Per la prima volta nelle sale cinematografiche italiane “𝐈𝐋 𝐋𝐄𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐄𝐋 𝐃𝐄𝐒𝐄𝐑𝐓𝐎” per ricordare le responsabilità del colonialismo italiano in Libia

Dopo oltre 40 anni dalla sua uscita, Un Ponte Per porta per la prima volta nelle sale cinematografiche italiane “𝐈𝐋 𝐋𝐄𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐄𝐋 𝐃𝐄𝐒𝐄𝐑𝐓𝐎” per ricordare le responsabilità del colonialismo italiano in Libia.

Un Ponte Per ha ottenuto il nulla osta ministeriale per la proiezione pubblica di questo film storico, basato sulla vita del condottiero senussita Omar al-Mukhtar, alla guida della lotta contro l’occupazione coloniale italiana. La pellicola non è mai stata proiettata nelle sale cinematografiche italiane, perché ritenuta dal governo “lesiva dell’onore dell’esercito”, che all’epoca ne bloccò la distribuzione.

Una censura, ha scritto il maggiore storico del colonialismo italiano, Angelo del Boca, che “si inserisce in una più vasta e subdola campagna di mistificazione e disinformazione, che tende a conservare della nostra recente storia coloniale una visione romantica, mitica, radiosa. Cioè falsa”.

Proiezione a Pisa lunedì 21 ottobre, dalle ore 20:30, presso il Cinema Arsenale. Intervento introduttivo della prof.ssa Renata Pepicelli. L’evento è patrocinato da Biblioteca Franco Serantini, ANPI, Associazione di Cooperazione Nord-Sud “Il Chicco di Senape”




Il 21 settembre inaugurata a Pisa a Palazzo Blu la mostra Dalla guerra alla Liberazione, Pisa, 1940-1945,

Il 21 settembre, in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione della città, si è aperta a Pisa a Palazzo Blu la mostra Dalla guerra alla Liberazione, Pisa, 1940-1945, che sarà esposta fino all’11 maggio 2025.
Si tratta di una mostra fotografica, curata da Gianluca Fulvetti, che racconta l’impatto della seconda guerra mondiale su Pisa, attraverso immagini sono reperite presso istituzioni e archivi locali, nazionali, internazionali e digitali.
La mostra, che si dispiega in cinque sale, si articola in quattro sezioni: la guerra dell’asse 1940-1943, la guerra in città, Resistenza e repressione, Liberazione, precedute da un’introduzione generale sulla storia della seconda guerra mondiale. Ad integrare la mostra, ci sono saggi di studiosi che riflettono sulla guerra fascista (Paolo Pezzino), sui bombardamenti alleati (Gabriella Gribaudi), sul passaggio del fronte e sulla Resistenza a Pisa (Stefano Gallo), sul ruolo degli Alleati e degli americani nella Liberazione d’Italia (Matteo Pretelli), e sul rapporto tra chiesa, guerra di Resistenza e sull’azione dell’arcivescovo di Pisa Gabriele Vettori, (Daniele Menozzi).
In occasione della mostra è prevista una serie di conferenze da parte di qualificati docenti universitari, che avrà luogo da fine settembre a fine ottobre, sempre di domenica alle 11 di mattina.
La conferenza di apertura è spettata a Paolo Pezzino, già docente di storia contemporanea all’Università di Pisa e attualmente Presidente dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, con una relazione dal titolo Dalla guerra fascista alla guerra civile.
I prossimi appuntamenti saranno:
Gianluca Fulvetti (Università di Pisa) il 13 ottobre Una città in guerra: Pisa settembre 1939-Settembre 1944,
Gabriella Gribaudi (Università di Napoli), 27 ottobre, La guerra totale: i bombardamenti strategica sulla penisola,
Alberto Maria Banti (Università di Pisa), 11 novembre, Una trasformazione antropologica? L’incontro con la cultura dei liberatori americani
Daniele Menozzi (Scuola Normale Superiore), La persistenza di un riferimento: la Chiesa durante la guerra.

Si sintetizza qui il contenuto dalla relazione inaugurale del Prof. Pezzino:
La guerra non è un qualcosa di imprevisto nel fascismo, né un errore, ma è collegata al mito della vittoria mutilata, del posto al sole per l’Italia, tutti miti collegati ad un nazionalismo estremo. Si tende a dimenticarlo ma l’Italia è in guerra continuativamente dal 1936, con la guerra coloniale all’Etiopia, che costituisce una aggressione a uno stato sovrano, membro della Società delle Nazioni, condotto con mezzi illeciti e attraverso una strategia stragista, soprattutto dopo l’attentato a Graziani, come quella praticata a Debre Libanòs che arriva a contare 1500 vittime. Nonostante questo inusitato livello di violenza, l’impresa coloniale costituì il momento più alto del consenso al Fascismo – compreso quello della Chiesa cattolica – vantato dal Duce come “la rinascita dell’impero sui colli fatali di Roma”. L’impresa coloniale vide nel 1936 l’emanazione di norme durissime di stampo razzista (contro il meticciato e il madamato) che anticipò di poco quelle successive del ’38 contro gli ebrei, iniziativa del tutto autonoma di Mussolini.
Contemporaneamente, l’Italia, con un corpo di spedizione di 65.000 uomini (di cui caddero 4000) prende parte alla guerra civile spagnola, che assume subito le caratteristiche di una guerra ideologica,
In anni recenti la Spagna ha chiesto all’Italia di rendere conto di alcuni crimini di guerra, come la strage al mercato di Alicante, bombardato dagli Italiani, ma la causa giudiziaria non ha avuto seguito, anche perché ormai i responsabili erano tutti morti.
Quello stesso anno, il 1936, era stato firmato l’accordo dell’Asse Roma-Berlino, l’anno dopo il Patto Anti-comintern, nel 1939 il Patto di acciaio, che legavano sempre più l’Italia alla Germania nazista. Tuttavia, allo scoppio della guerra, Mussolini dichiarò la “non belligeranza” che è cosa ben diversa dalla neutralità. Ma la l’avanzata tedesca e la disfatta della Francia indussero il Duce ad accelerare i tempi. Mussolini, cinicamente, disse che “aveva bisogno di un qualche migliaio di morti per potersi sedere come vincitore al tavolo delle trattative”. Ma l’Italia era debole del punto di vista finanziario e militare, e ciò rendeva improbabile qualsiasi tentativo di condurre la guerra in maniera autonoma o “parallela”, come si evidenziò in tutti i principali teatri di guerra italiani, che dapprima furono nel Mediterraneo (Africa settentrionale e orientale, Grecia e Jugoslavia), poi si aggiunge il fronte sovietico. Fu la disfatta in Russia e la rovinosa ritirata a fare calare il consenso degli Italiani alla guerra, come testimoniano gli scioperi operai del marzo 1943.
Il 1943, infatti, è l’anno di svolta: con la sbarco degli Alleati in Sicilia fra il 9 e il 10 luglio, che portò alla caduta dell’isola in circa un mese, si ha un totale distacco della popolazione italiana al fascismo, da lì la deposizione, il 25 luglio 1943, di Mussolini che, liberato dai tedeschi il 12 settembre, annunciò, il 25 novembre, la nascita della RSI (riconosciuta solo dalla Germanie e dai suoi alleati) e l’armistizio firmato a Cassibile il 3 settembre, reso noto l’8.
Ebbe così inizio la dura occupazione tedesca in Italia, con lo sfaldamento dell’esercito (che però vide anche molti episodi di resistenza da parte dei militari) che subisce stragi, come a Cefalonia.
Ma già il giorno dopo l’armistizio nacque il Comitato di Liberazione Nazionale, con il coinvolgimento di tutte le forze politiche antifasciste, che chiamò gli italiani alla Resistenza.
La campagna di Italia fu lunga e complessa: in essa si assistette alla contrapposizione di due eserciti, a una guerra di Liberazione e ad una guerra civile, prima di arrivare al proclama dell’insurrezione generale del 25 aprile 1945.
La Resistenza italiana è riuscita a riunire tutto l’arco delle forze politiche e la partecipazione della popolazione ha permesso la nascita della democrazia nel nostro paese.

 




L’ISRT ringrazia per i tanti generosi contributi ottenuti per il CROWDFUNDING sostenuto da Unicoop

Consegnato oggi l’assegno da 27.480 Euro all’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea che, con il contributo, potrà digitalizzare il proprio archivio, realizzare il nuovo sito e valorizzare il grande patrimonio storico e di memoria di cui è custode. La consegna dell’assegno è avvenuta stamattina, presso la sede di Unicoop Firenze, alla presenza di Daniela Mori, presidente del Consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze e di Vannino Chiti, presidente dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea. Il crowdfunding, lanciato lo scorso 25 aprile da Unicoop Firenze, in collaborazione con la Fondazione Il Cuore si scioglie, si è chiuso il 25 giugno con un risultato di raccolta che ha superato l’iniziale obiettivo dei 20mila Euro, raggiungendo il totale di 27.480 Euro, raccolti attraverso le donazioni su Eppela e le tante iniziative promosse sul territorio: le attività di raccolta hanno visto il contributo attivo delle sezioni soci che, insieme alle associazioni del territorio, hanno organizzato oltre 20 eventi fra cene, spettacoli, visite guidate, camminate e incontri sui temi della Resistenza e della memoria storica. Tra gli eventi più partecipati, la cena del 12 giugno nella piazza del Centro San Donato, a Firenze, che ha visto la partecipazione di oltre 500 persone e grazie alla quale sono stati raccolti oltre 5mila Euro e le camminate della memoria in Valdisieve e nel Valdarno Fiorentino, che hanno totalizzato circa 3mila Euro di donazioni. Molte anche le donazioni arrivate dai presidi che, nei primi giorni di maggio, le sezioni soci hanno organizzato nei Coop.fi per promuovere l’iniziativa e invitare soci e clienti a contribuire alla raccolta.

Tra i vari eventi, nel periodo del crowdfunding l’Istituto storico della Resistenza ha aperto le porte della sua sede, in Via Carducci, a Firenze, con tre open day che hanno registrato una grande partecipazione delle sezioni soci e della cittadinanza.

Le dichiarazioni

Daniela Mori, presidente del Consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze

«Siamo davvero molto soddisfatti del risultato di raccolta, che ha ampiamente superato l’obiettivo iniziale e che permetterà all’Istituto storico della Resistenza di realizzare la digitalizzazione dell’archivio, un importante rinnovamento che è anche un modo per attualizzare la memoria di quello che siamo e delle origini della nostra democrazia. Oggi, in un tempo così diviso da conflitti di ogni tipo, dobbiamo tutti sentire la responsabilità di mantenere vivo il valore della memoria e la forza ideale della Resistenza da cui è nata la nostra Costituzione. Vogliamo ringraziare i tanti soci e clienti che, nonostante il momento difficile, hanno donato con generosità e le nostre sezioni soci che, anche in questa occasione, sono state motore di partecipazione e coinvolgimento popolare rispetto all’iniziativa. Ci auguriamo che questo contributo possa dare nuovo impulso alle attività dell’Istituto che, oggi più che mai, rappresenta un presidio rispetto ai valori di democrazia, libertà, uguaglianza, dignità e solidarietà in cui, come cooperativa, ci riconosciamo profondamente».

Vannino Chiti, presidente dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea

«In questo momento storico il ruolo dell’Istituto è di primo piano per portare avanti l’impegno culturale e scientifico per una memoria storica condivisa della Resistenza, che ancora in Italia manca, e per mettere a fuoco e approfondire le grandi questioni dell’Età contemporanea. L’iniziativa di raccolta fondi realizzata insieme a Unicoop Firenze è un sostegno importante per tenere in vita questi valori e per mantenere vivo il contatto e lo scambio con cittadini, studiosi, docenti, alunni e con la comunità tutta. Ringraziamo le sezioni soci Coop e i tanti cittadini che hanno donato, dando un contributo alla salvaguardia e alla diffusione del nostro patrimonio, perché la Resistenza sia una memoria che unisce e non divide, che aiuta a coltivare l’antifascismo come valore base che permea tutta la nostra Costituzione».

L’archivio dell’Istituto

Il crowdfunding è nato dalla necessità dell’Istituto della Resistenza di valorizzare il grande patrimonio storico e di memoria custodito nell’archivio: questo attualmente conta oltre 150 fondi prodotti da organismi politici e militari della Lotta di Liberazione, da organizzazioni e personalità dell’Antifascismo e della Resistenza. Tra i tanti, nell’Istituto sono conservati i fondi archivistici di Calamandrei, Salvemini, Paolo Barile, quelli di Elio Gabbuggiani, che è stato presidente della provincia di Firenze e poi sindaco di Firenze, del fu Presidente della Regione Toscana Gianfranco Bartolini. L’Istituto conserva inoltre una raccolta di circa 2.000 tra volantini e manifesti, tra cui quelli prodotti nel corso della lotta antifascista e della guerra di Liberazione. Nel corso degli anni il patrimonio dell’Istituto si è progressivamente ampliato per arco cronologico, soggetti e tematiche, fino ad abbracciare molteplici aspetti della storia politica, sindacale, sociale e culturale del Novecento. I fondi raccolti con il crowdfunding permetteranno all’Istituto di attualizzare la propria banca dati in cui riunire tutti gli inventari per digitalizzarli e renderli disponibili alla consultazione pubblica, così da far conoscere il patrimonio alla cittadinanza e agevolare il lavoro di studenti, ricercatori e appassionati. L’archivio digitale permetterà a chiunque di fare ricerche a distanza, individuare i documenti presenti presso l’Istituto e farne richiesta anche via mail, in formato digitale. Insieme a questo, il progetto prevede la realizzazione di un nuovo sito web che permetta un facile accesso, non solo al patrimonio dell’archivio, ma anche a quello della Biblioteca e dell’Emeroteca e che presenti al pubblico le diverse iniziative, in particolare le mostre virtuali, preziosi strumenti di conoscenza della storia.

Firenze, 28 giugno 2024

Ufficio Stampa

Unicoop Firenze

Sara Barbanera




Nuovo progetto del Museo della deportazione di Prato: si cercano testimonianze sulla strage di Figline.

Per un nuovo progetto, il Museo della Deportazione e Resistenza cerca testimoni diretti o indiretti.
Testimonianze di una madre o un padre, una nonna o un nonno, che sono state tramandate alle generazioni successive.
Per dare il proprio contributo:
inviare una mail a: e.iozzelli@museodelladeportazione.it
oppure chiamare: 055 46 16 55
o tramite WhatsApp: 347 09 15 838




Prolungato a Grosseto l’allestimento della mostra “Perché tu fossi libero”

Visto l’interesse suscitato e l’alto numero di visitatori, la mostra “Perché tu fossi libero. Antifascismo, guerra e Resistenze in Maremma” 𝒓𝒊𝒎𝒂𝒓𝒓𝒂̀ 𝒆𝒔𝒑𝒐𝒔𝒕𝒂 𝒇𝒊𝒏𝒐 𝒂𝒍 5 𝒍𝒖𝒈𝒍𝒊𝒐 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒊𝒍 𝑷𝒂𝒍𝒂𝒛𝒛𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑷𝒓𝒐𝒗𝒊𝒏𝒄𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝑮𝒓𝒐𝒔𝒔𝒆𝒕𝒐 (𝒐𝒓𝒂𝒓𝒊 𝒅𝒊 𝒂𝒑𝒆𝒓𝒕𝒖𝒓𝒂: 𝒅𝒂 𝒍𝒖𝒏𝒆𝒅𝒊̀ 𝒂 𝒗𝒆𝒏𝒆𝒓𝒅𝒊̀ 𝒐𝒓𝒆 9.30-12.30; 𝒎𝒂𝒓𝒕𝒆𝒅𝒊̀ 𝒆 𝒈𝒊𝒐𝒗𝒆𝒅𝒊̀ 𝒐𝒓𝒆 15.30- 17.30).




Nel centenario dell’Ateneo fiorentino, una passeggiata per ricordare i membri di Radio CoRa vittime di fascisti e nazisti.

Ieri domenica 16 giugno a Firenze è stato celebrato l’80esimo della fucilazione dei resistenti di Radio Cora e di Anna M. Enriquez Agnoletti con una passeggiata, organizzata – anche dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea – per i 100 anni dell’Università, che si è snodata dal parcheggio dell’ospedale di Careggi al Cippo di Cercina.

Lì il Comune di Sesto aveva organizzato l’amplificazione e la presenza degli amministratori e di alcuni componenti della banda.  Per l’Isrt ha partecipato alla camminata e alla cerimonia al cippo il consigliere Luca Brogioni. Erano presenti i gonfaloni della Regione, di Firenze, di Campi, dell’Anpi, dell’Aned, del CAI di Sesto e dei carabinieri in congedo che erano intervenuti alla commemorazione al monumento in piazza d’Azeglio a Firenze.
La cerimonia è stata partecipata e anche segnata dalla commozione dai presenti.




Prolungato al 28 luglio l’allestimento della mostra “Arte ferita, Arte salvata” a Prato.

“Arte ferita, arte salvata. Chiese e patrimonio artistico a 80 anni dal bombardamento di Prato – Museo dell’Opera del Duomo di Prato fino al 28 luglio



STORIE E CARTE IN RETE: AL VIA IL CROWDFUNDING DI UNICOOP FIRENZE PER L’ISRT

Parte il 25 aprile e prosegue per due mesi la raccolta fondi per digitalizzare l’archivio dell’Istituto e realizzare un nuovo sito web. 

Due mesi di attività e eventi organizzati dalle sezioni soci Coop e dalle associazioni del territorio per raggiungere l’obiettivo di 20mila Euro con cui attuare il progetto

 

Al via, il 25 aprile, il crowdfunding promosso da Unicoop Firenze, in collaborazione con la Fondazione Il Cuore si scioglie per contribuire alla digitalizzazione dell’archivio e alla realizzazione del nuovo sito dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea. L’iniziativa è stata presentata questa mattina, presso la sede di Unicoop Firenze, alla presenza Vannino Chiti e Matteo Mazzoni, presidente e direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea e di Claudio Vanni, responsabile relazioni esterne Unicoop Firenze. Presenti all’incontro anche i rappresentanti delle sezioni soci Coop coinvolte e i referenti della Rete Democratica Fiorentina che raccoglie forze dell’associazionismo sociale e civile, del volontariato, del Terzo settore, del movimento sindacale, del mondo della cultura, delle arti e della scienza.

Il crowdfunding punta a raccogliere 20mila Euro e nasce dalla necessità dell’Istituto della Resistenza di valorizzare il grande patrimonio storico e di memoria custodito nell’archivio: questo attualmente conta oltre 150 fondi prodotti da organismi politici e militari della Lotta di Liberazione, da organizzazioni e personalità dell’Antifascismo e della Resistenza e da enti e persone che incarnano momenti essenziali della storia del Novecento. I fondi raccolti con il crowdfunding permetteranno all’Istituto di attualizzare la propria banca dati in cui riunire tutti gli inventari per digitalizzarli e renderli disponibili alla consultazione pubblica, così da far conoscere il patrimonio alla cittadinanza e agevolare il lavoro di studenti, ricercatori e appassionati. L’archivio digitale permetterà a chiunque di fare ricerche a distanza, individuare i documenti presenti presso l’Istituto e farne richiesta anche via mail, in formato digitale. Insieme a questo, il progetto prevede la realizzazione di un nuovo sito web che permetta un facile accesso, non solo al patrimonio dell’archivio, ma anche a quello della Biblioteca e dell’Emeroteca e che presenti al pubblico le diverse iniziative, in particolare le mostre virtuali, preziosi strumenti di conoscenza della storia.

 

Le dichiarazioni

Claudio Vanni, responsabile relazioni esternetuy Unicoop Firenze

«Nella data simbolica del 25 aprile lanciamo questa iniziativa di impegno concreto per supportare l’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea che svolge un ruolo cruciale nel documentare, preservare e diffondere la storia della Resistenza nel nostro territorio e nel mantenere viva la memoria collettiva. Oggi, in un tempo così diviso da conflitti di ogni tipo, dobbiamo tutti sentire la responsabilità di mantenere vivo il valore della memoria e la forza ideale della Resistenza da cui è nata la nostra Costituzione: conoscenza e condivisione sono gli strumenti più potenti che abbiamo per tradurre in pratica i valori di democrazia, libertà, uguaglianza, dignità e solidarietà in cui, come cooperativa, ci riconosciamo profondamente. Per questo, insieme alle nostre sezioni soci e alle associazioni del territorio, ci impegneremo nella raccolta fondi che ci auguriamo possa portare nuovo impulso alle attività dell’Istituto».

 

Vannino Chiti, presidente Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea

«ll ruolo dell’Istituto in questo momento storico è di primo piano: nel suo futuro c’è l’ulteriore valorizzazione del suo prezioso archivio dove ogni giorno lavorano giovani studiosi, insieme all’impegno culturale e scientifico per una memoria storica condivisa della Resistenza, che ancora in Italia manca, e per mettere a fuoco e approfondire le grandi questioni dell’Età contemporanea. L’iniziativa che portiamo avanti insieme a Unicoop Firenze è un sostegno importante per tenere in vita questi valori e per mantenere vivo il contatto e lo scambio con cittadini, studiosi, docenti, alunni e con la comunità tutta. L’Istituto ha compiti importanti e vive del sostegno che in tanti possono dare: è fondamentale che tutti sentano questo luogo come il proprio, una casa dove tutti si trovano, perché la Resistenza sia una memoria che unisce e non divide, che aiuta a coltivare l’antifascismo come valore base che permea tutta la nostra Costituzione».

 

Matteo Mazzoni, direttore Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea

«Con la graduale scomparsa dei testimoni diretti, la storia si può conosce e riscostruire solo studiando le carte e, per questo, il nostro Istituto assume una rilevanza maggiore nel preservare e diffondere la memoria: grazie a questa iniziativa di raccolta fondi potremo mettere on line gli inventari del nostro archivio, oltre 150 fondi di personalità e di persone comuni, per consentire, non solo agli specialisti e agli studiosi, ma a tutti, di conoscere la documentazione di coloro che hanno fatto la Storia nel passaggio dalla dittatura fascista alla Repubblica e nei suoi primi decenni. Invito tutti a partecipare a questo crowdfunding grazie al quale ciascuno potrà contribuire alla salvaguardia e alla diffusione del nostro patrimonio di memoria: ritrovare un rapporto con il passato, conoscere ciò che le generazioni precedenti hanno affrontato e superato, ci aiuterà a sentirci meno soli nel presente complicato che dobbiamo vivere. Farlo tutti insieme sarà ancora più bello e importante».

 

L’archivio dell’Istituto

L’archivio dell’Istituto raccoglie oltre 150 fondi di enti e di persone. Ad un primo nucleo di documenti prodotti da organismi politici e militari della lotta di Liberazione, si sono affiancati poi numerosi fondi di organizzazioni e personalità dell’antifascismo e della Resistenza e di gruppi ed esponenti dell’area azionista fiorentina. Tra i tanti, nell’Istituto sono conservati i fondi archivistici di Calamandrei, Salvemini, Paolo Barile, quelli di Elio Gabbuggiani, che è stato presidente della provincia di Firenze e poi sindaco di Firenze, del fu Presidente della Regione Toscana Gianfranco Bartolini. Nel corso degli anni il patrimonio dell’Istituto si è progressivamente ampliato per arco cronologico, soggetti e tematiche, fino ad abbracciare molteplici aspetti della storia politica, sindacale, sociale e culturale del Novecento. L’Istituto conserva inoltre una raccolta di circa 2.000 tra volantini e manifesti, tra cui si segnalano quelli prodotti nel corso della lotta antifascista e della guerra di Liberazione.

 

La memoria come bene comune

Nato nel 1953 per conservare le carte del Comitato e delle associazioni legate alla Resistenza, nel tempo l’Istituto ha via via rinnovato la sua identità e funzione, fondendo il suo ruolo conservativo con attività culturali, didattiche e di ricerca. Nel tempo la missione dell’Istituto ha abbracciato una prospettiva più ampia, portando l’Istituto a trasformarsi in un centro di cultura. Oggi l’Istituto è un archivio di rilevanza nazionale e allo stesso tempo una biblioteca specializzata con oltre 50mila volumi dedicati alla storia del Novecento, e in particolar modo alla storia della Resistenza e della Repubblica, un importante istituto di cultura, che promuove iniziative sul territorio, collaborando in rete con le amministrazioni locali, in primo luogo con la Regione Toscana: promuove iniziative culturali sul territorio, attività di divulgazione e di ricerca lavorando in rete con gli altri Istituti della Resistenza in Toscana e con le diverse realtà dell’associazionismo, soggetti pubblici e privati. Svolge un’importante attività didattica con le scuole: dalla formazione degli insegnanti alla realizzazione di strumenti multimediali che vengono poi messi a disposizione delle scuole, e non solo, realizzati anche con il coinvolgimento degli studenti stessi. La memoria della Resistenza, una pietra miliare della missione dell’Istituto, sta però attraversando una fase critica: con la graduale scomparsa dei testimoni diretti, l’Istituto assume una rilevanza maggiore nel preservare e diffondere la memoria. La pandemia ha accelerato una transizione verso il digitale e, da qui, la necessità per l’Istituto di aggiornare i propri strumenti e canali di comunicazione per mantenere viva l’interazione con la comunità e per portare la conoscenza storica a un pubblico più vasto.

 

Info e eventi

Il crowdfunding proseguirà fino al 25 giugno e sarà possibile donare su Eppela e partecipando alle iniziative organizzate dalle sezioni soci Coop che sostengono l’iniziativa; dal 2 al 4 maggio, le sezioni soci, insieme alle associazioni del territorio, saranno presenti nei Coop.fi con dei presidi dove soci e clienti potranno avere informazioni e dettagli e potranno donare direttamente a sostegno del progetto. Nel periodo del crowdfunding l’istituto storico della Resistenza aprirà le porte della sua sede, in Via Carducci, a Firenze, ai cittadini con gli open day fissati per l’11, il 18 e il 20 maggio: è possibile prenotare l’ingresso con visita guidata prenotando su coopfi.info/eventi

eppela.com/istitutoresistenzatoscano

 

Firenze, 22 aprile 2024

 

Ufficio Stampa

Unicoop Firenze

Sara Barbanera

335 8279220

055 4780330