“L’antisemitismo non è storia da studiare ma realtà da indagare”: Conferenza del Prof. Gadi Luzzatto Voghera.

Nell’ambito del  Corso di Formazione “Ricerca azione partecipativa e buone pratiche di insegnamento per la conoscenza interdisciplinare della Shoah”, in svolgimento dal  settembre al giugno 2020 presso l’Università di Firenze, in collaborazione fra l’USR Toscana, il Dipartimento FORLILPSI dell’Università di Firenze e Yad Vashem, venerdì 15 maggio si è tenuta una  conferenza del Professor Gadi Luzzatto Voghera, direttore del CDEC, sull’antisemitismo.

L’antisemitismo, dicono le statistiche, è in crescita in Europa, negli Stati Uniti e anche nel mondo islamico. In Italia l’antisemitismo “totale”, cioè quello intransigente e legato a ignoranza e pregiudizio immotivato, è radicato nel 12 per cento della popolazione, soprattutto in Sicilia e Sardegna, là dove, paradossalmente, gli ebrei sono davvero scarsamente presenti.

Bisogna valutare quale ricaduta abbia e nella nostra società e nella nostra didattica. La scuola non è il luogo preponderante in cui gli studenti apprendono la storia e la cultura degli ebrei e il pregiudizio antisemita appare radicato a qualsiasi età, anche in quella scolare. Queste le domande  e le affermazioni ricorrenti, poste anche senza malizia, quando si parla di Shoah o più in generale di antisemitismo, a una platea di studenti: “Se tutti hanno perseguitato gli ebrei vuol dire che qualcosa di male hanno fatto…”, “È vero che alla vigilia della seconda guerra mondiale gli ebrei avevano l’economia tedesca in mano?” e parlando del conflitto israelo-palestinese “Come è che si sono trasformati da vittime a carnefici?

La prima risposta che dobbiamo dare a tali inconsapevoli manifestazioni di ignoranza e pregiudizio è: gli ebrei non sono una realtà omogenea e definibile. La seconda va ricercata nella “visione lacrimosa” della storia, come la chiamava W. Baron, autore della monumentale e insuperata Social and Religious History of the Jews: gli ebrei si raccontano come un popolo sventurato e perseguitato, dagli Egizi alla doppia distribuzione del tempio di Gerusalemme, dalle persecuzioni nel Medioevo all’espulsione dalla Spagna a fine ‘400, fino alla Shoah.

Per contrapporsi a questo tipo di narrazione, “in the making of Israel”, si decise di puntare sul lato “eroico” degli ebrei, sulla loro rivolta, ad esempio celebrando quella del ghetto di Varsavia. Addirittura Ben Gurion, presiedendo una riunione sindacale nel neonato stato di Israele, quando intervenne uno uomo riuscito a fuggire da un lager per raccontare l’inferno da cui era scappato e che cosa stavano facendo agli ebrei in Europa, disse “fate tacere questa cenere di uomo”. Questo era l’atteggiamento! Gli ebrei israeliani non volevano più apparire come pecore che si lasciassero portare al macello. Una decina di anni dopo, nel 1961, il processo Eichmann cambia la prospettiva e anche Yad Vashem rovescia la narrazione dagli anni ’60 in poi facendo del “World Holocaust Remembrance Center” un luogo di religione civile, un luogo che radica lo stato di Israele nel suo passato e nella memoria della Shoah.

Il professor Luzzatto Voghera avanza poi tre proposte didattiche: 1) il linguaggio dell’antisemitismo 2) l’idea di complotto, 3) antisemitismo e antisionismo.

Nella prima si può partire da affermazioni come “ebreo ricco”, “ebreo capitalista”. Esse non hanno fondamento storico: l’ 80 per cento degli ebrei fra le due guerre viveva negli Shtetl dell’Europa dell’Est come sottoproletariato rurale. L’idea del complotto è poi anche molto attuale: sul web si diffondono voci che il corona virus sia  stato diffuso in forme segrete dai laboratori cinesi, americani, israeliani, e certi uomini politici non fanno altro che galoppare queste distorte e strumentali ipotesi. Ecco, per quanto riguarda gli ebrei il modello artefatto per la distorsione della realtà sono I protocolli dei savi anziani di Sion creato dalla polizia segreta zarista ad inizio ‘900 e, sebbene smentito subito da tanti storici, fra cui Cesare de Michelis, in Il manoscritto inesistente. I “Protocolli dei savi di Sion”, Marsilio, 2004, c’è sempre qualche negazionista che li tira fuori. Inoltre per la teoria del complotto si può prendere spunto dall’affaire Dreyfus. Per quanto concerne l’antisemitismo collegato e originato dall’antisionismo, la proposta didattica prende avvio dal concetto di sionismo, come di un tardo movimento nazionalista per poi  trattare la storia degli Yishùv, primi insediamenti in Israele. Ma il sionismo non finisce con la formazione dello stato di Israele: ha un balzo in avanti dopo la guerra dei 6 giorni e l’occupazione della Cisgiordania.

Al fine didattico, può essere utile partire dalla definizione di antisemitismo dell’HIRA, che il 26 maggio 2016 nella Plenaria, che si teneva a Bucarest, decise di adottare la seguente definizione operativa non giuridicamente vincolante di antisemitismo: “L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei e/o alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto”. Tale definizione è stata adottata anche dall’Italia il 18 gennaio 2020.

Il professor Luzzatto Voghera conclude dicendo: “Facciamo storia, non facciano retorica, altrimenti prestiamo il fianco ai pregiudizi e al negazionismo”.




La cultura non si ferma! e #RaccontiamoLaResistenza

La cultura non si ferma!
L’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea di Livorno (Istoreco), considerata la situazione nella quale tutti ci troviamo, ha deciso di cercare di stare vicino a tutti suoi sostenitori ed amici con alcuni interventi virtuali, postati sul sito e sulla pagina facebook.

  • Ogni martedì verrà pubblicato uno dei dieci episodi del video-progetto Pillole di Resistenza, filmati realizzati in occasione del 75° della liberazione della Toscana tramite il sostegno della Regione Toscana e il coordinamento dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana di Firenze e altri prodotti dal nostro stesso Istituto.
  • Nella settimana della Liberazione, sarà la volta di Liberi, immagini e testimonianze dal fascismo alla democrazia a Livorno: una raccolta di videointerviste del maggio 1994 in un documentario con la regia di un giovanissimo Paolo Virzì.
  • Sempre nella settimana della Liberazione, sui consueti canali, sarà pubblicato il docufilm a firma Istoreco Molho, una famiglia in fuga: le vicende personali di Dino Molho, che da ragazzo ha vissuto, tra il 1944 ed il 28 aprile del 1945, un’esperienza molto simile alla vicenda di Anna Frank; ha trascorso oltre un anno nascosto in una “casa segreta” ricavata all’interno della fabbrica di minuterie metalliche di proprietà della famiglia. Una storia di speranza, coraggio e solidarietà che, attraversando emozioni come paura e tristezza, sfocia nella libertà e nella Liberazione.
  • Il 25 aprile sarà pubblicata l’Antologia parlata, videoletture tratte dalla pubblicazione Istoreco Le parole sono ponti e i racconti ponti robusti: testimonianze dei partigiani livornesi Mario Lenzi, Garibaldo Benifei, Nelusco Giachini e della staffetta Ubaldina Pannocchia.
  • Saranno inoltre pubblicati interventi di un team di studiosi che collaborano con Istoreco, tra cui Enrico Acciai, Gianluca Della Maggiore e Stefano Gallo.
  • Infine, durante tutto il mese di aprile, saranno proposte Letture in compagnia, brani legati al tema della Liberazione del paese e in particolare riallacciabili con la storia e la storia della Resistenza nella provincia di Livorno. Anche se non mancheranno pagine di riflessioni di natura più generale.
Prosegue con successo la campagna #RaccontiamolaResistenza

La campagna social #RaccontiamolaResistenza, avviata dall’Istituto Nazionale Ferruccio Parri e dagli altri 65 istituti della rete il 29 marzo su Facebook, Twitter e Instragram, prosegue a ritmo serrato verso il grande appuntamento del #25 aprile 2020.
Sono già moltissimi i contributi video, audio e testi pubblicati sulla pagina fb, anche da singoli cittadini, gruppi e enti locali: una straordinaria mole di materiali che restituiscono il valore della lotta di liberazione e offrono nuove risorse sulla Resistenza, seguendo un serio approccio documentario.
Notevole il successo: in pochi giorni la pagina ha ottenuto oltre 4.000 followers e 20.000 contatti.
Molto importanti le partnership maturate: a sostegno della campagna si sono schierate tutte le associazioni di reduci e partigiani, le principali società storiche, la rete Paesaggi della Memoria. La campagna ha inoltre ottenuto la prestigiosa media partnership di Rai Storia e Rai Cultura; e l’interesse del Corriere della Sera.
Si muove in sinergia con le altre grandi campagne nazionali (Caritas-Cri, Anpi Repubblica tv, Istituto Cervi), per un 25 aprile veramente festa di tutti e con tutti, come è nello spirito della giornata.
Ringraziamo i tanti testimonial che parteciperanno alla maratona fb del 25 aprile: Eraldo Affinati, Silvia Avallone, Roberta Biagiarelli, Claudio Bisio, Vinicio Capossela, Daria Colombo, Ferruccio De Bortoli, Maurizio De Giovanni, Paolo Di Paolo, Giorgio Diritti, Gad Lerner, Carlo Lucarelli, Maurizio Maggiani, Valerio Massimo Manfredi, Modena City Ramblers, Michela Murgia, Murubutu, Paolo Nori, Patrizio Roversi, Igiaba Scego, Antonio Scurati, Mario Tozzi, Roberto Vecchioni, Julio Velasco, Pamela Villoresi, Yo Yo Mundi, Massimo Zamboni…e molti altri (l’elenco completo è disponibile sulla pagina fb).
Incontriamoci ogni giorno sulla pagina fb @RaccontiamolaResistenza!

Restiamo a casa ma festeggiamo comunque insieme il 25 Aprile!




La Resistenza all’epoca del coronavirus #25aprile2020

L’Istituto Nazionale Ferruccio Parri di Milano, insieme all’Istituto Cervi e a tutti i 65 Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea sparsi sul territorio nazionale, fra i l’ISRT e gli Istituti provinciali toscani della Resistenza e dell’età contemporanea, e a “Paesaggi della Memoria”, promuove la celebrazione del 75° anniversario della Liberazione con una voce ancor più forte, che echeggi in quelle piazze che quest’anno non si possono riempire di persone.

Vogliamo non solo condividere, anche attraverso i social, con i cittadini italiani  il patrimonio di valori e conoscenza storica ed esperienza ma anche chiamare a raccolta tutti coloro che intendono ricordare questa ricorrenza, e mirano a farne una dimostrazione sempre attuale di solidarietà e partecipazione.

Lanciamo perciò una campagna social, incentrata sull’hashtag #raccontiamolaresistenza, che accompagni il paese dal 29 marzo  (data della costituzione del triumvirato insurrezionale del CNLAI) al 2 maggio (che segna la resa tedesca in Italia). Ricorderemo così anche il 6 aprile (inizio della campagna di primavera degli Alleati), il 18 aprile (anniversario dello sciopero preinsurrezionale), per arrivare a celebrare il 25 Liberazione nazionale dal nazifascismo.

Sulla pagina dedicata  https://www.facebook.com/RaccontiamolaResistenza/ e su tutti i canali social sarà possibile  visionare i materiali documentari e memoriali del Parri e della sua rete, con contributi inediti. Sarà possibile anche partecipare attivamente postando testi, documenti, foto, filmati, ecc. Basterà  iscriversi e darsi un “nome di battaglia”!

L’evento del 25 Aprile, denominato #25aprile2020, vedrà la presentazione di alcune nuove iniziative del Parri, come la mostra virtuale su Milano libera e il portale  sul Ricompart.

Una maratona-staffetta percorrerà l’Italia di istituto in istituto, da Catania a Trieste, secondo la geografia della Liberazione, e culminerà in una grande festa, con ospiti come Claudio Bisio, Vinicio Capossela, Cisco, Nando Dalla Chiesa, Ferruccio De Bortoli, Gad Lerner, Carlo Lucarelli, Maurizio Maggiani, Valerio Massimo Manfredi, Modena City Ramblers, Murubutu, YoYoMundi… e tanti altri.

Tutti gli iscritti alla pagina fb potranno intervenire, portando una testimonianza, proponendo una lettura… o cantando “Bella Ciao”!

Perché non solo dalle montagne ma anche dalle finestre si può cantare la Resistenza!

[testo ripreso da Comunicato stampa Istituto nazionale Ferruccio Parri]

 




Conferenze online di storia contemporanea organizzate dall’Istituto storico della Resistenza di Pistoia

L’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Pistoia propone per questi giorni di isolamento forzato delle dirette streaming, curate dai nostri ricercatori, per approfondire la storia contemporanea e mantenersi in contatto con soci, simpatizzanti, visitatori.
L’Istituto inizierà domani (18 marzo) dalle ore 18.00 alla 18.30 con la conferenza “L’influenza spagnola del 1918-1919 in Italia: assistere, curare, approvvigionare”, curata da Francesco Cutolo (SNS Pisa).



Uscito il bando “Ivano Tognarini”: premio per tesi di dottorato (terza edizione)

Premio “Ivano Tognarini” – Terza edizione

[Consulta il bando allegato in Pdf]

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L’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età   contemporanea, d’intesa con la famiglia Tognarini, promuove la terza edizione del premio per tesi di dottorato in Storia contemporanea al fine di onorare la memoria, l’opera scientifica e l’impegno civile del prof. Ivano Tognarini, Presidente dell’Istituto dal 2000 alla sua scomparsa nel marzo 2014. Docente di storia moderna all’Università degli studi di Siena, Ivano Tognarini si occupò anche intensamente di storia del Novecento, con particolare attenzione ai temi dell’antifascismo, della guerra mondiale, delle stragi nazifasciste e della Resistenza. Attento alle esigenze della società civile, egli dedicò sempre grande cura nell’attività di ricerca e divulgazione delle conoscenze storiche, rivolgendo una specifica attenzione ai giovani, e svolse un’attenta opera di conservazione e promozione delle memorie dei territori e delle città della Toscana. Con questa iniziativa, nel ricordarne la figura, si intende quindi riconoscere il valore della ricerca storica quale lievito di crescita culturale della nostra società e in particolare di una cittadinanza attiva e consapevole.

Il premio è reso possibile grazie al sostegno e ai contributi di Cgil Toscana, Cooperativa Cuore LiburniaSociale e Isrt.

Possono concorrere al premio i dottori di ricerca italiani e stranieri in Storia contemporanea che abbiano discusso la propria tesi negli anni solari 2018, 2019 e 2020 (entro la scadenza del presente bando) nell’ambito della storia italiana ed europea del fascismo e dell’antifascismo, della seconda guerra mondiale, della Resistenza e della storia dell’Italia repubblicana. Un’attenzione specifica, ma non vincolante, sarà rivolta alle ricerche inerenti il contesto della Toscana.

I partecipanti dovranno presentare apposita domanda su carta libera, solo in formato elettronico, indirizzandola all’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea (isrt@istoresistenzatoscana.it), unitamente ad un breve curriculum vitae e a una copia digitale della tesi di dottorato, entro il 20 maggio 2020. Le tesi possono essere redatte in italiano, inglese, francese e spagnolo.

Il premio, pari alla somma di euro 2.500,00 sarà assegnato con giudizio motivato e insindacabile, eventualmente anche ex aequo, da una commissione giudicatrice composta da qualificati docenti universitari di storia contemporanea e nominata dall’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.

Firenze, 16 marzo 2020 Dott. Giuseppe Matulli
Presidente dell’Isrt




LA DITTATICA ISRT IN QUESTA FASE DI EMERGENZA VIRUS: strumenti e proposte di lavoro per gli insegnanti

Viste le difficoltà nell’organizzare la didattica con le scuole chiuse, l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea ripropone brevemente qui alcuni strumenti per poter continuare a lavorare a distanza.

Vi ricordiamo
la nostra web serie sulla Costituzione, che può fornire una serie di spunti e percorsi di lavoro:

la rivista didattica dell’Istituto Nazionale Parri, con le sue sezioni dedicate specificamente alla didattica:
http://www.novecento.org/

il portale degli istituti toscani dedicato alla storia contemporanea

Home

infine, il percorso di scrittura creativa su Rodari a 100 anni dalla nascita che stava viaggiando per le classi di primaria e secondaria di primo e secondo grado e che adesso si sta trasformando in una serie di videolezioni (per adesso la prima, seguiranno le altre):
https://sites.google.com/view/francescadimarco/rodari

Ricordiamo che l’Istituto è chiuso al pubblico; le docenti distaccate restano comunque disponibili per collaborare con voi anche a distanza nei limiti delle possibilità.




Premio Spadolini Nuova Antologia: il bando

Fondazione Spadolini Nuova Antologia

PREMIO SPADOLINI NUOVA ANTOLOGIA

XXIV Edizione speciale per i 40 anni della Fondazione

La Fondazione Spadolini Nuova Antologia bandisce il consueto premio annuale che si richiama a quello fondato da Giovanni Spadolini in onore della madre Lionella. Il premio è a carattere nazionale ed è dedicato a un tema attinente alla: STORIA POLITICA E CULTURALE DELL’ITALIA CONTEMPORANEA (dall’ ‘800 ai giorni nostri).

Saranno premiate tesi di laurea (vecchio ordinamento o laurea magistrale) e di dottorato discusse nei tre anni antecedenti al 2 giugno 2020 da candidati che non abbiano superato i 35 anni alla data di scadenza del bando.

Le domande dovranno pervenire entro e non oltre il 2 giugno 2020 alla sede della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, Via Pian dei Giullari n. 139, 50125 Firenze.

Per maggiori informazioni,
è possibile consultare il bando
allegato in pdf.




Mattarella rende onore a Sant’Anna di Stazzema nel 50° anniversario del conferimento della medaglia d’oro

Sant’Anna dì Stazzema, sabato 29 Febbraio. La strada è stata chiusa da 2 ore quando, alle 11.30, arriva il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo aver deposto un corona di alloro sulla piazza della Chiesa, al cippo che commemora i caduti della strage e visitato il Museo Storico della Resistenza, è entrato nella Fabbrica dei Diritti, praticamente inaugurata oggi per la cerimonia. Si commemora il cinquantesimo anniversario del conferimento della medaglia d’oro al valore militare a Sant’Anna di Stazzema, dove, il 12 agosto 1944, è avvenuto uno degli eccidi più efferati di quelli compiuti dai tedeschi, spesso con l’aiuto dei fascisti italiani, nelle “operazioni di pulizia” lungo la linea gotica.

Apre la commemorazione il Sindaco di Sant’Anna di Stazzema, Maurizio Verona, definendo questo luogo la capitale europea dell’antifascismo  e ringraziando Mattarella “per il suo impegno quotidiano a difesa dei valori della nostra Costituzione, per i suoi gesti di apertura verso il mondo, contro le paure che vengono alimentate da chi oggi vuole di nuovo soffiare sul fuoco della divisione”, anche nominando senatrice a vita Liliana Segre. Il sindaco conclude dicendo: “La memoria è un atto di coraggio, di coraggio e determinazione continueremo ogni giorno a parlare ed incontrare tanti giovani per raggiungere il sogno che ci assegna la legge istitutiva del Parco di un mondo senza più guerre”.

Prende poi la parola Enrico Pieri, sopravvissuto e testimone, Presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna di Stazzema,  che con poche ed emozionate parole esorta i ragazzi a studiare la storia, per creare una memoria europea per il futuro

È il professore Paolo Pezzino, presidente del comitato scientifico dell’Istituzione  Parco nazionale della pace di Sant’Anna di Stazzema, a tenere il discorso di introduzione storica. Sottolinea che la strage “si inquadra in quella particolare fase del conflitto in Italia che si apre con l’arretramento dell’esercito tedesco sulla così detta Linea Gotica. In zone di grande rilievo strategico, come i monti a ridosso della Versilia, le Apuane o la Lunigiana, i tedeschi soffrivano la presenza di numerose formazioni partigiane, di diverso orientamento, e l’intensificazione della loro attività, anche a seguito dei proclami di Alexander dopo la ritirata tedesca da Roma. Nella zona arrivò in quei giorni la XVI SS Panzer-Grenadier Division, comandata dal generale Simon, un fanatico nazista, impiegata in numerose azioni di lotta alle bande, che per lo più si concretizzavano in stragi della popolazione civile, accusata, a torto o a ragione, di proteggere la guerra partigiana.

Ricorda poi il senso di isolamento e  incomunicabilità dei sopravvissuti di Sant’Anna, a causa della mancata giustizia: bisognerà aspettare più di 60 anni perché un tribunale italiano condannasse alcuni degli autori del massacro. “Le successive vicende hanno visto la sentenza confermata nei vari gradi di giudizio della magistratura militare italiana, ma vanificata sia dal rifiuto delle autorità tedesche di concedere l’estradizione o di far scontare la pena in Germania ai condannati, sia dai non luogo a procedere ribaditi dalla magistratura tedesca nei confronti degli stessi militari condannati a La Spezia e di altri loro commilitoni. Si aggiunga il rifiuto dello Stato tedesco di riconoscere gli indennizzi disposti dalla magistratura italiana: tutto ciò ha confermato i superstiti e i parenti delle vittime nella convinzione che giustizia non è stata compiutamente fatta (senza contare che una giustizia che arriva a sessanta anni dai fatti non può essere considerata sostanzialmente tale)”. Con la legge 11 dicembre 2000, n. 381,  il paese è stato dichiarato Parco nazionale della pace, ed oggi finalmente, con la creazione all’interno del Comune dell’Istituzione che ne gestirà le iniziative, “si  è concluso un processo che fa di Sant’Anna un luogo della memoria nazionale e europeo, dove gli esiti della ricerca storica e la memoria degli orrori della guerra dialogheranno per rappresentare un punto di riferimento per la comunità nazionale e internazionale.

Infine prende la parola il Presente della Repubblica rievocando le efferate vicende di quel 12 agosto, elogiandone i “martiri” per la loro tenacia nella ricerca di giustizia e verità. Il panorama poi si allarga alle altre stragi nel nord dell’Appennino Toscano, in cui le SS ebbero per aiutanti i fascisti locali.

Qui, a Sant’Anna di Stazzema, si avverte il significato più profondo del nostro continuare a fare memoria. Qui si trovano le radici della Repubblica. Perché la memoria è un dovere. Rappresenta un valore di umanità. Costituisce patrimonio della comunità.” Il presidente esorta poi ad essere vigili poiché i cambiamenti epocali in atto possono provocare “paure, disorientamenti, chiusure. Il germe dell’odio non è sconfitto per sempre. Il timore del diverso, il rifiuto della differenza, la volontà di sopraffazione, sono sentimenti che possono ancora mettere radici, svilupparsi e propagarsi. Far risorgere quei germi di razzismo e nazionalismo, che non sono del tutto estinti”. Contro questi pericoli il presidente della Repubblica trova nella Europa unita la risposta, perché, anche se imperfetta e fragile, è il vero antidoto all’innalzamento di nuovi muri, ai risentimenti nazionalisti. “Il processo di costruzione europea è stato la proiezione esterna, lo sviluppo coerente dei principi che hanno ispirato la Resistenza e unito il popolo italiano attorno alla sua Carta costituzionale. Noi, insieme agli altri Paesi europei, abbiamo compreso che non si dovevano ripetere gli errori successivi alla Grande Guerra, e che la risposta alla volontà di potenza, all’ideologia del dominio e dello sterminio, agli orrori della guerra doveva collocarsi all’altezza della civiltà d’Europa”. Mattarella cita poi l’importanza dei segni di riconciliazione avvenuti a Sant’Anna, come la visita del Presidente tedesco Joachim Gauck e del Presidente del Parlamento europeo Martin Schultz, che si sono inchinati davanti all’ossario delle vittime. Il presidente conclude ricordando le Medaglie d’oro al valor civile concesse a vittime e sopravvissuti di Sant’Anna di Stazzema, vittime ed eroi al tempo stesso: don Fiore Menguzzo, don Innocenzo Lazzeri, Genny Bibolotti Marsili, Cesira Pardini,  Milena Bernabò: “Sono persone che rappresentano un’intera comunità straziata. In loro nome continuerà l’impegno per costruire una civiltà più libera e giusta, che rappresenta il nostro orizzonte di speranza e che nessuno potrà mai strappare dalle nostre coscienze di italiani liberi”.