A Bolgheri si parla e si proietta il film “In nome del popolo italiano” di Dino Risi

innimeProsegue il ciclo di incontri Un ospite fantastico: corso per restare umani, la serie di incontri che Bolgheri Art presenta per tutto il mese di agosto nel giardino del Centro Civico di Bolgheri (Livorno). Omaggio per i 40 anni dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini, gli incontri hanno per ogni serata un tema e un personaggio che, in maniera trasversale, dovrà continuare il discorso pasoliniano, senza nessuna forma di barriera o censura.  Il settimo e penultimo incontro è in programma martedì 25 agosto alle 21.30 (con ingresso libero) e sarà dedicato alla sceneggiatura edita da Erasmo In nome del popolo italiano. Ospite: Massimo Ghirlanda, tema: “Come giudicare noi stessi”. Seguirà la proiezione del film.




Al Museo Ugo Guidi la mostra “Le madri di Jorio Vivarelli”

Il Museo Ugo Guidi e la Fondazione Jorio Vivarelli di Pistoia hanno sviluppato attraverso un rapporto di collaborazione due eventi espositivi con un reciproco scambio di opere dei due maestri del ‘900 in Toscana, Ugo Guidi e Jorio Vivarelli, ai quali le istituzioni fanno riferimento. Dopo al mostra di sculture e disegni di Ugo Guidi alla Fondazione Vivarelli di Pistoia del giugno-luglio scorso, il Museo Ugo Guidi ospita la mostra “Le madri di Jorio Vivarelli” presentata dalla Fondazione Vivarelli di Pistoia.

La mostra delle sculture e disegni del maestro Jorio Vivarelli realizzata nel “Museo Ugo Guidi” – MUG – di Forte dei Marmi, via Civitali 33 e al Logos Hotel – Via Mazzini 153 Forte dei Marmi – sarà inaugurata martedì 18 agosto 2015 alle ore 18 al Museo alla presenza dei dirigenti delle due istituzioni e della curatrice ad ingresso libero.

L’esposizione sarà visitabile successivamente fino al 2 settembre 2015 al Museo Ugo Guidi tutti i giorni con orario 18 – 20 o su appuntamento al 348020538  o  museougoguidi@gmail.com, lunedì chiuso . Al Logos tutto i giorni 10 -23. Il MUG è sponsorizzato da Maria Rosaria Lenzi Private Banker di Banca Fideuram.

 “Il tema dell’amore materno e della dedizione filiale assieme a quello della bellezza della natura, del dolore e della morte, intesa come sacrificio e riscatto dell’uomo, è stato continuo oggetto di studio nell’arte di Jorio Vivarelli in quanto il valore della vita è un valore principe per chi, come lui, ha vissuto le vicende della seconda guerra mondiale.

L’onestà intellettuale, la capacità di autocritica, la costante attenzione alle trasformazioni politiche e sociali, la sofferta partecipazione alle vicende del nostro tempo hanno fatto sì che egli ricercasse ogni volta un messaggio autentico e dinamico rispetto alla realtà che via via andava cambiando. Questo ha significato dover sottoporre ad una continua revisione i traguardi man mano conseguiti, benché essi fossero sempre di alto livello stilistico e di profondo sentimento umano. E ciò in quanto Jorio Vivarelli si è sentito continuamente spinto dal desiderio, concettuale e creativo insieme, di approfondire, fuori da correnti o schieramenti di parte, le vere finalità, il ruolo e la funzione dell’opera d’arte nell’epoca contemporanea.

Questa mostra tematica offre la possibilità di ripercorrere i vari periodi creativi  dell’artista e di comprendere, quindi, più a fondo le caratteristiche umane della sua scultura. Per capire il percorso dello scultore pistoiese basta leggere i passaggi che da “Le Madri” (1959) conducono a” L’uovo filosofale, contenitore di vita” (1978-’79) appartenente all’ultimo periodo creativo, le “Pietre dei Saggi”.

“Le Madri”, del 1959, è un’opera cruciale nella quale si avverte la tragedia di una donna segnata da un dolore incontenibile. L’impianto formale nel suo complesso si ispira ad una rappresentazione sacra, in particolare quella del pulpito pistoiese di Giovanni Pisano per la distribuzione dei pieni e dei vuoti, per la disposizione dei gesti e per la posa straziante della madre che sviene mentre pie donne alle sue spalle, con gli occhi gonfi di pianto, cercano di sorreggerla e di alleviarne il dolore.  La similitudine tra questa madre e la Madonna del Pisano rientra nel tema delle “Pietà”, iconografia che per secoli ha impegnato scultori e pittori, basti ricordare tra tutti Michelangelo Buonarroti.  Ne “Le Madri” del ’59 Vivarelli rende protagonista il dolore, conosciuto nelle sue cause ed effetti. Se le figure, infatti, hanno un atteggiamento composto secondo una tradizione consolidata, i volti sono maschere tragiche e deformate, i corpi nascono da segni induriti. Lo stesso stile della scultura da gotico diventa espressionista per il modo in cui l’impeto creativo di Vivarelli indaga sugli effetti deformanti della commovente scultura. “Solchi, rilievi, golfi d’ombra, sbattimenti di luce intrecciano un colloquio concitato, spezzato, sommesso eppur gravido d’urla non emesse che fa esattamente corrispondere lo stile al contenuto dell’opera” . La bambina che in primo piano nasconde il volto e abbraccia la madre è il messaggio che, nell’accostamento del pianto dell’innocente con lo strazio della madre, sottolinea ancora di più il tragico destino della donna, procreatrice di vita, nel momento in cui deve assistere alla perdita del proprio figlio.  Una dimensione tutta femminile, questa, dove l’unica, vera eredità delle madri è la consapevolezza del dolore della vita che, passando dalla natura all’uomo, sembra rivelare il comune destino  che unisce la nostra condizione esistenziale a quello degli altri esseri viventi nel mondo che ci circonda.

 Anche nel piccolo bronzo, Giorni di gioia (1965), Vivarelli coglie il sentimento profondo di un amore filiale al punto che l’affetto sembra sia stato fuso nel bronzo per il modo in cui la vita fluisce assieme all’articolarsi delle figure di madri che sorreggono in braccio i figli i quali, a loro volta, ricambiano questo amore cingendo le braccia attorno al collo delle loro genitrici. La dolcezza del sorriso mostra il forte legame, la cura e la sintonizzazione degli stati affettivi, il rispecchiamento dell’uno nell’altro, ovvero quell’empatia biologica che permetterà al figlio di crescere così sensibile e forte da saper affrontare il mondo che lo circonda.

Con “Figura” e “Vita”, entrambe del 1966, Vivarelli affronta altri temi iconograficamente più rari, ma altrettanto intensi, a partire da quello di un’ansia incombente sulla sofferenza della donna progenitrice prima del momento in cui il grembo materno si schiude per offrire al mondo una nuova vita.  “I volumi plastici si riscaldano di luci e di ombre in morbido colloquio a tratti concitato da solchi che son come l’innesto d’un grido sulla dolcezza del naturale rito che perpetua la specie e consegna a un altro la fiaccola perenne della vita” .

In “Una sola forma una sola carne” del 1973 la madre appoggia dolcemente la guancia sulla testa del figlio ma in quest’opera le due figure appaiono sempre più unite, quasi fuse insieme in un unico blocco, così stretto e chiuso che rievoca la Pietà Rondanini di Michelangelo dove le figure sono un tutt’uno. L’opera esprime il sentimento intenso,  dell’amore che vince la morte e la trasfigura.  La maternità non è più intesa come dolore e vita destinata sempre e comunque alla morte, ma come  salvezza. Nelle opere della maturità Vivarelli coglie nella nascita il senso della serenità, la consapevolezza del divenire, del fluire della vita che non si ferma mai riuscendo così a raggiungere un livello espressivo più elevato, che ha come tema la vita intesa come speranza. Questo metamorfismo, nel corso della terza età dell’artista, caratterizzerà a pieno le opere dette del periodo delle “gemmazioni” con lavori che evidenziano un continuo processo di sperimentazione stilistica e formale e d’innovazione immaginativa. Nel suo punto più alto l’arte di Vivarelli diventa mediatrice tra la natura primigenia e la scultura antropomorfica e in questo dialogo ritrova una radice comune a tutti gli esseri viventi. Lo stesso artista ha lasciato detto che «La radice è indizio, o se vogliamo metafora ricchissima della condizione umana, condizione intesa come parabola, cioè una corrispondenza profonda tra uomo e natura. Dentro di noi c’è un universo. Il microcosmo ripete il macrocosmo» . Archetipi e simboli primordiali che  indicano quanto l’uomo appartenga alla natura e tornano a postularne, nella fase creativa delle gemmazioni, la futura rinascita nelle vesti de “L’Uomo nuovo”.

“L’uovo filosofale, contenitore di vita” (1978-’79) appartenente all’ultimo periodo creativo, le “Pietre dei Saggi” assieme al bellissimo marmo rosa “Athanor, il ventre della madre, terra, sole, luna”. Con questo ultimo ciclo Vivarelli ha voluto rappresentare la speranza in un futuro che non permetta più la fame, la guerra, la discriminazione e la povertà, ma generi un uomo integro, senza dualità né conflitti interiori: un uomo, cioè, che come Cristo, sia il nuovo Adamo prima del peccato originale. Questa rassegna antologica sulle madri di Jorio Vivarelli esprime un messaggio universale, quello del dolore e del sacrificio di tante madri perite nei lager e nella guerra assieme ai loro figli, ma ci porta anche a immaginare come, trovata la libertà, la vita che esse portano nuovamente in grembo sia l’auspicio di pace e di solidarietà per le generazioni a venire.”

 Veronica Ferretti

Dove: Museo Ugo Guidi – MUG  via Civitali 33 – Forte dei Marmi e Logos Hotel

Quando: 18 agosto 2015 – 2 settembre 2015

Inaugurazione: 18 agosto ore 18

Orario: Museo – 18 – 20  o su appuntamento museougoguidi@gmail.com Lunedì chiuso. Ingresso libero.  Logos 10 – 23 tutti i gorni




A Pietro Grasso il premio “Giovanni Spadolini”

Sabato 18 luglio alle 17:30 alla Limonaia di Castello Pasquini a Castiglioncello, si svolgerà la decima edizione del Premio di cultura politica Giovanni Spadolini, che, in occasione del novantesimo anniversario della nascita del Professore, verrà conferito al Presidente del Senato Pietro Grasso per il libro Lezioni di Mafia ed il costante impegno della vita per la legalità e la giustizia.

 




In un luogo senza tempo – Un percorso nell’arte degli anni ’70 e ’80

A Palazzuolo sul Senio sabato 18 luglio alle ore 17 all’Oratorio Sant’Agostino si inaugura la Mostra d’arte: “In un luogo senza tempo – Un percorso nell’arte degli anni ’70 e ’80”. La mostra vede riunite opere di diciotto artisti che attorno a Roberto Barni hanno vissuto in quegli anni nelle campagne di Palazzuolo intense stagioni di creatività.

La mostra è uno spaccato dell’arte degli anni ’70 e ’80 configurato dalle opere di artisti che ne furono protagonisti e che sono qui riuniti non in virtù di una omogeneità di intenti e di modalità espressive bensì della singolarità di un luogo e di una situazione. Si immagini situata sull’Appennino Tosco-Romagnolo una vasta e articolata costruzione in pietra e lastre cresciuta nel tempo e intatta da secoli, il Fornello, senza luce elettrica né acqua corrente, posata su prati con alberi di melo e intorno un piccolo fiume in cui bagnarsi.

Gli artisti Aurelio Amendola, Roberto Barni, Lorenzo Bonechi, Umberto Buscioni, Mario Ciampi, Stephen Cox, Carlo Cremaschi, Giuliano Della Casa, Donatella Giuntoli, Franco Guerzoni, Rita Lintz, Carlo Maria Mariani, Fernando Melani, Adolfo Natalini, Jurgen Paatz, Angelica Paatz, Renato Ranaldi e Gianni Ruffi, hanno aderito alla proposta di Barni di riunire alcune opere significative di quegli anni nella cornice dell’Oratorio di Sant’Antonio.
L’Oratorio sovrasta la Fontana in Piazza Ettore Alpi, opera di Adolfo Natalini con formelle in bronzo di Roberto Barni, che è testimonianza del passaggio di quella stagione artistica a Palazzuolo.

In occasione di questo evento verrà pubblicato un catalogo della mostra con immagini delle opere e testi degli artisti curato da Silvestra Bietoletti.
All’inaugurazione saranno presenti alcuni degli artisti.




Segno, gesto, materia

A Viareggio fine settimana denso di eventi sostenuti dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lorenzo Viani”.

Giorgio Del Ghingaro,  Sindaco del Comune di Viareggio,
Rossella Martina, Assessore alla Cultura e Vice Sindaco,

invitano alla presentazione del nuovo allestimento

SEGNO/ GESTO/ MATERIA
Esperienze europee nell’arte del secondo dopoguerra
Opere dalla donazione Pieraccini

Intervengono:

GIOVANNI E VERA PIERACCINI
autori della donazione
CRISTINA ACIDINI
Presidente Comitato Scientifico GAMC
CARLO SISI
Consigliere Ente Cassa di Risparmio di Firenze
ARTURO LATTANZI
Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca
ALESSANDRA BELLUOMINI PUCCI
CLAUDIA FULGHERI
GAIA QUERCI
curatrici dell’allestimento

SABATO 11 luglio 2015 ore18.30

GAMC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Lorenzo Viani
Palazzo delle Muse
Piazza Mazzini, Viareggio (LU)

Alessandro Del Dotto, Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Camaiore,
Giorgio Del Ghingaro,  Sindaco del Comune di Viareggio,
Rossella Martina, Assessore alla Cultura e Vice Sindaco,

invitano all’ inaugurazione
della mostra

GAMC “Lorenzo Viani”
Collezione Pieraccini
Ritratti e Figure
opere grafiche
da Gauguin a Man Ray

domenica 12 luglio ore 18.30

Galleria Europa
Viale Europa, 41 / Lido di Camaiore
13 luglio / 16 agosto 2015




Greve in Chianti ricorda gli aviatori caduti a Torsoli

Giovedì 10 luglio prossimo, alle ore 11,00, con una cerimonia che si terrà nella Chiesetta di TORSOLI (Lucolena) e con la deposizione di una corona di alloro al Monumento eretto in loro nome, verranno ricordati gli avieri caduti nei cieli di Torsoli 33 anni fa, era il 10 luglio 1982 quando un “Ercules” della 46^ Aereo Brigata di Pisa si schiantò sulle pendici del Monte San Michele durante una esercitazione antincendio.

Alla Commemorazione saranno presenti, oltre ai familiari degli Avieri Caduti, le Autorità civili e religiose del Comune di Greve in Chianti, i rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’Arma e le Autorità religiose, civili e militari di Firenze e Pisa.




Il viaggio di La Pira ad Hanoi, 50 anni dopo

Alle ore 15.00 in Palazzo Vecchio (Sala degli Elementi), importante iniziativa promossa dalla Fondazione La Pira in occasione del cinquantesimo anniversario del viaggio di La Pira ad Hanoi.

Saluto del Sindaco, Dario Nardella
Introduzione del Presidente della Fondazione, Mario Primicerio

Intervento dell’ambasciatore del Viet Nam in Italia Nguyen Hoang Long:  Italia e Viet Nam, ieri e oggi

Relazione dell’Ambasciatore Mario Sica: Il ruolo dell’Italia nello scenario internazionale al tempo della guerra del Viet Nam

Elisa Giunipero (Università Cattolica, Milano), La storiografia dell’iniziativa di La Pira

Conclusioni: Lapo Pistelli

 




Strage di via dei Georgofili, Firenze ricorda le vittime dell’attentato

Ventidue anni fa, nella notte fra il 26 e il 27 maggio del 1993, Firenze viveva una delle pagine più drammatiche della sua storia, l’attentato di via dei Georgofili. Una bomba uccise quattro membri della famiglia Nencioni e lo studente Dario Capolicchio, ferì 48 persone e provocò gravissimi danni al patrimonio artistico e architettonico della città. Come ogni anno da quel terribile momento, il Comune e la Regione ricordano la strage insieme all’ ‘Associazione tra i familiari delle vittime di via dei Georgofili’ con una serie di iniziative che si terranno tra domani e dopodomani.
Alle 17.30, nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, si terrà il convegno ‘Lo Stato, la giustizia ferita, le indagini e i processi’ al quale interverranno, tra gli altri, l’assessore al bilancio del Comune, il presidente della Regione, il presidente del Senato Pietro Grasso e Giovanna Maggiani Chelli dell’Associazione tra i familiari delle vittime. Parteciperanno gli studenti della scuola media di Ponte Buggianese, dell’Isis Leonardo da Vinci di Firenze e dell’Itis Marconi di Lugo (RA). La sera, alle 21, nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, alla presenza della vicesindaca, ci sarà la commemorazione della strage con il concerto ‘Le Passioni dell’Aria’ di Roberto Scarcella Perino, Coro di Voci Bianche del Conservatorio Cherubini diretto da Santa Tomasello, al pianoforte Sara Degl’Innocenti. Alle 21.30 previsti interventi di Pietro Grasso, Giovanna Maggiani Chelli, del prefetto di Roma Franco Gabrielli (all’epoca della strage funzionario della Digos di Firenze e componente del pool di inquirenti che indagarono sull’attentato) e del procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. Alle 22.45 Gran Galà di Opera Arie Famose e cori del repertorio operistico di Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Pietro Mascagni (a cura di Silvana Froli soprano, Enrico Nenci tenore, Enrico Rotoli baritono, Coro S. Francesco e S. Chiara a Montughi diretto da Enrico Rotoli e Barbara Nizzi e Orchestra La Fortezza diretta da Fabiano Fiorenzani). Alle 1.00 del 27 maggio dall’Arengario di Palazzo Vecchio partirà il corteo guidato dal sindaco e formato dai Gonfaloni della Regione, del Comune e della Città Metropolitana di Firenze e dei labari delle Associazioni di Volontariato. Alle 1.04 sarà depositata una corona di alloro sul luogo dell’attentato.
Mercoledì 27 maggio, infine, nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio (con inizio alle 10.30) ci sarà l’iniziativa dell’assessorato all’educazione ‘Il senso della strage’, che prevede una lettura offerta dagli studenti della scuola di teatro ‘La stanza dell’attore’ condotto da Giovanni Micoli su un testo di Francesco Colonna e la proiezione di un documentario dell’ ‘Associazione tra i familiari delle vittime’ .