Firenze 1944: dagli ultimi baluardi delle colline al fronte dell’Arno

Il 10 agosto alle ore 18.00, presso la Sala consiliare “Tosca Bucarelli” di Villa Vogel, incontro su “Firenze 1944: dagli ultimi baluardi delle colline al fronte dell’Arno”, promosso dal Quartiere 4 di Firenze.

Interventi e testimonianze a cura di Ivan Cini, Francesco Fusi, Matteo Mengoni, Renato Romei.

 




“Sant’Anna di Stazzema, 12 agosto 1944. Memoria e messaggi per le nuove generazioni.”

I messaggi della memoria che il ricordo di una strage come quella di Sant’Anna di Stazzema reca con sé evocano risorse civili, suscitano energie positive per il futuro. Ce lo confermano intessendo i loro diversi punti di vista: l’opera del direttore del Parco nazionale della Pace, l’istituzione espressamente dedicata a quella memoria; la creazione letteraria di un giovane scrittore appassionato di storia; la produzione di giovani musicisti nel loro colloquio con evocative melodie e rinnovate, antiche suggestioni.

Intervengono

MICHELE MORABITO Direttore Parco nazionale della Pace – Sant’Anna di Stazzema

MICHELE NARDINI Giornalista, esperto di comunicazione, autore de “I comandamenti della montagna”, Barta 2019

Coordina

STEFANO BUCCIARELLI Presidente Ist. Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Lucca

Interventi musicali di

TOMMASO M. PARDUCCI e ALICE TARABELLA, handpan e voce;

NOEMI SANTAMBROGIO, flauto.

 

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti – Per informazioni: 0584  1647600 (dal martedì al sabato dalle 9.00 alle 18.00)




Commemorazione dei 5 Martiri uccisi per mano nazista il 6 agosto 1944 ad Artimino (Carmignano)

In occasione della Commemorazione dei 5 Martiri uccisi per mano nazista il 6 agosto 1944 ad Artimino (Carmignano)

Il Sindaco Edoardo Prestanti, Anpi Carmignano e Comitato 11 Giugno Poggio alla Malva, invitano a partecipare

Lunedì 5 agosto 2019
Artimino, piazza San Carlo

> ore 20.50 ritrovo in piazza San Carlo ad Artimino
Corteo verso il cippo dei 5 martiri Cerimonia  con deposizione della corona di alloro
> ore 21.30 piazza San Carlo
“Eppure era bella la sera”
Reading musical-teatrale
Associazione Metropopolare (Prato)

Voce: Giulia Aiazzi
Fisarmonica Matilde Toni
Regia Livia Gionfrida

La serata dà voce alle vicende individuali delle donne della Resistenza Italiana e al valore sociale e politico che ebbero in quel particolare frangente storico.
Si tratta di storie eterogenee: attraverso motivazioni ideali comuni le donne compiono scelte coraggiose ed orgogliose, mai scontate o rinnegate. Furono staffette, fattorine, infermiere, vivandaie e combattenti: trasportavano esplosivi nella borsa della spesa, animavano gli scioperi nelle fabbriche… e imbracciarono le armi.

La voce di Giulia Aiazzi disegnerà un percorso di memorie, storie e paesaggi, accompagnata da canti e musiche della tradizione partigiana eseguiti dal vivo dalla fisarmonica di Matilde Toni




Ricordando Giovanni Spadolini, nel 25° della scomparsa

In occasione del 25° anniversario della scomparsa di Giovanni Spadolini, che amò per l’intera vita Castiglioncello quale “patria dell’anima”,

presentazione dei volumi

Cosimo Ceccuti
“Giovanni Spadolini: quasi una biografia”
a cura di Gabriele Paolini, (Polistamapa)
e
Giovanni Spadolini
“Frammenti di vita di un italiano: 1972-1994”
a cura di Cosimo Ceccuti:
Album fotografico della sua vita pubblica (Polistampa)
Saluto di Daniele Donati
Sindaco di Rosignano M.mo

Interverrano
Cosimo Ceccuti, Alessandro Franchi e Gabriele Paolini

lunedì 5 agosto
ore 18:00, ingresso libero
La Limonaia Caffè, parco del castello Pasquini
Castiglioncello (LI)




75° anniversario della Liberazione di Lastra a Signa

Domenica 4 agosto Lastra a Signa celebra l’anniversario della sua Liberazione dal Nazifascismo.

Alle 21 si inizia con l’esibizione della Banda della Misericordia di Malmantile e la deposizione della corona al Monumento dei Caduti.

A seguire interventi del sindaco Angela Bagni, di Elena Papucci (sezione ANPI di Lastra a Signa) e di Vitaliano Casini (antifascista)

Per finire “Mauro, una piccola storia lastrigiana di libertà”, rievocazione storica a cura dell’Associazione Storico Museale Linea Gotica Pistoiese ONLUS




75° anniversario della strage del Focardo

Domenica 4 agosto alle ore 9.30 l’amministrazione comunale di Rignano sull’Arno ricorda la strage del Focardo, nella quale fu trucidata dai nazisti la famiglia Einstein, nel 75° anniversario.

La cerimonia si svolgerà presso il Cimitero di Badiuzza (San Donato in Collina) alla presenza di una delegazione del Comune di Stazzema.




75° anniversario della Liberazione del comune di Bagno a Ripoli

il 3 e il 4 agosto intenso calendario di iniziative e cerimonie promosse dal Comune e dalla sezione ANPI di Bagno a Ripoli per il 75° anniversario della Liberazione.




Il rastrellamento nazista e fascista a Zeri nell’agosto del ’44

Sabato, 3 agosto, a Pontremoli, alle 16,30 nei locali del Seminario Vescovile in piazza San Francesco, l’Istituto Storico della Resistenza Apuana con le sezioni ANPI di Pontremoli e Zeri organizza l’incontro

“Il rastrellamento dell’agosto 1944 a Zeri, nel Pontremolese, in Val di Vara. Ricordo dei sacerdoti don Eugenio Grigoletti don Angelo Quiligotti e del partigiano Walter Tessieri”

con la presentazione della pubblicazione “Walter Tessieri. Un ragazzo ancora… Un partigiano!”

Testimonianze di: mons. Silvano Lecchini e Giovanni Tognarelli.

Intervengono: Fra’ Cristiano Venturi (custode Eremo S. Maria Maddalena di Adelano); Mauro Malachina e Raffaello Nadotti (ANPI Zeri); Caterina Rapetti (ANPI Pontremoli);

Brian Gordon Lett (figlio del maggiore inglese Gordon); Walter Massari (nipote del partigiano Walter Tessieri). Paolo Bissoli (Istituto Storico della Resistenza Apuana).

Il 3 agosto 1944 migliaia di soldati tedeschi supportati da centinaia di fascisti iniziarono un  feroce rastrellamento nelle vallate di Zeri, nell’alta val di Vara e in alcune zone limitrofe del Pontremolese. Un’azione antipartigiana ma che aveva come obiettivo i paesi nei quali i partigiani avevano punti di riferimento e la gente che dava loro aiuto e collaborazione.

A Chiesa di Rossano era il quartier generale del Battaglione Internazionale, formato e comandato dal maggiore inglese Gordon Lett. Anche loro, come gli altri partigiani, si erano ritirati non potendo reggere il confronto con un esercito ben più numeroso e armato di tutto punto.

I nazifascisti non ebbero scrupoli: tutto il paese fu bruciato e danni ingenti furono arrecati ai villaggi circostanti; decine di civili nelle vallate furono uccisi, il bestiame sequestrato. Due sacerdoti, don Angelo Quiligotti e don Eugenio Grigoletti furono assassinati: il primo alle pendici del monte Gottero dove aveva cercato rifugio, il secondo nella canonica di Adelano.

Gordon Lett così descrive la scena che si presentò al loro ritorno:

“Eravamo in pochi nel viaggio di ritorno fra la gente che aveva condiviso per tanto tempo le nostre sventure ed ero ansioso di sapere quale accoglienza ci avrebbero fatta dopo il disastro di cui eravamo stati in parte la causa.

All’inizio della discesa dal Monte Picchiara trovammo Tarquinio [Deluchi], che ci era venuto incontro. Era sinceramente felice di rivederci e continuava ad assicurarci enfaticamente che la popolazione non ci serbava rancore. Però avevo i miei dubbi. Era impossibile che proprio nessuno se la prendesse con i partigiani.

Proseguendo nel nostro cammino arrivammo ad una curva della strada. E fu allora che vedemmo ciò ch’era rimasto di Chiesa [di Rossano]. Terribili, nella loro scheletrica deturpazione, avevamo davanti agli occhi un mucchio di rovine annerite. Il Palazzo degli Schiavi, che era stata la nostra caserma, era ridotto a quattro alte mura dalle finestre sbadiglianti; macerie e tegole spezzate ingombravano il terreno erboso. Della casa parrocchiale, ch’era stata la prima a ricevere l’attenzione dei barbari, restava nient’altro che un guscio nerastro. Solo la chiesa era rimasta intatta.

Ci inoltrammo fra le rovine fino a quella ch’era stata la casa di Tarquinio. Questo ce la indicò con la mano, senza aprir bocca. Mi resi conto d’un tratto che un nodo mi stringeva la gola e mi sentii invadere da una rabbia impotente. Tranne che per le mura annerite, altro non rimaneva se non un cumulo di macerie e di ferri contorti. Una lampada a petrolio con il vetro rotto pendeva tuttora da un chiodo in quella ch’era stata una stanza da letto. Stagnava su tutta la scena quel particolare puzzo di bruciato, indimenticabile, pungente, che i londinesi conoscevano bene. Lo stesso era accaduto alla casa di Gattino, il vecchio pittore che nel Natale del 1943 avevamo sospettato di spionaggio, e all’osteria della zia di Tarquinio. L’intero villaggio era stato trasformato in uno scheletro polveroso, con i contorni segnati da muri di pietre bruciacchiate”.

 

(i brani in corsivo sono tratti da “Gordon Lett. Amico dell’Italia”, ISRA 2018”)