L’impegno dell’Isrec Lucca per la conoscenza della storia del “confine orientale” italiano

Nell’ambito della Giornata del Ricordo, istituito con la Legge 92 del 30 marzo 2004, il cui testo recita:  «La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale» si sono svolte in provincia di Lucca una serie di manifestazioni che vedono la presenza di relatori dell’ISREC. Nel capoluogo l’ 8 febbraio si è tenuta una manifestazione organizzata da Prefettura con l’intervento di Andrea Ventura Direttore dell’ISREC; il 9, presso il Real Collegio, Gianluca Fulvetti, docente di Storia Contemporanea all’Università di Pisa, ha tenuto l’orazione ufficiale e, in contemporanea, Stefano Bucciarelli, Presidente dell’ISREC e Armando Sestani, Vicepresidente, sono intervenuti  a Massarosa, nella Sala del Consiglio Comunale. Proprio il 10 Febbraio Sestani ha tenuto una conferenza a Seravezza, in occasione dell’intitolazione del nuovo parco pubblico “alle vittime delle Foibe e agli esuli istriani, fiumani e dalmati nella frazione di Querceta. Le commemorazioni si chiuderanno l’11 a Viareggio, nella Sala del Consiglio Comunale, con Fulvetti e Sestani e Forte dei Marmi, a villa Bertelli con Bucciarelli.

Il fil rouge di tutti gli incontri è stato quello di contestualizzare le foibe, drammatica vicenda per la popolazione italiana di Trieste e dell’Istria e oggetto di speculazioni politiche, nel più ampio contesto della storia del confine orientale. Se i confini fra gli stati sono sempre e ovunque luogo di elezione di guerre, destinati spesso a mantenere, anche dopo paci durevoli, frontiere culturali e mentali, quella con il mondo slavo balcanico è stata la più tormentata tra quelle italiane.  Fondamentale è il tema della narrazione odierna degli eventi occorsi su quel “laboratorio di storia del Novecento” che è stato il confine orientale Dal punto di vista storiografico conosciamo le dinamiche che portarono alle due stagioni delle foibe, resta invece un problema politico, prima di silenzio durante i primi decenni del secondo dopoguerra, poi di strumentalizzazione di queste vittime per alimentare l’odio e la ricerca a tutti costi di un capro espiatorio. Gli eccidi delle foibe hanno dovuto attendere a lungo per ottenere il riconoscimento del diritto alla commemorazione. In conseguenza del lungo oblio durante la guerra fredda, luoghi come Basovizza restano terreno di scontro politico e di contrapposizione nazionale. Oscurando la tragedia vissuta da migliaia di persone, i dibattiti pubblici con frequenza si concentrano sul numero, spesso strumentalmente accresciuto, delle vittime e sulla loro appartenenza politica.

Purtroppo nel nostro Paese la memoria è sempre parziale, soprattutto quella del periodo fascista. Infatti, parlando delle foibe, non si possono tacere i reati, le stragi, le offese contro la dignità umana da parte degli occupanti Italiani nella ex Jugoslavia (che non giustificano ma in parte spiegano i successivi infoibamenti). Quasi nessuno racconta che quella ingiustificabile carneficina operata dai titini era stata preceduta dai massacri compiuti dagli italiani agli ordini di Mussolini e alla creazione di una serie di campi di internamento per civili  jugoslavi come Gonars, Renicci, Monigo, Arbe, in cui il tasso di mortalità era del 15% come a Buchenvald.

E a tale proposito Sestani ha proiettato qualche spezzone del documentario The fascist Legacy, documentario realizzato dalla BBC nel 1989 e ancora censurato in Italia: i diritti dell’opera sono stati acquistati dalla RAI in modo tale che il documentario non fosse mai mandato in onda. Solo La7 ne ha trasmesso degli ampi stralci nel 2004.

Sempre Sestani ha trattato il tema dei profughi istriani, giuliani, fiumani e dalmati. Infatti egli, figlio di un esule da Pola a Taranto, è autore di Esuli a Lucca. I profughi istriani, fiumani e dalmati 1947-1956, pubblicato da Pacini Fazzi nel 2015. Attraverso lo studio del materiale d’archivio e delle tracce lasciate sulle testate giornalistiche dell’epoca, Sestani colma le lacune anche riannodando i fili della memoria personale e locale con quelli della grande storia.  Una ricerca documentata di numeri e date, ma anche un racconto evocativo di esistenze segnate e di incontri, che restituisce alla stessa comunità lucchese una parte della sua storia recente più profonda. Un altro passo verso il superamento di quella sorta di “amnestia” che ha accomunato per decenni un po’ tutto il paese nella dimenticanza e nella mancanza di attenzione ed empatia verso la storia e il dramma degli italiani esuli dall’Istria e dalla Dalmazia e anche un monito per l’oggi, rispetto ai migranti, agli esodi vecchi e nuovi con i quali la nostra comunità, che lo voglia o no, è costretta a misurarsi e mostrare al meglio le proprie qualità di solidarietà e inclusione sociale.




Viaggio della Memoria nei luoghi dell’Olocausto del Comune di Castelfranco Piandiscò con una delegazione cavrigliesese

Sta per prendere il via il “Viaggio della Memoria”, quest’anno in programma dal 10 al 16 febbraio,  che farà tappa nei luoghi dello sterminio nazista, con visita ai campi di concentramento della Germania: Sonnenstein/Buchenwald, Nordhausen -Neuengamme e Brema-Wietzendorf/Bergen Belsen insieme alle vicine città tedesche di Dresda, Brema ed Amburgo. Il Comune di Cavriglia ha confermato la propria adesione è sarà rappresentato dai tre studenti neo maggiorenni che si sono iscritti, accompagnati dal Consigliere Comunale Gianni Tognazzi. La delegazione porterà il Gonfalone nei luoghi della Shoah contribuendo a tenere viva la Memoria, valore sacro per la nostra comunità.

Il viaggio è organizzato da ANED (Associazione nazionale ex deportati) ed è stato promosso dal Comune di Castelfranco Piandiscò col patrocinio della Conferenza dei Sindaci del Valdarno.




Call for papers: Stampa coatta. Il giornalismo in regime di detenzione, confino e internamento in Italia e nel Mediterraneo

In vista dell’omonimo convegno che si terrà sull’isola di Ventotene dal 17 al 19 maggio p. v., organizzato dalla Fondazione Paolo Murialdi e dal Centro di ricerca sul confino politico e la detenzione di Ventotene, è lanciato il seguente call for papers (in allegato la scheda dettagliata) per studiosi di Storia contemporanea e di Scienze politiche, sociali e di comunicazione di ogni nazionalità.

le proposte di abstract non devono superare le 500 parole e devono pervenire entro il 28 febbraio agli indirizzi indicati nella scheda allegata.




Ci ha lasciato Silvano Sarti, il partigiano Pillo, dopo una vita di impegno per i valori dell’antifascismo

Si è spento questa notte, nella sua casa fiorentina. Il partigiano Silvano Sarti, nato a Scandicci nel 1925, è stato uno dei protagonisti della Resistenza e ha segnato la propria vita con un costante impegno per la difesa dei valori dell’antifascismo e l’attuazione della Costituzione, in particolare come presidente di Anpi provinciale di Firenze in questi ultimi anni. Questa spinta ha contraddistinto i suoi innumerevoli interventi nelle scuole e in piazza in una ferrea volontà di trasmissione della coscienza antifascista e della volontà all’impegno.

La camera ardente è stata allestita nella sala d’Arme di Palazzo Vecchio e sarà aperta dalle 16 alle 19 di oggi, venerdì 25 gennaio e dalle 9 alle 19 di domani, 26 gennaio. Domenica 27 alle 9.30 ci sarà una commemorazione pubblica.

Figlio di operai, nel 1940 Sarti fu assunto anche lui come operaio tagliatore al calzaturificio Rangoni di Firenze. Avvicinato da due esponenti del partito comunista, in clandestinità iniziò a svolgere attività di raccolta fondi da distribuire alle famiglie degli antifascisti arrestati. Nel 1944 si iscrisse al Pci e partecipò alla lotta di Liberazione nella Sap (le squadre di azione patriottica). Dopo la guerra, fu tra i primi a impegnarsi nella ricostruzione della Camera del lavoro Cgil di Firenze. Negli anni ’60, divenne segretario provinciale dei lavoratori del tessile e dell’abbigliamento e nel decennio successivo segretario nazionale dei calzaturieri della CGIL.




20 gennaio: parte il Treno della Memoria della Regione Toscana!

Saranno 550 i ragazzi a bordo dell’11/o Treno della memoria che partirà domenica 20 gennaio da Firenze per la Polonia dove verranno visitati i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. L’iniziativa, avviata dalla Regione Toscana 18 anni fa, è per studenti delle scuole superiori e universitari i quali avranno anche modo di ascoltare le storie dai sopravvissuti. Tra i testimoni presenti quest’anno ci saranno Andra e Tatiana Bucci, sorelle scampate agli orrori di Birkenau, e Silva Rusich, figlia del deportato politico Sergio Rusich, insieme ai rappresentanti delle associazioni, tra cui le comunità ebraiche di Firenze e Pisa, le associazioni rom e sinti, Aned, Anei, Anpi e Arcigay che si confronteranno con gli studenti nel viaggio. Infine, l’ultimo giorno è previsto, per la prima volta, un incontro con il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans e il presidente della Toscana, Enrico Rossi. Il progetto è affidato alla cura della Fondazione Museo della deportazione e della Resistenza di Prato. La preparazione degli insegnanti è iniziata con la Summer school promossa dalla Regione in agosto, coordinata scientificamente da Museo della deportazione, Forum dei problemi della pace e della guerra, Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea. Gli insegnanti hanno poi formato e selezionato gli studenti partecipanti al viaggio.




Seconda edizione Premio Simonetta Ortaggi

Per sostenere lo sviluppo di nuove ricerche sui temi della storia del lavoro, la Società Italiana di Storia del Lavoro (SISLav) e l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella provincia di Livorno (Istoreco Livorno) hanno istituito nel 2016 un premio biennale intitolato alla storica Simonetta Ortaggi, scomparsa nel 1999, studiosa e autrice di alcuni tra i più importanti e sistematici studi italiani di storia del lavoro. La seconda edizione del premio è aperta alle tesi discusse nel corso degli ultimi tre anni (2016-2018).

Il premio consiste nella pubblicazione di una tesi di dottorato inerente temi di storia del lavoro. La tesi sarà pubblicata presso la collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav- NDF, sarà liberamente disponibile in versione elettronica sul sito dell’editore e

acquistabile in quella cartacea.

Il candidato deve essere in possesso del titolo di dottore di ricerca conseguito in qualsiasi università italiana o estera, la tesi può essere redatta (o integrata da una traduzione fedele all’originale) in una delle seguenti lingue: italiano, francese, inglese, portoghese, spagnolo, tedesco. La lingua della pubblicazione finale sarà l’italiano.

Condizione imprescindibile è che la tesi sia inedita. Non vi è alcun vincolo, né di natura cronologica né territoriale, circa l’argomento oggetto della tesi: possono essere presentate ricerche relative a qualsiasi periodo storico, dall’età antica alla contemporanea, e a

qualsiasi area territoriale.

La candidatura deve essere presentata entro il 15 febbraio 2019 compilando il facsimile allegato e spedendolo all’indirizzo e-mail storialavoro@gmail.com, allegando copia elettronica della tesi, un abstract in italiano di massimo 4.000 caratteri, un breve curriculum vitae utile a contestualizzare la ricerca nell’ambito degli interessi del candidato e una lista delle eventuali pubblicazioni.

Per finalizzare la candidatura è necessario inviare una copia cartacea della tesi entro la data del 15 marzo 2019 al seguente indirizzo:

Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella provincia di Livorno

Complesso della Gherardesca, via G. Galilei 40

Livorno – 57122

Farà fede il timbro dell’ufficio postale di partenza. La copia cartacea della tesi non sarà restituita al termine della selezione ma versata presso la biblioteca dell’Istoreco. Entro il 15 settembre 2019 un’apposita Commissione valuterà insindacabilmente la tesi vincitrice del premio. La Commissione sarà formata da cinque membri: tre nominati dal Direttivo SISLav su indicazione del Comitato editoriale della collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav-NDF, e due nominati dall’Istoreco Livorno. La composizione della commissione verrà comunicata sul sito della SISLav (http://storialavoro.it) entro il 1 marzo 2019.

La Commissione comunicherà l’esito a tutti i candidati. A suo insindacabile giudizio, qualora nessuna delle tesi concorrenti risulti adeguata sotto il profilo tematico e/o qualitativo, il premio potrà non essere assegnato. La Commissione si riserva inoltre di attribuire una menzione speciale a favore della pubblicazione di tesi non vincitrici ma

ritenute comunque meritevoli.

Il vincitore è tenuto a inviare all’indirizzo email storialavoro@gmail.com – entro quattro mesi dalla comunicazione dell’esito – una versione rivista della tesi:

– tenendo conto delle indicazioni editoriali e scientifiche della Commissione;

– redatta secondo le norme editoriali della collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav- NDF;

– in lingua italiana, dunque se necessario tradotta a cura e a spese dell’Autore;

Per la revisione della tesi il vincitore potrà avvalersi di due interlocutori indicati dal Comitato editoriale della collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav-NDF.

L’Autore rinuncerà ai diritti sulle vendite e avrà diritto a 20 copie cartacee del volume.




Addio a Alfredo Enrichi, il partigiano Nicche.

La nostra redazione si unisce al cordoglio del Comune e delle comunità di Barberino e Tavarnelle Val di Pesa per la scomparsa del partigiano Nicche, lo scorso 8 gennaio, all’età di 95 anni.

La sobrietà, la semplicità, la tenacia, gli ideali di democrazia e libertà in cui credeva fermamente, sono i tratti umani e morali che noi insieme alla comunità di Barberino Tavarnelle riconosciamo e attribuiamo al partigiano Alfredo Enrichi, detto Nicche. Un piccolo grande eroe della Resistenza che si è reso protagonista negli anni del secondo conflitto mondiale per aver difeso con i principi di profonda umanità e lo spirito libero quel sogno italiano che per il contadino di origine mugellane di adozione sandonatina si realizzava nell’opposizione al nazifascismo e nella cultura democratica di un paese capace di guardare al futuro e garantire il rispetto e la tutela dei diritti umani.




Appello per dare una casa alla Biblioteca Serantini

Nel 2019 la Biblioteca Franco Serantini entrerà nel suo 40° anno di vita. Un anniversario speciale da molti punti di vista, infatti non è comune che una struttura culturale nata dalla società civile, autofinanziata e autogestita riesca a raggiungere una tale età!

La biblioteca ancora oggi non ha una propria casa, al momento continua a essere ospitata dall’Università di Pisa, ed è per questo che l’Associazione amici della Biblioteca F. Serantini promuove per tutto il prossimo anno una SOTTOSCRIZIONE NAZIONALE per dare una sede stabile alla Biblioteca F. Serantini.
Tale operazione, che dovrà realizzarsi entro il 31 dicembre 2019, potrà garantire la conservazione, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio della Biblioteca ma anche di attivare finalmente il progetto di un “Laboratorio delle culture e delle memorie”, con l’intento di conservare, condividere e raccontare la memoria e la storia sociale e politica dell’età contemporanea ed essere luogo di discussione e progettazione per la cultura libertaria del 21 secolo.

Chiunque voglia partecipare alla SOTTOSCRIZIONE NAZIONALE – che ha l’obiettivo non solo di dare una sede alla biblioteca ma anche di attrezzarla per consentire una fruizione più ampia possibile – può inviare la propria donazione all’Associazione amici della biblioteca utilizzando il seguente IBAN:
IT25 Z 076 0114 0000 0006 8037 266
intestato a: Associazione amici della Biblioteca F. Serantini, via I. Bargagna n. 60 – 56124 Pisa

In allegato il testo completo dell’Appello per la sottoscrizione.