“L’immaginario visuale del Sessantotto oggi”

volantino sessantottoSabato 13 dicembre 2014 alle ore 15, 30 si inaugura all’Accademia di Belle Arti di Firenze uno spazio espositivo dal titolo “L’immaginario visuale del Sessantotto oggi”. La mostra è il risultato di uno stage che ha coinvolto studenti e studentesse dell’Accademia, sotto la guida del Prof. Tommaso Tozzi, docente dell’Accademia e della Prof.ssa Adriana Dadà del Centro studi politici e sociali Archivio storico “il sessantotto” di Firenze.

Partendo da manifesti ed altro materiale iconografico posseduto dall’Archivio il sessantotto  sono state esaminate le strategie comunicative, i contenuti politici, gli strumenti e le modalità di comunicazione di quel periodo storico.

Contemporaneamente studenti e studentesse si sono posti il problema di  elaborare proposte grafiche e tematiche per una riproposizione di percorsi simili a quelli del 68, ma attualizzati con il sentire e la capacità comunicativa odierni. Ne sono nati manifesti, video, installazioni multimediali e un laboratorio (aperto a ragazzi e adulti) che nella sala Ghiberti dell’Accademia si uniscono a manifesti, documenti e oggetti originali d’epoca, permettendo ai visitatori di riflettere sui cambiamenti prodotti in quella stagione di movimenti politici e sociali così lunga e feconda in Italia e di interrogarsi sulle possiblità di cambiamenti simili realizzabili oggi.

Gli spazi espositivi si inaugureranno con la conferenza del Prof. Walter Gambetta del Centro Studi dei Movimenti di Parma e autore del volume “I muri del lungo 68”, che permetterà una riflessione di lungo periodo, aperta al dibattito.

La mostra riaprirà anche lundì 15 dicembre dalle ore 10 alla 18 e martedì 16 dicembre dalle ore 9 alle 13, nella sede dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, in Via Ricasoli, 66, Aula Ghiberti.




Il silenzio di Barbiana in un’opera di Antonio Palma

don MilaniL’inaugurazione del lavoro su Don Milani realizzato dall’artista italo ca-nadese Di Palma, che si terrà il prossimo 6 dicembre alle ore 17, chiude le celebrazioni del 90° anniversario della nascita del prete fiorentino e ricorda quando salì a Barbiana 60 anni fa

Un’opera dell’artista italo canadese Antonio Di Palma ispirata a don Milani e alla sua scuola alle-stita nella cripta della Basilica di San Lorenzo a Firenze. È il modo scelto da FDLM, la Fondazione Don Lorenzo Milani, per chiudere i due anni di celebrazioni del 90° anniversario della nascita del sacerdote di “Lettera a una professoressa”.
La scelta di Di Palma non è certo casuale: considerato negli anni ottanta uno dei giovani più pro-mettenti delle nuove avanguardie italiane, lasciò per scelta e dissenso gli ambienti delle gallerie e delle Biennali per ritirarsi proprio a Barbiana, dove ha continuato a lavorare in modo indipenden-te.

Il progetto che ha dedicato a Don Milani si intitola Il linguaggio universale del silenzio a cura di Sandra Gesualdi. Prende spunto proprio dal profondo silenzio che trovò Lorenzo quando giunse su quella montagna e che anche l’artista ha imparato a conoscere e sperimentare in questi oltre venti anni di residenza su Monti Giovi.
Un monumentale trittico sapientemente foggiato di pieni e vuoti scultorei, cromato di blu e parti-colari in doratura con tavole in giallo ocra e verde brillante che ne spezzano l’andamento. Sopra Di Palma vi proietta immagini fotografiche rielaborate graficamente, ma mai ritoccate, che si fondono con l’opera stessa e ne assorbono il colore.
È il linguaggio originale del lavoro del Di Palma, che rende vive e tridimensionali le figurazioni, a-nimate dal colore e inglobate nella scultura.
Le fotografie proiettate, tutte originali e d’epoca, in bianco e nero, sono quelle della scuola di Bar-biana digitalizzate di recente per motivi conservativi e catalogate dalla Fondazione DLM, dopo un lavoro di ricerca, recupero e archiviazione.

L’artista tradizionalmente fonda le sue opere con l’ambiente che lo circonda utilizzando materiale così detto “povero” e organico.
Apprezzato dai maggiori critici, soprattutto da Renato Barilli che ha voluto offrire un suo contribu-to al catalogo ragionato, Di Palma forgia e modella il legno alla maniera dei laboratori rinascimentali con dovizia di cesello e intarsiature, che poi imbeve di schiette e coinvolgenti note cromatiche ricavate dall’uso antico delle terre legate all’uovo.
Ne risultano sculture dalla poetica minimalista, rese virtuali dagli interventi dei colori. Una poetica molto vicina per modi e ispirazioni alle modalità scelte da don Lorenzo Milani per la sua opera, secondo cui non occorrono grandi mezzi per intraprendere imprese importanti e che la grandezza di un uomo (e di un artista) non si valuta dal luogo in cui vive e lavora.
La curatrice: “Il linguaggio universale del silenzio è una sorta di affresco del ventunesimo secolo che prende vita e si anima abbagliato dai toni accesi. I ragazzi di don Milani sembrano così irrorati da una poesia che il linguaggio contemporaneo dell’artista ferma nel tempo e nello spazio, dandogli nuova vita.
Antonio Di Palma torna con un’opera che solo a Barbiana e solo la purezza del silenzio avrebbe po-tuto offrirgli. Un prodotto d’ingegno pensato e costruito in loco, da un artista “barbianese”, con i legni scelti dai boschi di lassù; senza compromessi, nato dall’etica e dalla coerenza del maestro e di chi ha creduto in lui quando tutti lo avevano dimenticato”.

Il lavoro del Di Palma sarà introdotto dalla recente mostra fotografica Barbiana e la sua scuola, a cura di Sandra Gesualdi e Pamela Giorgi frutto di un primo riordino del fondo fotografico della Fondazione DLM che traccia per immagini la biografia di quella scuola di montagna, con scatti fa-mosi e inediti. Emergono la vita e gli sviluppi della scuola di Barbiana attraverso foto d’epoca re-staurate e molte mai viste.

Progetto speciale – Opera dell’artista Antonio Di Palma ispirata a don Lorenzo Milani

Titolo: Il linguaggio universale del silenzio. Don Lorenzo Milani nell’opera di Antonio Di Palma
Progetto: Fondazione Don Lorenzo Milani
Opera: Antonio Di Palma
Curatela e catalogo: Sandra Gesualdi
Luogo: Sala Donatello, Basilica di San Lorenzo, Firenze
Periodo: 6 dicembre 2014 – 31 gennaio 2015
Inaugurazione: 6 dicembre 2014 h. 17
Orari: Dal lunedì al sabato h. 10 – 17
Ingresso libero. Chiusa i festivi ad eccezione del 26 dicembre
Catalogo: Noferini editore
Contributi critici: curatore, Renato Barilli, Michele Gesualdi
Collaborazione: Giovanni Pallanti, Basilica San Lorenzo, Opera Medicea Laurenziana, Regione Toscana
Patrocinio: Regione Toscana, Comune di Firenze, Provincia di Firenze
Mostra fotografica. Barbiana e la sua scuola a cura di Sandra Gesualdi e Pamela Giorgi

Il 7 dicembre a Barbiana, per ricordare i 60 anni dell’arrivo del priore si svolgerà una fiaccolata lungo il sentiero della Costituzione.

É lo stesso sentiero che fece don Lorenzo quando 60 anni fa arrivò a Barbiana a piedi per raggiungere la sua chiesa. Su quella mulattiera è nato il “Sentiero della Costituzione Italiana” con 48 grandi pannelli che illustrano gli articoli della Costituzione.




Isolotto: una comunità tra Vangelo e diritto canonico

Nell’ambito delle iniziative per i 60° anni dell’Isolotto, presso la Biblioteca CaNova, alle ore 17.00, presentazione del libro Isolotto: una comunità tra Vangelo e diritto canonico di Sergio Gomiti (Il Pozzo di Giacobbe ed., 2014). Insieme all’autore e a Mirko Dormentoni, Presidente del Quartiere 4, Sergio Tanzarella, Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli e curatore della Collana Oi Christianoi per la casa editrice Il Pozzo di Giacobbe, Valerio Gigante, giornalista, scrittore e redattore dell’Agenzia di informazione politico-religiosa Adista, Francesco Mori, avvocato Collegio di difesa degli imputati al processo dell’Isolotto. A cura della Comunità dell’Isolotto.

 




Commemorazione del 60° Anniversario della morte di Alcide De Gasperi

Alle ore 18.30 a Santa Maria della Pieve (Arezzo) concerto in occasione del 60° anniversario della morte di Alcide De Gasperi a cura della Schola cantorum Saione di Arezzo. Direttore e organista Alessandro Tricomi.
Presenta Marco Randellini

Iniziativa del Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione europea.




La (Ri)costruzione di una Nazione. L’Italia repubblicana nata dalla guerra

CONFERENZE isrt novembre 2014Tutti gli incontri del ciclo si svolgono presso la Sala Conferenze della Biblioteca (via Roma 37 San Casciano) alle ore 17.00

 

Sabato 15 novembre
Gettare le fondamenta della democrazia. Politica, partiti, istituzioni dall’uscita dalla guerra alla Costituente
dr. Matteo Mazzoni, Direttore Istituto Storico della Resistenza in Toscana

 

Sabato 22 novembre
“Pane, Amore e Fantasia“. Dalla tessera per il pane ai buoni sconto
dr.sa Alessandra Frontani, Dottore di ricerca in Storia contemporanea

 

Sabato 6 dicembre
Dittatura e guerre fra memorie e oblio
dr.sa Francesca Cavarocchi, Istituto Storico della Resistenza in Toscana, curatrice della mostra “Firenze in Guerra 1940-1944”

 




La Pira, l’Europa dei popoli e il mondo: le pietre del dialogo

La PiraIn occasione del semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ha organizzato una mostra dal titolo: La Pira, l’Europa dei popoli e il mondo: le pietre del dialogo nelle sale monumentali della Biblioteca dal 5 novembre al 31 dicembre 2014.

Hanno collaborato all’iniziativa la Fondazione La Pira, l’Istituto Universitario Europeo, la Sovrintendenza Archivistica della Toscana, la Congregazione Camaldolese.




Le cerimonie per il 48° anniversario dell’alluvione di Firenze del 4 novembre ‘66

Martedì prossimo, 4 novembre, la città di Firenze ancora una volta ricorderà il tragico evento dell’alluvione che la colpì la mattina del 4 novembre 1966 e che costò la vita a 17 fiorentini in città e a 18 persone della provincia, tra cui due piccoli bambini di 3 anni, le più piccole vittime dell’alluvione, Marina Ripari e Leonardo Sottile, entrambi di Sesto Fiorentino.
Le cerimonie del 48mo Anniversario, che dal 1994 sono organizzate dall’Associazione Firenze Promuove, e da quattro anni anche assieme alla Presidenza del Consiglio Comunale di Firenze, prevedono alle ore 11 all’Oratorio della Madonna delle Grazie, in Lungarno Diaz 6, la celebrazione della Santa Messa in memoria delle 35 vittime ai piedi della Madonna che anticamente era posta su una delle celle del Ponte alle Grazie per proteggere la città dalle alluvioni. Presiederà la funzione religiosa Mons. Giancarlo Corti, Vicario del Vescovo per la Carità e Proposto della Cattedrale. Al termine della Messa, intorno alle ore 11,40 un corteo, aperto dal Gonfalone del Comune, presente per la prima volta alla cerimonia, porterà le autorità e i cittadini presenti al centro del Ponte alle Grazie, da dove il Presidente di Firenze Promuove, Giornalista Franco Mariani, e la Presidente del Consiglio Comunale, Caterina Biti, lanceranno in Arno, dopo la benedizione del fiume, la Corona d’Alloro del Comune di Firenze in ricordo delle 35 vittime.




“GIORGIO LA PIRA – SINDACO DELLA PACE”

Rai Cultura, diretta da Silvia Calandrelli, presenta Italiani con Paolo Mieli, in onda martedì 28 ottobre alle ore 21.30 su Rai Storia, ch. 54 del Digitale Terrestre e ch. 23 Tivù Sat.
La vita, le idee, la visione politica, la capacità di immaginare un mondo diverso, è il filo conduttore della prima serie di sette puntate di Italiani dedicata ai grandi personaggi che hanno dato lustro alla vita politica, sociale e culturale del Paese. Paolo Mieli ci condurrà lungo un percorso di conoscenza nella vita di questi Italiani, nell’epoca in cui sono vissuti e nei fatti di cui sono stati protagonisti, attraverso interviste a familiari e studiosi, immagini e sequenze di repertorio delle Teche Rai, capaci di ricreare una “cronaca in presa diretta” della biografia dei singoli protagonisti.
“GIORGIO LA PIRA – SINDACO DELLA PACE”
Di Antonia Pillosio
Il 29 giugno 1955 il quotidiano francese Le Monde scrive: “Giorgio La Pira: chi non conosce oggi questo piccolo uomo vivace e dolce, questo ‘cristiano da choc’ che si è lanciato nella vita pubblica senza nulla concedere alla potenza del denaro, né perdere nulla del suo temperamento d’asceta?” Attraverso testimonianze, appunti, immagini inedite delle Teche Rai e fotografie provenienti dalla Fondazione Giorgio La Pira di Firenze, il documentario racconta la vita di un uomo centrale nella politica del secondo dopoguerra italiano, così come fondamentale è stato il suo apporto alla stesura della carta costituzionale. A ricordare il ruolo e il valore di Giorgio La Pira, Ettore Bernabei, suo amico e collaboratore, Ugo De Siervo, ex Presidente della Corte Costituzionale e suo allievo, Matteo Primicerio, Presidente della Fondazione La Pira Firenze, Giulio Andreotti, Amintore Fanfani, Vittorio Citterich.
“Era un democristiano atipico – racconta in un’intervista di alcuni anni fa il giornalista Vittorio Citterich – perché come lui stesso diceva ”io non ho la tessera di nessuno, l’unica tessera che ho è quella del battesimo”.
Giorgio La Pira, nasce a Pozzallo in provincia di Ragusa il 9 gennaio del 1904. Nel 1946 viene eletto Deputato alla Costituente e formula con Moro, Dossetti, Calamandrei e Togliatti i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana affermando le libertà civili e religiose, il diritto al lavoro, il valore della persona umana. ”Viene scelto alla Costituente perché – sottolinea Ugo De Siervo – era uno dei pochi cattolici democratici che si era decisamente esposto contro il fascismo e contro la discriminazione razziale. “I suoi obiettivi erano i poveri, era la conversione della Russia e la pace universale, lui lavorava su questa prospettiva – ricorda in un documento delle Teche Rai Giulio Andreotti, che aggiunge: “Era convinto che dovesse essere perseguita una politica di pace universale”.
Negli anni a seguire, La Pira sarà sottosegretario al Ministero del Lavoro, Sindaco di Firenze e per tre volte membro della Camera dei Deputati. Una storia di battaglie politiche e civili ma soprattutto di fede per un uomo che, l’impegno religioso e civile, inducono a muoversi con decisione verso obiettivi concreti e per lui sacri: il lavoro, la casa, il pane.
La Pira segna la vita politica nazionale ma anche quella estera con sorprendenti iniziative. “Nel 1965 si rese conto che il pericolo del Vietnam era il problema principale per la Pace del mondo – racconta Mario Primicerio – e così decise di andare in Vietnam ad Hanoi per parlare con Ho Chi Min.”
A sei anni dalla sua morte, il 5 novembre del 1977, gli sono riconosciute le virtù eroiche e la fama di santità che portato l’arcivescovo di Firenze Silvano Piovanelli a presentare nel 1983 la richiesta per introdurre la causa di beatificazione.