La cultura cattolica a Firenze nel secondo dopoguerra

 

Tra Gramsci e Teilhard. Politica e fede in Alberto Scandone (1942-1972), Roma Edizioni di Storia e Letteratura, 2012 e Esperienza religiosa e passione civile in Luciano Martini, Firenze, Le Lettere, 2013.

Uno sguardo attento su due significative figure di intellettuali fiorentini e italiani. Insieme ad Aldo Bondi autore e curatore delle opere, Marino Biondi Università di Firenze e Leonardo Bucciardini Venti Lucenti.




Anche il passato può cambiare (ri)scrivendo il Novecento

Tre incontri e discussioni sulla storia del XX secolo italiano, tra nuove prospettive storiografiche e proposte di lettura, promossi dall’Istituto Gramsci Toscano. Il ciclo è ideato e organizzato da Giulia Bassi (Università di Trieste/University of Reading)

Oggi, martedì 20 Gennaio, ore 17.30, il primo appuntamento presso la Sala delle Conferenze della Biblioteca delle Oblate, sul volume di AnnaRita Gori (Instituto de Ciências Sociais da Universidade de Lisboa): Tra Patria e campanile. Ritualità civili e identità politiche a Firenze in età giolittiana, Franco Angeli, Milano 2014.
Ne discutono con l’autrice:
Matteo Baragli (Scuola Normale Superiore – Pisa) Anna Pellegrino (Università di Padova)

Programma dei successivi incontri:
Martedì 24 Febbraio, ore 17.30. Sala delle Conferenze.
Mireno Berrettini (Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano): La Resistenza italiana e lo Special Operations Executive britannico(1943-1945), Le Lettere, Firenze 2014.
Ne discutono con l’autore:
Enrico Acciai (Istituto Storico della Resistenza in Toscana)
Stefano Bartolini (Archivio storico della Camera del Lavoro di Pistoia e della Cgil)

Martedì 31 Marzo 2015, ore 17.30. Sala delle Conferenze.
Tommaso Nencioni (Università di Bologna): Riccardo Lombardi nel socialismo
italiano1947-1964, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2014.
Ne discutono con l’autore:
Mirco Bianchi (Istituto Storico della Resistenza in Toscana)
Mireno Berrettini (Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano)

 




L’Europa che sognavano: il Manifesto di Ventotene

Martedì 20 Gennaio 2015, alle ore 16, nei locali del Portale degli Etruschi, si terrà la un incontro con Luciana Rocchi, Direttrice dell’ISGREC, su “L’Europa che sognavano: il Manifesto di Ventotene”.

L’incontro è organizzato dall’UNIELI di Massa M.ma – l’Università dell’età libera -, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Massa M.ma, l’ANPI e la biblioteca comunale “G. Badii” di Massa M.ma.




Dall’Eden alla Terza guerra mondiale

Alle ore 14.30 nel Salone delle Feste di Palazzo Bastogi a Firenze, presentazione del volume di Amintore Fanfani, Dall’Eden alla Terza guerra mondiale. Un inedito, a cura di Monika Poettinger (Edizioni Polistampa).

Presiede Giorgio Gattei

Intervengono: Antonio Magliulo Università degli Studi internazionali, Roma; Angiolo Moioli Università Sacro Cuore, Milano; Carlo Maria Travaglini Università Roma Tre

A lungo conservato presso l’Archivio storico del Senato e mai pubblicato, il testo rappresenta la summa del pensiero storico di Fanfani e il suo testamento politico.

 




Treno della Memoria 2015

Viaggio studio in Polonia agli ex campi di concentramento e di sterminio nazisti Auschwitz- Birkenau e Auschwitz I con oltre 750 partecipanti in prevalenza studenti e insegnanti delle scuole superiori della Toscana, alla presenza dei testimoni sopravvissuti Andra e Tatiana Bucci, Marcello Martini, Vera Michelin Salomon.

Evento promosso dalla Regione Toscana in collaborazione con la Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato.

 




MiliToscana… ai piedi della linea gotica

Due giorni immersi in oggetti, decorazioni e vecchi cimeli del mondo militare. E’ il weekend dedicato alla mostra mercato militaria, “MiliToscana… ai piedi della linea gotica”, in programma al Palazzo delle Esposizioni di Empoli, in piazza Guido Guerra.
Appuntamento sabato 17 e domenica 18 gennaio 2015 a partire dalle 9.30 con orario continuato. Giunta alla decima edizione, la mostra offrirà la possibilità di trovare in vendita materiale originale, seguire altri eventi collaterali come i convegni in collaborazione con i più noti storici a cui il pubblico della manifestazione può partecipare liberamente, oltre a una vasta scelta di materiale da collezione che gli oltre sessanta espositori, provenienti anche dall’estero proporranno: elmetti, divise, buffetterie, decorazioni, equipaggiamento, editoria specializzata, ricambi per jeep e tanto altro ancora.
ORARI E PREZZO di INGRESSO – Sabato 17 gennaio apertura dalle 9.30 alle 19; domenica 18 gennaio 2015 dalle 9.30 alle 18. Il biglietto di ingresso è di 6 euro per quello intero; 5 euro per il ridotto (la riduzione è valida con il volantino-riduzione o per i militari o per i soci tesserati 2015 al Museo Storico della Liberazione (Pi) con cui potranno entrare gratuitamente a tutti gli eventi del 2015 inerenti la militaria). Il tesseramento lo si può fare direttamente in biglietteria il giorno stesso della manifestazione empolese; l’ingresso è gratuito per i bambini al di sotto dei 12 anni.
COME RAGGIUNGERE LA FIERA – Per chi viene da Bologna-Roma, Uscita autostrada Firenze Scandicci ed imboccare la FI-PI-LI in direzione Pisa per circa 20 km. (15 minuti) uscita Empoli Est; per chi viene da Pisa su FI-PI-LI uscita Empoli; per navigatore satellitare il palazzo delle Esposizioni è in piazza Guido Guerra – Empoli
L’evento è organizzato da Prometeo in collaborazione col MUSEO STORICO DELLA LIBERAZIONE di San Miniato (Pi). Per informazioni: info@prometeo.tv , 0571-22266 oppure 333 4639609.




Violet del Palmerino

Il Consiglio regionale vi invita alle ore 16.30, in Palazzo Panciatichi, Sala degli Affreschi, alla presentazione del volume, Violet del Palmerino. Aspetti della cultura cosmopolita nel salotto di Vernon Lee: 1889-1935, a cura di Serena Cenni, Sophie Geoffroy, Elisa Bizzotto (Edizioni dell’Assemblea).

Saluti di Daniela Lastri, Consigliera regionale – Ufficio di Presidenza

Interventi di Maurizio Naldini giornalista e scrittore, Cristina Acidini storica dell’arte, Giovanna Mochi anglista

Partecipa Jack Glatzer violinista




A Livorno due “Pietre d’Inciampo” dedicate a Dina Bona Attal e Dino Bueno

pietreIn occasione della Giornata della Memoria e del ricordo particolare degli ebrei livornesi, saranno poste a Livorno, venerdì 16 gennaio alle ore 9, in via della Coroncina, due “stolpersteine”, le famose pietre rivestite di ottone che ricordano i deportati nei campi di concentramento nazisti. Saranno impiantate dall’artista che le ha ideate, Gunther Denmig, e dedicate a Dina Bona Attal e Dino Bueno, madre e figlio, entrambi uccisi ad Auschwitz.

Chi sono le persone ricordate quest’anno.

Dina Bona Attal nasce a Livorno il 1 ottobre 1899. Con il marito Mario Bueno e i figli Dino, Luciano ed Edi, vive in centro, al numero 2 di via della Coroncina, nei pressi del mercato.Durante la guerra, con i bombardamenti del ’43, la famiglia sfolla a Marlia in provincia di Lucca. Qui, vengono arrestati su delazione insieme ad altri ebrei livornesi e deportati ad Auschwitz da Milano il 30 gennaio 1944. Dina viene uccisa all’arrivo, il 2 febbraio 1944, il figlio Dino in data ignota.

LE “STOLPERSTEINE”: Breve storia di un’idea

L’idea di Gunther Demnig risale al 1993 quando l’artista fu invitato a Colonia per una installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. All’obiezione di un’anziana signora secondo la quale a Colonia non avrebbero mai abitato rom, l’artista decide di dedicare tutto il suo lavoro successivo alla ricerca e alla testimonianza dell’esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste. Escogita un’ idea: un semplice sampietrino, come i tanti che pavimentano le strade delle città europee, ma che reca incisi sulla superficie superiore, di ottone lucente, pochi dati identificativi: nome e cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione, data di morte in un campo di sterminio nazista. E’ collocato sul marciapiede prospiciente l’abitazione dei deportati, per ricordare che da lì furono prelevati, strappati agli affetti, per essere uccisi e seppelliti in fosse comuni. L’inciampo non è fisico ma visivo e mentale: costringe chi passa a interrogarsi e a ricordare quanto accaduto in quella casa o in quel quartiere, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità. Le prime “Stolpersteine” sono state installate a Colonia nel 1995; da allora a oggi ne sono state distribuite oltre 37.000, in diverse città tedesche ed europee. Grazie alla posa delle pietre di inciampo, Livorno è entrata a far parte di questo grande circuito internazionale della memoria.

LE PIETRE DI INCIAMPO A LIVORNO

Le stolpersteine sono parte del tessuto urbano di Livorno dal 2013, quando la Comunità di Sant’Egidio promosse per la prima volta una manifestazione cittadina in ricordo della deportazione dei livornesi ebrei e contattò Denmig, l’artista tedesco. L’intenzione era quello di restituire alla città la memoria, la storia e la presenza di concittadini altrimenti “sommersi” – secondo la famosa definizione di Primo Levi – e di considerare, a partire da questa memoria, la necessità di convivere pacificamente in un presente ancora pieno di violenza e intolleranza.

Le pietre possono ricordare persone scomparse così come persone sopravvissute alla Shoah; sono poste in corrispondenza delle case abitate prima della deportazione o almeno presso l’ultima residenza nota. In alcuni casi tali abitazioni non esistono più, perché abbattute dai bombardamenti del ’43 o demolite nell’immediato dopoguerra. Le pietre vengono allora poste nel luogo più vicino a quello precedente la guerra mondiale. La ricostruzione topografica e toponomastica è stata svolta grazie alla collaborazione con gli uffici del Comune di Livorno e su segnalazione di amici, conoscenti e parenti delle persone deportate.

Le stolpersteine installate fino ad ora sono 6: le prime quattro sono state dedicate in particolare ai bambini vittime della Shoah: Franca Baruch e Perla Beniacar, poi Enrico Menasci e suo padre Raffaello che tentò di salvarlo; altre due pietre sono state impiantate nel 2014 e dedicate a Isacco Bayona e Frida Misul, testimoni coraggiosi dell’orrore della Shoah.