Prolungato a Grosseto l’allestimento della mostra “Perché tu fossi libero”

Visto l’interesse suscitato e l’alto numero di visitatori, la mostra “Perché tu fossi libero. Antifascismo, guerra e Resistenze in Maremma” 𝒓𝒊𝒎𝒂𝒓𝒓𝒂̀ 𝒆𝒔𝒑𝒐𝒔𝒕𝒂 𝒇𝒊𝒏𝒐 𝒂𝒍 5 𝒍𝒖𝒈𝒍𝒊𝒐 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒊𝒍 𝑷𝒂𝒍𝒂𝒛𝒛𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑷𝒓𝒐𝒗𝒊𝒏𝒄𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝑮𝒓𝒐𝒔𝒔𝒆𝒕𝒐 (𝒐𝒓𝒂𝒓𝒊 𝒅𝒊 𝒂𝒑𝒆𝒓𝒕𝒖𝒓𝒂: 𝒅𝒂 𝒍𝒖𝒏𝒆𝒅𝒊̀ 𝒂 𝒗𝒆𝒏𝒆𝒓𝒅𝒊̀ 𝒐𝒓𝒆 9.30-12.30; 𝒎𝒂𝒓𝒕𝒆𝒅𝒊̀ 𝒆 𝒈𝒊𝒐𝒗𝒆𝒅𝒊̀ 𝒐𝒓𝒆 15.30- 17.30).




Nel centenario dell’Ateneo fiorentino, una passeggiata per ricordare i membri di Radio CoRa vittime di fascisti e nazisti.

Ieri domenica 16 giugno a Firenze è stato celebrato l’80esimo della fucilazione dei resistenti di Radio Cora e di Anna M. Enriquez Agnoletti con una passeggiata, organizzata – anche dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea – per i 100 anni dell’Università, che si è snodata dal parcheggio dell’ospedale di Careggi al Cippo di Cercina.

Lì il Comune di Sesto aveva organizzato l’amplificazione e la presenza degli amministratori e di alcuni componenti della banda.  Per l’Isrt ha partecipato alla camminata e alla cerimonia al cippo il consigliere Luca Brogioni. Erano presenti i gonfaloni della Regione, di Firenze, di Campi, dell’Anpi, dell’Aned, del CAI di Sesto e dei carabinieri in congedo che erano intervenuti alla commemorazione al monumento in piazza d’Azeglio a Firenze.
La cerimonia è stata partecipata e anche segnata dalla commozione dai presenti.




Prolungato al 28 luglio l’allestimento della mostra “Arte ferita, Arte salvata” a Prato.

“Arte ferita, arte salvata. Chiese e patrimonio artistico a 80 anni dal bombardamento di Prato – Museo dell’Opera del Duomo di Prato fino al 28 luglio



Public History e nuovi media. Call for Columns del numero monografico della rivista «Farestoria. Società e storia pubblica»

Call for Columns del numero monografico della rivista «Farestoria. Società e storia pubblica»

Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Pistoia

Negli ultimi anni, complice anche il periodo della pandemia, la sfera pubblica è stata caratterizzata da una vasta affermazione, accanto ai media tradizionali come la televisione, il cinema, la radio, o la stampa, delle nuove forme di comunicazione, e in particolare podcast, social network, e piattaforme digitali di ogni tipo. In questo contesto la Public History si è evoluta in modo significativo proprio grazie al ruolo dei nuovi media, che fungono da ponte tra gli studiosi e la società, un’interazione alimentata dalla capacità di presentare la storia in modi coinvolgenti e accessibili, raggiungendo così ambiti, ambienti e strati della comunità altrimenti difficilmente intercettabili.

In questi ultimi anni, inoltre, l’affermazione della Public History come disciplina e la presa di coscienza degli storici della necessità di una proiezione pubblica del fare storia, si è intrecciato con l’inserimento nei circuiti del consumo culturale di un pubblico nato nel pieno dell’era digitale, restio a fruire e utilizzare le vecchie forme della comunicazione.

Per chi si occupa di storia e in particolare di storia pubblica queste osservazioni divengono punti nodali dai quali è possibile sviluppare importanti riflessioni. Quale storia viene proposta? Da chi viene interpretata e raccontata? Quali contenuti diffonde e quali narrazioni del passato trasmette? Quale ruolo hanno gli storici e quali progetti ragionati possono intraprendere? Come viene recepita e quale impatto ha sulla società e a quali livelli? Come contribuisce alla ridefinizione della disciplina?

Le risposte a tali quesiti possono svilupparsi lungo svariate direzioni di ricerca, di cui si tracciano alcuni esempi:

  • L’utilizzo dei media in ambito storiografico nel passato.
  • Il ruolo dei media nella democratizzazione dell’accesso alla storia.
  • Le nuove proposte di storia pubblica e il nuovo modello di story–teller, pensando al successo mediatico di figure come quella di Alessandro Barbero o di canali youtube a tema storico, come la Biblioteca di Alessandria, programmi che riscuotono ampio seguito e che quindi pongono una serie di questioni di metodo.
  • I portati delle eccessive semplificazioni, alle esigenze di spettacolarizzazione del mercato, o al sistema algoritmico nell’ambito della distribuzione streaming di piattaforme come Netflix, quindi le possibili conseguenti distorsioni del passato.
  • Il grande nodo sollevato dai recenti movimenti della “Cancel Culture” e dalla sensibilità “Woke” e le implicazioni sulla narrazione e sulla rappresentazione storica.

Call for columns

Il numero monografico di «Farestoria» intende quindi esplorare questi ambiti di ricerca ed apre una call per la composizione della sezione “rubriche” della rivistaPotranno essere inviate proposte — al massimo una per proponente — da parte di studiose e studiosi, associazioni, gruppi informali, musei, enti e istituti culturali, scuole di ogni ordine e grado.

Le proposte, di massimo 3.000 battute spazi inclusi, e accompagnate da un breve curriculum del soggetto proponente, di massimo 2.000 battute spazi inclusi, dovranno essere inviate all’indirizzo email farestoriaredazione@gmail.com entro il 30 giugno 2024.

Gli abstract inviati dovranno contenere un titolo provvisorio, una breve sintesi dell’argomento che intendono trattare, gli eventuali interlocutori e/o i soggetti coinvolti, e la tipologia di rubrica per la quale si intende concorrere.

Le tipologie di rubriche per le quali è possibile inviare proposte sono le seguenti:

— “Comunicare la storia”

Redazione di un testo di massimo 15.000 battute spazi inclusi con note alla americana e bibliografia a corredo incentrato sugli obiettivi e sugli strumenti di comunicazione e divulgazione nelle attività realizzate.

— “Casi studio”

Redazione di un testo di massimo 15.000 battute spazi inclusi con note alla americana e bibliografia a corredo incentrato sullo studio di uno o più casi di particolare interesse.

— “Public History”

Redazione di un testo di massimo 20.000 battute spazi inclusi con note alla americana e bibliografia a corredo incentrato sulle forme di partecipazione del pubblico alla realizzazione di progetti che utilizzano nuove forme di comunicazione digitale (podcast, social, piattaforme digitali di vario tipo, ecc.), sulla valenza pubblica degli stessi e/o sulla valorizzazione/patrimonializzazione di beni culturali e memorie storiche attraverso queste attività.

— “Storia orale”

Redazione di una ricerca di storia orale di massimo 30.000 battute spazi inclusi con possibilità di inserire note a piè di pagina con i promotori e le promotrici e/o con i fruitori e le fruitrici delle attività e dei progetti realizzati.

— “Conversazioni storiografiche”

Realizzazione e trascrizione di un dialogo, sotto forma di intervista, di massimo 50.000 battute spazi inclusi, con un/a storico/a, da indicare nella proposta. Non sono previste note di nessun tipo.

— “Forum storiografico”

Realizzazione e trascrizione di un dialogo a più voci, di massimo 70.000 battute spazi inclusi, con storici e storiche, da indicare nella proposta. Non sono previste note di nessun tipo.

Cronoprogramma:

  • Invio proposte: entro il 30 giugno 2024.
  • I risultati della selezione: inizio settembre 2024
  • Consegna dei testi definitivi: entro il 15 gennaio 2025.
  • Uscita del volume: aprile/maggio 2025.



Pubblicato il libro di S. Bartolini “Vogliamo quello che ci avete promesso”

La FVL è lieta di annunciare la pubblicazione, con Futura editrice, del libro di Stefano Bartolini “Vogliamo quello che ci avete promesso”. Democrazia e conflitto sociale nel pistoiese dalla Liberazione all’uccisione di Ugo Schiano (1944-1948), con prefazione di Maurizio Landini.

Il 16 ottobre 1948, durante la “marcia della fame” che portò a Pistoia le famiglie della montagna impegnate in una dura lotta alla fabbrica SMI, la polizia aprì il fuoco sui dimostranti. A terra rimase, esanime, Ugo Schiano, operaio venticinquenne della fabbrica San Giorgio sceso in sciopero di solidarietà. Questo tragico evento segnò il termine della transizione nel secondo dopoguerra pistoiese, iniziata come nel resto d’Italia con grandi speranze di cambiamento e rinnovamento e conclusasi con la stabilizzazione del centrismo, che chiuse gli spazi alla conflittualità sociale, letta esclusivamente in chiave ideologica, finendo per negare gli elementi caratterizzanti della democrazia.

Il libro ripercorre quegli anni, ricostruendo la conflittualità sociale nei vari ambiti, dalle fabbriche alle campagne alle lotte delle donne e dei disoccupati, indagando il comportamento degli attori locali nella loro dialettica con le dinamiche nazionali e internazionali, per cercare di capire come fu possibile passare da un’opera di faticosa mediazione e confronto allo scontro aperto e frontale.

L’ultimo capitolo si sofferma sulla memoria di Ugo Schiano lungo la storia dell’Italia repubblicana, con una chiave di Public History tesa a capire i cambiamenti continui dei rapporti tra passato e presente.

Stefano Bartolini è direttore della Fondazione Valore Lavoro e responsabile del Centro di documentazione archivio storico CGIL Toscana. Fa parte della Società italiana di storia del lavoro, coordina le attività del gruppo Labour Public History dell’Associazione italiana di public history e collabora con istituti, associazioni e riviste storiche. Tra le sue pubblicazioni: Fascismo antislavo. Il tentativo di bonifica etnica al confine nord orientale (2006); Una passione violenta, Storia dello squadrismo fascista a Pistoia (2011); La mezzadria nel Novecento. Storia del movimento mezzadrile tra lavoro e organizzazione (2015); LabOral. Storia orale, lavoro e Public History (curatela, 2022).




STORIE E CARTE IN RETE: AL VIA IL CROWDFUNDING DI UNICOOP FIRENZE PER L’ISRT

Parte il 25 aprile e prosegue per due mesi la raccolta fondi per digitalizzare l’archivio dell’Istituto e realizzare un nuovo sito web. 

Due mesi di attività e eventi organizzati dalle sezioni soci Coop e dalle associazioni del territorio per raggiungere l’obiettivo di 20mila Euro con cui attuare il progetto

 

Al via, il 25 aprile, il crowdfunding promosso da Unicoop Firenze, in collaborazione con la Fondazione Il Cuore si scioglie per contribuire alla digitalizzazione dell’archivio e alla realizzazione del nuovo sito dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea. L’iniziativa è stata presentata questa mattina, presso la sede di Unicoop Firenze, alla presenza Vannino Chiti e Matteo Mazzoni, presidente e direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea e di Claudio Vanni, responsabile relazioni esterne Unicoop Firenze. Presenti all’incontro anche i rappresentanti delle sezioni soci Coop coinvolte e i referenti della Rete Democratica Fiorentina che raccoglie forze dell’associazionismo sociale e civile, del volontariato, del Terzo settore, del movimento sindacale, del mondo della cultura, delle arti e della scienza.

Il crowdfunding punta a raccogliere 20mila Euro e nasce dalla necessità dell’Istituto della Resistenza di valorizzare il grande patrimonio storico e di memoria custodito nell’archivio: questo attualmente conta oltre 150 fondi prodotti da organismi politici e militari della Lotta di Liberazione, da organizzazioni e personalità dell’Antifascismo e della Resistenza e da enti e persone che incarnano momenti essenziali della storia del Novecento. I fondi raccolti con il crowdfunding permetteranno all’Istituto di attualizzare la propria banca dati in cui riunire tutti gli inventari per digitalizzarli e renderli disponibili alla consultazione pubblica, così da far conoscere il patrimonio alla cittadinanza e agevolare il lavoro di studenti, ricercatori e appassionati. L’archivio digitale permetterà a chiunque di fare ricerche a distanza, individuare i documenti presenti presso l’Istituto e farne richiesta anche via mail, in formato digitale. Insieme a questo, il progetto prevede la realizzazione di un nuovo sito web che permetta un facile accesso, non solo al patrimonio dell’archivio, ma anche a quello della Biblioteca e dell’Emeroteca e che presenti al pubblico le diverse iniziative, in particolare le mostre virtuali, preziosi strumenti di conoscenza della storia.

 

Le dichiarazioni

Claudio Vanni, responsabile relazioni esternetuy Unicoop Firenze

«Nella data simbolica del 25 aprile lanciamo questa iniziativa di impegno concreto per supportare l’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea che svolge un ruolo cruciale nel documentare, preservare e diffondere la storia della Resistenza nel nostro territorio e nel mantenere viva la memoria collettiva. Oggi, in un tempo così diviso da conflitti di ogni tipo, dobbiamo tutti sentire la responsabilità di mantenere vivo il valore della memoria e la forza ideale della Resistenza da cui è nata la nostra Costituzione: conoscenza e condivisione sono gli strumenti più potenti che abbiamo per tradurre in pratica i valori di democrazia, libertà, uguaglianza, dignità e solidarietà in cui, come cooperativa, ci riconosciamo profondamente. Per questo, insieme alle nostre sezioni soci e alle associazioni del territorio, ci impegneremo nella raccolta fondi che ci auguriamo possa portare nuovo impulso alle attività dell’Istituto».

 

Vannino Chiti, presidente Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea

«ll ruolo dell’Istituto in questo momento storico è di primo piano: nel suo futuro c’è l’ulteriore valorizzazione del suo prezioso archivio dove ogni giorno lavorano giovani studiosi, insieme all’impegno culturale e scientifico per una memoria storica condivisa della Resistenza, che ancora in Italia manca, e per mettere a fuoco e approfondire le grandi questioni dell’Età contemporanea. L’iniziativa che portiamo avanti insieme a Unicoop Firenze è un sostegno importante per tenere in vita questi valori e per mantenere vivo il contatto e lo scambio con cittadini, studiosi, docenti, alunni e con la comunità tutta. L’Istituto ha compiti importanti e vive del sostegno che in tanti possono dare: è fondamentale che tutti sentano questo luogo come il proprio, una casa dove tutti si trovano, perché la Resistenza sia una memoria che unisce e non divide, che aiuta a coltivare l’antifascismo come valore base che permea tutta la nostra Costituzione».

 

Matteo Mazzoni, direttore Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea

«Con la graduale scomparsa dei testimoni diretti, la storia si può conosce e riscostruire solo studiando le carte e, per questo, il nostro Istituto assume una rilevanza maggiore nel preservare e diffondere la memoria: grazie a questa iniziativa di raccolta fondi potremo mettere on line gli inventari del nostro archivio, oltre 150 fondi di personalità e di persone comuni, per consentire, non solo agli specialisti e agli studiosi, ma a tutti, di conoscere la documentazione di coloro che hanno fatto la Storia nel passaggio dalla dittatura fascista alla Repubblica e nei suoi primi decenni. Invito tutti a partecipare a questo crowdfunding grazie al quale ciascuno potrà contribuire alla salvaguardia e alla diffusione del nostro patrimonio di memoria: ritrovare un rapporto con il passato, conoscere ciò che le generazioni precedenti hanno affrontato e superato, ci aiuterà a sentirci meno soli nel presente complicato che dobbiamo vivere. Farlo tutti insieme sarà ancora più bello e importante».

 

L’archivio dell’Istituto

L’archivio dell’Istituto raccoglie oltre 150 fondi di enti e di persone. Ad un primo nucleo di documenti prodotti da organismi politici e militari della lotta di Liberazione, si sono affiancati poi numerosi fondi di organizzazioni e personalità dell’antifascismo e della Resistenza e di gruppi ed esponenti dell’area azionista fiorentina. Tra i tanti, nell’Istituto sono conservati i fondi archivistici di Calamandrei, Salvemini, Paolo Barile, quelli di Elio Gabbuggiani, che è stato presidente della provincia di Firenze e poi sindaco di Firenze, del fu Presidente della Regione Toscana Gianfranco Bartolini. Nel corso degli anni il patrimonio dell’Istituto si è progressivamente ampliato per arco cronologico, soggetti e tematiche, fino ad abbracciare molteplici aspetti della storia politica, sindacale, sociale e culturale del Novecento. L’Istituto conserva inoltre una raccolta di circa 2.000 tra volantini e manifesti, tra cui si segnalano quelli prodotti nel corso della lotta antifascista e della guerra di Liberazione.

 

La memoria come bene comune

Nato nel 1953 per conservare le carte del Comitato e delle associazioni legate alla Resistenza, nel tempo l’Istituto ha via via rinnovato la sua identità e funzione, fondendo il suo ruolo conservativo con attività culturali, didattiche e di ricerca. Nel tempo la missione dell’Istituto ha abbracciato una prospettiva più ampia, portando l’Istituto a trasformarsi in un centro di cultura. Oggi l’Istituto è un archivio di rilevanza nazionale e allo stesso tempo una biblioteca specializzata con oltre 50mila volumi dedicati alla storia del Novecento, e in particolar modo alla storia della Resistenza e della Repubblica, un importante istituto di cultura, che promuove iniziative sul territorio, collaborando in rete con le amministrazioni locali, in primo luogo con la Regione Toscana: promuove iniziative culturali sul territorio, attività di divulgazione e di ricerca lavorando in rete con gli altri Istituti della Resistenza in Toscana e con le diverse realtà dell’associazionismo, soggetti pubblici e privati. Svolge un’importante attività didattica con le scuole: dalla formazione degli insegnanti alla realizzazione di strumenti multimediali che vengono poi messi a disposizione delle scuole, e non solo, realizzati anche con il coinvolgimento degli studenti stessi. La memoria della Resistenza, una pietra miliare della missione dell’Istituto, sta però attraversando una fase critica: con la graduale scomparsa dei testimoni diretti, l’Istituto assume una rilevanza maggiore nel preservare e diffondere la memoria. La pandemia ha accelerato una transizione verso il digitale e, da qui, la necessità per l’Istituto di aggiornare i propri strumenti e canali di comunicazione per mantenere viva l’interazione con la comunità e per portare la conoscenza storica a un pubblico più vasto.

 

Info e eventi

Il crowdfunding proseguirà fino al 25 giugno e sarà possibile donare su Eppela e partecipando alle iniziative organizzate dalle sezioni soci Coop che sostengono l’iniziativa; dal 2 al 4 maggio, le sezioni soci, insieme alle associazioni del territorio, saranno presenti nei Coop.fi con dei presidi dove soci e clienti potranno avere informazioni e dettagli e potranno donare direttamente a sostegno del progetto. Nel periodo del crowdfunding l’istituto storico della Resistenza aprirà le porte della sua sede, in Via Carducci, a Firenze, ai cittadini con gli open day fissati per l’11, il 18 e il 20 maggio: è possibile prenotare l’ingresso con visita guidata prenotando su coopfi.info/eventi

eppela.com/istitutoresistenzatoscano

 

Firenze, 22 aprile 2024

 

Ufficio Stampa

Unicoop Firenze

Sara Barbanera

335 8279220

055 4780330




Assemblea ISRT: Bilancio approvato, eletto M. G. Rossi presidente onorario.

Sabato 20 aprile 2024, l’Assemblea dei soci dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, dopo aver ascoltato le relazioni del presidente Vannino Chiti e del direttore Matteo Mazzoni, ha approvato all’unanimità i Bilanci consuntivo 2023 e preventivo 2024.

Nel corso del dibattito è stata sottolineata l’importanza del tema della formazione (sia verso le giovani generazioni, nelle scuole, che verso gli adulti), dell’approfondimento della storia del Novecento, dell’importanza nel dibattito pubblico, pur all’interno di scelte precise e nel rispetto dell’identità di istituto di storia propria dell’ISRT.

Accogliendo la proposta del Consiglio direttivo, l’Assemblea ha approvato per acclamazione l’elezione di Mario Giuseppe Rossi alla presidenza onoraria dell’Istituto.




Pubblicato il volume “La Spagnola in Toscana. Saggi sulla pandemia influenzale del 1918-1920”.

È uscito il volume “La Spagnola in Toscana. Saggi sulla pandemia influenzale del 1918-1920” a cura di Francesco Cutolo, edito dalla casa edistrive Viella.

Si tratta del lavoro conclusivo di un progetto pluriennale realizzato da Istituto storico della Resistenza di Pistoia e da Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, svolto in collaborazione con la Rete toscana degli Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea e con altre associazioni/enti del territorio.