pubblicato il volume Condanne a morte, fucilazioni sommarie, decimazioni nella Grande Guerra: una questione ancora aperta, a cura di F. Cutulo.

É stato pubblicato il volume Condanne a morte, fucilazioni sommarie, decimazioni nella Grande Guerra: una questione ancora aperta. Atti del convegno Sala Maggiore, Comune di Pistoia 24 novembre 2022, di Cutolo Francesco (a cura di), Edizioni dell’Assemblea.
In sede è possibile ritirare gratuitamente il volume cartaceo; è inoltre possibile scaricare il PDF all’indirizzo: https://www.consiglio.regione.toscana.it/frame?page=richieda/pubblicazione/264

 




I nostri Istituti a DIDACTA con Regione Toscana

14 marzo 2025

DIDACTA 2015. FORTEZZA DA BASSO, FIRENZE

Ore 14:30 – Stand Regione Toscana – Z04 – Ghiaie

Camminare nella Storia tra guerra, deportazioni e resistenza: proposte educative

Apprendere le lezioni della Storia e non dimenticare. Tener viva la memoria del passato e offrire spunti per percorsi didattici sull’argomento. Sono questi gli obiettivi di questo seminario rivolto prevalentemente a docenti delle scuole secondarie, di primo e di secondo grado, per presentare loro le iniziative formative e di sensibilizzazione curate dalla rete degli Istituti storici della Toscana e dalla Fondazione Museo della Deportazione. Iniziative volte a far conoscere, a docenti e discenti, i luoghi della Storia del Novecento nel territorio toscano attraverso passeggiate, trekking urbani e visite guidate.

Partecipano:

Matteo Mazzoni, Direttore Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea

Nura Abdel Mohsen, Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria toscana

Silvia Bencini, Università degli Studi di Firenze

Stefano Bartolini, Direttore Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Pistoia

Ilaria Cansella, Direttrice Istituto Storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea

Sarà presente Alessandra Nardini, Assessora all’Istruzione, formazione, lavoro, università e ricerca, pari opportunità della Regione Toscana

Info: https://exhibitor.fieradidacta.it/eventi/7376-camminare-nella-storia-tra-guerra-deportazioni-e-resistenza-proposte-educative




Il nuovo Podcast della Fondazione CDSE: “Teresa e le altre”

Siamo lieti di annunciare che venerdì 7 febbraio 2025 uscirà la prima puntata del Podcast
“TERESA E LE ALTRE. Storie di donne, incontri e lavoro alle soglie della contemporaneità”.
Il podcast, prodotto dalla Fondazione CDSE con il sostegno della Regione Toscana, è un viaggio in 5 episodi (uno a settimana) distribuito sulle principali piattaforme (Spotify e Spreaker). Storie e voci potenti, riflessioni per capire come le donne hanno costruito,
passo dopo passo, lavoro dopo lavoro, incontro dopo incontro, un mondo nuovo.
Questo il trailer di “Teresa e le altre”
🎧 ascoltalo qui 👉 https://bit.ly/3CJ7YKa oppure qui 👉 https://bit.ly/4aDq6le




Il Giorno della Memoria della Regione con le scuole della Toscana

Il 24 gennaio dalle ore 9.30 a Firenze , nella sede del teatro del Maggio Musicale si terrà l’evento organizzato da Regione Toscana con Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea e con il Museo della deportazione e della Resistenza per il Giorno della Memoria 2025.

Qui il programma




“Racconti resistenti” – Serie di podcast sulle donne e gli uomini della Resistenza in Maremma (dal 3 gennaio)

L’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea presenta “Racconti Resistenti: le vite di partigiani e partigiane della Maremma”, una serie podcast in tre puntate dedicata a storie ed episodi della lotta di Liberazione nel territorio grossetano.

In occasione dell’80° anniversario della Resistenza, l’Isgrec ha intrapreso una ricerca dal taglio biografico su figure emblematiche di uomini e donne, singoli o gruppi, protagonisti di episodi significativi. Questo progetto si basa su un’attenta rilettura di materiale archivistico e documentario, proveniente sia da archivi noti, sia da fonti meno conosciute. Grazie a questa analisi, gli storici hanno fornito agli scrittori coinvolti le informazioni necessarie per trasformare i dati storici in racconti narrativi, perfetti per il formato podcast. L’obiettivo è rendere accessibili a un vasto pubblico le vicende dei protagonisti locali della Resistenza, intrecciando rigore storico e creatività narrativa. Le vite raccontate, già cariche di intensità, sono state valorizzate dall’abilità letteraria degli autori e il progetto complessivo ha visto il sostegno del Consiglio della Regione Toscana.

Si tratta di un progetto corale. Infatti, le musiche originali dei podcast sono state composte e donate da Stefano “Cocco” Cantini, sassofonista e direttore artistico del Grey Cat Jazz Festival di Follonica. Ancora una volta, Cantini ha scelto di sostenere l’Isgrec in un’iniziativa che tutela e valorizza la memoria storica della Resistenza. Con “Racconti Resistenti”, l’Isgrec rinnova infatti il suo impegno a preservare la memoria, rendendola viva e accessibile attraverso un linguaggio moderno e coinvolgente.

I “Racconti Resistenti” non si limitano a celebrare il contributo di uomini e donne alla Liberazione dal nazifascismo, ma esplorano anche come queste storie si intreccino per restituire un quadro vivido della Resistenza maremmana. Disponibile su Spotify, Google Podcast e Apple Podcast, la serie esordirà il 3 gennaio con il primo episodio, seguito da una puntata ogni venerdì.

 

Le puntate

● Le madri del futuro libero (in uscita il 3 gennaio)

Il primo episodio è dedicato a Mariella Gori. Dopo l’8 settembre 1943, nella casa di suo padre nacque la Banda Armata Maremmana, guidata dal Comandante Sante Arancio. Tra i membri spicca un gruppo di donne coraggiose, tra cui Virginia Cerquetti, moglie del comandante, che decise di rimanere nell’accampamento partigiano nonostante fosse incinta. Questo racconto è stato scritto dalla scrittrice Silvia Meconcelli. La voce di Mariella è interpretata dall’attrice Irene Paoletti, Direttrice artistica della Compagnia Anima Scenica.

● Wanda e Fernando, partigiani dell’Amiata (in uscita il 10 gennaio)

Un racconto di David Parri, interpretato da Luca Pierini, che illumina le vicende di due partigiani attivi sulle pendici del Monte Amiata, Fernando Di Giulio e Wanda Parracciani.

● La storia di don Ugo, prete partigiano (in uscita il 17 gennaio)

Un episodio scritto da Alberto Prunetti e narrato da Francesco Turbanti, che racconta la vita e le scelte di un sacerdote, Don Ugo Salti, che si unì alla Resistenza.




Per la prima volta nelle sale cinematografiche italiane “𝐈𝐋 𝐋𝐄𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐄𝐋 𝐃𝐄𝐒𝐄𝐑𝐓𝐎” per ricordare le responsabilità del colonialismo italiano in Libia

Dopo oltre 40 anni dalla sua uscita, Un Ponte Per porta per la prima volta nelle sale cinematografiche italiane “𝐈𝐋 𝐋𝐄𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐄𝐋 𝐃𝐄𝐒𝐄𝐑𝐓𝐎” per ricordare le responsabilità del colonialismo italiano in Libia.

Un Ponte Per ha ottenuto il nulla osta ministeriale per la proiezione pubblica di questo film storico, basato sulla vita del condottiero senussita Omar al-Mukhtar, alla guida della lotta contro l’occupazione coloniale italiana. La pellicola non è mai stata proiettata nelle sale cinematografiche italiane, perché ritenuta dal governo “lesiva dell’onore dell’esercito”, che all’epoca ne bloccò la distribuzione.

Una censura, ha scritto il maggiore storico del colonialismo italiano, Angelo del Boca, che “si inserisce in una più vasta e subdola campagna di mistificazione e disinformazione, che tende a conservare della nostra recente storia coloniale una visione romantica, mitica, radiosa. Cioè falsa”.

Proiezione a Pisa lunedì 21 ottobre, dalle ore 20:30, presso il Cinema Arsenale. Intervento introduttivo della prof.ssa Renata Pepicelli. L’evento è patrocinato da Biblioteca Franco Serantini, ANPI, Associazione di Cooperazione Nord-Sud “Il Chicco di Senape”




Il 21 settembre inaugurata a Pisa a Palazzo Blu la mostra Dalla guerra alla Liberazione, Pisa, 1940-1945,

Il 21 settembre, in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione della città, si è aperta a Pisa a Palazzo Blu la mostra Dalla guerra alla Liberazione, Pisa, 1940-1945, che sarà esposta fino all’11 maggio 2025.
Si tratta di una mostra fotografica, curata da Gianluca Fulvetti, che racconta l’impatto della seconda guerra mondiale su Pisa, attraverso immagini sono reperite presso istituzioni e archivi locali, nazionali, internazionali e digitali.
La mostra, che si dispiega in cinque sale, si articola in quattro sezioni: la guerra dell’asse 1940-1943, la guerra in città, Resistenza e repressione, Liberazione, precedute da un’introduzione generale sulla storia della seconda guerra mondiale. Ad integrare la mostra, ci sono saggi di studiosi che riflettono sulla guerra fascista (Paolo Pezzino), sui bombardamenti alleati (Gabriella Gribaudi), sul passaggio del fronte e sulla Resistenza a Pisa (Stefano Gallo), sul ruolo degli Alleati e degli americani nella Liberazione d’Italia (Matteo Pretelli), e sul rapporto tra chiesa, guerra di Resistenza e sull’azione dell’arcivescovo di Pisa Gabriele Vettori, (Daniele Menozzi).
In occasione della mostra è prevista una serie di conferenze da parte di qualificati docenti universitari, che avrà luogo da fine settembre a fine ottobre, sempre di domenica alle 11 di mattina.
La conferenza di apertura è spettata a Paolo Pezzino, già docente di storia contemporanea all’Università di Pisa e attualmente Presidente dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, con una relazione dal titolo Dalla guerra fascista alla guerra civile.
I prossimi appuntamenti saranno:
Gianluca Fulvetti (Università di Pisa) il 13 ottobre Una città in guerra: Pisa settembre 1939-Settembre 1944,
Gabriella Gribaudi (Università di Napoli), 27 ottobre, La guerra totale: i bombardamenti strategica sulla penisola,
Alberto Maria Banti (Università di Pisa), 11 novembre, Una trasformazione antropologica? L’incontro con la cultura dei liberatori americani
Daniele Menozzi (Scuola Normale Superiore), La persistenza di un riferimento: la Chiesa durante la guerra.

Si sintetizza qui il contenuto dalla relazione inaugurale del Prof. Pezzino:
La guerra non è un qualcosa di imprevisto nel fascismo, né un errore, ma è collegata al mito della vittoria mutilata, del posto al sole per l’Italia, tutti miti collegati ad un nazionalismo estremo. Si tende a dimenticarlo ma l’Italia è in guerra continuativamente dal 1936, con la guerra coloniale all’Etiopia, che costituisce una aggressione a uno stato sovrano, membro della Società delle Nazioni, condotto con mezzi illeciti e attraverso una strategia stragista, soprattutto dopo l’attentato a Graziani, come quella praticata a Debre Libanòs che arriva a contare 1500 vittime. Nonostante questo inusitato livello di violenza, l’impresa coloniale costituì il momento più alto del consenso al Fascismo – compreso quello della Chiesa cattolica – vantato dal Duce come “la rinascita dell’impero sui colli fatali di Roma”. L’impresa coloniale vide nel 1936 l’emanazione di norme durissime di stampo razzista (contro il meticciato e il madamato) che anticipò di poco quelle successive del ’38 contro gli ebrei, iniziativa del tutto autonoma di Mussolini.
Contemporaneamente, l’Italia, con un corpo di spedizione di 65.000 uomini (di cui caddero 4000) prende parte alla guerra civile spagnola, che assume subito le caratteristiche di una guerra ideologica,
In anni recenti la Spagna ha chiesto all’Italia di rendere conto di alcuni crimini di guerra, come la strage al mercato di Alicante, bombardato dagli Italiani, ma la causa giudiziaria non ha avuto seguito, anche perché ormai i responsabili erano tutti morti.
Quello stesso anno, il 1936, era stato firmato l’accordo dell’Asse Roma-Berlino, l’anno dopo il Patto Anti-comintern, nel 1939 il Patto di acciaio, che legavano sempre più l’Italia alla Germania nazista. Tuttavia, allo scoppio della guerra, Mussolini dichiarò la “non belligeranza” che è cosa ben diversa dalla neutralità. Ma la l’avanzata tedesca e la disfatta della Francia indussero il Duce ad accelerare i tempi. Mussolini, cinicamente, disse che “aveva bisogno di un qualche migliaio di morti per potersi sedere come vincitore al tavolo delle trattative”. Ma l’Italia era debole del punto di vista finanziario e militare, e ciò rendeva improbabile qualsiasi tentativo di condurre la guerra in maniera autonoma o “parallela”, come si evidenziò in tutti i principali teatri di guerra italiani, che dapprima furono nel Mediterraneo (Africa settentrionale e orientale, Grecia e Jugoslavia), poi si aggiunge il fronte sovietico. Fu la disfatta in Russia e la rovinosa ritirata a fare calare il consenso degli Italiani alla guerra, come testimoniano gli scioperi operai del marzo 1943.
Il 1943, infatti, è l’anno di svolta: con la sbarco degli Alleati in Sicilia fra il 9 e il 10 luglio, che portò alla caduta dell’isola in circa un mese, si ha un totale distacco della popolazione italiana al fascismo, da lì la deposizione, il 25 luglio 1943, di Mussolini che, liberato dai tedeschi il 12 settembre, annunciò, il 25 novembre, la nascita della RSI (riconosciuta solo dalla Germanie e dai suoi alleati) e l’armistizio firmato a Cassibile il 3 settembre, reso noto l’8.
Ebbe così inizio la dura occupazione tedesca in Italia, con lo sfaldamento dell’esercito (che però vide anche molti episodi di resistenza da parte dei militari) che subisce stragi, come a Cefalonia.
Ma già il giorno dopo l’armistizio nacque il Comitato di Liberazione Nazionale, con il coinvolgimento di tutte le forze politiche antifasciste, che chiamò gli italiani alla Resistenza.
La campagna di Italia fu lunga e complessa: in essa si assistette alla contrapposizione di due eserciti, a una guerra di Liberazione e ad una guerra civile, prima di arrivare al proclama dell’insurrezione generale del 25 aprile 1945.
La Resistenza italiana è riuscita a riunire tutto l’arco delle forze politiche e la partecipazione della popolazione ha permesso la nascita della democrazia nel nostro paese.

 




L’ISRT ringrazia per i tanti generosi contributi ottenuti per il CROWDFUNDING sostenuto da Unicoop

Consegnato oggi l’assegno da 27.480 Euro all’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea che, con il contributo, potrà digitalizzare il proprio archivio, realizzare il nuovo sito e valorizzare il grande patrimonio storico e di memoria di cui è custode. La consegna dell’assegno è avvenuta stamattina, presso la sede di Unicoop Firenze, alla presenza di Daniela Mori, presidente del Consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze e di Vannino Chiti, presidente dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea. Il crowdfunding, lanciato lo scorso 25 aprile da Unicoop Firenze, in collaborazione con la Fondazione Il Cuore si scioglie, si è chiuso il 25 giugno con un risultato di raccolta che ha superato l’iniziale obiettivo dei 20mila Euro, raggiungendo il totale di 27.480 Euro, raccolti attraverso le donazioni su Eppela e le tante iniziative promosse sul territorio: le attività di raccolta hanno visto il contributo attivo delle sezioni soci che, insieme alle associazioni del territorio, hanno organizzato oltre 20 eventi fra cene, spettacoli, visite guidate, camminate e incontri sui temi della Resistenza e della memoria storica. Tra gli eventi più partecipati, la cena del 12 giugno nella piazza del Centro San Donato, a Firenze, che ha visto la partecipazione di oltre 500 persone e grazie alla quale sono stati raccolti oltre 5mila Euro e le camminate della memoria in Valdisieve e nel Valdarno Fiorentino, che hanno totalizzato circa 3mila Euro di donazioni. Molte anche le donazioni arrivate dai presidi che, nei primi giorni di maggio, le sezioni soci hanno organizzato nei Coop.fi per promuovere l’iniziativa e invitare soci e clienti a contribuire alla raccolta.

Tra i vari eventi, nel periodo del crowdfunding l’Istituto storico della Resistenza ha aperto le porte della sua sede, in Via Carducci, a Firenze, con tre open day che hanno registrato una grande partecipazione delle sezioni soci e della cittadinanza.

Le dichiarazioni

Daniela Mori, presidente del Consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze

«Siamo davvero molto soddisfatti del risultato di raccolta, che ha ampiamente superato l’obiettivo iniziale e che permetterà all’Istituto storico della Resistenza di realizzare la digitalizzazione dell’archivio, un importante rinnovamento che è anche un modo per attualizzare la memoria di quello che siamo e delle origini della nostra democrazia. Oggi, in un tempo così diviso da conflitti di ogni tipo, dobbiamo tutti sentire la responsabilità di mantenere vivo il valore della memoria e la forza ideale della Resistenza da cui è nata la nostra Costituzione. Vogliamo ringraziare i tanti soci e clienti che, nonostante il momento difficile, hanno donato con generosità e le nostre sezioni soci che, anche in questa occasione, sono state motore di partecipazione e coinvolgimento popolare rispetto all’iniziativa. Ci auguriamo che questo contributo possa dare nuovo impulso alle attività dell’Istituto che, oggi più che mai, rappresenta un presidio rispetto ai valori di democrazia, libertà, uguaglianza, dignità e solidarietà in cui, come cooperativa, ci riconosciamo profondamente».

Vannino Chiti, presidente dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea

«In questo momento storico il ruolo dell’Istituto è di primo piano per portare avanti l’impegno culturale e scientifico per una memoria storica condivisa della Resistenza, che ancora in Italia manca, e per mettere a fuoco e approfondire le grandi questioni dell’Età contemporanea. L’iniziativa di raccolta fondi realizzata insieme a Unicoop Firenze è un sostegno importante per tenere in vita questi valori e per mantenere vivo il contatto e lo scambio con cittadini, studiosi, docenti, alunni e con la comunità tutta. Ringraziamo le sezioni soci Coop e i tanti cittadini che hanno donato, dando un contributo alla salvaguardia e alla diffusione del nostro patrimonio, perché la Resistenza sia una memoria che unisce e non divide, che aiuta a coltivare l’antifascismo come valore base che permea tutta la nostra Costituzione».

L’archivio dell’Istituto

Il crowdfunding è nato dalla necessità dell’Istituto della Resistenza di valorizzare il grande patrimonio storico e di memoria custodito nell’archivio: questo attualmente conta oltre 150 fondi prodotti da organismi politici e militari della Lotta di Liberazione, da organizzazioni e personalità dell’Antifascismo e della Resistenza. Tra i tanti, nell’Istituto sono conservati i fondi archivistici di Calamandrei, Salvemini, Paolo Barile, quelli di Elio Gabbuggiani, che è stato presidente della provincia di Firenze e poi sindaco di Firenze, del fu Presidente della Regione Toscana Gianfranco Bartolini. L’Istituto conserva inoltre una raccolta di circa 2.000 tra volantini e manifesti, tra cui quelli prodotti nel corso della lotta antifascista e della guerra di Liberazione. Nel corso degli anni il patrimonio dell’Istituto si è progressivamente ampliato per arco cronologico, soggetti e tematiche, fino ad abbracciare molteplici aspetti della storia politica, sindacale, sociale e culturale del Novecento. I fondi raccolti con il crowdfunding permetteranno all’Istituto di attualizzare la propria banca dati in cui riunire tutti gli inventari per digitalizzarli e renderli disponibili alla consultazione pubblica, così da far conoscere il patrimonio alla cittadinanza e agevolare il lavoro di studenti, ricercatori e appassionati. L’archivio digitale permetterà a chiunque di fare ricerche a distanza, individuare i documenti presenti presso l’Istituto e farne richiesta anche via mail, in formato digitale. Insieme a questo, il progetto prevede la realizzazione di un nuovo sito web che permetta un facile accesso, non solo al patrimonio dell’archivio, ma anche a quello della Biblioteca e dell’Emeroteca e che presenti al pubblico le diverse iniziative, in particolare le mostre virtuali, preziosi strumenti di conoscenza della storia.

Firenze, 28 giugno 2024

Ufficio Stampa

Unicoop Firenze

Sara Barbanera