Un video degli studenti del “Salvemini Duca d’Aosta” di Firenze per ricordare i fratelli Rosselli

L’Istituto Statale di Istruzione Superiore “Salvemini Duca D’Aosta” di Firenze in collaborazione con la Fondazione Circolo Fratelli Rosselli di Firenze, su progetto finanziato dalla Fondazione CR di Firenze, ha realizzato il film documentario: “Per esserci avvicinati troppo alla luce – un ricordo dei fratelli Rosselli” in occasione dell’ottantaduesimo anniversario dalla loro uccisione per mano dei sicari della Cagulle per ordine del governo fascista italiano il 9 giugno 1937 a Bagnoles de l’Orne in Francia. Carlo e Nello Rosselli sono stati i primi intellettuali italiani ad opporsi all’ascesa del fascismo prima e del nazismo poi. Li hanno combattuti attivamente con la penna e con le armi, sacrificando tutto il loro patrimonio, gli affetti, la carriera, la famiglia, condannati al confino e all’esilio, fino al tragico epilogo. Se la gente li dimenticherà avranno vinto i loro assassini. Se la gente manterrà vivo il ricordo del loro sacrificio, Carlo e Nello non saranno morti invano.”

Il video è stato realizzato dagli studenti della IV SIA guidati dai proff.ri Luigi Zezza e Angela Potenza




Approvazione unanime per Bilanci e Relazione del Direttore da parte dell’assemblea dei soci ISRT

Stamani, 15 giugno 2019, l’Assemblea dei soci dell’ISRT ha approvato all’unanimità il Bilancio consuntivo 2018, il Bilancio preventivo 2019 con la documentazione allegata, e la Relazione sulle attività presentati dal direttore dell’Istituto, dott. Matteo Mazzoni. Questi, in un breve intervento ha richiamato sia la vastità dei diversi campi d’azione dell’Isrt nei settori della conservazione del patrimonio documentario, della ricerca, della didattica e della divulgazione scientifica, sia la solidità dei Bilanci posti in approvazione, senza nascondere la peculiare criticità politica e culturale del momento che stiamo vivendo. In conclusione ha sostenuto la necessità di un costante impegno per rendere ancora di più l’Istituto ente aperto al territorio e alla società, in rete con gli altri Istituti provinciali, realtà culturali, associative e istituzionali, proseguendo e migliorando il positivo cammino di questi anni. Ha anche rivolto una specifica menzione per Paolo Mencarelli e Marta Baiardi che, con il mese di agosto, concluderanno la loro attività di insegnanti distaccati presso l’ISRT, ringraziandoli per il gran lavoro svolto in questi anni. Tutta l’assemblea si è associata nel ringraziamento con un caloroso applauso.

L’Assemblea era stata aperta dal presidente Matulli che nel breve saluto introduttivo ha ricordato la peculiarità del momento politico ma anche la specificità di questa riunione. Contestualmente all’assemblea ordinaria è stata infatti aperta alla presenza del notaio l’assemblea straordinaria per apportare allo Statuto le modifiche necessarie per l’adeguamento alla legge sul Terzo Settore, che sono state approvate all’unanimità.

Nel corso del dibattito è intervento il vicepresidente Roberto Bianchi che nel salutare i soci ha doverosamente ringraziato l’ex presidente Neri Serneri per il lavoro svolto alla guida dell’Istituto fino alle dimissioni ad inizio marzo per motivi di salute. Tutta l’Assemblea ha salutato Neri Serneri con un lungo e sentito applauso. L’altro vicepresidente Mario G. Rossi, chiamato a presiedere l’assise, ha sottolineato la ricchezza della relazione del Direttore e auspicato nuovi momenti di confronto fra i soci per discutere e confrontarsi sulle complesse questioni oggetto della stessa. I due insegnanti distaccati hanno ringraziato e salutato l’assemblea.




“Il 1917 in Toscana”, edita la pubblicazione frutto del lavoro di tutti gli Istituti della Resistenza toscani

È appena uscita per Pacini Il 1917 in Toscana, a cura di Roberto Bianchi e Andrea Ventura, prima pubblicazione frutto di un lavoro di studio e ricerca condotto da tutti gli Istituti toscani della Resistenza e dell’età contemporanea che per la prima volta hanno concorso insieme alla realizzazione di una comune pubblicazione, a partire da un convegno promosso dall’Istituto di Lucca in collaborazione con l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, svoltosi a Firenze in occasione del centenario del 1917.

Esito dell’impegno degli Istituti e degli studi di tutti gli autori, il volume è soprattutto merito del lavoro costante svolto dai curatori: Andrea Ventura direttore dell’Istituto di Lucca e Roberto Bianchi, vicepresidente dell’Istituto toscano.

Il 1917 fu un anno di svolta per la Grande Guerra. Scandito dalle rivoluzioni in Russia, dall’intervento nel conflitto di nuovi paesi, da Caporetto, crisi alimentari, insubordinazioni e tumulti, anche per la storia della Toscana il 1917 fu l’inizio di un ciclo di proteste e rivolte che si sarebbe concluso nel dopoguerra.

Emersero nella scena pubblica nuovi attori e ideali capaci di incidere sui rapporti tra Stato e società in una fase cruciale dell’età contemporanea. Nelle diverse Toscane, mezzadrili, urbane o minerarie, dalla costa agli Appennini, dalle grandi città ai borghi sparsi, riemersero antiche forme della protesta intrecciate con pratiche di lotta inedite, mentre altri centri sembravano restare immobili.

Il volume ricostruisce queste vicende, fornisce un contributo inedito su temi spesso dimenticati e mette in rilievo culture, pratiche politiche, ideologie, relazioni sociali, linguaggi che segnarono l’ingresso della Toscana nel Novecento.

In allegato l’indice del volume.




L’Istituto storico della Resistenza di Pistoia alla terza conferenza AIPH

Per la terza volta consecutiva, il panel dell’Istituto storico della Resistenza di Pistoia è stato accettato dal comitato organizzatore dell’AIPH (Associazione Italiana di Public History) per il suo convegno annuale, che quest’anno si terrà a Santa Maria Capua Vetere dal 24 al 28 giugno.  Il titolo del panel, che sarà discusso il 24 giugno dalle 14 alle 15.30, è Comunicare la guerra e la Resistenza alle nuove generazioni: poste in gioco e prospettive.

Questo il programma:

Rinaldo Falcioni (Università Primo Levi di Bologna), Il Cobra sta fumando: il romanzo della FEB
Francesco Cutolo (Scuola Normale Superiore di Pisa), Il progetto “La guerra partigiana” a Pistoia. La didattica della Resistenza nelle scuole
Manuel Pereira (Monumento votivo ai caduti brasiliani della seconda guerra mondiale), Verso una concezione multiculturale e transazionale della guerra: la FEB in Italia

Coordina: Chiara Martinelli (Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia)




A Viareggio l’ISREC presenta il libro Mio zio don Camillo, mio nonno Peppone… di Donato Ungaro

Nella cornice liberty di Villa Argentina a Viareggio mercoledì 22 Maggio alle ore 17 l’ISREC di Lucca ha organizzato, in collaborazione con il Comune, la presentazione del libro Mio zio Don Camillo, mio nonno Peppone…. e la storia continua, 18 racconti scritti dal giornalista attivo nella lotta alla mafia Donato Ungaro, che a Brescello ha vissuto.

Ungaro è un grande appassionato dell’opera di Guareschi e aveva già pubblicato nel 1989 La Milano mia e di Giovannino, Tredici fotografie da me scattate a Milano, negli anni Ottanta, e accompagnate da altrettanti brani di Giovannino Guareschi (Editrice Castello, introduzione di Carlotta e Alberto Guareschi), in cui ad ogni foto scattata a Milano e dintorni l’autore associa il volume e il capitolo da cui è tratto il brano che accompagna ogni immagine.
Nel 2010 Ungaro ritorna su Guareschi nel libro Egregio ingegner Giuseppe Bottazzi, undici racconti ambientati nella Bassa, che vedono come protagonista un giovane ingegnere, che ha ereditato dal nonno non solo una casa, in un paese in riva al Po, ma anche il nome e il cognome: Giuseppe Bottazzi. L’ingegner Bottazzi lavora in Germania ma un giorno viene richiamato al paese per esumare la salma del nonno. La sua vita si intreccia così con quella di Cesira, una missionaria laica che aveva uno zio prete di cui è rimasta l’unica discendente. Anche lei viene chiamata dal municipio per esumare la salma dello zio. Nell’ufficio del sindaco i due s’incontrano…. Il seguito della storia si snoda in undici racconti.

L’idea di questo libro e del successivo gli è venuta -racconta Ungaro- quando faceva il vigile a Brescello e un giorno viene fermato da una donna che gli chiede indicazioni per il cimitero cittadino. Lui gliele dà, ma poi, preso dalla curiosità, chiede perché le interessi recarsi lì. Ella risponde: “per visitare le tombe di Peppone e Don Camillo!”. Quando Donato le spiega che non sono persone realmente esistite (e dunque inumate) ma personaggi frutto di finzione letteraria, la donna mostra lo stesso stupore che si impadronisce dei bambini quando scoprono che Babbo Natale non esiste. Riflettendo che è proprio una tomba che distingue una persona in carne ed ossa da una di carta, Ungaro decide di partire proprio dalla riesumazione per ridare “vita” ai mitici personaggi di Guareschi.

Così nel 2016 la “saga” continua con altri 18 racconti (quelli presentati a Lucca) mezzo secolo dopo, in quel borgo padano dove il tempo sembra essersi fermato e dove tornano ad alternarsi odio e amore, battaglie e alleanze, auto d’epoca e biciclette, falci e campane.

I racconti abbracciano anche temi di grande attualità: dall’integrazione multietnica al racket delle prostitute, dalle escavazioni abusive lungo il Po alla solidarietà bipartisan verso una bambina malata. Perché la Bassa è, prima di tutto, un luogo dell’anima.




Ungaro, eroe dei nostri tempi: il suo dovere civico sulla legalità si fa lezione grazie all’ISREC Lucca

Donato Ungaro il 22 maggio è stato ospite del Liceo Chini Michelangelo di Lido di Camaiore di mattina e dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Lucca, presso Villa Argentina a Viareggio, nel pomeriggio per parlare di legalità, anche in occasione della giornata ad essa dedicata il 23 maggio, ricorrenza della strage di Capaci.

Ungaro parla di mafia ripercorrendo anche la propria vicenda biografica insieme ai fatti criminali che hanno visto come teatro di infiltrazioni mafiose la bassa padana. “Sulla mafia chiunque può dire qualsiasi cosa; basta che non dica la verità…“:

La storia di Donato comincia a Brescello, dove lavorava come vigile urbano e giornalista della Gazzetta di Reggio. Ma la visione bucolica di paese di Peppone e don Camillo ha lasciato il posto a quella nera della criminalità organizzata. Se digitiamo su Google Brescello m, ancor prima che museo di Beppone e Don Camillo, il motore di ricerca suggerisce la parola “mafia”. Infatti il comune di appena 5 622 abitanti (di cui oltre 400 provenienti tutti da Cutrio, in Calabria) è stato il primo in Emilia Romagna ad essere sciolto, nel 2016, per accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata (e poi commissariato) “Forme di ingerenza della criminalità organizzata avrebbero esposto l’amministrazione a pressanti condizionamenti”, si legge in una sentenza del Tar. Proprio Ungaro ha portato alla luce attraverso i suoi articoli, che toccano temi scottanti e inediti -scritte sui portoni, minacce, cocaina sequestrata, riciclaggio di rifiuti tossici, scavi illegali di sabbia etc.- come Brescello (dicono le carte dei processi Edilpiovra e Aemilia) sia diventato la base operativa dei clan per quanto riguarda il riciclaggio di denaro e il traffico di droga.

Donato è un vigile serio e multa Diletto Alfonso, ora al 41bis, per sosta vietata nella piazza del paese e la multa gli viene platealmente strappata davanti perché la mafia ha bisogno di ostentare forza e impunità.

Brescello è un feudo della famiglia Coffrini: dapprima Ermes, il padre, fa il sindaco per il 19 anni, poi Marcello, il figlio, fa per 10 anni l’assessore per poi diventare a sua volta sindaco, fino allo scioglimento per mafia. Siamo nel 2002 e il paese si è riempito di nuove imprese edili cutresi e si costruisce a ritmi vertiginosi: spunta un quartiere di villette, che tutti scherzosamente chiamano “Cutrello”, perché tutti gli imprenditori calabresi abitano lì. Compreso Francesco Grande Aracri, il fratello maggiore del boss della ‘ndrangheta cutrese Nicolino Grande Aracri. Serve tanta sabbia per l’edilizia e la ditta di Bacchi la notte scava illegalmente nel letto del fiume per rivendere la sabbia in nero. “quell’imprenditore si nascondeva nella luce”, dice Donato, che filma tutto. Il video, dove si vede la draga in azione, finisce alle Iene e in Procura. Qualche giorno dopo qualcuno taglia le gomme dell’auto di Donato, per due volte di fila, di notte, proprio davanti alla caserma dei Carabinieri. Intanto un uomo avvicina Donato e, con il sorriso sulle labbra e accento calabrese, lo esorta a lasciar perdere, a scrivere d’altro. Però lui, a smettere di scrivere, non ci pensa proprio e inizia ad indagare sul riciclaggio di scorie di fonderia e scarti di altoforno che sempre la ditta Bacchi “semina” sotto il manto stradale. Praticamente in tutti i cantieri della ditta, da Reggio a Mantova, si fa uso di Tenax, scorie di acciaieria.  Nel 2002 l’ARPA preleva dei campioni di Tenax e li analizza: i valori di alluminio, antimonio e piombo superano i limiti di legge, il suolo presenta sforamenti dei parametri di cadmio, nichel e zinco. Ungaro scrive e poi pubblica anche un articolo su un progetto di una centrale elettrica a turbogas, su cui avevano messo gli occhi anche gli imprenditori di “Cutrello”. Se l’affare va in porto, le royalty faranno triplicare ogni anno il bilancio del comune. Ma l’Ansaldo, per costruirla, vuole l’appoggio della popolazione. Ma nel frattempo Ungaro scopre che chi vive lungo la strada della Cisa si ammala di varie forme tumorali: nei precedenti 7 anni il 40% della popolazione di quella zona è morto di tumore. Non può essere un caso. Ungaro riceve un “invito” a smettere di scrivere per la Gazzetta di Reggio, ma rivendica i suoi diritti sanciti dall’articolo 21 della Costituzione. Dopo che la storia finisce sul giornale si temporeggia, la popolazione nega il consenso alla centrale, compaiono striscioni con la scritta “ci avete venduto un tanto a kilowatt” e l’affare salta. E a Ungaro arriva una lettera di licenziamento: “Divulga notizie riservate del Comune”, la motivazione ufficiale del sindaco di Brescello Ermes Coffrini. Tra le righe, vede troppo e parla troppo. Era il 29 novembre 2002. Il licenziamento è stato dichiarato illegittimo nel 2010 dal Tribunale di Reggio Emilia, nel 2013 dalla Corte d’Appello di Bologna e nel 2015 dalla Corte di Cassazione.

Ungaro oggi non fa più il vigile, ma a Brescello ben poco è cambiato: ora la cittadina è governata da una nuova giunta non discontinua da quella dell’ex sindaco Marcello Coffrini, cioè il primo cittadino che con le sue dichiarazioni su Francesco Grande Aracri, condannato per mafia (“è gentilissimo, molto tranquillo e ha sempre vissuto a basso livello”), ha innescato il tracollo dell’amministrazione comunale di cui aveva ereditato il timone dal padre.

Ma il malgoverno è bipartisan: da una parte la scia Coffrini, dall’altra Forza Brescello con a capo Maurizio Dall’Aglio che alle amministrative del 2009 aveva candidato come consigliere comunale Jessica Diletto, la figlia di Alfonso Diletto (ora al 41bis) che nell’inchiesta Aemilia bis, nel 2017 è stata colpita dalla misura di custodia ai domiciliari, perché per la procura distrettuale antimafia di Bologna era prestanome per le attività dietro le quali, a tirare i fili, c’era il padre Alfonso.

A sviscerare nei dettagli come la ‘ndrangheta si sia sostituita a Peppone e Don Camillo e fino a che punto abbia avuto la strada spianata da cittadini e istituzioni è stata anche una ricerca dell’osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università di Milano, diretto da Nando Dalla Chiesa, commissionata da Cgil, Anpi e Auser di Reggio Emilia. “Quando le organizzazioni mafiose arrivano in un territorio tendono ad instaurare un modello mafioso. E se ci riescono è poi molto difficile uscirne”, dice il professore, il cui rapporto parla di un inserimento “omeopatico”, a “piccole dosi, in modo indolore e non aggressivo”, tanto che la ‘ndrangheta a Brescello ha, con denaro riciclato, ristrutturato perfino l’oratorio!

Attualmente, solo in Emilia Romagna, sono state individuate ben 19 cosche di ‘Ndrangheta.

Ungaro ha dovuto lasciare Brescello e ora abita a Bologna dove fa l’autista di autobus. Non solo continua a scrivere ma va in giro a parlare di mafia, ad incontrare cittadini e studenti, come è avvenuto per l’ISREC LU il 22 maggio.  A chi gli chiede se rifarebbe tutto dice: “sicuramente sì” ed aggiunge “ho solo fatto il mio dovere” “Sono stato arruolato nei carabinieri il 6 settembre 1982, tre giorni dopo l’assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa il quale diceva che un carabiniere gli alamari se li cuce sulla pelle, per tutta la vita. Io spero di avere la forza di vivere da carabiniere fino alla fine dei miei giorni”.

La vita e l’esperienza di Ungaro sono diventate anche due spettacoli teatrali: “Va’ Pensiero” e “Saluti da Brescello” che da questo anno vanno in sala in diverse città italiane per ideazione e regia di Marco Martinelli e Ermanna Montanari. “Tutte le volte che posso partecipo alle rappresentazioni e alla fine Martinelli mi chiama sul palco; e io sono sempre stupito dagli applausi, perché – come dico ogni volta – non ho fatto niente di speciale. Non sono un eroe”.

La banalità del bene.




L’Isrpt premia docenti e studenti e anticipa le tematiche della prossima edizione di “Scenari del XX secolo”

Il 16 maggio alle 15.30, presso la Sala Nardi del palazzo della Provincia di Pistoia l’Istituto storico della Resistenza organizzerà un evento restitutivo di “Scenari del XX secolo”, alla presenza degli enti promotori e di una rappresentanza di docenti e alunni coinvolti nelle lezioni.

Sono previsti gli interventi di: Paola Bellandi (Fondazione Caript), Luca Marmo (Presidente Provincia di Pistoia), Roberto Barontini (Presidente Istituto storico della Resistenza di Pistoia)

Per l’occasione vi sarà una premiazione degli Istituti aderenti e un’anticipazione sulle tematiche progettuali per l’a.s. 2019-2020.

L’evento è riservato agli enti promotori, agli istituti scolastici, ai docenti e agli studenti della Provincia di Pistoia.




Servizio civile regionale: avviso per la selezione di 2 giovani presso l’ISGREC – progetto “Biblioteca e archivio, chiavi della cultura”

Con decreto dirigenziale n. 6584 del 29 aprile 2019 (pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana (BURT) n. 19 – parte III supplemento n. 70 dell’ 8/5/2019) è stato emanato l’avviso per la selezione di 3.150 giovani da impiegare nei progetti di servizio civile regionale finanziati con decreto n. 5845 del 16/4/2019, con risorse del POR FSE 2014-2020. Il bando rientra nell’ambito di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani.

L’Isgrec ha la possibilità di accogliere due giovani per il progetto “Biblioteca e archivio, chiavi della cultura” (clicca sul link per leggere l’intero progetto), che ha come obiettivi prioritari quelli di formare giovani in grado di gestire, guidati supervisionati dal personale dell’istituto, il front office della biblioteca e dell’archivio, rafforzando così l’offerta all’utenza e la presenza nella rete bibliotecaria provinciale.

DOMANDA DI PARTECIPAZIONE E SCADENZE

Apertura del bando: giovedì 9 maggio 2019 ore 8:00.

Scadenza per la presentazione della domanda: venerdì 7 giugno 2019 ore 14:00.

Le domande pervenute oltre tale termine non saranno prese in considerazione.

Si ricorda che può essere presentata domanda solo per un progetto tra quelli finanziati dalla Regione Toscana, pena esclusione da tutti i progetti per i quali si è fatto domanda.

La domanda di partecipazione può essere presentata esclusivamente on line, accedendo al sito: https://servizi.toscana.it/sis/DASC e seguendo le apposite istruzioni.

E’ possibile presentare la domanda:

– tramite carta sanitaria elettronica (CNS- carta nazionale servizi sanitari) rilasciata da Regione Toscana, munita di apposito PIN, tramite un lettore di smart card; la carta sanitaria elettronica (CNS) deve essere stata preventivamente attivata. Per informazioni su come attivare la carta ed ottenere il relativo PIN consultare il sito: http://www.regione.toscana.it/servizi-online/servizi-sicuri/carta-sanitaria-elettronica. 
In caso di accesso al sito per la domanda on line con CNS non è necessario allegare copia di un documento di identità;

– con accesso senza carta sanitaria elettronica (CNS) accedendo al sito sopra indicato, seguendo le istruzioni fornite sul sito medesimo; in questo caso è necessario allegare alla domanda copia fronte retro di un documento di identità in corso di validità.

Devono essere compilati tutti i campi indicati nel format della domanda.
Prima dell’invio della domanda deve essere allegato il curriculum vitae (completo di data e firma autografa per esteso).

Una volta inviata la domanda, il candidato riceverà all’indirizzo di posta elettronica comunicato nella domanda una email di conferma di avvenuto invio della domanda e conseguente ricezione della stessa da parte dell’ente titolare del progetto prescelto.

La mancata ricezione della email indica  che la domanda non è stata ricevuta correttamente: in tal caso il candidato deve rientrare nel sistema per verificare che tutti i dati siano stati inseriti correttamente, gli allegati richiesti siano stati caricati secondo le modalità indicate e procedere nuovamente all’invio, avendo cura di verificare la ricezione della email di conferma. L’eventuale esclusione dalla selezione è comunicata direttamente dall’ente al giovane interessato.

REQUISITI PER PRESENTARE LA DOMANDA

Può fare domanda chi, alla data di presentazione della domanda:

  • sia regolarmente residente in Toscana o ivi domiciliato per motivi di studio propri o per motivi di studio o di lavoro di almeno uno dei genitori
  • sia in età compresa fra diciotto e ventinove anni (ovvero fino al giorno antecedente il compimento del trentesimo anno);
  • sia non occupato, disoccupato, inattivo; sia in possesso di idoneità fisica;
  • non abbia riportato condanna penale anche non definitiva alla pena della reclusione superiore ad un anno per delitto non colposo.

Tutti i requisiti, ad eccezione del limite di età, devono essere mantenuti sino al termine del servizio.

Possono partecipare coloro che stanno frequentando un qualunque corso di studi.

Non può presentare domanda chi:

  • già presta o abbia svolto attività di servizio civile nazionale o regionale in Toscana o in altra regione in qualità di volontario, ovvero che abbia interrotto il servizio prima della scadenza prevista, ad eccezione di coloro che hanno cessato il servizio per malattia, secondo quanto previsto dall’articolo 11 comma 3 della legge regionale 35/06;
  • abbia avuto nell’ultimo anno e per almeno sei mesi con l’ente che realizza il progetto rapporti di lavoro o di collaborazione retribuita a qualunque titolo.

SELEZIONI ED AVVIO AL SERVIZIO

Le selezioni dei giovani che hanno presentato domanda saranno effettuate direttamente dall’Isgrec, che stabilirà tempi e modalità di selezione, dandone comunicazione ai candidati. Le selezioni saranno effettuate con procedure e modalità che garantiscano pubblicità, trasparenza ed imparzialità. Ultimate le selezioni l’Isgrec redigerà apposita graduatoria individuando i giovani idonei ed ammessi al progetto, i non idonei e gli idonei non ammessi al progetto.

L’avvio al servizio è stabilito dalla Regione Toscana, che stipula con ciascun giovane un apposito contratto. Si invitano i giovani a prendere visione del decreto di approvazione dell’avviso e di tutti i relativi allegati.

DURATA E RIMBORSO

La durata del servizio civile regionale è pari a 12 mesi; ai giovani in servizio è corrisposto direttamente dalla Regione Toscana un assegno di natura non retributiva pari a 433,80 euro.

Il primo pagamento da parte della regione Toscana avverrà –  successivamente alla verifica dell’attività svolta per almeno 90 giorni dalla data di avvio del servizio civile – il giorno 30 del 5° mese solare rispetto al mese di avvio (per esempio se il servizio civile inizia dal 1° al 30 del mese di gennaio, il primo pagamento avverrà il 30 maggio) e si riferirà all’attività dei primi 3 mesi solari (per es. se il servizio inizia il 10 di gennaio, il primo pagamento si riferirà al periodo che va dal 10 al 30 gennaio, tutto il mese di febbraio e di marzo). Successivamente al primo pagamento, il compenso di ogni mensilità verrà corrisposto due mesi dopo il mese di effettuazione del servizio (in riferimento all’esempio precedente, il compenso dell’attività svolta nel mese di aprile verrà corrisposto il 30 giugno, il compenso dell’attività svolta nel mese di maggio verrà corrisposto a luglio, fino al pagamento del compenso del 12° mese). Il ritiro prima della conclusione del terzo mese comporta la decadenza dai benefici previsti dal progetto.

INFORMAZIONI
Per ricevere informazioni sui singoli progetti, sui tempi e modalità di selezione e sui risultati delle selezioni deve essere contattato l’Isgrec (0564415219 – segreteria@isgrec.itwww.isgrec.it)

Per ricevere informazioni sul bando è possibile contattare:

Regione Toscana – Direzione Diritti di cittadinanza e coesione sociale – Settore Innovazione Sociale – Via di Novoli, 26 – 50127 Firenze

Tel: 0554384633 – 0554384632 – 0554383383 – 0554384247 – 0554383415 – 0554385147
E-mail: serviziocivile@regione.toscana.it

Ufficio Giovanisì

Numero verde: 800098719 – E-mail: info@giovanisi.it

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