Presentazione del volume “Resistere per l’arte”

Alle ore 16.30 presso il Palazzo Banci Buonamici di Prato, si terrà la presentazione dell’ultimo libro del CDSE: Resistere per l’arte: guerra e patrimonio artistico in Toscana. Dieci storie di opere e di uomini salvati, di Alessia Cecconi (edizioni Medicea).
La pubblicazione, realizzata con il contributo della Regione Toscana in occasione del 70° della Liberazione, si colloca all’interno della mostra “Bombing Art 1940-1945. Città ferite, capolavori in pericolo e la difesa dell’arte a Prato e in Toscana” (Prato, Palazzo Banci Buonamici, 21 febbraio-14 marzo), organizzata con il patrocinio di Provincia di Prato e Comune di Vaiano.

Interverranno: Matteo Biffoni (presidente provincia di Prato), Attilio Tori (Museo Casa Siviero, Regione Toscana); Annalisa Marchi (presidente Fondazione CDSE); Antonella Nannicini (Laboratorio per affresco Elena e Leonetto Tintori).
Sarà presente l’autrice.

Il libro si colloca all’interno di un progetto più ampio sostenuto dalla Regione Toscana e curato dalla Fondazione CDSE, finalizzato a ricostruire, attraverso ricerche d’archivio, mostre e contenuti per il portale Toscana Novecento, l’impegno della comunità civile nella difesa del patrimonio artistico durante l’ultimo conflitto mondiale.




Le carte di Siro Rosi “sovversivo”

In questo caso si tratta di un piccolo fondo, incomparabile per dimensione con quelli di cui  si parla negli altri tre incontri. Pochi, ma straordinari documenti, messi a disposizione dell’Istituto dalla famiglia, raccontano una vita movimentata, che attraversa davvero l’intero Novecento. Di Siro Rosi i più giovani tra i grossetani probabilmente ignorano anche il nome. È stata una figura che ha oltrepassato i confini della storia locale. Di lui si è occupata molto la stampa italiana degli anni Cinquanta; su di lui c’è stata anche una pubblicistica di scarsa attendibilità, ma capace di generare rumore, dal momento che è stato collegato all’uccisione di Mussolini, negli ultimi giorni della II guerra mondiale.

Ne abbiamo tratto materiale per la mostra, che si aprirà al mattino (ore 11), per rimanere nella Sala delle Colonne del Museo nella sola giornata di sabato. Al pomeriggio (ore 16), il programma prevede un incontro con Enrico Acciai, Ilaria Cansella e Giovanni Contini Bonacossi.

La biografia di un grossetano, ma solo per brevi intervalli a Grosseto.  Antifascista della prim’ora, volontario nel 1936 nelle Brigate internazionali a fianco degli antifranchisti spagnoli, seguì poi la sorte dei tanti sconfitti che attraversarono i Pirenei nel ’39. Internato nei campi francesi, evase, fu partigiano nel maquis,  accanto ai francesi che si armarono contro il governo collaborazionista di Vichy. Mutilato in combattimento, venne clandestinamente  in Italia ed ebbe un ruolo importante nella Resistenza al Nord.  A Liberazione avvenuta, nel 1945, fu per un breve soggiorno a Grosseto, ma subito nuovamente cittadino d’Europa, stavolta non per scelta, ma costretto a vagare tra Francia, Cecoslovacchia, Polonia, a causa di una persecuzione giudiziaria per diserzione, conclusasi con la riabilitazione solo nel 1962. I riconoscimenti arriveranno solo negli anni Settanta.

Dalla famiglia arriva un altro dono: dipinti, opere della maturità, che rivelano anche una nostalgia per la Maremma e per una vita intima: la Fiumara come tema che si ripete, accanto ai ritratti della moglie e dei due figli. Al mattino  questi dipinti  saranno oggetto di un’asta a beneficio dell’Istituto. Questo contributo da parte dei due figli di Siro Rosi giunge in un momento di difficoltà dell’ISGREC.

Consideriamo questo un appuntamento importante per la vita del nostro Istituto. Ci auguriamo una presenza ampia dei nostri soci e di quanti vogliano aggiungere una tessera alla conoscenza della nostra storia, in questo caso storia grossetana, insieme nazionale ed europea.

Info: Isgrec Onlus, via De’ Barberi 61 | 58100 Grosseto | tel/fax 0564 415219 | www.isgrec.it | segreteria@isgrec.it




I carnefici italiani

Alle ore 16.30, presso la sede dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, presentazione del libro di Simon Levi Sullam, I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei 1943-1945 (Feltrinelli).

Intervengono: Marta Baiardi, Enzo Collotti, Toni Rovatti




Presentazione “Testimonianze” a Scandicci

Giovedì 12 marzo, ore 17.00, sala “Mario Augusto Martini” della Biblioteca di Scandicci, via Roma 38/A, la Biblioteca di Scandicci è lieta di invitarvi alla presentazione del numero speciale della rivista “Testimonianze” sul tema:

“1914-1944” Due anni-simbolo fra pace e guerra nella storia del “secolo breve”

Intervengono:

il direttore della rivista Severino Saccardi e gli storici Adalberto Scarlino e Zeffiro Ciuffoletti.
Introduce Giuseppe Matulli, Presidente di Scandicci Cultura.
Intervento musicale di Giacomo Gentiluomo e Angela Batoni.




Ricordi di un poeta pittore fiorentino negli anni del ventennio

Alle ore 16.30 in Palazzo Bastogi, Sala delle Feste,  presentazione del volume di Paolo Frosecchi, Ricordi di un poeta pittore fiorentino negli anni del Ventennio.

Intervengono:
Marco Carraresi, consigliere regionale
Massimo Ruffilli, professore universitario
Mauro Marrani, scrittore
Gianni Conti, direttore della rivista “Il Governo delle idee”

Sarà presente l’autore.




Franco Cardini a Livorno per un seminario e una conferenza

cardiniIl Circolo Culturale “Il Centro” e Fidapa, Sez. di Livorno in collaborazione con l’Isis Niccolini-Palli organizzano Giovedì 12 Marzo 2015 – ore 10.00 presso Aula Magna Isis Niccolini-Palli (Via Ernesto Rossi, 6 – Livorno) il Seminario: “Leggere la storia per comprendere il presente. Lo studio della Storia per approfondire gli eventi contemporaneiGli studenti si confrontano con il Prof. Franco Cardini, storico.

 Nel pomeriggio alle 17 presso la Sala Consiliare della Provincia di Livorno (Piazza del Municipio 4) si terrà poi la conferenza del prof. Cardini su “La crisi tra Occidente e Oriente”. Nell’0ccasione saranno presentate le ultime opere dello storico.

 

 




I Modigliani. Dal ghetto di Roma a Livorno

amedeo_modiglianiLa storia della famiglia di Amedeo Modigliani è molto meno conosciuta di quel che ci potremmo aspettare. Nessuno studioso infatti si è finora cimentato sul tema, se non per rintracciare quei presunti caratteri ereditari da cui sarebbe scaturita la tormentata personalità dell’artista livornese, tra i massimi del Novecento. Andrea Addobbati, ricercatore universitario e docente di Istituzioni di Storia Moderna di Pisa, giovedì 12 marzo alle ore 17 terrà invece ai Granai di Villa Mimbelli (via San Jacopo in Acquaviva,65) una conferenza sulla ricostruzione delle vicende familiari dell’artista. Intitolata “I Modigliani. Dal ghetto di Roma a Livorno”, la conferenza si inserisce nel ciclo Frammenti Livornesi, dedicato ad aspetti particolari, curiosi e accattivanti della storia della città, spesso sconosciuti.
La conferenza è ad ingresso gratuito.

Nell’intervento – spiega il relatore – si tenterà  un’operazione del tutto nuova: ricostruire le vicende della famiglia, e più in particolare del misconosciuto ramo paterno, mettendo tra parentesi il mito, e cercando quindi di dimenticare, almeno per un momento, che proprio da quella famiglia trasse i natali uno dei massimi artisti del Novecento. Ne risulterà uno spaccato vivace di storia dell’ebraismo italiano tra le due emancipazioni, e di partecipazione attiva alla costruzione nazionale. I Modigliani, una delle famiglie eminenti del ghetto di Roma, ebbero, infatti, un ruolo di un certo rilievo sia nelle vicende risorgimentali, dall’età napoleonica fino all’unificazione sabauda, passando per la repubblica romana; sia nella modernizzazione economica del Paese. Al tempo della seconda industrializzazione, quella del carbone e dell’acciaio, Emanuele di Abram Vita Modigliani, e poi il figlio Flaminio – padre di Modì – furono tra i pionieri dell’industria mineraria italiana, dall’Amiata al Sulcis alle montagne bergamasche, prima di essere spazzati via dalle tendenze monopolistiche del capitalismo di fine Ottocento.




Il ricordo di Madre Ermelinda Carducci ed Enrica Calabresi. Due donne straordinarie

Alle ore 18.00, presso Le Murate. Progetti di Arte Contemporanea, all’interno dello spazio dell’ex carcere si terrà un incontro per ricordare Madre Ermelinda Carducci ed Enrica Calabresi, due donne straordinarie che intrecciarono le loro storie tra le mura del carcere di Santa Verdiana durante i terribili mesi dell’occupazione tedesca di Firenze.

L’incontro organizzato da Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, in collaborazione con la Regione Toscana, sarà l’occasione per riflettere, attraverso le vicende delle due donne, sulle barbarie delle leggi razziali e su un pezzo orribile di storia che ha segnato in modo indelebile l’intera città.

Claudia De Venuto modererà l’evento e introdurrà Paolo Ciampi e Giovanna Lori, autori di due libri dedicati a queste due figure femminili: i relatori aiuteranno a entrare profondamente nell’animo di Madre Ermelinda ed Enrica e a comprendere lo stretto legame affettivo e intellettuale che si creò tra loro durante il periodo di profondo dolore condiviso a Santa Verdiana.

Madre Ermelinda, superiora delle suore della Congregazione di San Giuseppe dell’Apparizione, operò nel carcere femminile di Santa Verdiana e si dedicò, mettendo a rischio la propria vita, ad alleviare le sofferenze delle prigioniere politiche e ebree recluse in attesa della deportazione.

Tra queste detenute vi era Enrica, brillante scienziata e docente universitaria in un periodo in cui per una donna era difficile perfino accedere agli studi superiori, la quale dopo durissimi mesi di prigionia scelse di mettere fine alla propria vita, lasciando le sue ultime volontà proprio a Madre Ermelinda la sola persona di cui si fidava davvero.

Si ringrazia la “Nottola di Minerva”