Sul Cipresso più alto. Tosca Martini e le altre

Disegno per copertinaUna serata per ricordare Tosca Martini, il passaggio della guerra, la Resistenza in Val di Bisenzio

Comune di Cantagallo, Fondazione CDSE e Associazione Altroteatro, in collaborazione con Associazione Per il lavoro e la democrazia e Anpi, sez. Cantagallo presentano:

Sul cipresso più alto: Tosca Martini e le altre
spettacolo teatrale in due parti
Ore 18.00, Teatro Capannone di Usella – Comune di Cantagallo Prato
Info e prenotazioni:| cultura@comune.cantagallo.po.itinfo@fondazionecdse.it 328 8754929 – 339 4835146
INGRESSO A CONTRIBUTO LIBERO SU PRENOTAZIONE, a finanziamento dei progetti sulla memoria del CDSE.

Lo spettacolo è liberamente tratto dal libro “Sul cipresso più alto. La storia di Tosca Martini e altre vicende di guerra e resistenza in Valdibisenzio”, a cura di Alessia Cecconi e Francesco Venuti, Fondazione CDSE editore, Prato 2013.
Conosci la storia di Tosca Martini? 
In piena II guerra mondiale e occupazione nazifascista, il 1° maggio 1944 Tosca Martini (1914-2004), tra i protagonisti della Resistenza nella Val di Bisenzio, fece issare una bandiera rossa sul cipresso più alto di Usella (Cantagallo, Prato). La bandiera era stata cucita dalle donne del paese, come simbolo di rivolta verso il regime e la guerra: per questo episodio Tosca fu catturata e interrogata sotto tortura a Firenze dalla Banda di Mario Carità. Nelle carceri di Santa Verdiana Tosca conobbe Anna e Milena Martini (figlia e moglie del maggiore Mario Martini e sorella e madre del deportato Marcello Martini) e la partigiana fiorentina Tosca Bucarelli, arrestata nel febbraio del 1944 a seguito del tentativo di far esplodere una bomba al Caffè Paszkowski in centro a Firenze.
Nel 1988 il CDSE raccolse e conservò la testimonianza orale di Tosca Martini: venticinque anni dopo, partendo da questa fonte, intrecciata a numerosi documenti di archivio e ulteriori testimonianze orali, la Fondazione CDSE ha realizzato il libro “Sul cipresso più alto. La storia di Tosca Martini e altre vicende di guerra e resistenza in Valdibisenzio”, a cura di Alessia Cecconi e Francesco Venuti, Prato 2013, consultabile presso le biblioteche della provincia di Prato e acquistabile presso la sede del CDSE (Vaiano – Prato, via Mazzini, 21).



8 Marzo 1944 – 8 Marzo 2014 70° Anniversario della deportazione politica dalla Toscana

Dal 5 al 9 marzo Firenze, Prato, Empoli e Montelupo Fiorentino ricordano il Settantesimo della deportazione politica dalla Toscana: un ricco programma di eventi coordinati dalla Regione Toscana in collaborazione con ANED, Istituto Storico della Resistenza in Toscana e Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato. Il programma (vedi il link)  prevede presentazioni, spettacoli teatrali, convegni di carattere storico e incontri pubblici con le scuole e soprattutto la grande manifestazione dell’8 marzo 2014 alle ore 9.45 in Piazza Santa Maria Novella a Firenze. Il 70° Anniversario della Deportazione politica è il primo appuntamento delle manifestazioni per il 70° anniversario della Resistenza e della Liberazione della Toscana.

 Tra le molte iniziative segnaliamo in particolare:  il 5 marzo alle ore 17 al Caffè letterario delle Murate a Firenze la presentazione della riedizione de La speranza tradita. Antologia della deportazione politica toscana (1943 – 1945), Pacini Editore, arricchita da 70 brevi biografie dei sopravvissuti ai lager nazisti, intervistati da Andrea Devoto alla fine degli anni ’80. Seguirà alle ore 19 lo spettacolo teatrale “Lavoratori italiani per la Germania” con la regia di Dimitri Frosali.

Il 7 marzo alle ore 16 al Museo della Deportazione di Prato (loc. Figline)il convegno storico su Toscana, marzo 1944: Resistenza operaia e deportazione. Alle ore 21 visita guidata gratuita al Museo della Deportazione.

 Il prossimo 8 marzo 2014 ricorrono 70 anni da quando dalla stazione di Santa Maria Novella partì un treno con vagoni piombati in cui erano stipati lavoratori toscani per il lager di Mauthausen. Erano stati arrestati dai fascisti della Repubblica Sociale Italiana e consegnati ai nazisti in seguito allo sciopero generale del marzo 1944, grande sollevazione della Resistenza operaia organizzata dal CLN che avrebbe preparato la strada alla successiva liberazione dal nazifascismo in Toscana.

Il trasporto verso uno dei peggiori campi dell’intero sistema concentrazionario nazista, Mauthausen, conteneva circa 330 uomini arrestati in Toscana, soprattutto fiorentini, pratesi ed empolesi molti dei quali arrestati anche in modo indiscriminato per le strade. Furono costretti, sotto il pugno di ferro delle SS, a lavorare come schiavi fino all’estremo esaurimento fisico per l’industria bellica nazista e ben pochi fecero ritorno nelle proprie case. Per capire quanto questo evento traumatico di ormai molti anni fa sia ancora presente nella coscienza collettiva delle comunità locali, basta partecipare alla grande manifestazione internazionale che ogni anno dal 1945 si svolge a maggio all’ex campo di Mauthausen e nei suoi maggiori sottocampi come Ebensee e Gusen per ricordare la liberazione, quando svettano, in un corteo composto da scolaresche, cittadini e amministratori provenienti da ogni parte d’Europa, decine e decine di gonfaloni dei Comuni toscani, grandi e piccoli, che anche grazie all’instancabile opera dell’ANED (Associazione nazionale Ex deportati nei lager nazisti) conservano attivamente questa memoria di lotta e di sofferenza. A Prato nel 2002 da questa memoria nacque il Museo della Deportazione, visitato ogni anno da migliaia di visitatori.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.