A Livorno emozione di fronte alla pietra di inciampo per la piccola Gigliola Finzi uccisa a pochi mesi ad Auschwitz.

Di Gigliola Finzi, la bambina pochi mesi uccisa dai nazisti poco prima dell’ingresso ad Auschwitz, e alla quale è stata dedicata oggi, a  Livorno, la nuova pietra di inciampo in via Verdi 25, parla Frida Misul nel suo diario.

Frida Misul, una reduce livornese dell’Olocausto, il suo diario una delle prima testimonianze scritte sull’orrore delle deportazioni scrisse:

Ad un certo punto, prima di aspettare l’ordine per incamminarci di nuovo, un tedesco, per caso, vide che una delle ragazze teneva un grosso involto tra le braccia. Le fu intimato di far vedere che cosa c’era dentro e questa, tutta sconvolta e tremante, aprì uno scialle nero di lana e apparve una bella bambina di circa 6 mesi. La madre supplicò tanto il tedesco di non farle del male e chiese di andare dove sarebbe andata sua figlia per seguire lo stesso destino. Ma il tedesco con un grande sogghigno prese la povera creatura, le strappò i poveri stracci di dosso e poi, con grande sveltezza, la scosciò davanti agli occhi inorriditi della madre e di noi tutti. La povera donna non sopportando il grande dolore, cadde subito morta ai nostri piedi. Questa signora era livornese come me, si chiamava Berta Della Riccia. Fu arrestata assieme ai suoi familiari per essere condotta ad Auschwitz. Di tutta la famiglia non è rimasto alcun superstite, perché tutti furono uccisi nelle camere a gas”.

Una delle troppe pagine agghiaccianti della Shoah, che hanno visto purtroppo drammaticamente protagonisti bambini, donne, uomini ebrei, moltissimi anche a Livorno.

Per Gigliola Finzi la pietra d’inciampo indica l’ultima abitazione della sua famiglia livornese prima della deportazione, ma anche il luogo che non poté essere la sua casa. Nacque infatti il 19 febbraio 1944 nel campo di raccolta di Roccatederighi, vicino a Grosseto, da genitori livornesi – la madre Berta della Riccia e il padre Natale Finzi – e fu deportata e uccisa poco prima di entrare ad Auschwitz tre mesi dopo, per l’esattezza il 23 maggio 1944”.

La brevissima vita di Gigliola, e la sua ingiusta fine, è stata ricordata questa mattina nel corso di una cerimonia organizzata tra le iniziative per il Giorno della Memoria dalla Comunità di Sant’Egidio insieme al Comune di Livorno, con la collaborazione della Comunità Ebraica, della Diocesi e di Istoreco, e che si è conclusa con la deposizione di fiori davanti alla sua stolpersteine, piccolo blocco di pietra, ricoperto da una lastra di ottone sulla quale è riportato il nome, l’anno di nascita, il giorno ed il luogo della deportazione, la data di morte della povera bimba.

Le pietre di inciampo sono il simbolo visibile dell’esistenza di chi è stato deportato e ha vissuto sulla propria pelle questo orrore”, ha voluto sottolineare all’apertura della cerimonia il Prefetto Paolo D’Attilio per il quale “la memoria è il vaccino per proteggere le persone più deboli evitando che certe vicende si ripetano”.

Concetto ripreso dalla responsabile della Comunità di Sant’Egidio di Livorno Anna Ajello: “Con questa memoria possiamo scegliere la vita. È il richiamo del più grande vaccino che ci hanno lasciato le generazioni precedenti, il vaccino contro l’odio, contro la guerra, contro il razzismo

L’assessore alla Cultura Simone Lenzi ha sottolineato che “questa è una ricorrenza a cui personalmente partecipo con grande trasporto. È di qualche giorno fa l’intervista a Emanuele Filiberto di Savoia che chiedeva scusa per le leggi razziali. La prima cosa che ho pensato: certo non una gran prontezza di riflessi. La ferita profonda delle leggi razziali dipende e deriva dal fatto che gli ebrei come tanti altri italiani furono in prima fila nel Risorgimento, pagarono il loro tributo di sangue nella Prima Guerra mondiale, questo dimostra quanto mai vili e scandalose furono le leggi razziali e il comportamento di tanti italiani. Non deve esistere una versione autoassolutoria di questa storia, le leggi razziali non furono solo un tributo pagato all’ alleato tedesco: l’antisemitismo era già moneta corrente in Italia, quella serpe c’è sempre e dobbiamo avere la prontezza di metterci il piede sopra. Ricordo anche che Livorno senza ebrei non esisterebbe, la nostra città è nata con gli ebrei, l’eredità ebraica è nella nostra cultura, nei nostri usi, perfino nella nostra cucina. Il Giorno della Memoria riguarda tutti i livornesi”.

Siamo una minoranza, abbiamo le nostre tradizioni, ma gli ebrei sono italiani e sono europei, sono in tutto il mondo, hanno contribuito allo sviluppo non solo di Livorno ma dell’Europa – ha aggiunto il Presidente della Comunità Ebraica di Livorno Vittorio Mosseri – e dobbiamo uscire dalla contrapposizione “io, noi, loro”. Non sono accettabili le offese a chi è ebreo – ha aggiunto – di recente il nostro Rabbino è stato offeso al mercato”. E rivolgendosi ai bambini delle scuole “Benci” presenti alla cerimonia: “Bimbi, la memoria della Shoah non è per i morti, è fatta per i vivi di oggi e di domani, per difendere quello che con tanto sacrificio è stato ottenuto”.

Significativo l’ intervento della direttrice di Istoreco Catia Sonetti: “I testimoni di quando l’ Armata rossa arrivò a Auschwitz sempre più rari. Il Giorno della Memoria deve essere lo stimolo per portare avanti un lavoro sì di memorie, ma anche di storia, che aiuta a contestualizzare i fatti. La storia serve ad esempio a capire di cosa si macchiarono i Savoia, per cui non bastano delle scuse tardive. La Shoah e le leggi razziali – ha aggiunto – non furono uno sbaglio, un incidente ma la conseguenza di tanti passi. Le ricerche storiche ci dicono che a Livorno la tragedia – ha ricordato – è stata più grande di quanto ci raccontiamo”.

Estremamente commovente la testimonianza di Edi Bueno, 90 anni, che ha narrato un episodio apparentemente da nulla prima della deportazione della sua famiglia, quando ancora la vita a Livorno scorreva apparentemente normale: “Ero una bambina. Al bar Lazzeri in via Grande la commessa negò a me e a mio fratello un gelato. Protestai con il proprietario. Per tutta risposta mi mostrò il cartello all’ingresso: “E’ vietato vendere il gelato agli ebrei”.
Dopo gli interventi della direttrice didattica delle Benci e di rappresentanti di sant’Egidio in chiusura, prima della deposizione di fiori alla pietra di inciampo per Gigliola Finzi, di fronte alla casa nella quale avrebbe potuto abitare ma non ha mai abitato, il Rabbino di Livorno ha letto un salmo per chiedere aiuto a Dio per il futuro e per ricordare quel milione e mezzo di bambini ebrei uccisi nella Shoah.

[testo a cura Ufficio Stampa Comune di Livorno]




La SISLav e l’Istoreco Livorno aprono la terza edizione del bando Ortaggi destinato alle opere prime inedite di storia del lavoro.

Per sostenere lo sviluppo di nuove ricerche sui temi della storia del lavoro, la Società Italiana di Storia del Lavoro (SISLav) e l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella provincia di Livorno (Istoreco Livorno) hanno istituito nel 2016 un premio intitolato alla storica Simonetta Ortaggi, scomparsa nel 1999, studiosa e autrice di alcuni tra i più importanti e sistematici studi italiani di storia del lavoro. La terza edizione del premio è aperta alle monografie inedite che rappresentino opere prime per gli autori. Sono ammesse anche tesi di laurea e di dottorato, discusse nel triennio 2018-2020.

Il premio consiste nella pubblicazione dell’opera presso la collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav-NDF. Il volume sarà liberamente disponibile in versione elettronica sul sito dell’editore e acquistabile in quella cartacea.

L’opera può essere redatta (o integrata da una traduzione fedele all’originale) in una delle seguenti lingue: italiano, francese, inglese, portoghese, spagnolo, tedesco. La lingua della pubblicazione finale sarà l’italiano; l’eventuale traduzione sarà a carico dell’autore.

Condizione imprescindibile è che l’opera non sia né edita né in corso di pubblicazione e che il candidato non abbia già pubblicato altri lavori in forma monografica. Non vi è alcun vincolo, né di natura cronologica né territoriale, circa l’argomento oggetto della monografia: possono essere presentate ricerche relative a qualsiasi periodo storico, dall’età antica alla contemporanea, e a qualsiasi area territoriale.

La candidatura deve essere presentata entro il 1 marzo 2021 compilando il facsimile allegato e spedendolo all’indirizzo e-mail storialavoro@gmail.com, allegando copia elettronica della tesi o della monografia, un abstract in italiano di massimo 4.000 caratteri, un breve curriculum vitae utile a contestualizzare la ricerca nell’ambito degli interessi del candidato e una lista delle eventuali pubblicazioni.

Per rendere definitiva la candidatura è necessario inviare una copia cartacea della tesi o della monografia entro la data del 1 aprile 2021 al seguente indirizzo:

Società Italiana di Storia del Lavoro
c/o Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità DiSSGeA
Università degli Studi di Padova
Via del Vescovado, 30, 35141 Padova

Farà fede il timbro dell’ufficio postale di partenza. La copia cartacea della tesi non sarà restituita al termine della selezione ma conservata presso la sede della SISLav. Entro il 30 settembre 2021 un’apposita Commissione valuterà insindacabilmente la tesi vincitrice del premio. La Commissione sarà formata da cinque membri: tre nominati dal Direttivo SISLav e due nominati dall’Istoreco Livorno. La composizione della commissione verrà comunicata sul sito della SISLav (http://storialavoro.it) entro il 15 marzo 2021.

La Commissione comunicherà l’esito a tutti i candidati. A suo insindacabile giudizio, qualora nessuna delle opere concorrenti risulti adeguata sotto il profilo tematico e/o qualitativo, il premio potrà non essere assegnato. La Commissione si riserva inoltre di attribuire una menzione speciale a favore della pubblicazione di opere non vincitrici ma ritenute comunque meritevoli.

Il vincitore è tenuto a inviare all’indirizzo email storialavoro@gmail.com – entro quattro mesi dalla comunicazione dell’esito – una versione rivista della sua opera:

– tenendo conto delle indicazioni editoriali e scientifiche della Commissione;
– redatta secondo le norme editoriali della collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav-NDF;
– in lingua italiana, dunque se necessario tradotta a cura e a spese dell’Autore.

Per la revisione della tesi il vincitore potrà avvalersi di due interlocutori indicati dal Direttivo SISLav.

L’Autore rinuncerà ai diritti sulle vendite e avrà diritto a 20 copie cartacee del volume.
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La rete degli Istituti toscani della Resistenza e dell’età contemporanea a DIDACTA

La rete degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea presenti in Toscana sarà presente a DIDACTA, l’importante Festival nazionale della didattica, che si terrà a Firenze alla Fortezza da Basso dal 9 all’11 ottobre, all’interno dello stand della Regione Toscana.

Gli insegnanti potranno quindi chiedere e ricevere informazioni sulla realtà e le attività degli Istituti e sulle rispettive offerte didattiche.

Gli Istituti proporranno tre seminari di formazione:

9 ottobre: ore 16.00-17.00

Una web-serie per (ri)scoprire la Costituzione!

Relatori:

Monica Rook (istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea)

Matteo Mazzoni (istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea)

Da Sant’Anna di Stazzema a Piombino, da Barbiana a Firenze, 4 ragazzi, due studenti e due lavoratori, e una professoressa attraversano luoghi simbolo della Toscana. Rivivono così le trasformazioni dei decenni dell’Italia repubblicana, attraverso visite e incontri con testimoni e riflettono sui principi fondamentali della Costituzione: pace, uguaglianza, beni comuni, diritto al sapere, partecipazione.. questa la trama della web-serie, prodotta da Regione Toscana e Istituti della Resistenza, oggetto del seminario in quanto potenziale strumento per una didattica innovativa di Cittadinanza e Costituzione.

 

10 ottobre: ore 15.00-16.00

I luoghi delle memorie delle deportazioni: dalla Toscana alla Germania. Ipotesi di viaggi di istruzione.

Relatori:

Enrico Iozzelli, Museo della Deportazione e della Resistenza (Prato)

Rappresentante dell’Istituto della Resistenza e della società contemporanea di Livorno

Nella stagione che segna la fine dei testimoni, i luoghi assumono una funzione didattica essenziale sulla quale confrontarsi con gli insegnanti. Il seminario intende riflettere su tale assunto, tanto più significativo nella Regione del Treno della Memoria, offrendo una panoramica dei luoghi più significativi dalla Germania (Berlino) a mete più vicine (Fossoli, Prato) fino alle pietre d’inciampo che segnano molti territori e città toscane, ricordando di come il sistema concentrazionario e le deportazioni abbiamo permeato la nostra storia. Si vuole così anche offrire spunti per possibili viaggi di istruzione significativi per la formazione dei ragazzi.

 

11 ottobre: ore 15.00-16.00

Storie e confini: il Novecento del caso alto-adriatico e oltre

Relatori:

Luciana Rocchi, Istituto della Resistenza e dell’età contemporanea di Grosseto

Roberto Rossetti, Istituto della Resistenza e dell’età contemporanea di Lucca

Conoscere la storia dell’Alto adriatico nel Novecento significa non solo indagare una pagina ancora poco nota della storia nazionale ed Europa, ma anche interrogarsi sui grandi nodi del “secolo breve” e del tempo presente: guerre, nazionalismi, ideologie, spostamenti di popolazioni. Il seminario intende farlo a partire dal progetto di formazione didattica del viaggio studio al “confine orientale” promosso da Regione Toscana. Ma anche riflettendo sulle storie degli esuli fiumano-dalmati in Toscana a partire dal caso di Lucca: laboratori di studio interessanti per una didattica innovativa che stimoli il protagonismo dei giovani nella conoscenza del proprio territorio e della sua storia.

 

La partecipazione ai seminari è gratuita, ma per partecipare è necessario pagare il biglietto di ingresso a DIDACTA.

 

Per iscriversi ai seminari:

http://eventi.fieradidacta.it/EventiEspositori.aspx#ris

Il percorso generale da seguire è il seguente:

http://eventi.fieradidacta.it/ selezionare “Eventi di Enti e Aziende”

sotto le tendine “giorno”, “titolo evento” “organizzatore” c’è una stringa grigia “Eventi Regione Toscana” biffandola e cliccando sul tasto “Cerca” si apriranno tutti i seminari organizzati da Regione Toscana. Si precisa che il programma è ancora in fase di implementazione.

Gli eventi di Regione Toscana sono anche visionabili in una specifica pagina del sito di Regione Toscana, http://www.regione.toscana.it/-/regione-toscana-didacta-2019-programma nel quale a breve saranno  inseriti anche i programmi di ciascun seminario.

 

 




Intitolato a Ivano Tognarini l’Archivio storico del Comune di Piombino

A 5 anni dalla scomparsa, la città di Piombino ha deciso di dedicare l’Archivio storico, uno dei principali luoghi di cultura del proprio territorio, al suo illustre concittadino, Ivano Tognarini a conferma del fecondo legame fra lo studioso e il territorio natio. Proprio nella sua città, Tognarini matura la convinzione del legame indissolubile fra ricerca storica, impegno politico e azione civile. Forte dei valori familiari (il padre Federigo era stato partigiano) indirizza i suoi studi verso la storia della Resistenza e dell’antifascismo, ma indaga anche l’archeologia industriale e mineraria. Docente di Storia moderna all’Università di Siena, è stato per molti anni presidente dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana. Grazie ai suoi studi riuscì a far conferire a Piombino prima la medaglia d’argento e poi la medaglia d’oro al valor militare.




Seconda edizione Premio Simonetta Ortaggi

Per sostenere lo sviluppo di nuove ricerche sui temi della storia del lavoro, la Società Italiana di Storia del Lavoro (SISLav) e l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella provincia di Livorno (Istoreco Livorno) hanno istituito nel 2016 un premio biennale intitolato alla storica Simonetta Ortaggi, scomparsa nel 1999, studiosa e autrice di alcuni tra i più importanti e sistematici studi italiani di storia del lavoro. La seconda edizione del premio è aperta alle tesi discusse nel corso degli ultimi tre anni (2016-2018).

Il premio consiste nella pubblicazione di una tesi di dottorato inerente temi di storia del lavoro. La tesi sarà pubblicata presso la collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav- NDF, sarà liberamente disponibile in versione elettronica sul sito dell’editore e

acquistabile in quella cartacea.

Il candidato deve essere in possesso del titolo di dottore di ricerca conseguito in qualsiasi università italiana o estera, la tesi può essere redatta (o integrata da una traduzione fedele all’originale) in una delle seguenti lingue: italiano, francese, inglese, portoghese, spagnolo, tedesco. La lingua della pubblicazione finale sarà l’italiano.

Condizione imprescindibile è che la tesi sia inedita. Non vi è alcun vincolo, né di natura cronologica né territoriale, circa l’argomento oggetto della tesi: possono essere presentate ricerche relative a qualsiasi periodo storico, dall’età antica alla contemporanea, e a

qualsiasi area territoriale.

La candidatura deve essere presentata entro il 15 febbraio 2019 compilando il facsimile allegato e spedendolo all’indirizzo e-mail storialavoro@gmail.com, allegando copia elettronica della tesi, un abstract in italiano di massimo 4.000 caratteri, un breve curriculum vitae utile a contestualizzare la ricerca nell’ambito degli interessi del candidato e una lista delle eventuali pubblicazioni.

Per finalizzare la candidatura è necessario inviare una copia cartacea della tesi entro la data del 15 marzo 2019 al seguente indirizzo:

Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella provincia di Livorno

Complesso della Gherardesca, via G. Galilei 40

Livorno – 57122

Farà fede il timbro dell’ufficio postale di partenza. La copia cartacea della tesi non sarà restituita al termine della selezione ma versata presso la biblioteca dell’Istoreco. Entro il 15 settembre 2019 un’apposita Commissione valuterà insindacabilmente la tesi vincitrice del premio. La Commissione sarà formata da cinque membri: tre nominati dal Direttivo SISLav su indicazione del Comitato editoriale della collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav-NDF, e due nominati dall’Istoreco Livorno. La composizione della commissione verrà comunicata sul sito della SISLav (http://storialavoro.it) entro il 1 marzo 2019.

La Commissione comunicherà l’esito a tutti i candidati. A suo insindacabile giudizio, qualora nessuna delle tesi concorrenti risulti adeguata sotto il profilo tematico e/o qualitativo, il premio potrà non essere assegnato. La Commissione si riserva inoltre di attribuire una menzione speciale a favore della pubblicazione di tesi non vincitrici ma

ritenute comunque meritevoli.

Il vincitore è tenuto a inviare all’indirizzo email storialavoro@gmail.com – entro quattro mesi dalla comunicazione dell’esito – una versione rivista della tesi:

– tenendo conto delle indicazioni editoriali e scientifiche della Commissione;

– redatta secondo le norme editoriali della collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav- NDF;

– in lingua italiana, dunque se necessario tradotta a cura e a spese dell’Autore;

Per la revisione della tesi il vincitore potrà avvalersi di due interlocutori indicati dal Comitato editoriale della collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav-NDF.

L’Autore rinuncerà ai diritti sulle vendite e avrà diritto a 20 copie cartacee del volume.




Passatoprossimo. Online la rivista Istoreco

SONY DSCCome ogni anno Istoreco pubblica, dal 2017 con una veste rinnovata ed arricchita, il riepilogo delle attività dell’anno precedente.

Ma Passatoprossimo, questo il nome che da luglio dello scorso anno è stato scelto per la rivista, non è soltanto un elenco delle attività svolte: ampio spazio è stato dedicato ad approfondimenti sui “grandi temi” del 2018 su cui sono intervenuti alcuni dei massimi esperti del settore. Costituzione, Leggi razziali, fascismi e neofascismi sono solo alcuni dei temi a cui Istoreco si sta dedicando nel corso 2018 grazie, come di consueto, alle numerose iniziative rivolte alle scuole e alla cittadinanza della Provincia di Livorno. Clicca sotto per scaricare Passatoprossimo. Buona lettura!

http://www.istorecolivorno.it/public/upload/editor/files/Passatoprossimo1-2018web.pdf



Ottimo il bilancio della Summer school in preparazione al Treno della Memoria 2019

Si è chiusa ieri al Santa Chiara Lab a Siena la quinta edizione della Summer school, il seminario intensivo di cinque giorni organizzato dalla Regione in collaborazione con la Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea, il Forum per i problemi della pace e della guerra e l’Ufficio Scolastico Regionale per fornire agli insegnanti selezionati, circa una sessantina, gli strumenti formativi e didattici per preparare gli studenti all’esperienza del viaggio sul Treno della Memoria, in programma il prossimo anno. Il corso quest’anno si intitolava ‘Razzismi di ieri e di oggi. Il buon uso della Memoria’. Nel corso delle diverse sessioni, i 60 insegnanti provenienti da tutte le zone della Toscana: dall’Elba alla Lunigiana, dal grossetano al pistoiese, da Firenze a Massa, da Pisa ad Arezzo, hanno potuto approfondire le conoscenze storiche sui fatti di oltre 70 anni fa e riflettere sui nodi del presente. Antisemitismo, razzismo, guerra totale, violenza non sono solo parole del passato ma problemi attuali con cui la scuola deve misurarsi nella sua instancabile azione di formazione dei cittadini del domani. Grazie all’impegno straordinario della Regione tutto questo è ancora possibile.




Gli Istituti toscani agli STATI GENERALI dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri – Rete degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea

Venerdì 23 marzo si apriranno gli Stati Generali dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri a Milano, ai quali parteciperanno presidenti, direttori e rappresentanti degli Istituti toscani nei diversi organismi istituzionali e scientifici del Parri.

A pochi mesi dalle elezioni generali che porteranno al rinnovo della presidenza e di tutti gli organi di governo della rete, si tratta di un passaggio essenziale per riflettere sul futuro della rete degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea alla luce del complesso momento attuale e dei profondi cambiamenti della società italiana. Come poter migliorare il rapporto fra il Parri e la rete degli Istituti? Quali priorità scientifiche e culturali per il prossimo triennio? Come intervenire in modo sempre più efficace nella formazione degli insegnanti in un rapporto serrato con Ministero e mondo della scuola alla luce dei positivi risultati degli ultimi anni? Queste solo alcune delle domande con cui si dovranno confrontare i partecipanti alle assisi.

Da parte della Redazione di ToscanaNovecento l’augurio di buon lavoro a tutte e tutti i partecipanti con l’auspicio che possa essere una tappa concreta e significativa nel lungo cammino della storia della rete degli Istituti.