Inaugurato il Museo della Memoria a San Miniato

Il MuMe-Museo della Memoria di San Miniato è realtà. In tantissimi hanno risposto all’invito dell’amministrazione comunale e sono venuti a visitare il percorso espositivo, in occasione della grande serata inaugurale organizzata all’interno della corte del Complesso di San Domenico, martedì 24 luglio, giorno della Liberazione di San Miniato. L’evento si è aperto con gli interventi delle autorità presenti; a fare gli onori di casa è stato il sindaco Vittorio Gabbanini che ha annunciato alla Città il conferimento, da parte della Presidenza della Repubblica, di una medaglia che il Capo dello Stato ha voluto assegnare al MuMe.

Ad integrare il parterre degli interventi istituzionali sono stati la vice prefetto di Pisa, dottoressa Roberta Monni, la presidente nazionale dell’Anpi l’onorevole Carla Nespolo, il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani che nel museo ha visto esposti i diari del padre Enzo, il vescovo di San Miniato monsignor Andrea Migliavacca che ha poi benedetto il Museo, il professor Vincenzo Barone direttore della Scuola Normale Superiore partner del progetto e il presidente della Fondazione CRSM Gianfranco Rossi, grazie al cui contributo è stato possibile completare la riqualificazione del Complesso di San Domenico.

Presenti anche il presidente dell’Anpi di Pisa Bruno Possenti, Massimo Fornaciari dell’Aned Toscana, la Presidente Istituto Fratelli Cervi la senatrice Albertina Soliani, il presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Firenze il professor Simone Neri Serneri, Marco Manfredi dell’Istoreco-Istituto Storico della Resistenza di Livorno, le istituzioni cittadine, molti sindaci del Comprensorio, dell’Empolese Valdelsa e dei Comuni dell’eccidio del Padule di Fucecchio. Presenti anche il sindaco di Stazzema Maurizio Verona, il direttore del Parco Nazionale della Pace di Stazzema Michele Morabito, e l’assessore di Signa, il professor Giampiero Fossi che ha raccontato di aver conosciuto il soldato tedesco che fece saltare in aria la Rocca. Presenti i rappresentanti delle forze dell’ordine tra i quali il comandante provinciale dei carabinieri il colonnello Nicola Bellafante e il Maggiore Gennaro Riccardi comandante della Compagnia dei Carabinieri di San Miniato.

Dopo i saluti istituzionali la serata è proseguita con il taglio del nastro e il ciclo di visite guidate del Museo che sono andate avanti fino a tarda sera, dove a fare da guida sono state la curatrice Barbara Pasqualetti, l’architetto Serena Chiarugi e l’archivista Laura Guiducci, insieme ad alcuni componenti del Comitato Gori. Durante l’aperitivo offerto dall’Azienda Speciale Farmacie, la cantante folk Giuditta Scorcelletti ha interpretato una serie di brani della tradizione popolare toscana e canti partigiani, con il contributo della Fondazione Istituto del Dramma Popolare. La lunga serata si è poi conclusa con un video inedito realizzato da Beppe Chelli e Daniele Benvenuti che ha ripercorso i lunghi mesi della guerra fino appunto alla Liberazione. A chiudere la serata è stato il cortometraggio “Il sarto dei tedeschi” per la regia di Antonio Losito, scritto ed interpretato dal sanminiatese Cristiano Mori.

Da oggi il Museo sarà aperto con il seguente orario: dal lunedì al sabato 10.30-12.30, martedì e giovedì 15-17. Per i mesi di agosto e settembre non è previsto un biglietto d’ingresso. Per informazioni: Loggiati di San Domenico n. 8, San Miniato (PI), 0571/406293, museodellamemoria@comune.san-miniato.pi.it (Facebook: https://www.facebook.com/MuseoMemoriaSanMiniato




Ultimo saluto a “Sugo”, partigiano della Sinigaglia

Si è spento Marcello Citano, nome di battaglia “Sugo”, partigiano della brigata Sinigaglia protagonista della liberazione di Firenze.

L’Anpi Oltrarno comunica che “Per chi volesse portargli l’ultimo saluto, Marcello sarà esposto alle Cappelle del Commiato – via delle Gore, Careggi- oggi 22/7 fino alle 19 e domani 23/7 per tutto il giorno”. Ultimo saluto alle 9.45 del 24 luglio.




Prorogata fino al 21 agosto la mostra su Gianfranco Bartolini in Consiglio regionale

A conferma della sua piena riuscita, è stata prorogata fino al 21 agosto presso le sale di Palazzo Bastogi (ingresso da via Cavour n. 4 Firenze), sede del Consiglio regionale, la mostra Gianfranco Bartolini. Il sindacalista, l’amministratore, il Presidente, curata dalla dott.sa Elena Gonnelli e promossa dal Consiglio regionale della Toscana e dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea.

Orari della mostra:

Dal lunedì al venerdì: 10.00-12.00 e 15.00-19.00; Sabato 10.00-12.00




L’operaio che guidò la Regione. Una mostra e un volume per ricordare G. Bartolini

Venerdì 13 luglio alle ore 11.30 nel Palazzo del Pegaso (via Cavour 4, Firenze) sarà inaugurata la mostra su Gianfranco Bartolini, curata dalla dott.sa Elena Gonnelli, organizzata dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea (ISRT) e dal Consiglio regionale della Toscana. Attraverso un percorso espositivo che si articola nelle sale superiori del Consiglio Regionale, si “farà parlare i documenti” per mostrare le tappe più significativa della variegata esperienza di Bartolini, lavoratore, sindacalista, amministratore, pagine significative della storia toscana e del governo regionale.

L’iniziativa nasce dalla volontà di promuovere la conoscenza di una figura significativa della storia sociale e politica della Regione a partire dalla valorizzazione del patrimonio documentario recentemente acquisito dall’ISRT mediante una donazione degli eredi. Nell’ultimo anno le operazioni di riordino e inventariazione analitica hanno reso possibile, infatti, restituire agli studiosi, ai ricercatori, alla cittadinanza tutta un tratto importante della nostra storia politica che riguarda una figura prestigiosa e di spessore come quella del Presidente Bartolini.

Proprio per questo, contestualmente all’apertura della mostra, sarà presentato l’Inventario dell’Archivio Bartolini (edito dalle Edizioni dell’Assemblea del Consiglio regionale), curato dalla dott.sa Gonnelli, con interventi del presidente Eugenio Giani, di Matteo Mazzoni direttore dell’ISRT e della stessa curatrice.

La mostra e l’archivio ci offrono lo spunto per riflettere sull’esperienza e, come amava ripetere Bartolini, approfondirla per meglio comprendere il presente e tentare di stare al passo con le trasformazioni, per evitare che siano esse a metterci da parte.




Rinnovate le cariche sociali dell’Istituto della Resistenza apuana

Si è riunita nei giorni scorsi a Pontremoli l’assemblea straordinaria dei soci dell’Istituto Storico della Resistenza Apuana e dell’Età Contemporanea di Massa Carrara che ha approvato il nuovo statuto e provveduto al rinnovo delle cariche sociali.

Fondato nella cittadina lunigianese nel 1983, l’ISRA è impegnato nella quotidiana attività a livello provinciale e nella rete regionale toscana degli Istituti Storici della Resistenza e in quella nazionale dell’Istituto Parri. Con il nuovo statuto potrà sviluppare ulteriormente la propria attività con particolare attenzione alla collaborazione con il mondo della Scuola e con quello delle Istituzioni.

Il nuovo Consiglio Direttivo eletto dall’Assemblea ha provveduto all’elezione del presidente: alla guida dell’ISRA è stato confermato Paolo Bissoli; vice presidente è stato eletto Piercarlo Albertosi mentre il nuovo direttore dell’Istituto è il dott. Massimo Michelucci. Gli altri componenti del Direttivo sono: Angelo Angella, Gabriele Gerini, Valentina Guerrini, Nino Ianni, Pierpaolo Ianni, Luca Madrignani, Roberto Oligeri, Caterina Rapetti, Matteo Ratti, Luca Tedeschi.




Altri 4 giovani hanno iniziato il nuovo ciclo del Servizio civile regionale all’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea

A partire dal 27 giugno, altri 4 giovani, precedentemente selezionati, hanno iniziato il proprio ciclo di attività del Servizio civile regionale presso l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea.

I volontari seguiranno corsi di formazione generale sul significato e la realtà del servizio civile e specifica sui diversi settori di lavoro dell’ISRT guidati dal Direttore e dal personale dell’Istituto, potendo avviare un percorso di conoscenza e di sperimentazione concreta della realtà del nostro Istituto e delle sue diverse funzioni a servizio della società e del territorio: dalla cura del patrimonio culturale, alla divulgazione storica, alla didattica.




“Vite salvate”. La storia di Lilli a Terrinca di Stazzema

Nel febbraio del 1944, nel pieno della persecuzione antiebraica, due giovani donne, Enrica Cremisi, incinta, e sua cognata Elda Funaro con i suoi due bambini, senza mezzi né protezione, si trasferirono a Terrinca, una frazione del Comune di Stazzema. Presso la padrona di casa Stella Coppedè e nel parroco del paese, don Egisto Salvatori, trovarono umana solidarietà e protezione. Grazie a loro, nel giugno del ’44, Enrica poté dare alla luce, nell’ospedale di Seravezza,una bambina, Adriana, familiarmente chiamata “Lilli”. E, sempre grazie all’azione solidale di alcune donne del paese come Riccarda Navarchi in Bazzichi, Lilli potè essere allattata.
E’ una delle storie portate alla luce nell’ambito del progetto “Vite salvate, storie di donne e uomini oltre la guerra e i razzismi”, curato dall’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea (ISREC) in provincia di Lucca.

Domenica scorsa, 17 giugno, Adriana Funaro, “Lilli”, che ora vive in Israele, è salita a Terrinca per ricordare quanti hanno contribuito alla sua salvezza e a quella degli altri parenti. Lo ha fatto nel corso di un incontro promosso dall’ISREC, dal Comune di Stazzema, dal Circolo Arci “Le Tanacce”, dal Gruppo Culturale “I Colombani” di Terrinca. Nella sede del circolo Arci, alla presenza di un folto pubblico, dopo le parole del Sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, del Vicepresidente della Comunità ebraica di Pisa, Lucca e Viareggio, Paolo Molco, e dei rappresentanti degli enti organizzatori, Silvia Angelini, storica dell’ISREC impegnata nel progetto “Vite salvate” alla ha ricostruito le vicende di Lilli e dei suoi familiari.
E’ una storia familiare complessa in cui si intrecciano solidarietà e delazione, deportazione e salvezza. Infatti prima di rifugiarsi a Terrinca, Enrica Cremisi con i genitori e i fratelli Adolfo e Remo, aveva lasciato nell’autunno ‘43 Lido di Camaiore e insieme ad altre famiglie ebraiche aveva trovato alloggio e amicizie leali a Loppeglia, nel Comune di Pescaglia. Poi, nel gennaio 1944, Ernesto Funaro, fidanzato di Enrica venne arrestato su delazione a Camaiore e deportato.
Nella primavera, mentre Enrica incinta si trovava a Terrinca, sempre su delazione furono arrestati a Loppeglia e deportati il padre, il nonno della giovane e un amico di famiglia.
In questa situazione drammatica, la generosità di don Aldo Mei darà asilo a Adolfo Cremisi, il fratello maggiore di Enrica, e la solidarietà degli amici di Loppeglia avrà cura della madre di Enrica e del fratello minore.

A Terrinca dove appunto Enrica e poi anche la piccola Lilli trovarono un rifugio sicuro, è stato un pomeriggio di intensa commozione, con l’incontro di Lilli con i discendenti dei suoi soccorritori, tra cui il suo “fratello di latte”, Daniele Bazzichi. Sono stati inaugurati due pannelli che rimarranno a ricordare la vicenda. Il Sindaco di Stazzema Maurizio Verona ha consegnato attestati a memoria delle meritorie azioni compiute da don Egisto, da Stella e da Riccarda e la comunità di Terrinca ha a sua volta consegnato a Lilli una dichiarazione a memoria di questa giornata.

Il giorno successivo Lilli, completando questo percorso di memoria familiare, si è recata a Lucca dove alla presenza dell’Assessora Vietina Ilaria, del prof. Luciano Luciani e altri membri dell’ISREC ha reso omaggio alla memoria di don Aldo Mei, presso il cippo che, fuori di Porta Elisa, segnala il luogo dell’esecuzione del mistico e generoso sacerdote. Successivamente è stata ricevuta, a Palazzo Orsetti dal Sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini.

 

 

Bibliografia: Silvia Q. Angelini Gli ebrei in provincia di Lucca tra deportazione e salvezza. 1943-1944, Documenti e Studi. Rivista dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Lucca,  n. 34, 2013, pp. 11-41.

Vedi il servizio nell’edizione serale di Raitre TG Regione Toscana del 18 giugno 2018




Premio Faustino Dalmazzo Bando per la pubblicazione di un’opera nella collana editoriale “Testimoni della Libertà”

La collana editoriale “Testimoni della libertà”, nata e sviluppatasi grazie al sostegno della Fondazione Avvocato Faustino Dalmazzo, ha pubblicato con la casa editrice FrancoAngeli tra il 2007 e il 2018 undici titoli, frutto di ricerche presentate nel corso degli anni durante il seminario “Giellismo e Azionismo. Cantieri aperti”:

Leo Valiani. Gli anni della formazione. Tra socialismo, comunismo e rivoluzione democratica, di Andrea Ricciardi;

Libertà individuale e organizzazione pubblica in Silvio Trentin, di Fulvio Cortese;

Democrazia e identità nazionale nella vita di un antifascista tra Italia e Stati Uniti: biografia di Max Ascoli (1898-1947), di Davide Grippa;

La diaspora azionista. Dalla Resistenza alla nascita del Partito radicale, di Elena Savino;

Per la giustizia e la libertà. La stampa Gielle nel secondo dopoguerra, di Diego Giachetti;

Ernesto Rossi, Altiero Spinelli, «Empirico» e «Pantagruel». Per un’Europa diversa. Carteggio 1943-1945, a cura di Piero S. Graglia;

L’illusione della parità. Donne e questione femminile in Giustizia e Libertà e nel Partito d’azione, di Noemi Crain Merz;

Giulio Bolaffi, Partigiani in Val di Susa. I nove Diari di Aldo Laghi, a cura di Chiara Colombini;

Partigiani in borghese. Il movimento di Unità popolare nell’Italia degli anni Cinquanta, di Roberto Colozza

Alla ricerca della libertà. Vita di Aldo Garosci, di Daniele Pipitone

Le due Italie. Azionismo e qualunquismo (1943-1948), di Alberto Guasco

Nella convinzione che la collana abbia rappresentato un’occasione importante per molti ricercatori e che abbia dato un contributo notevole all’ambito di studi legato all’esperienza politico-culturale di Giustizia e Libertà e del Partito d’azione e dei loro protagonisti, l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” ha deciso, a partire dal 2016, di aprire il bando per l’assegnazione del Premio Faustino Dalmazzo che dà luogo alla pubblicazione all’interno della collana anche a quanti non abbiano partecipato al seminario “Giellismo e Azionismo. Cantieri aperti”.

Il presente bando ha l’obiettivo di sostenere esclusivamente i costi per la pubblicazione ed è rivolto a tutti coloro che si occupino di GL, del Pda, delle culture ed esperienze politiche che a essi si richiamino: la partecipazione al seminario “Giellismo e Azionismo. Cantieri aperti” costituirà un elemento preferenziale, ma non vincolante, nella selezione dei lavori presentati.

Gli studiosi che intendono candidare la propria ricerca per la pubblicazione devono inviare all’indirizzo e-mail chiara.colombini@istoreto.it entro il 2 luglio 2018 un progetto editoriale così concepito:

– una presentazione (non più di 5 cartelle);

– un indice;

– un capitolo o un’introduzione di prova;

– una previsione orientativa delle battute complessive.