Chiuse le iscrizioni per la Summer School INSMLI a Firenze: raggiunto il numero massimo previsto.

Chiusura delle iscrizioni per la Summer School del prossimo agosto a Firenze. Grazie al grande lavoro dell’ISRT, dell’INSMLI e della rete nazionale degli Istituti della Resistenza è già stato raggiunto il numero massimo di iscrizioni per la prossima Summer School. Un grande risultato per il quale ringraziamo tutti coloro che hanno lavorato con straordinario impegno in queste settimane.




Ultimi posti disponibili! Grande successo della SUMMER SCHOOL a Firenze.

Grande successo della Summer School sulla storia dell’Italia repubblicana che l’Istituto del movimento di Liberazione in Italia ha deciso di organizzare i prossimi 29-31 agosto a Firenze, grazie al sostegno e alla collaborazione dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.

Le iscrizioni alla Summer School 2016 stanno, infatti, andando molto bene e sono rimasti ad oggi solo 20 posti disponibili a due mesi dalla scadenza dell’ultima data possibile per l’ iscrizione.

Per questo, dato il numero ristretto di posti rimasti, l’organizzazione chiedo che gli insegnanti dei vostri indirizzari che chi fosse interessato a partecipare alla Summer invii il modulo di iscrizione all’ISRT di Firenze (isrt@istoresistenzatoscana.it), integrato con l’indicazione del proprio codice fiscale per la ricevuta, ma provveda all’erogazione del bonifico solo dopo aver avuto dallo stesso ISRT conferma sulla disponibilità dei posti.

Si tratta di un risultato davvero significativo cui ha contribuito l’organizzazione promossa e attivata dall’Istituto Storico della Resistenza in Toscana in piena sinergia con comune azione dell’Insmli e della rete degli Istituti della Resistenza a livello nazionale.




Bando per due borse di studio su “L’Antifascismo nelle fabbriche fiorentine” promosso da ANPI Firenze in collaborazione con ISRT e Dipartimento di Storia

L’Associazione nazionale partigiani d’Italia – Comitato Provinciale di Firenze (di seguito Anpi Firenze), all’interno dell’iniziativa “L’antifascismo nelle fabbriche fiorentine” finanziata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale – in occasione della selezione di progetti per il 70° anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione, con apposita Convenzione sottoscritta in data 4 novembre 2015, bandisce una selezione per l’assegnazione di due BORSE DI STUDIO, finalizzate allo svolgimento del programma di ricerca allegato al presente Bando, della durata di 6 mesi e dell’importo di Euro 4.000,00 lordi cadauna. Nell’assegnazione delle BORSE ruolo attivo di selezione e successivamente di tutoraggio verrà svolto dall’Istituto Storico della Resistenza in Toscana (ISRT) e dal Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo dell’Università degli Studi di Firenze (SAGAS).

Il bando presente e tutte le successive comunicazioni sono pubblicati sul sito dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscanawww.istoresistenzatoscana.it.




“Firenze in guerra 1940-1944”, non solo una mostra. V. Galimi e C. Albanese su Novecento.org ne illustrano il valore scientifico e didattico.

Valeria Galimi, curatrice della mostra “Firenze in guerra 1940-1944” insieme a Francesca Cavarocchi, ne illustra gli obiettivi in un denso articolo su Novecento.org, rivista online di didattica della storia dell’Istituto nazionale del movimento di liberazione in Italia, evidenziando come questo progetto dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana sia stata una significativa occasione per riflettere e realizzare nuove “narrazione” dell’esperienza bellica in una città, intrecciando metodologi e competenze diverse, unendo il massimo del rigore scientifico alle esigenze della divulgazione culturale, a partire da una valorizzazione delle esperienze personali e del vissuto quotidiano, atte a restituire un quadro sempre più complesso ed articolato dell’impatto del conflitto e delle sue conseguenze.

Firenze 1940-1944: nuovi modi di raccontare l’esperienza di una città in guerra

La mostra ha avuto nelle scuole un pubblico di riferimento, diventando un vero e proprio “laboratorio didattico”, come illustrato nel suo articolo da Carmelo Albenese, attento ed attivo collaboratore del progetto.

Un’esperienza di didattica laboratoriale: la mostra Firenze in guerra 1940-1944

 




Appello per la difesa delle biblioteche pisane

Il 47% degli italiani, secondo l‘OCSE, soffre di analfabetismo funzionale e la percentuale è talmente alta da far balzare il paese al vertice di questa classifica poco invidiabile. Da mesi si moltiplicano denunce e appelli sul nostro declino culturale, in particolare sullo stato di biblioteche e archivi, ma anche denunce dei professionisti dei beni culturali (archeologi, storici dell’arte, archivisti, bibliotecari, ecc.) che nei tagli dei finanziamenti alla cultura vedono un pericolo per il loro stesso futuro.

In provincia tutto questo ha una ricaduta pesante e a Pisa – in misura maggiore ad esempio rispetto a Pistoia, che in cultura ha investito – la situazione si sta facendo drammatica. La scarsità di investimenti è resa ancora più grave dal fatto che la città aveva costruito nel tempo la propria fama e qualità della vita custodendo, tutelando e arricchendo un patrimonio storico-artistico, librario e archivistico di interesse internazionale, patrimonio che si sta rapidamente disfacendo.

Negli ultimi anni il declino è stato rapido e allarmante:
– Dal 2011 la biblioteca e i fondi archivistici conservati presso la Domus Mazziniana giacciono in 1.200 scatole immagazzinate a Perignano di Lari, per le quali si versano € 26.000 annui di affitto; la Domus è stata trasformata in un museo multimediale, aperto 6 ore alla settimana grazie a un’associazione di volontari.
– Nel 2012 la Biblioteca Serantini ha dovuto lasciare la sede nel complesso Concetto Marchesi di proprietà della Provincia e trasferire il proprio patrimonio presso l’Archivio generale dell’Università di Pisa a Montacchiello.
– Nel maggio del 2012, a seguito del terremoto in Emilia, un’ordinanza del sindaco ha sancito la chiusura della Biblioteca Universitaria e solo da qualche settimana sono partiti i lavori di consolidamento strutturale del Palazzo della Sapienza.
– Nel 2013 è stata inaugurata la Biblioteca comunale SMS, struttura per certi versi all’avanguardia, che tuttavia è carente di spazi per nuove acquisizioni, manca di manutenzione e presto necessiterà di personale; l’edificio annesso – il Centro Espositivo SMS, costato € 4.670.000 e inaugurato nel 2009 – non ha mai funzionato a pieno ritmo e molti dei suoi spazi giacciono inutilizzati.
– Nel 2014 la legge 56 del 7 aprile 2014 (cosiddetta Legge Delrio) ha stabilito che nel riordino delle Province la cultura non è funzione fondamentale, ma né il Comune né la Regione vogliono farsene carico e la chiusura della Biblioteca Provinciale, prevista per il 31 dicembre 2015, è stata prorogata al 30 aprile prossimo (è di questi giorni l’appello lanciato dalla Rete Bibliolandia e sottoscritto da importanti personalità).

La legge di riordino delle province non può costituire un alibi per Comune e Regione, anzi dovrebbe indurre questi soggetti a riappropriarsi delle proprie competenze in ambito culturale; né essi possono ritrarsi dalle loro responsabilità con la scusa di tagli progressivi alla cultura, quando finanziano progetti PIUSS milionari per opere lasciate spesso inutilizzate.

Il depauperamento complessivo di biblioteche e archivi non solo allontana da Pisa gli studiosi, ma costituisce una grave perdita per la città. “Pisa è culture” – lo slogan inventato per candidare la città a capitale europea e poi italiana della cultura – suona come un contenitore vuoto. Vuoto come le Officine di Porta Garibaldi, edificio che la Provincia ha costruito con una spesa di 8 milioni di euro, che sulla carta avrebbe dovuto accogliere la Biblioteca provinciale, la Biblioteca Serantini e il Centro Nord-Sud. Assieme alla Biblioteca SMS, le Officine avrebbero dovuto diventare il centro della rete bibliotecaria cittadina, una Casa della cultura e della memoria nonché centro sociale in via Gioberti, un’alternativa culturale all’aggregazione offerta dalla movida del fine settimana, che rischia di rimanere l’unico modello di socializzazione collettiva per i giovani.

Perché il degrado dell’intero sistema culturale cittadino colpisce tutti. A differenza delle biblioteche universitarie, infatti, quelle civiche sono nate per garantire una formazione permanente alle persone comuni: anziani, lettori di tutte le età, in particolare giovani, che in esse si informano e si formano, trascorrono proficuamente il tempo, coltivano i propri interessi. Le biblioteche civiche forniscono un servizio culturale e allo stesso tempo sociale, sono beni preziosi, e non a caso la Biblioteche Provinciale e SMS sono state pensate in una zona della città (il quartiere di Cisanello) che prima di allora era sguarnita di servizi e centri di aggregazione.

Vogliamo rinunciare a tutto questo? Chiediamo a tutte le cittadine e i cittadini e alle tante associazioni culturali di Pisa di sostenere questo appello per salvaguardare le biblioteche pisane, perché non vogliamo che il patrimonio librario sia disperso in scatole e depositi, bensì che le biblioteche siano spazi vivi di crescita, studio e socializzazione.

Chiediamo che le Officine di Porta Garibaldi vengano destinate alla Biblioteca Provinciale e alla Biblioteca Serantini.

Chiediamo un incontro pubblico tra sindaco e soggetti interessati per una politica complessiva di rilancio culturale.

Chiediamo alle istituzioni risposte concrete e tempi certi di attuazione per queste richieste.

Coordinamento dei lettori delle biblioteche e degli archivi pisani

(per aderire scrivere a: appellobibliotechepisane@gmail.com)




Uscito su Novecento.org “Narrativa e Resistenza: due esperienze didattiche” articolo di Paolo Mencarelli su due progetti dell’ISRT

Uscito su novecento.org l’articolo di Paolo Mencarelli, professore comandato presso l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, su due importanti progetti didattici su “letteratura e Resistenza” sperimentati a partire dal Settantesimo della Liberazione. Sperimenti significativi per coniugare discipline diverse e avvicinare in modo originale le giovani generazioni allo studio della Resistenza.

Narrativa e Resistenza: due esperienze didattiche

 




Genere e storia: nuove prospettive di ricerca. Call for panels per il VII Congresso della Società delle storiche

Il VII congresso della Società Italiana delle Storiche si svolgerà a Pisa dal 2 al 4 febbraio 2017.

Come nelle precedenti occasioni la SIS si propone di fare del congresso un’occasione di confronto e discussione sulle ricerche, i temi e le categorie interpretative proprie della storia delle donne e di genere.

La SIS rivolge perciò a studiose e studiosi, italiani e stranieri, l’invito a presentare proposte di panel, che potranno essere attinenti all’intero arco temporale che va dall’antichità all’età contemporanea e ai più diversi contesti geo-politici e culturali. Il congresso darà spazio a tutto il ventaglio di interrogativi e temi storici proposti oggi dalla ricerca, purché rilevanti nella prospettiva della storia di genere. La SIS si augura che il congresso possa offrire uno spettro significativo dei nuovi orientamenti storiografici che caratterizzano queste linee di studio.

In allegato il BANDO con la scheda per presentare domanda di partecipazione.




Intitolato ad Aldo Cecchi l’Istituto di Studi Storici Postali

Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi” onlus. È così che il consiglio direttivo dello stesso Issp ha deciso di intitolare l’unica struttura privata esistente in Europa impegnata a livello scientifico nel settore postale, agevolando studi, scambi di informazioni, approfondimenti e, in ultima analisi, promuovendo la cultura storica postale. Realtà che -proprio grazie soprattutto ad Aldo Cecchi, scomparso il 20 marzo scorso- dal 1982 fa di Prato un punto di riferimento specializzato a livello internazionale.

“Nella riunione di sabato -conferma il direttore della struttura, Andrea Giuntini- i presenti hanno condiviso all’unanimità l’idea, volta a ricordare colui che, per oltre trent’anni, ha portato avanti il progetto organizzando incontri e seminari, aiutando i ricercatori, allestendo una biblioteca qualificata che ora conta 16mila tra libri ed opuscoli ed un’emeroteca che si sviluppa per 1.310 titoli. È una scelta importante e sottolinea la nostra volontà di proseguire la strada che ha tracciato”.