Forte preoccupazione per “sopravvivenza” Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea

L’Istituto nazionale “Ferruccio Parri” con i suoi organi dirigenti e la rete tutta degli Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea seguono con grande preoccupazione le notizie che provengono da Perugia in merito alla sorte dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea. Il mancato rinnovo con il 31 dicembre dei contratti di collaborazione dei cinque collaboratori precari dell’Isuc, dopo un lungo periodo di commissariamento dell’istituto che avrebbe dovuto risolvere definitivamente il problema della stabilizzazione di questi ricercatori, comporta infatti la chiusura dell’Istituto e la cessazione delle sue attività.
L’Istituto nazionale ricorda che da quasi cinquant’anni l’Isuc è un indispensabile punto di riferimento per la raccolta di documentazione e la ricerca storica sull’Umbria contemporanea, oltre a rappresenta uno snodo importante della rete degli Istituti storici della Resistenza, una rete interconnessa nella quale la chiusura dell’Isuc lascerebbe un vuoto incolmabile.
L’Istituto nazionale auspica quindi che la Giunta regionale dell’Umbria, d’intesa, con l’assemblea regionale, trovi gli opportuni rimedi legislativi per sanare una situazione insostenibile, che con la chiusura dell’Isuc arrecherebbe un grave danno non solo alla comunità civica regionale, ma al patrimonio culturale nazionale.
Milano, 28 dicembre 2021
Il presidente dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri-rete degli Istituti storici della resistenza e dell’età contemporanea
Prof.Paolo Pezzino




Mostra virtuale: Parole comuniste. Una riflessione sul linguaggio politico del PCI (1921-1945)

L’ISRT inaugura la mostra virtuale Parole comuniste. Una riflessione sul linguaggio politico del PCI (1921-1945), con la quale invita studiosi e cittadini ad avviare una serie di riflessioni relative all’evoluzione del linguaggio politico del partito, che rappresenta uno spaccato significativo della storia contemporanea italiana.

La mostra, creata sulla piattaforma Prezi, consente la visione immersiva e intuitiva: il visitatore potrà scegliere se muoversi liberamente attraverso le sezioni e le immagini o se lasciarsi guidare nel susseguirsi dei contenuti. Entrambe le modalità permettono l’ingrandimento e la lettura ottimale di tutti i volantini riportati.

Nel primo caso, si consiglia di utilizzare un computer e il mouse: attraverso la rotella del mouse sarà possibile ingrandire immagini, testi ed entrare nelle varie sezioni. Inoltre, sarà possibile usare la rotella stessa per andare alla schermata precedente o in quella successiva. Le varie sezioni e i pannelli della mostra sono visitabili cliccando o utilizzando la rotella quando al passaggio comparirà il simbolo della mano . Sul lato destro di tutte le schermate sono presenti i tasti a scomparsa Home  e Indietro , visualizzabili muovendosi con la freccia sul lato destro della pagina.

Nel secondo caso, il visitatore dovrà scegliere se utilizzare i tasti freccia destra e freccia sinistra della propria tastiera o utilizzare, attraverso l’uso del mouse, i tasti a scomparsa presenti nel lato inferiore della schermata.

Nel caso di visione da dispositivi mobile, si consiglia la visione del file pdf riportato qui

Per una visione ottimale della mostra e per poterla apprezzare maggiormente, si consiglia l’uso del computer.

Per vedere il video di presentazione con Matteo Mazzoni, direttore dell’ISRT, Maria Caterina Sechi, archivista e curatrice della mostra, e Giulia Bassi, docente presso l’Università degli Studi di Milano Statale e responsabile della supervisione scientifica, clicca qui

 

Parole comuniste | ISRT (istoresistenzatoscana.it)




Diretta streaming della presentazione di “I comunisti e gli altri” di Silvio Pons




Scomparso Enrico Pieri, una vita per la conoscenza della strage di Sant’Anna di Stazzema

(ANSA) – SANT’ANNA STAZZEMA (LUCCA), 10 DIC – E’ morto, dopo una malattia, Enrico Pieri superstite dell’eccidio nazifascista di Sant’Anna di Stazzema (Lucca) del 12 agosto 1944, era nato il 19 aprile 1934.

Era presidente dell’Associazione Martiri Sant’Anna Stazzema, ha dedicato tutta la vita a far conoscere la strage ed ha perfino donato all’associazione la sua casa d’infanzia, la stessa in cui fu sterminata la sua famiglia (i genitori, due sorelle, nonni, zii, cugini), luogo dove favorire incontri e dare spazio alle delegazioni di studenti e ricercatori che si recano a Sant’Anna per informarsi e approfondire la conoscenza storica di quegli eventi.

Enrico Pieri aveva 10 anni quando riuscì a salvarsi dallo sterminio. Era commendatore dell’ordine al merito della Repubblica Italiana conferito dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La Repubblica Federale Tedesca lo ha insignito del cavalierato insieme ad Ennio Mancini altro superstite della strage. La sua vita lo ha visto impegnato in prima linea anche nelle scuole, per divulgare quanto accaduto a Sant’Anna il 12 agosto 1944 ed anche se le sue condizioni di salute erano ormai precarie fino all’ultimo ha voluto essere in prima linea e farsi testimone di quella barbarie a cui era sopravvissuto.

Estratto da articolo redazione ANSA 10 dicembre 2021.




Call for papers: 1922. La provincia in marcia: attori, percorsi, narrazioni

Call for papers: 1922. La provincia in marcia: attori, percorsi, narrazioni

In occasione del centenario della Marcia su Roma del 1922, l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea (ISRT), insieme alla rete toscana degli istituti, promuove l’invio di contributi (Call for papers) per un convegno nazionale – da tenersi a Firenze nell’autunno 2022 – per discutere delle ricerche sul 1922 e le sue eredità. Il focus sarà sull’area toscana, in stretto dialogo con altre realtà territoriali e con il quadro nazionale.

Si invitano pertanto le persone interessate a inviare delle proposte sui temi di discussione che corrisponderanno a quattro sessioni della giornata di studio:
1. In marcia verso Roma: provenienza e dimensioni, strategie militari e politiche, logistica.
2. Attori della Marcia: chi parte, chi resta; uomini e donne; istituzioni; forze dell’ordine; società civile; associazionismo culturale, sociale, politico (massoneria ecc.); le opposizioni individuali e collettive.
3. L’ impatto e la ricezione della Marcia nella vita quotidiana.
4. Narrazioni ed eredità della Marcia.

Le proposte di intervento (massimo 500 parole) dovranno essere accompagnate da un breve CV del proponente. È particolarmente incoraggiata la partecipazione di giovani ricercatori.
Le proposte devono essere inviate al seguente indirizzo isrt@istoresistenzatoscana.it, entro il 15 marzo 2022. Le decisioni del Comitato scientifico verranno comunicate entro il 30 aprile 2022.

Il Comitato scientifico è composto da Andrea Baravelli, Roberto Bianchi, Paul Corner, Valeria Galimi, Stefano Maggi, Francesca Tacchi.




DIRETTA STREAMING della presentazione di “Gorbačëv e la riunificazione della Germania. L’impatto della perestrojka sul comunismo (1985-1990)”




Presentato da Isrec Lucca il libro di Marco Rovelli Siamo noi a far ricca la terra: Romanzo di Claudio Lolli e dei suoi mondi.

Venerdì 12 novembre, presso la Casa del Popolo di Verciano (Lucca) si è tenuta la presentazione del libro di Marco Rovelli Siamo noi a far ricca la terra: Romanzo di Claudio Lolli e dei suoi mondi, organizzata dall’ISREC di Lucca in collaborazione con la Società popolare di mutuo soccorso “Giuseppe Garibaldi” e ANPI.

Il libro è un lavoro di acribia storica, un romanzo scritto  però attraverso i diari, le interviste a parenti e amici, incontro con la fidanzata di un tempo e con la moglie e i due figli, con gli ex studenti.

Ma perché presentare un libro di Claudio Lolli da parte dell’ISREC?

Perché Lolli ha cantato la storia dell’Italia dagli anni ’70 al primo decennio di questo secolo, sia la storia sociale, sia quella politica.

Già nel suo primo disco, Aspettando Godot del 1972, Lolli si fa portavoce della protesta giovanile più radicale e incupita. Il suo stile divenne immediatamente riconoscibile, simbolo dell’insoddisfazione più profonda e letteraria della canzone politica post ’68.

La storia sociale si fa strada nei suoi testi ad esempio attraverso la critica alla piccolo-borghesia, classe sociale di appartenenza presto rinnegata, proprio all’inizio del periodo delle grandi manifestazioni antiborghesi di piazza

Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
Non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia

Questa canzone rappresenta Edipo che lotta contro la parola del padre. Edipo è la generazione del ’68”, dice Marco Rovelli che, essendo cantautore oltre che scrittore, intona anche questa canzone accompagnandosi con la chitarra. Rovelli canta poi anche La giacca, canzone che nel suo ultimo album ha inciso proprio con il cantautore bolognese.

Lolli denuncia il disagio delle periferie in Hai mai visto una città, o la piaga dei suicidi dei soldati nelle caserme in Morire di leva.

Molto presente nelle canzoni del cantautore bolognese è l’impegno politico: Lolli era comunista.

Nel suo secondo album, uscito l’anno dopo, nel ’73, Canzoni di morte, canzoni di vita, ad esempio celebra Gramsci in Quello lì (compagno Gramsci), che racconta le vicende del giovane Antonio, ancora studente a Torino, viste con gli occhi di un suo vicino di casa.

Ne è un esempio paradigmatico il famosissimo album, uscito nel settembre 1977, Disoccupate le strade dai sogni, strettamente legato all’attualità, in particolar modo ai fatti di Bologna dell’11 marzo 1977 e all’uccisione dello studente Francesco Lorusso.

Forte è il suo messaggio politico relativo ai fatti del 1968 e del 1977 in particolare, e le tensioni sanguinose fra i militanti della sinistra, della destra extraparlamentare e lo Stato durante tutti gli anni ’70, chiamati appunto anni di piombo, con canzoni come Agosto da Ho visto anche degli zingari felici del 1976, in cui si ricordano i fatti dell’Italicus, avvenuti il 4 agosto 1974 e Piazza, bella piazza, ovviamente Piazza Maggiore a Bologna, dove “siamo stanchi di ritrovarci / solamente a dei funerali”. Infatti lì si è celebrato il funerale, il 9 agosto 1974, dei 12. morti dell’Italicus. E ricordiamo che in quella stessa piazza si sono tenuti anche i funerali, nell’agosto 1980, degli 85 morti della strage della stazione di Bologna.

E non dimentichiamo l’arrangiamento di La ballata del Pinelli, la canzone che venne improvvisata la sera del 21 dicembre 1969, ossia il giorno dopo i funerali dell’anarchico Giuseppe.

Nel canzoniere di Lolli si possono ritrovare anche riferimenti a fatti di politica estera come nella canzone Primo maggio di festa, contenuta in Ho visto anche degli zingari felici, nella quale celebra la fine della guerra nel Vietnam e l’ingresso delle truppe nordvietnamite vittoriose a Saigon il 30 aprile 1975.

Nella seconda metà degli anni ’70 Lolli coltiva il grande sogno, la grande utopia rivoluzionaria di un nuovo ordine sociale, di una vita fatta per i bisogni e la felicità della gente. Utopia con realismo e un senso di inadeguatezza.

L’impegno di Lolli, che contemporaneamente porta avanti anche la sua attività di scrittore, sia di prosa che di poesia e di docente (ha insegnato fino alla pensione al Liceo scientifico di Casalecchio di Reno) continua fino a 4 anni fa. Ci piace ricordare che il 25 settembre 2010 suona al Forum Sociale Antimafia del Nord, dopo la manifestazione per ricordare Peppino Impastato, che il 19 luglio 2012 si esibisce a Brolo, e poco dopo ad Acitrezza, in un grande raduno per ricordare Paolo Borsellino, assieme a numerosi volti dello spettacolo e della canzone italiana.

Un anno dopo il suo ultimo album Il grande freddo, che vince la Targa Tenco nella categoria “Miglior disco dell’anno in assoluto”, muore di cancro a 68 anni.

Lolli è dunque l’intellettuale che ha raccontato e cantato 40 anni di storia italiana, che, per dirla con le parole di Marco Rovelli “intramava nella stessa piega l’interiore e l’esteriore, il personale e il pubblico, cantando se stesso e il mondo”.




L’Ambiente al centro della nuova edizione di “Scenari del Novecento” promossa dall’Istituto della Resistenza di Pistoia

L’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia in collaborazione con la provincia di Pistoia e la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia son lieti di invitarvi alla  nuova edizione di “Scenari del XX secolo” dedicato al tema “Democrazia e ambiente”.

La storia ambientale, un filone storiografico relativamente recente che indaga sul rapporto fra uomo e ambiente e la loro vicendevole influenza.

L’Antropocene è la nuova epoca in cui l’uomo si propone come agente geologico; il termine attribuito a Paul Crutzen, premio Nobel per la chimica, risale al 2000 e definisce un insieme di fenomeni prodottidall’uomo che modificano l’ambiente, aria, acqua, suolo e vita animata, creando inoltre una nuova matrice ambientale, la tecnosfera, caratterizzata dai prodotti artificiali e dai rifiuti che ne conseguono dopo il loro utilizzo, auto, computer, elettrodomestici, fino alle discariche. L’indicatore dell’Antropocene è il cambiamento climatico, da qui la necessità di un’inversione dirotta consapevole delle azioni umane.

L’argomento ci consente di rapportarsi al presente e alla didattica trasversale dell’Educazione civica, in particolare l’asse dello sviluppo sostenibile (l’Agenda 2030), oltre a Costituzione e Cittadinanza. Come sostiene Edgar Morin è necessario un superamento della spartizione delle discipline, scienze naturali e scienze umane, per “insegnare la condizione umana”; missione dell’Istituto e dei partner di questo progetto è la conoscenza storica e critica e la promozione di una cittadinanza attiva.

Il percorso  inizierà con un corso di formazione per i docenti  che si terrà nel mese di novembre strutturato in tre giornate con due relatori e un laboratorio didattico, al fine di analizzare il tema in modo approfondito, riservando sempre uno spazio per metodologie e pratiche per la didattica. Il corso è gratuito e valido per l’espletamento della formazione docente.

Gli incontri di approfondimento previsti sono sei, quattro destinati alle giornate del calendario civile (Giorno della Memoria, Giorno del Ricordo, Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo, Festa di Liberazione), due al tema scelto, “Democrazia e ambiente”.