catalogazione, interrotta dalla sua prematura scomparsa.
La collezione di documenti, riviste, oggetti e quant’altro è possibile vedere oggi, sono il frutto di un paziente e meticoloso lavoro di ricerca e d’accumulo di Paolo Cresci, iniziato a partire dalle vicende dei parenti della moglie Silvana, nativa di Fosciandora (Lucca).
Paolo Cresci stabilì successivamente rapporti con antiquari, frequentando mercatini dell’usato, librerie antiche, case abbandonate, amministrazioni comunali della Garfagnana, nonché gli stessi emigranti rientrati in patria o i loro parenti. Gran parte del materiale riguarda, infatti, le zone garfagnine e lucchesi, ma non mancano i documenti provenienti da altre regioni. La raccolta si caratterizza pertanto per l’eterogeneità, essendo composta da epistolari, cartoline, fotografie originali e non, riviste, quotidiani, libri e vari oggetti personali, testimonianza di una molteplicità di persone che tra il XIX e XX secolo abbandonarono l’Italia in cerca di fortuna.
L’obiettivo prioritario della Fondazione Paolo Cresci è rivolto alla valorizzazione sistematica della raccolta, in modo da rendere il materiale dell’archivio fruibile a tutti, tecnici e non, con un occhio di riguardo specialmente verso i non addetti ai lavori; questo per consentire, a quanti lo visiteranno, una comprensione immediata e completa, rendendoli partecipi di una storia che, probabilmente, è anche quella dei loro avi e, di rimando, la propria. Qualsiasi intervento relativo all’archivio presupponeva una catalogazione sistematica del materiale documentario; infatti é ormai completato il lavoro di riordino della raccolta, realizzato su supporto informatico.
Paolo Cresci aveva intrapreso una catalogazione di massima, usando però criteri rispondenti più a esigenze personali che a principi universalmente condivisi di sistematicità e scientificità. D’altronde questo è comprensibile, per chi, come lui, è stato combattuto, da una parte, da un’ardente passione che lo ha spinto ad accumulare, talvolta in modo quasi maniacale, una varietà smisurata di materiale disomogeneo, e dall’altra, ha però anche avvertito la necessità di una sistemazione organica, di difficile attuazione proprio in ragione della mole dei pezzi raccolti.
Al fine di preservare l’impronta data da Cresci alla raccolta, si è pensato di seguire l’ordine da lui stesso adottato, utilizzando però principi uniformi e analitici rispetto alle nuove esigenze venutesi a creare riguardo alla divulgazione e all’immediatezza della fruibilità dell’intera raccolta. Il lavoro di schedatura non ha la pretesa di essere esaustivo e definitivo, ma vuole solo fornire una mappa del reale valore qualitativo e quantitativo della collezione.
A tal fine è stato approntato un database, dove ogni singolo pezzo è stato schedato in base a precise categorie e può essere continuamente richiamato e visualizzato tramite particolari funzioni del programma.




Archivio storico diocesano di Lucca

Sede e contatti
Via Arcivescovato, 45 – 55100, Lucca
Tel. 0583 430954
Fax 0583 430944
E-mail: archivio@diocesilucca.it
Sito web: http://archivio.diocesilucca.it/
Orario: Lunedì 9:30 – 13:30 14:30 – 17:00 (su appuntamento) Martedì e Mercoledì 9:30 – 13.30

Organi direttivi
Direttore amministrativo: don Marcello Brunini
Direttore scientifico: mons. Sergio Pagano, Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano
Vice direttore scientifico: dott. Pierantonio Piatti, Pontificio Comitato di Scienze Storiche
Personale addetto all’Ufficio: dott. Valentina Cappellini, dott. Tommaso Maria Rossi, dott. Gaia Elisabetta Unfer Verre
Personale addetto alla Sezione Didattica: Laura Macchi, dott. Lorenzo Maffei

Breve storia e patrimonio
L’Archivio Storico Diocesano riunisce al suo interno gli archivi arcivescovile e capitolare, a cui nel tempo si sono aggregati altri fondi documentari di parrocchie e di privati. Nel 1932 il Capitolo della Cattedrale ha chiesto all’Arcivescovo di trasferire il proprio archivio e la propria biblioteca nelle sale che già ospitavano l’archivio arcivescovile.
L’Archivio Storico Diocesano, istituito nel 2007, conserva ben cinque raccolte diplomatiche, per un totale di oltre 13.000 pergamene a partire dall’anno 685. Si tratta di documentazione unica al mondo, per antichità e consistenza: sono conservati a Lucca oltre 1.800 documenti anteriori all’anno Mille, quasi tutti in originale, e soprattutto 156 pergamene di epoca longobarda, la metà del patrimonio esistente al mondo per questo periodo storico.
Oltre alle pergamene, l’archivio accoglie a oggi sessantacinque fondi documentari: Cancelleria vescovile, Tribunale ecclesiastico nelle sue due sezioni civile e criminale (1.100 unità, XIV-XIX secolo), Mensa arcivescovile (1.600 unità XIV-XIX secolo), Capitolo della Cattedrale di Lucca (2.200 unità, XII-XVIII), Università dei Beneficiati e Mansionari della Cattedrale di Lucca (600 unità XIII-XIX secolo), Decanato e Seminario di San Michele in Foro (250 unità secoli XIV-XIX), Enti religiosi soppressi in epoca napoleonica (oltre 4.000 unità provenienti da conventi, monasteri e altre istituti cittadini e diocesani, XII-XVIII secolo), Demanio e Commissione ecclesiastica del periodo della Restaurazione (350 unità del XIX secolo), Opera e Fabbriceria di Santa Croce della Cattedrale di Lucca (680 unità XV-XIX secolo), Operaro Maggiore, ecc.
Si conservano anche gli archivi di parrocchie soppresse della città e della diocesi, unitamente a fondi di associazioni e fondazioni e archivi di privati (Fondazione Artigianelli, collezione Giuseppe Martini, fondo Raffaello Baralli). L’Archivio custodisce anche alcuni preziosi nuclei librari, tra cui la Biblioteca Capitolare Feliniana e quella Arcivescovile.




Archivio Storico Comunale di Lucca

Sede e contatti
Piazzale S. Donato, 55100 Lucca
Tel. e fax: 0583 53132
E-mail: uffstorico@comune.lucca.it
Sito web: http://www.comune.lucca.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/149
Orario: martedì e giovedì dalle ore 9.00 alle 13.00; lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00

Breve storia
L’istituzione dell’Archivio Storico fu decisa dall’amministrazione comunale nel 1979, riunendo la documentazione preunitaria dislocata in locali diversi, successivamente l’archivio storico ha acquisito anche la documentazione postunitaria.
Dopo la caduta della Repubblica Lucchese decretata nel 1799, l’amministrazione dello Stato fu caratterizzata per il periodo 1799-1805 da complicate vicende politiche che causarono un’alternanza di governi di ispirazione francese e governi di ispirazione austriaca.
Il primo tentativo di organizzare l’archivio risale al 1820, quando la sede comunale è ubicata “in S. Matteo”; il gonfaloniere Giovanni Battista Fatinelli riferisce che l’archivio, dislocato in due stanze, è “in grande confusione”, sottolinea la necessità di tenere divise le carte di Lucca da quelle delle comunità riunite; e propone di ordinare “l’archivio classando i libri, fascicoli, i documenti alla maniera più atta per servirsene all’uopo”. Il protocollista Cesare Merli incaricato del riordino, nella relazione che accompagna “L’indice Alfabetico dei documenti esistenti nell’Archivio della Comunità” afferma molta documentazione apparteneva “alle comunità riunite a quella di Lucca” e che l’archivio è stato finalmente riordinato con stabilità, chiarezza e precisione.
A distanza di cinque anni, 1825, sollecitato da una circolare statale, il segretario comunale avvocato Stefano Mariani, procede ad un nuovo riordino dell’archivio, che dal 1823 è ubicato nella nuova sede comunale in Piazza S. Giusto. A fine del lavoro il Mariani redige una dettagliata relazione, in cui rende conto del suo operato: ha rintracciato e riunito tutta la documentazione relativa alle sezioni del comune dividendola per sezione; la stessa operazione è stata eseguita per le cessate comunità inglobate da Lucca; infine ha preso in esame la documentazione appartenente a questa amministrazione comunale, dove afferma testualmente “non riscontrarsi che un vero disordine e la più grande confusione”.
Un indice generale molto schematico, compilato per materia, (per esempio Atti Civili, Contabilità, Decreti e Statuti) testimonia l’avvenuta sistemazione dell’archivio e permette di quantificarne la consistenza in 351 pezzi, nell’indice sono citate soltanto le comunità di Massa Pisana e Pescaglia. Con la riforma del 1823 Pescaglia fu declassata a sezione e inserita nella comunità di Lucca che ne acquisì anche l’archivio, soltanto nel 1837 viene ripristinata la Vicaria e comunità di Pescaglia.
Nel 1853, a distanza di 28 anni dal suo primo intervento, il Segretario Mariani propose un progetto per il riordino e la sistemazione della documentazione che si trovava dispersa in diversi locali. L’archivio trovò la sua collocazione il secondo piano del palazzo. Il Collegio dei Priori nell’approvare il progetto fornì precise indicazioni sugli strumenti che dovevano essere prodotti; e chiese una particolare attenzione per gli archivi delle soppresse comunità; doveva essere formata una specifica serie di questi atti così da venire a cessare l’indicazione di “miscellanea”.
Il Mariani si preoccupò di raccogliere tutta la documentazione estrapolata dall’archivio, a fini amministrativi, e giacente nei vari uffici, sollecitò l’acquisizione degli archivi di uffici soppressi quali della Grascia; della commissione incaricata della costruzione dell’Acquedotto della commissione della Nuova Piazza del Mercato ( attuale piazza Anfiteatro).
Nel 1871, sempre nell’ottica generale di una nuova riorganizzazione degli uffici, a seguito dell’Unità d’Italia l’archivio “morto” venne trasferito al mezzanino. E’ la prima volta che si parla di archivio morto, con riferimento a documentazione relativa ad affari esauriti; documentazione che viene divisa dall’archivio corrente e di deposito, che è trasferito al primo piano del palazzo. In questa occasione il Segretario generale Campetti invitò i capisezione a redigere un inventario delle carte che devono essere conservate per fini amministrativi nei loro uffici, nel contempo ordinò di restituire all’archivio la documentazione non più necessaria al disbrigo degli affari in corso.
L’intervento di riordino più incisivo è stato quello di Cesare Sardi il cui inventario fu pubblicato nel 1913.
Le aumentate competenze del comune e la mancanza di spazio portarono alla creazione di alcuni archivi di settore; quello della ragioneria vale da esempio: nel 1934 il Ragioniere Capo del Comune intervenne sulla tenuta dei registri della ragioneria, depositati in archivio (bilanci, conti consuntivi, mandati pagamento) osservando che non venivano conservati ordinatamente e chiede un locale attrezzato per la custodia dell’archivio della ragioneria.
Nel 1938 l’archivio fu oggetto di un ulteriore trasferimento; fu sistemato in due stanze al piano terra di palazzo Santini, secondo l’ordine indicato nell’inventario del Sardi, e con gli arredi opportuni. Qui restò il nucleo centrale dell’archivio del Comune di Lucca, fino all’inizio delle operazioni di recupero e riordino del 1979.
L’Archivio Storico, dopo varie vicende relative alla sua organizzazione, è stato collocato nel 2001 nella sede in piazzale san Donato, in un edificio idoneo per la conservazione e specificatamente attrezzato per la consultazione.

Patrimonio
La Sezione preunitaria documenta con continuità l’evoluzione istituzionale ed amministrativa del municipio di Lucca, dalla sua istituzione, avvenuta nel 1806 sino al 1865, quando lo Stato Italiano emanò la prima legge sull’unificazione amministrativa, che convenzionalmente segna la cesura tra periodo preunitario ed epoca postunitaria.
La Sezione postunitaria comprende gli atti del Comune dal 1866 al 1960. Si segnalano per la completezza delle serie e della ricchezza informativa i registri delle Deliberazioni del Consiglio comunale e della Giunta municipale, il Protocollo generale, i Censimenti della popolazione. Recentemente la sezione si è arricchita dell’archivio del settore Finanze e quello dell’Ufficio Tecnico.
La Sezione archivi aggregati raccoglie la carte prodotte da istituzioni ed enti diversi dal Comune, che hanno cessato la loro attività.




Archivio di Stato di Lucca

Sede e contatti
E-mail: as-lu@beniculturali.it
Sito web: http://www.archiviodistatoinlucca.beniculturali.it/

Sede principale
Palazzo Guidiccioni, Piazza Guidiccioni, 8 – Lucca
Tel. 0583 491465 – 469396
Fax. 0583 469396
Orario: Lun. 8:00-13:00 – 14:00-16:45; Mart. 8.00-16.45; Merc. Giov. Ven. e Sab.: 8:00-13:00

Sede sussidiaria
Via dei Pubblici Macelli, 155 – 55100, Lucca
Tel. 0583 955909
Orario: Ven. 8:00-13:00 su prenotazione e numero limitato a 10 persone (telefonare al 0583/491465-469396)

Struttura organizzativa
Direttore: dr. Simone Sartini
Vice Direttore: dr. Sergio Nelli
Sala di studio: dr. Sergio Nelli, responsabile della sala di studio della sede di Piazza Guidiccioni
Consulenza: dr.ssa Veronica Bagnai Losacco, dr.ssa Jaleh Bahrabadi, dr. Giuseppe Dell’Immagine, dr. Sergio Nelli, dr. Daniele Pesciatini
Accoglienza e sorveglianza: sig. Fabio Bacci, sig.ra Silvia Giannini, sig. Giovanni Rasa, sig.ra Valentina Simonetti
Prelevamento e ricollocamento delle unità archivistiche: sig. Fabio Bacci, sig.ra Silvia Giannini, sig. Giovanni Rasa, sig.ra Valentina Simonetti
Biblioteca d’Istituto responsabile: dr. Giuseppe Dell’Immagine
Attività didattica responsabile-coordinatore: dr. Simone Sartini
Visite guidate: dr. Sergio Nelli, responsabile; sig. Fabio Bacci, collaboratore
SNC/SNU: dr. Sergio Nelli (OLP); dr. Giuseppe Dell’Immagine (vice OLP) alternanza scuola-lavoro: dr.ssa Veronica Bagnai Losacco, responsabile
Tutela degli archivi in formazione responsabile: dr. Simone Sartini, collaboratrice: sig.ra Luciana Pasquini
Rappresentanti dell’Istituto, su delega del direttore, nelle Commissioni di sorveglianza e scarto: dr.ssa Veronica Bagnai Losacco, dr.ssa Jaleh Bahrabadi, dr. Sergio Nelli, dr. Daniele Pesciatini
Manifestazioni culturali, valorizzazione e comunicazione responsabile: dr. Daniele Pesciatini
Ufficio relazioni con il pubblico collaboratrici: dr.ssa Antonella Giuntoli
Laboratorio di fotoriproduzione responsabile: dr. Daniele Pesciatini collaboratrice: sig.ra Luciana Pasquini
Laboratorio di legatoria e restauro tecnici addetti al laboratorio: sig. Luciano Barsetti, sig. Giuseppe Fiorentini

Breve storia e patrimonio
Caduta la longeva Repubblica di Lucca (1799) seguirono alcuni anni con rapide successioni di governi, durante i quali fu decretata l’istituzione di un Archivio dello Stato (27 agosto 1804) che fu affidato a Girolamo Tommasi, insigne storico lucchese.
Da tale Archivio restavano separate le carte della Camera de’ libri e delle Scritture, ovvero del più antico archivio pubblico del Comune di Lucca di cui si ha la prima menzione documentaria nello Statuto del 1308 con le scritture giudiziarie e notarili. A partire dal 1389 fu decretato il confluire in tale Camera anche delle carte dei notari che andarono quindi ad aggiungersi a quelle degli uffici giudiziari e fiscali, insieme a tutta la documentazione anteriore al 1369, cioè all’anno del recupero della Libertà dal dominio pisano.
A partire da quello storico avvenimento, infatti, si erano creati due diversi archivi: uno appellato Archivio di Palazzo per le carte politiche e di governo (fisicamente poi a loro volta distinte tra carte pubbliche -conservate nelle Cancellerie- e carte segrete -custodite nella Tarpea-) e l’altro; quello della “Camera librorum” che, dopo varie peregrinazioni di sede e sostanziosi accrescimenti di carte notarili, assunse la nuova denominazione di Archivio Pubblico o de’ Notari.
La loro unione fu progettata dai Baciocchi che al tempo del Principato (1805-1814) ne avviarono il concentramento nel Generale Archivio Diplomatico, benché poi esso non sia stato realizzato per l’incalzare degli eventi.
Costituitosi il Ducato venne acquistato il palazzo dei Guidiccioni (1822) col preciso intento di farne la sede dell’Archivio Generale, ma altre emergenze costrinsero a farne la sede della sola Camera de’ Notari.
Al tempo del Granducato di Toscana (1847-1860) si approdò infine alla tanto auspicata riunione documentaria: con il 1860, il cinquecentesco palazzo Guidiccioni aprì al pubblico le porte dell’Archivio di Stato in Lucca.
Attualmente il patrimonio archivistico conservato si estende per oltre 16.500 metri lineari e consiste in 22.439 pergamene (di cui 698 fragmenta codicum recuperati da coperte di volumi), 165.999 pezzi cartacei, 1.317 mappe, 116 monete, medaglie e distintivi, 309 sigilli e timbri, 253 coni e punzoni, 1207 clichés.
Al nucleo originario, magistralmente descritto nei primi quattro volumi di Inventario (editi con Salvatore Bongi alla direzione dell’Archivio di Stato in Lucca), sono seguiti soprattutto gli accrescimenti dei fondi: Catasto italiano, Archivi fascisti e Comitati di liberazione nazionale, Prefettura, Preture, Questura, Ospedali; e di importanti archivi privati tra cui quelli descritti nei successivi volumi (VI, VIII) degli inventari a stampa: Arnolfini, Bottini, Buonvisi, Guinigi, Mansi, Sardini, Cenami, Sardi ed altri in corso di ordinamento e di pubblicazione, come Bongi, Raffaelli, Spada, Tucci.
Ormai a grandi passi si avvicina il tempo per il versamento dei saturi archivi degli uffici della Repubblica italiana e si stanno approntando spazi, strutture e strumenti adeguati a conservarli e renderli fruibili al nuovo pubblico.
Dal libero Comune alle conquiste di Castruccio Castracani (1314-1328), dalle dominazioni straniere al ricomporsi del pacifico et populare Stato retto dalle magistrature della Repubblica Lucense fino alla signoria di Paolo Guinigi (1400-1430); ed ancora la Repubblica, ma sempre più oligarchica, per approdare al Principato con l’intermezzo dei governi provvisori fino al chiudersi della plurisecolare indipendenza col Ducato Borbonico; infine il breve confluire sotto il Granducato di Toscana e quindi l’adesione al Regno d’Italia incanalandosi nel comune destino dell’Unità italiana: queste le principali tappe nella storia di Lucca, nota come città-stato retta con garbata medietas dai suoi governanti.
Vicende istituzionali, politiche ed amministrative con ricadute consequenziali nell’ambito territoriale per i mutevoli rapporti con gli Stati confinanti: da qui la ricerca della documentazione complementare negli Archivi di Firenze, Pisa, Modena e poi anche Massa, Parma e Pistoia; ma da qui anche la particolare attenzione alle più calde terre di confine: la Garfagnana, Barga e Pietrasanta.




I luoghi della memoria nella provincia di Lucca

Cosa accadde il 6 gennaio 1944 alla stazione di Lucca? Perché la località Merlacchiaia è conosciuta anche fuori dal comune di Castelnuovo Garfagnana? Oppure, ancora: qualcuno ha letto un libro in cui si racconta di un eccidio di monaci certosini. Ma dove, di preciso è avvenuto tutto ciò?

L’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in provincia di Lucca ha voluto iniziare un percorso che potremmo definire di “memoria condivisa”: la mappatura dei luoghi più significativi in cui rimangono tracce lasciate dagli uomini e dalle donne che hanno partecipato alla Resistenza antifascista nella provincia di Lucca

Un percorso multimediale. Che da una piccola targa lasciata su questi “luoghi della memoria”, grazie a uno smartphone o a un tablet puntato su un QR Code, introduce a una pagina web con le principali informazioni e approfondimenti su quanto avvenuto in quel luogo negli anni drammatici della seconda guerra mondiale.
Oppure, al contrario, partendo da un luogo indicato sulla cartina geografica scoprire la storia – la memoria – che sta dietro a quel luogo.
L’obiettivo è avere una visione d’insieme del nostro territorio e conservarne la memoria storica.

Sul sito dell’ISREC Lucca, nella sezione dedicata ai Luoghi della memoria si possono leggere le storie dei luoghi a partire dalla mappa.

Un itinerario consigliato:

Lucca centro: 

Partenza dalla stazione, distrutta da un pesante bombardamento alleato il 6 gennaio 1944. Si passerà poi per la Casa degli Oblati, punto di riferieto per la Resistenza senz’armi; a Porta Elisa invece si ricorda il sacrificio di Don Aldo Mei, ucciso il 4 agosto 1944 dai nazisti perchè sospettato di dare aiuto ai partigiani; si passerà poi per la Pia Casa dove transitarono 70 mila persone deportate nei campi di lavoro in Germania; si passerà poi per via del Panificio dove una targa ricorda lo scrittore, Giorgio Petroni, premio Strega nel 1974, ma anche partigiano; per giungere infine a Porta San Pietro da dove il 5 settembre 1944 gli alleati entrarono nella città per liberarla.

Sul sito dell’ISREC Lucca molti altri luoghi da scoprire, per visitare con uo sguardo nuovo il territorio della Versilia, della Garfagnana e della lucchesia.