75° Anniversario della Liberazione di Pistoia

Dal 7 al 13 settembre vasto programma di eventi promosso dal Comitato unitario per la difesa delle istituzioni repubblicane del Comune di Pistoia per commemorare l’importante anniversario della Liberazione dal nazifascismo.




“Tra due torrenti”. Presentazione del libro di Lorenzo e Paolo Petrioli

Giovedì 5 settembre alle ore 21.00 presso la Casa del popolo di Grassina, presentazione del libro di Lorenzo e Paolo Petrioli “Tra due torrenti”.

Saluti del presidente della Casa del popolo e del presidente della sezione ANPi di Bagno a Ripoli.

Interverrà il dott. Francesco Fusi dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea.




75° anniversario della Liberazione di Lucca: gli appuntamenti della settimana dell’ISREC

Giovedì 5 settembre alle 17.30 presso Palazzo Santini (sala consiliare), nel quadro delle commemorazioni ufficiali della liberazione di Lucca, si terrà un evento dedicato alla formazione partigiana “Bonacchi” con la partecipazione di Andrea Ventura, direttore dell’ISREC: per l’occasione verranno presentati alcuni documenti inediti riguardanti la brigata comandata da Mario Bonacchi. Porteranno il saluto istituzionale Francesco Battistini (presidente del consiglio comunale) e Alessandro Profeti (consigliere comunale). Introduce Ilaria Vietina, assessora alla continuità della memoria storica.

Programma dell’iniziativa

 

Venerdì 6 settembre alle 21.00 a Piazzano (Lucca), sul piazzale della chiesa si terranno le celebrazioni in ricordo del giovane partigiano versiliese Aldo Mazza; porterà il saluto istituzionale Roberto Guidotti (consigliere comunale di Lucca), mentre interverranno per l’ISREC Francesco Lucarini e Moreno Bertolozzi.

Programma dell’iniziativa




75° anniversario della Liberazione di Empoli

Un momento di riflessione, di approfondimento e di ricordo giovedì 5 settembre, alle 21, al Convento degli Agostiniani, di Via dei Neri 15.

In occasione del 75° anniversario della Liberazione della città di Empoli’ dai nazifascisti è stato convocato un Consiglio Comunale aperto a tutta la cittadinanza.

Durante la serata sono previsti gli interventi del presidente del Consiglio Comunale Alessio Mantellassi, con delega alla cultura della memoria, del sindaco di Empoli Brenda Barnini, degli ex partigiani Rolando Fontanelli e Dario Del Sordo, a Ferdinando Ciampi e Vittorio Nencioni, familiari di due deportati.

Spazio anche a un approfondimento storico grazie a Giuseppe Matulli, presidente dell’istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea.




75° Anniversario della Liberazione di Sesto fiorentino: commemorazione e concerto della Bandabardò

Domenica 1° Settembre 2019

 

75° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DI SESTO FIORENTINO

 

PROGRAMMA

 

ore  8.30 – Deposizione corone ai Cippi e al Cimitero Maggiore;

ore  9.30  – S. Messa in memoria dei Caduti presso la Pieve di S. Martino;

ore 10.30 – Piazza Vittorio Veneto: corteo per le vie cittadine e deposizione di

corone ai monumenti ai Caduti e al Partigiano;

ore 11.00 – Piazza De Amicis

 

Interventi di:

 

ROBERTO CORSI  –  Presidente ANPI di Sesto Fiorentino

MARTA BAIARDI   –  Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea

OMAR MIH              – Rappresentante della Repubblica Araba Saharawi Democratica in Italia

LORENZO FALCHI –  Sindaco di Sesto Fiorentino

 

Esibizione della Banda Musicale di Sesto Fiorentino

 

 

ore 21.15 – Piazza Vittorio Veneto: concerto della Liberazione con

 

BANDABARDO’




II edizione della Summer school “Per la storia di un confine difficile”

Parliamo quotidianamente di confini e frontiere, di volontario esodo di popolazioni dalle proprie terre. L’attualità ci mette sotto gli occhi immagini di sofferenza di profughi ed esuli, di persone che decidono di affrontare rischiosi viaggi per sfuggire a violenze o povertà, concentrate sul Mediterraneo o lungo le vie di terra, in Europa e in altri continenti, le ultime nei pressi di un nuovo muro, che vieta l’ingresso negli Stati Uniti ai poveri del sud del continente. Chiudere o aprire all’accoglienza è un dilemma politico e morale, non nuovo, anche se in forme completamente differenti rispetto al passato; nel mondo che cambia i fattori di complessità sono aumentati, sono impossibili semplificazioni sulla sfida che gli “attraversamenti” muovono alla “organizzazione politica storicamente tracciata dall’Europa” (Silvia Salvatici).

Su passato e presente di confini e frontiere si discuterà per quattro intensi giorni a Rispescia, ex-ENAOLI, nel corso della seconda edizione della summer school Per la storia di un confine difficile. L’alto Adriatico nel Novecento”, dal 28 al 31 agosto. Regione Toscana e ISGREC, in accordo con MIUR e rete toscana di istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea, riuniranno esperti della storia del “confine difficile”, per offrire a 30 insegnanti di scuole superiori della regione un’occasione di studio e confronto. Gli insegnanti sono stati selezionati tramite un bando della Regione Toscana e dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana, di cui tutti gli istituti superiori della Toscana erano stati informati.

Si discuterà del lungo esodo istriano-giulianodalmata, di foibe, delle violenze (1943-45) nella zona di occupazione tedesca del Litorale Adriatico, delle Resistenze italiana e slava, fino a ventennio fascista e, ancora indietro, ai disastri della Grande Guerra. Al percorso di formazione seguirà il viaggio, con 50 studenti, nei luoghi della memoria, fra Venezia Giulia e Istria croata.

La prima edizione della summer sugli stessi temi si tenne nello stesso luogo, nel 2017. Rappresentò il passaggio da molte singole esperienze – formazione di insegnanti, produzione editoriale, documentari e strumenti didattici – all’approccio sistematico alle tante storie che l’istituzione con legge dello Stato del Giorno del ricordo (10 febbraio) aveva fatto riemergere, dopo un lungo silenzio, condiviso da tutta la politica (nazionale e non solo) e da una parte della cultura. Sottrarre all’uso politico brandelli di storia è un dovere per le istituzioni e per la cultura – storici, insegnanti, intellettuali… – anche se difficile da praticare, in un paese in cui – lo si ripete inutilmente come un mantra – si stenta a distinguere tra verità storica e opinioni o propaganda. Per questo alla voce di storici, cardine del percorso formativo, la nuova summer affianca quella di un giornalista, per dialogare con gli insegnanti su metodi e linguaggi dei media e introdurre “il tema della “verità” giornalistica rispetto alle vicende che incrociano la narrazione di storia e memoria” (Domenico Guarino), come chiave aggiuntiva per una lettura critica del passato (e del presente).

Il programma prevede lezioni (qualche nome: Enrico Miletto, Marta Verginella, Claudio Vercelli, Luca Verzichelli), laboratori di insegnanti divenuti formatori grazie al precedente percorso formativo, proiezioni e presentazioni di mostre. Info: segreteria@isgrec.it; 0564 415219.

Il programma della Summer school




Proiezione alla Cava Roselle del documentario “La conoscenza scaccia la paura”

livio_dorigoIl 13 agosto 2019 alle ore 21.45 sarà proiettato alla Cava Roselle il documentario prodotto dall’Isgrec e dalla Regione Toscana “La conoscenza scaccia la paura”, regia di Luigi Zannetti.

La nostra epoca ha reso di nuovo attuale il confine come categoria storica e culturale e come esperienza esistenziale. Il documentario parla del confine più difficile per l’Italia del Novecento: quello dell’Alto Adriatico, storia a lungo coperta da silenzi condivisi, in Italia e in Europa. La chiave scelta per la narrazione è biografica. Parla un italiano di Pola, Livio Dorigo, oggi impegnato a Trieste in un lavoro culturale, teso ad alimentare una visione europeista. Sono gli avvenimenti che si collocano fra Seconda Guerra Mondiale e i primi decenni del Dopoguerra il cuore della narrazione. La storia è costruita attraversando i tanti luoghi della memoria, in Italia e in Croazia. L’ultraottantenne Livio Dorigo è portatore di memorie familiari e di esperienze personali. Racconta adolescenza e giovinezza, nella città d’origine, l’esodo e il ritorno, con una straordinaria ricchezza di linguaggio e di riferimenti culturali.

L’ingresso è libero. Info: Cava Roselle | Strada Chiarini, Roselle | +39 3484800409 | info@cavaroselle.net




Il rastrellamento nazista e fascista a Zeri nell’agosto del ’44

Sabato, 3 agosto, a Pontremoli, alle 16,30 nei locali del Seminario Vescovile in piazza San Francesco, l’Istituto Storico della Resistenza Apuana con le sezioni ANPI di Pontremoli e Zeri organizza l’incontro

“Il rastrellamento dell’agosto 1944 a Zeri, nel Pontremolese, in Val di Vara. Ricordo dei sacerdoti don Eugenio Grigoletti don Angelo Quiligotti e del partigiano Walter Tessieri”

con la presentazione della pubblicazione “Walter Tessieri. Un ragazzo ancora… Un partigiano!”

Testimonianze di: mons. Silvano Lecchini e Giovanni Tognarelli.

Intervengono: Fra’ Cristiano Venturi (custode Eremo S. Maria Maddalena di Adelano); Mauro Malachina e Raffaello Nadotti (ANPI Zeri); Caterina Rapetti (ANPI Pontremoli);

Brian Gordon Lett (figlio del maggiore inglese Gordon); Walter Massari (nipote del partigiano Walter Tessieri). Paolo Bissoli (Istituto Storico della Resistenza Apuana).

Il 3 agosto 1944 migliaia di soldati tedeschi supportati da centinaia di fascisti iniziarono un  feroce rastrellamento nelle vallate di Zeri, nell’alta val di Vara e in alcune zone limitrofe del Pontremolese. Un’azione antipartigiana ma che aveva come obiettivo i paesi nei quali i partigiani avevano punti di riferimento e la gente che dava loro aiuto e collaborazione.

A Chiesa di Rossano era il quartier generale del Battaglione Internazionale, formato e comandato dal maggiore inglese Gordon Lett. Anche loro, come gli altri partigiani, si erano ritirati non potendo reggere il confronto con un esercito ben più numeroso e armato di tutto punto.

I nazifascisti non ebbero scrupoli: tutto il paese fu bruciato e danni ingenti furono arrecati ai villaggi circostanti; decine di civili nelle vallate furono uccisi, il bestiame sequestrato. Due sacerdoti, don Angelo Quiligotti e don Eugenio Grigoletti furono assassinati: il primo alle pendici del monte Gottero dove aveva cercato rifugio, il secondo nella canonica di Adelano.

Gordon Lett così descrive la scena che si presentò al loro ritorno:

“Eravamo in pochi nel viaggio di ritorno fra la gente che aveva condiviso per tanto tempo le nostre sventure ed ero ansioso di sapere quale accoglienza ci avrebbero fatta dopo il disastro di cui eravamo stati in parte la causa.

All’inizio della discesa dal Monte Picchiara trovammo Tarquinio [Deluchi], che ci era venuto incontro. Era sinceramente felice di rivederci e continuava ad assicurarci enfaticamente che la popolazione non ci serbava rancore. Però avevo i miei dubbi. Era impossibile che proprio nessuno se la prendesse con i partigiani.

Proseguendo nel nostro cammino arrivammo ad una curva della strada. E fu allora che vedemmo ciò ch’era rimasto di Chiesa [di Rossano]. Terribili, nella loro scheletrica deturpazione, avevamo davanti agli occhi un mucchio di rovine annerite. Il Palazzo degli Schiavi, che era stata la nostra caserma, era ridotto a quattro alte mura dalle finestre sbadiglianti; macerie e tegole spezzate ingombravano il terreno erboso. Della casa parrocchiale, ch’era stata la prima a ricevere l’attenzione dei barbari, restava nient’altro che un guscio nerastro. Solo la chiesa era rimasta intatta.

Ci inoltrammo fra le rovine fino a quella ch’era stata la casa di Tarquinio. Questo ce la indicò con la mano, senza aprir bocca. Mi resi conto d’un tratto che un nodo mi stringeva la gola e mi sentii invadere da una rabbia impotente. Tranne che per le mura annerite, altro non rimaneva se non un cumulo di macerie e di ferri contorti. Una lampada a petrolio con il vetro rotto pendeva tuttora da un chiodo in quella ch’era stata una stanza da letto. Stagnava su tutta la scena quel particolare puzzo di bruciato, indimenticabile, pungente, che i londinesi conoscevano bene. Lo stesso era accaduto alla casa di Gattino, il vecchio pittore che nel Natale del 1943 avevamo sospettato di spionaggio, e all’osteria della zia di Tarquinio. L’intero villaggio era stato trasformato in uno scheletro polveroso, con i contorni segnati da muri di pietre bruciacchiate”.

 

(i brani in corsivo sono tratti da “Gordon Lett. Amico dell’Italia”, ISRA 2018”)