Itinerari alla “scoperta” dell’eccidio del Padule

Un eccidio spietato, una delle pagine più buie della storia toscana. Una violenza feroce, che non si fermò neanche davanti ad anziani e bambini. Questo fu l’eccidio al Padule di Fucecchio.
Prima di addentrarci in una breve spiegazione dell’evento è doveroso contestualizzare le peculiarità della zona presa ad interesse. Il Padule è la più estesa pianura interna italiana, e, con i suoi quasi 2000 ettari di terreno, si trova a confine con le province di Pistoia e Firenze. Quello che dovrebbe rappresentare una delle maggiori forme di attaccamento ai valori della terra e della natura è ricordato invece come teatro di una delle stragi più cruente e inumane della seconda guerra mondiale in Toscana. Un eccidio – quello del 23 agosto del 1944 – che rientra a pieno titolo nel contesto delle “stragi di desertificazioni” avvenute lungo l’Arno da parte del contingente tedesco, con l’obiettivo di ripulire l’area retrostante il fronte di guerra, che vedeva a sud del fiume gli alleati e a nord i nazifascisti [1]. Un massacro vile e sconcertante, deciso il giorno precedente dal generale Eduard Crasemann, comandante della 26. Panzer-Grenadier-Division, e a cui parteciparono le quattro compagnie del 26° battaglione esplorante, il secondo battaglione del 67° Reggimento corrazzato e l’unità dell’artiglieria [2].

I morti furono 174. Le zone maggiormente colpite furono i comuni di Monsummano Terme (frazione di Cintolese), Larciano (frazione di Castelmartini), Ponte Buggianese (zona di Capannone e Pratogrande), Cerreto Guidi (frazione di Stabbia) e Fucecchio (frazioni di Querce e di Masserella). Il lutto e l’immenso dolore provocato da tale tragedia portarono i singoli comuni a dotarsi di una serie di monumenti, targhe, lapidi e parchi volti al ricordo delle vittime e di una strage la cui ferita non fu mai completamente rimarginata da parte degli abitanti della zona. Questa “onda del ricordo” portò alla luce una moltitudine di zone di interesse, con il conseguente rischio che però esse siano dimenticate nel tempo, se non a seguito di ricorrenze e commemorazioni. Proprio per questa ragione tale articolo si pone l’obiettivo di creare un sentiero che ne colleghi la maggior parte, per poter realizzare una passeggiata volta al ricordo e alla riflessione. Vista, però, la moltitudine di luoghi, la scelta più logica è stata scomporre il percorso in due distinti itinerari volti a ripercorre i luoghi della memoria maggiormente suggestivi.

Sentiero 1

  • Percorso: Piazza dei Martiri, Monsummano Terme, località Cintolese (Monumento ai caduti) – Strada Regionale 436 Francesca, Larciano, località Castelmartini (Giardino della memoria) – Via delle Morette, Larciano, località Castelmartini (Monumento “Lo Stupore”) – Via Don Franco Malucchi, Larciano, località Castelmartini (Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio) – Via Leonardo Da Vinci, Fucecchio (Padule di Fucecchio)
  • Tempo di percorrenza: 1 ora e 15 minuti
  • Distanza: 5,4 km
  • Dislivello: pianeggiante (+ 15 m – 21 m)

Il nostro percorso inizia da Piazza dei Martiri, dove troviamo il Monumento ai caduti. Monsummano, specificatamente la località di Cintolese, fu la zona maggiormente colpita, con ben 84 vittime.

Monumento ai caduti Cintolese

La statua si pone l’obiettivo di ricordare i caduti e la spietata crudeltà nazifascista. Fu costruita nell’immediato dopoguerra su iniziativa del parroco di Cintolese don Renato Quiriconi.  Il monumento raffigura una donna che sorregge due bambini mentre è chinata su un uomo avvolto da un serpente, simbolo della violenza nazista. Ai lati troviamo da una parte i nomi dei caduti, mentre dall’altra un uomo inginocchiato intento a pregare e una donna con un crocifisso speranzosa mentre guarda il cielo. Sopra i bassorilievi troviamo un angelo con la testa rivolta verso l’alto come simbolo di libertà. Un significato e un’immagine impattante, che ci forniscono ancor di più l’esempio di come questo episodio abbia segnato irrimediabilmente queste comunità.

Uscendo da piazza Dante Desideri ci dirigiamo verso il Giardino della memoria, lungo la strada Regionale 436. Inaugurato il 23 agosto del 1996, nel luogo in cui sorgeva un ex cimitero, il giardino si compone di due rappresentazioni artistiche: “Paysage” di Andrea Dami, e “Mio fratello è qui”, curato da Simone Fagioli. Il primo è un dipinto di forma triangolare realizzato con tante formelle quante sono le vittime. Il secondo è formato da nove pedane a mosaico che rappresentano altrettanti simboli universali collegati ai temi della solidarietà e della pace. A pochi passi dal giardino, precisamente a Via delle Morette, ci troveremo davanti a “Lo Stupore”, monumento ad opera di Gino Terreni inaugurato nel 2002, e dedicato a tutte le vittime del Padule.

Continuando il nostro percorso ci dirigiamo verso via Don Franco Malucchi, sede del Centro Visite della Riserva Naturale, gestito dal Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio. Agisce principalmente come punto d’informazione turistica e centro di educazione ambientale. Al suo interno sarà possibile trovare aule, laboratori didattici, bookshop, esposizioni di attività, di prodotti e una mostra permanente delle opere preparatorie del monumento di Gino Terreni, donate dallo scultore al Comune di Larciano. Organizza varie attività di visita del Padule volte alla scoperta delle zone per birdwatching ma anche per varie zone di interesse storico come il Casotto del Criachi, lapide in ricordo delle vittime. Il sentiero proposto arriva fino all’inizio del Padule, sia che ci si voglia avventurare singolarmente sia che si voglia seguire degli itinerari già presenti e collaudati dal Centro di Ricerca.

 

Sentiero 2

  • Percorso: Piazza Dante Desideri, Via Vittorio Veneto, Cerreto Guidi (MuMeLoc) – Via della Prata, Cerreto Guidi (Giardino della meditazione) – Piazza Sette Martiri 11, Fucecchio, località Massarella (Lapide sulla chiesa di Santa Maria) – Via delle Cerbaie, Fucecchio, località Massarella (Parco della Rimembranza) – Piazza Martiri del Padule, Ponte Buggianese, località Anchione (Monumento alle vittime del Padule di Fucecchio)
  • Tempo di percorrenza: 4 ore
  • Distanza: 18,5 km
  • Dislivello: con dislivelli (+ 69 m – 153 m)

Questo secondo itinerario è indubbiamente più lungo e faticoso, vista anche la presenza di qualche dislivello. Il punto di partenza è Piazza dei Desideri a Cerreto Guidi, dove ci troveremo davanti al MuMeLoc, il museo della memoria locale. Caratterizzato per la sua peculiarità multimediale, il MuMeloc è un centro culturale dove non viene dato priorità ai cimeli, agli oggetti, ma alle storie, alle voci, alle immagini e alle esperienze. Il centro del museo è rappresentato proprio dalla narrazione dell’eccidio del Padule, con peculiarità uniche e storie strazianti pronti ad immergere completamente il visitatore.

Giardino della meditazione “Livio Lensi” a Stabbia, Cerreto Guidi

Sempre a Cerretto, precisamente a Stabbia, troviamo poi il Giardino della meditazione “Livio Lensi”, che riporta i ceppi dei morti dei morti di Cerreto e Fucecchio, ponendosi quindi come punto di ricordo e commemorazione collettiva, in un’atmosfera cullata dalla calma e dal silenzio.

Ci spostiamo poi a Fucecchio, precisamente in piazza dei Sette Martiri, dove potremmo vedere la lapide dedicata ai sei civili ed un carabiniere di Massarella posta sulla parete esterna della Pieve di Santa Maria.

Sempre a Massarella, ci spostiamo a via delle Cerbaie dove troviamo il Parco della Rimembranza. Si tratta di un giardino molto esteso con due lastre di ferro rettangolare dove sono riportati 7 nomi, lungo un viale ci sono poi una serie di strutture in metallo a forma di cuore in cui sono scritti i nomi dei deceduti, in fondo al viale vi è infine una lapide in marmo con una dedica.

Concludiamo infine il nostro itinerario dirigendoci a Piazza Martiri del Padule a Ponte Buggianese, nella frazione di Anchione. Qui troveremo il Monumento alle vittime del Padule di Fucecchio, dove sono incisi i nomi delle 44 vittime della zona, divise tra residenti, non residenti e militari.

 

Note

 

[1] Gianluca Fulvetti, Uccidere i civili. Le stragi naziste in Toscana (1943-1945), regione Toscana, Carocci editore, Roma, 2009, p. 162.

 

[2] M. Battini e P. Pezzino, Guerra ai civili. Occupazione tedesca e politica del massacro. Toscana 1944, Marsilio, Venezia, 1997, p. 143.

 

Questo articolo è stato realizzato grazie al contributo del Consiglio regionale della Toscana nell’ambito del progetto per l’80° anniversario della Resistenza promosso e realizzato dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea.

 

Articolo pubblicato nel settembre 2024.




“Passi di Storia”: itinerari di guerra e Resistenza pistoiese

Ultimo progetto di un lavoro svolto da tempo dall’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia, “Passi di Storia” offre l’occasione per approfondire e conoscere pagine di storia del territorio pistoiese attraversandone i luoghi che ne sono stati teatro.

Sono già 30 i luoghi segnalati sul Portale (in costante aggiornamento) che richiamano a eventi significativi della storia della Resistenza nel territorio pistoiese: dalla città capoluogo al territorio provinciale, racchiusi all’interno di percorsi tematici.

Silvano Fedi, luoghi e storie di un partigiano

L’eccidio del Padule di Fucecchio: una passeggiata nella Storia.

Sono già stati censiti luoghi della memoria delle vicende belliche nei seguenti Comuni:

Pistoia: con itinerario nei luoghi della città a partire da Piazza della Resistenza.

Fucecchio

Larciano

Monsummano Terme

Ponte Buggianese

 

Questo articolo è stato realizzato grazie al contributo del Consiglio regionale della Toscana nell’ambito del progetto per l’80° anniversario della Resistenza promosso e realizzato dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea.

Articolo pubblicato nel luglio 2024.

 




A piedi nella Storia. Gli itinerari di Liberation route Italia

Liberation route Italia ha realizzato due importanti itinerari che consentano di muovere, passo dopo passo, alla scoperta, di luoghi e fatti della seconda guerra mondiale e del suo impatto sul territorio toscano.

Liberation Route Italia (LRE Italia) ha l’obiettivo principale di creare ed espandere una rotta di commemorazione che colleghi le regioni in cui si è svolta la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista (1943-45). È l’ente di riferimento italiano di Liberation Route Europe, ovvero un memoriale internazionale e un sentiero che connette i luoghi della memoria della Seconda guerra mondiale e le loro storie.

LRE Italia ha lanciato un nuovo percorso tematico intitolato “Da Pistoia a Marzabotto lungo la Porrettana”, realizzato da Matteo Grasso, direttore dell’ISRPT. L’itinerario storico ripercorre i principali luoghi della memoria situati fra Pistoia e Marzabotto prendendo come punto di riferimento per l’appunto la strada statale 64 Porrettana. Lungo il percorso è possibile incontrare memoriali, monumenti, cippi, targhe, sentieri, parchi e sacrari: la zona fu infatti profondamente segnata dalla guerra, che dal 1943 al 1945 coinvolse tutto l’Appennino Tosco-Emiliano in corrispondenza con la Linea Gotica.

Scoprite tutte le tappe al link https://italy.liberationroute.com/it/themed-routes/48/from-pistoia-to-marzabotto-along-the-porrettana-road oppure scaricate l’app di Liberation Route! www.liberationroute.com/it/app

Segnaliamo la pubblicazione su Liberation Route Italia anche del percorso tematico intitolato “Da Capannori a Monsummano tra internamento, deportazione, stragi nazifasciste e Resistenza​”, realizzato da Matteo Grasso.
L’itinerario storico ripercorre i principali luoghi della memoria situati tra i due comuni e si snoda tra le province di Lucca e Pistoia. Lungo il percorso è possibile incontrare monumenti, musei, ex campi di internamento, tombe, lapidi, cippi, pietre d’inciampo.
Per maggiori info: https://italy.liberationroute.com/it/themed-routes/33/from-capannori-to-monsummano-between-internment-deportation-nazi-fascist-massacres-and-the-resistance-movement

[credit sito Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia]

Questo articolo è stato realizzato grazie al contributo del Consiglio regionale della Toscana nell’ambito del progetto per l’80° anniversario della Resistenza promosso e realizzato dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea.




I luoghi della Resistenza e della guerra civile a Pistoia

Si avvicina il 25 aprile e, con questa data, si avvicinano anche le rievocazioni storiche della Resistenza e della Liberazione. Tuttavia, a Pistoia come nel resto d’Italia, ci sono luoghi che più di altri ci permettono di ricordare la Resistenza tutti i giorni. Qui di seguito ne riportiamo tre: per un elenco più dettagliato, si rimanda al volumetto Sulle tracce della memoria pubblicato dall’I.S.R.Pt nel 2015.

Piazza San Lorenzo

Piazza San Lorenzo è il luogo dove, il 12 settembre 1943, ebbe luogo una delle prime esecuzioni di civili da parte delle truppe tedesche in Toscana. Il pretesto fu dato dagli eventi della caserma Marini, abbandonata dalle truppe italiane e perlustrata da alcune persone del quartiere San Marco in cerca di cibo e suppellettili. Le truppe tedesche, dopo aver compiuto un vero e proprio raid, arrestarono Alfio Puglia, Gino Puglia (padre del primo, catturato dopo esser andato a cercare il figlio), Ivo Bovani, Dino Chiti, Lino Lotti e Maria Tasselli (sostituitasi alla figlia incinta) e li uccisero allineandoli davanti al muro della chiesa.

Piazzetta degli Umiliati e Corso Gramsci

La stazione e il Campo di Volo erano gli obiettivi del bombardamento alleato. Ma nell’oscurità della notte la scarsa visibilità portò i bombardieri alleati a sbagliare obiettivo e a colpire Corso Gramsci e Piazzetta degli Umiliati, dove la maggior parte della popolazione stava dormendo. Ancora non si conosce con precisione il numero delle vittime del bombardamento della notte del 24 ottobre 1943, 144 secondo le più recenti ricostruzioni. I danni furono ingenti anche all’architettura e all’edilizia: furono colpite la chiesa di San Domenico e l’intero Corso Gramsci fu sventrato. La paura dei bombardamenti spinse nei giorni successivi la maggior parte dei pistoiesi a rifugiarsi nelle campagne, lasciando la città semideserta fino alla ritirata dei tedeschi.

Fortezza Santa Barbara

Dare alla cittadinanza e agli altri renitenti una lezione esemplare era lo scopo dei nazi-fascisti quando il 31 marzo 1944 i ventenni Alvaro Boccardi, Aldo Calugi, Lando Vinicio Giusfredi e Valoris Poli furono uccisi da uno squadrista di Larciano (Pistoia). Erano stati scovati il giorno prima nei loro rifugi dalle truppe d’occupazione e condannati per non aver risposto al bando di reclutamento della RSI. Nelle tasche di Valoris Poli il fratello trovò un biglietto: “mamma, fatti coraggio, si vede che avevo questo destino addosso. Prega per me; sarò vendicato. Se ci saranno i funerali venite ad accompagnarmi perché sono innocente e muoio con onore”.