Il MUME ha festeggiato il suo primo compleanno!

Il MUME, il Museo della Memoria di San Miniato, spegne la sua prima candelina, e lo fa con lo storico Paolo Pezzino, Presidente del Ferruccio Parri, la rete degli Istituti Storici della Resistenza e dell’Età contemporanea.

Il museo, che non a caso ha trovato sede nella ex casa del fascio e della gioventù littoria, è costituito da una sala con alcuni pannelli multimediali, teche con stampa di epoca fascista -ad esempio La difesa della razza e vari abbecedari- e diari di alcuni antifascisti locali fra cui Giuseppe Gori e i cosiddetti “quadernini neri” che il padre di Giani (l’attuale presidente del Consiglio Regionale, che è intervenuto nelle celebrazioni) ha scritto a 18 anni, nel ’44, quando si nascose per 40 giorni nel tunnel-rifugio scavato nel tufo della collina di San Miniato. Pannelli illustrano poi la storia di San Miniato dalla Seconda Guerra Mondiale alla libertà.

I festeggiamenti per il primo compleanno del MUME erano stati preceduti, la scorsa settimana, da una conferenza, sempre di Paolo Pezzino, sui fatti del Duomo: il 22 luglio 1944, 55 persone morirono nella strage del Duomo di San Miniato a causa di una granata sparata -si discute ancora- dal 337º Battaglione d’artiglieria campale statunitense (versione dei fatti più accreditata dal 2004) o dalle truppe tedesche della Terza Divisione granatieri corazzati, allora in ritirata dalla cittadina (come sostiene ancora il Professor Pezzino).

La memoria deve fondare le sue radici nella conoscenza storica”, esordisce Pezzino, il quale auspica che il MUME aderisca alla rete “Paesaggi della memoria”, che riunisce 25 realtà museali in Italia, ad esempio la Fondazione Fratelli Cervi, il Museo Monumento al Deportato di Carpi, il Museo diffuso della Resistenza a Torino e, per venire alla nostra Regione, il Museo della Resistenza a Fosdinovo, quello della Deportazione di Prato, le Stanze della Memoria di Siena. “La Resistenza non ha unificato la memoria degli Italiani” afferma Pezzino “fare rete serve a questo, a unire i frammenti di una storia nazionale”.

In Italia manca ancora un museo della Resistenza, sebbene essa sia stata il più grande impegno civile della storia nazionale, perché alla fine della guerra l’Italia non è riuscita a riunirsi intorno alla memoria e alla condivisione ma si è divisa e ha fatto poco per sradicare il fascismo dalla coscienza degli Italiani”.

Ma evidentemente , anche pensando alle controversie relative alla costruzione del Museo della Resistenza a Milano, nella Casa della Memoria, sede attuale del Ferruccio Parri, la memoria della Resistenza resta divisa, perfino in seno a coloro che dovrebbero preservarla e onorarla.




Ciao Angela! Ci ha lasciato la partigiana Liliana Benvenuti.

Si è spenta nella notte a 96 anni Liliana Benvenuti, “Angela” esponente del Comando di Divisione Arno-Potente e successivamente del Comando di Divisione Marte nei giorni della “battaglia di Firenze”. Avvicinatasi alla Resistenza come scelta di campo esistenziale, in nome di valori profondi, prima ancora che per consapevole coscienza politica, ne fu protagonista come staffetta e poi esponente, unica donna, del Comando di Divisione Arno-Potente, avviando quella formazione politica che la porterà sempre dalla parte degli ultimi.

Già presidente della sezione ANPI Oltrarno dopo la scomparsa di Enio Sardelli, ne aveva poi mantenuto la presidenza onoraria.

Nel 2011 aveva ottenuto il fiorino d’oro massimo riconoscimento della città. Era divenuta testimone instancabile della lotta di Resistenza, senza retorica, ma restituendola alla concretezza e all’umanità profonda delle scelte di tanti giovani, ragazzi e ragazze, di allora.

“Liliana Benvenuti la Partigiana Angela ha svolto un ruolo di decisiva importanza nella direzione del movimento partigiano di liberazione dal nazifascismo di Firenze. Una persona, una donna che in tutta la sua instancabile vita ha donato con generosità, intelligenza, straordinaria intensità umana una testimonianza preziosa ed unica soprattutto per la capacità di trasmettere memoria, passioni e grande gioia. I compagni e le compagne dell’ANPI di Bagno a Ripoli la tengono nel cuore.”
ANPI SEZ. “PIETRO FERRUZZI” DI BAGNO A RIPOLI

“LA PARTIGIANA ANGELA CI HA LASCIATO
E’ con immenso dolore che vi comunichiamo che stamani alle ore 01.30 la nostra cara Presidente Liliana Benvenuti, la partigiana” Angela ” ci ha lasciati.

Nata il 6 febbraio 1923, a vent’anni fece la scelta di lottare dalla parte dei più poveri, di rischiare la vita ogni giorno, contro quel regime che aveva portato alla guerra, contro le violenze fasciste e le deportazioni.

Coraggiosa ed affidabile, fece parte del Comando di Divisione Arno-Potente e successivamente del Comando di Divisione Marte.

Una vita spesa sempre dalla parte dei più deboli, che la portò, dopo la guerra, alla militanza attiva nel PCI e nell’Associazione Partigiani, e fino a pochi anni fa sempre presente nella attività della Sezione Oltrarno, dove le sue parole sono sempre state un contributo fondamentale cui fare riferimento.

Liliana sarà esposta oggi dalle ore 16.00 presso le Cappelle della parrocchia di S, Gervasio, le esequie avranno luogo domani venerdì 21 alle ore 15.00 sempre nella chiesa di S. Gervasio.”
ANPI SEZ. OLTRARNO

 




Un video degli studenti del “Salvemini Duca d’Aosta” di Firenze per ricordare i fratelli Rosselli

L’Istituto Statale di Istruzione Superiore “Salvemini Duca D’Aosta” di Firenze in collaborazione con la Fondazione Circolo Fratelli Rosselli di Firenze, su progetto finanziato dalla Fondazione CR di Firenze, ha realizzato il film documentario: “Per esserci avvicinati troppo alla luce – un ricordo dei fratelli Rosselli” in occasione dell’ottantaduesimo anniversario dalla loro uccisione per mano dei sicari della Cagulle per ordine del governo fascista italiano il 9 giugno 1937 a Bagnoles de l’Orne in Francia. Carlo e Nello Rosselli sono stati i primi intellettuali italiani ad opporsi all’ascesa del fascismo prima e del nazismo poi. Li hanno combattuti attivamente con la penna e con le armi, sacrificando tutto il loro patrimonio, gli affetti, la carriera, la famiglia, condannati al confino e all’esilio, fino al tragico epilogo. Se la gente li dimenticherà avranno vinto i loro assassini. Se la gente manterrà vivo il ricordo del loro sacrificio, Carlo e Nello non saranno morti invano.”

Il video è stato realizzato dagli studenti della IV SIA guidati dai proff.ri Luigi Zezza e Angela Potenza




L’Isrpt premia docenti e studenti e anticipa le tematiche della prossima edizione di “Scenari del XX secolo”

Il 16 maggio alle 15.30, presso la Sala Nardi del palazzo della Provincia di Pistoia l’Istituto storico della Resistenza organizzerà un evento restitutivo di “Scenari del XX secolo”, alla presenza degli enti promotori e di una rappresentanza di docenti e alunni coinvolti nelle lezioni.

Sono previsti gli interventi di: Paola Bellandi (Fondazione Caript), Luca Marmo (Presidente Provincia di Pistoia), Roberto Barontini (Presidente Istituto storico della Resistenza di Pistoia)

Per l’occasione vi sarà una premiazione degli Istituti aderenti e un’anticipazione sulle tematiche progettuali per l’a.s. 2019-2020.

L’evento è riservato agli enti promotori, agli istituti scolastici, ai docenti e agli studenti della Provincia di Pistoia.




Intitolato a Ivano Tognarini l’Archivio storico del Comune di Piombino

A 5 anni dalla scomparsa, la città di Piombino ha deciso di dedicare l’Archivio storico, uno dei principali luoghi di cultura del proprio territorio, al suo illustre concittadino, Ivano Tognarini a conferma del fecondo legame fra lo studioso e il territorio natio. Proprio nella sua città, Tognarini matura la convinzione del legame indissolubile fra ricerca storica, impegno politico e azione civile. Forte dei valori familiari (il padre Federigo era stato partigiano) indirizza i suoi studi verso la storia della Resistenza e dell’antifascismo, ma indaga anche l’archeologia industriale e mineraria. Docente di Storia moderna all’Università di Siena, è stato per molti anni presidente dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana. Grazie ai suoi studi riuscì a far conferire a Piombino prima la medaglia d’argento e poi la medaglia d’oro al valor militare.




Si è spento Ugo Jona combattente partigiano e presidente dell’ANFIM Toscana fino al 2001

Si è spento a 106 anni compiuti, Ugo Jona combattente partigiano e presidente dell’Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri Toscana fino al 2001, svolgendo un costante impegno a tutela delle famiglie colpite dalle stragi naziste così da preservare la memoria di quei tremendi fatti.
Instancabile testimone presso le scuole per oltre 60 anni, ha raccontato le atrocità commesse da nazisti e fascisti in Italia negli anni della dittatura e dell’occupazione, Jona è stato autore di numerosi volumi e dispense che ancora oggi, dopo decenni, restano testimonianze preziose per la ricostruzione degli eccedi compiuti in Toscana fra il 1943 ed il 1944.




La conoscenza vince la paura: l’impegno della Regione Toscana per far conoscere la storia dell’Alto adriatico

In occasione del Giorno del Ricordo 2019, la mattina del 22 febbraio, presso il Teatro Cinema La Compagnia, a Firenze si è tenuto un incontro, aperto dai membri del Consiglio Regionale e rivolto a docenti e studenti, sul tema “Per la storia di un confine difficile. L’alto Adriatico nel Novecento”

Si è trattato di una giornata di presentazione dei lavori svolti dalle scuole che hanno partecipato al viaggio studio sul “confine orientale” (esperienza che può parere effimera ma che semina contenuti e consapevolezza storica ed etica, dice Luciana Rocchi, membro del comitato scientifico dell’ISGREC)  che sono stati pubblicati nel volume “Per la storia di un confine difficile”.

Il libro, uscito anche in e-book, fa seguito alla Summer School organizzata dalla Regione Toscana, dal 22 al 25 agosto 2017 , che è stata il primo passo del progetto pilota di formazione sulla storia del confine orientale cui è seguito un viaggio studio per 60 persone, fra storici, docenti e alunni, che si è tenuto dal 12 al 16 febbraio 2028. I luoghi toccati sono stati:  Redipuglia, con il sacrario dei caduti italiani nella Prima Guerra Mondiale, inaugurato nel 1938 da Mussolini, in cui la pietas per i caduti viene sostituito con la retorica; Trieste, città crocevia di culture per antonomasia, vittima del fascismo di confine e del suo nazionalismo, che ha impedito alla presente popolazione slovena e croata perfino di parlare la lingua materna se non era l’ italiano ed ha italianizzato anche i cognomi; quel salotto sul mare che è piazza Unità di Italia a Trieste è stata anche il luogo in cui nel ’38 Mussolini ha annunciato l’emanazione delle leggi razziali. Tappa successiva è stata Gonars, uno dei campi di internamento per civili slavi, vittime di violenze inenarrabili durante l’occupazione fascista della Jugoslavia, conseguenza della circolare 3 C del generale Roatta. Frutto del razzismo nazista e del collaborazionismo italiano è la Risiera di San Sabba, l’unico campo di sterminio in Italia, i cui orrori sono stati taciuti per decenni e solo a seguito di azioni legali della magistratura tedesca, hanno trovato narrazione storica anche in Italia. E poi ancora Basovizza, monumento nazionale dal 1992 a memoria degli infoibamenti (“la resa dei conti”, come la definisce Dorigo). Per comprendere il tema della profuganza è stato visitato il C.R.P. di Padriciano, con le sue stanze cariche di passato, che sa di dolore e lacerazione, promiscuità e freddo. Varcando due attuali confini, si giunge a Fiume, dove più che altrove si cerca di ricostruire lo strappo fra Italia e Jugoslavia. Ultima tappa Fossoli, che dopo essere stato un campi di transito nazifascista, è stato convertito in campo profughi per istriani, che lì hanno spesso subito la falsa equazione “italiano esule = fascista”.

La Regione Toscana ha voluto costruire un percorso sperimentale di formazione e conoscenza storica rivolto in particolare al mondo della scuola superiore, in modo da raccontare gli eventi di una storia di “lunga durata” e farsi carico di tutta quella complessità espressa dallo stesso testo legislativo – la legge n.92 del 2004 che riconosce il 10 febbraio quale Giorno del ricordo – per tradurla soprattutto in didattica.

E a proposito di didattica, è stato importante anche il follow up di questo viaggio: infatti è stato chiesto ai docenti e agli studenti che vi hanno partecipato di scrivere le loro riflessioni, sensazioni e di inviare delle foto significative, corredate da didascalie. È’ nato così l’e-book “Per la storia di un confine difficile”,  prodotto da Toscana Notizie, che è stato presentato il 22 Febbraio a Firenze. Sul palco sono saliti anche alcuni studenti che hanno partecipato al viaggio, per raccontare ciò che tale esperienza ha lasciato in loro. Ascoltata poi anche il commento di Silvia Rusich, figlia di profughi, che ha mostrato apprezzamento per il taglio e l’approccio dato nell’affrontare la tematica del confine orientale, un confine che per sua natura è problematicissimo.

Parte centrale dell’evento è stata la proiezione in anteprima del documentario del regista Luigi Zannetti “La conoscenza scaccia la paura”, con testi di Luciana Rocchi, che ne è stata anche consulente scientifica insieme a Luca Bravi.

Il fil rouge del documentario è Livio Dorigo, dalle cui parole il video prende nome. Dorigo, apiculture ottantottenne (con l’immagine delle sue api si apre e si chiude il documentario), esule di Pola, presidente del circolo Istria, ripercorre la sua storia personale rileggendola nel quadro della Storia. Livio ricorda la sua città natale multietnica, a partire dalla sua lingua (il dialetto istroveneto), l’ occupazione nazista dopo l’8  settembre, fino all’esilio nel 1947, scelto dalla sua famiglia quando lui aveva 17 anni e l’inizio della profuganza “in cui si diventa ignoti fra ignoti e si capisce di non essere nessuno”, per dirlo con le parole di Magris. Sacile, Gorizia, per poi arrivare nel villaggio giuliano-dalmata di Roma. E poi Livio ha vissuto in varie parti di Italia, per il suo lavoro, il medico veterinario. Ma lui non si sente solo italiano, ma cittadino europeo di un’Europa di popoli fratelli, frutto del manifesto di Ventotene.

Livio Dorigo ha messo la nostalgia a servizio dell’impegno. Le sue api che non conoscono i confini diventano il simbolo di quello che dovrebbero essere gli uomini, consapevoli che le frontiere esistono solo per essere valicate, per mescolarsi.

L’esperienza di formazione sul confine orientale costituisce un importante tassello della politica attiva della memoria, la sola che può creare le basi per progettare un futuro di pace, di tolleranza e di contrasto alla violenza in una realtà che appare sempre più segnata da preoccupanti rigurgiti di nazionalismi e pericolosi fondamentalismi.




Oltre 150 studenti per il Convegno didattico dell’ISRT sui Balcani nel ‘900, culmine del progetto annuale “Confini difficili”

Il programma del Convegno

Il programma del Convegno

Venerdì 8 febbraio in Sant’Apollonia si è svolto il Convegno didattico Confini imposti, confini violati: da Trieste a sarajevo, promosso dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea e dall’Associazione pAssaggi di Storia, con il sostegno dell’Ufficio scolastico regionale e della Regione Toscana.

Oltre 150 studenti hanno seguito i lavori e ne sono stati protagonisti, presentando nel corso della giornata i frutti dell’attività didattica svolta con i propri insegnanti.

Il convegno è infatti l’ultima tappa di “Confini difficili” un progetto annuale che l’Isrt e pAssaggi di Storia promuovano dal 2012, attraverso una prima fase dedicata agli insegnanti che in numero ristretto (sette), seguono un corso di formazione e quindi partecipano ad un viaggio studio nei Balcani e in una seconda fase nel corso della quale i docenti lavorano con le proprie classi approfondendo temi specifici che poi vengono esposti dagli stessi studenti – attraverso propri elaborati – nel corso del convegno didattico conclusivo.

Il progetto viene riproposto anche per il 2019.