Michele Campana, nel 130° anniversario della nascita.

Il Centro Studi Campaniani rende omaggio a Michele Campana, poeta e giornalista, coetaneo di Dino Campana e compagno ai Salesiani di Faenza, nel 130° anniversario della nascita. Proseguendo le iniziative tese a commemorare gli amici e i compagni del poeta che per ragioni diverse si sono distinti nella loro vita (Anacleto Francini, Luigi Bandini e don Annunzio Tagliaferri), quest’anno verrà ricordato Michele Campana,non parente stretto di Dino, ma con il quale  condivideva lo stesso ceppo marradese, e suo conterraneo, essendo nato a Modigliana quando ancora era in provincia di Firenze. Amici di giochi a Marradi, quando Michele veniva a trovare i nonni al Conventaccio, diventano compagni di scuola in terza ginnasio ai Salesiani di Faenza, dove il loro rapporto si consolida , uniti dalla passione per la lettura dei grandi poeti della letteratura italiana. Poi le loro strade si dividono e mentre Dino è iscritto alla facoltà di chimica , Michele serve ai tavoli della trattoria fiorentina del padre dove è notato da Mario Ferrigni che dirigeva un quotidiano fiorentino. Inizia così la sua carriera giornalistica presso numerose testate mentre scrive poesie, pubblicando nel 1904 il suo primo libretto dal titolo “ Rime giovanili” a cui farà seguito una copiosa produzione narrativa e lirica. Michele è uno dei pochi compagni di Dino che ha lasciato nei suoi articoli importanti testimonianze dell’amico avendo ben chiara la straordinaria importanza della sua poesia e che interverrà sia  per favorire la vendita dei “Canti Orfici” sia per promuoverne la ristampa, negli anni in cui l’ “infelice” poeta era rinchiuso in manicomio. Nella giornata commemorativa che si terrà a Marradi (FI) sabato 27 giugno  2015 alle ore 16,30 presso il Centro Studi Campaniani Via Castelnaudary, 5  dopo il saluto delle autorità, seguiranno le seguenti importanti relazioni: Micaela Pazzi, Michele, l’altro Campana; Mirna Gentilini,  Dino e la sua poesia negli scritti di Michele Campana ; Claudio Borghesi, Con Michele in via San Damiano; Veronica Gabbrielli,Tra politica e cultura: Michele Campana dalle carte del suo archivio. Il Convegno, realizzato in collaborazione con  l’ Accademia degli  Incamminati di Modigliana e l’ Accademia Il Fauno di Firenze e con il patrocinio del Comune di Marradi e di Firenze, sarà introdotto e coordinato da Silvano Salvadori, vicepresidente del Centro Studi Campaniani. Al termine del Convegno sarà inaugurata la mostra iconografica con pubblicazioni e  scritti di Michele Campana e con documenti riguardanti il suo rapporto  con il poeta dei Canti Orfici, allestita nel Museo “Artisti per Dino Campana”. La  mostra potrà essere visitata sino al 20 agosto 2015  nei giorni di apertura del Centro Studi (martedì e venerdì dalle 17,00 alle 19,00) e nei giovedì sera dalle 21,00 alle 23,00.




«Solitudo» violata. La Certosa di Calci nella Grande Guerra

Dal 27 giugno al 4 ottobre  alla Certosa di Calci è in programma la mostra “«Solitudo» violata. La Certosa di Calci nella Grande Guerra” che fa luce sul rapporto tra la Certosa e gli anni della Prima Guerra Mondiale.

Durante il conflitto la Certosa fu utilizzata come caserma, ospedale di riserva per soldati italiani, ospedale per prigionieri dell’esercito austro-ungarico. Gran parte dei suoi corridoi, delle celle e degli spazi  fu trasformato in corsie, infermerie, sale mediche e operatorie, camerate, lavanderie, cucine, posti di guardia. Certosini e curiosi lasciarono così il posto a medici e suore, soldati di sanità e scorte, prigionieri ammalati e mutilati di diverse nazionalità, lingue e religioni. Il percorso della mostra, realizzato grazie a  una accurata ricerca negli archivi e nel corpo stesso della Certosa, ricostruisce le fasi, le caratteristiche e le conseguenze di questo riutilizzo della Certosa, sulla popolazione di Calci, sulle vite di migliaia di soldati. Oltre al materiale fotografico, installazioni e a documenti storici l’esposizione permette anche la visione di un documentario realizzato con la regia di Gianluca Paoletti Barsotti.

La mostra è stata realizzata con il contributo di Fondazione Pisa, in collaborazione con il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa e con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Calci; è a cura di Antonella Gioli e Severina Russo (ricerche di Antonella Gioli, Loredana Brancaccio, Martina Lerda, Anna Salvadorini, con la collaborazione di Anna Bertoncini, Sara Bruni, Chiara Cecalupo, Daniele Galleni).

Aperta durante i giorni feriali dalle 8:30 alle 18:30 (lunedì chiuso) e il sabato dalla 9:30 alle 12:30. Il prezzo del biglietto di ingresso è di 5 euro (ridotto 2.5 euro).




1915: l’Italia entra in guerra

Mercoledì 24 giugno 2015 alle ore 17.00 presso la Sezione dell’Archivio di Stato di Pescia l’Istituto Storico Lucchese, Sezione Pescia-Montecarlo/Valdinievole ha il piacere di presentare il libro di Giorgio Petracchi, 1915. L’Italia entra in guerra (Pisa-Cagliari, Dalla Porta, 2015).

Presenterà il volume e ne discuterà con l’autore il dott. Riccardo Maffei, ricercatore in storia contemporanea.




“Livorno tra fascismo, guerra e ricostruzione” una giornata per il 70° della Liberazione

70livProseguono a Livorno le celebrazioni per il 70° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascimo (1945-2015) nel ricordo del valore storico, politico e civile della ricorrenza.

A pochi giorni dalla 48° edizione della Coppa Barontini, in programma la prossima settimana sui fossi medicei, martedì 16 giugno, alle ore 16,30,nella sala consiliare del palazzo comunale, si svolgerà una cerimonia di commemorazione e riflessione storica sul tema “Livorno tra fascismo, guerra e ricostruzione” promossa dal Comitato Coppa “Ilio Barontini” e dal Consiglio regionale della Toscana.

Interverranno il sindaco Filippo Nogarin, il presidente del Comitato organizzatore della Coppa Ilio Barontini Massimiliano Talini, il direttore scientifico Fondazione memorie Cooperative Enrico Mannari e l’ex deportato dai nazisti in Germania Mauro Betti.

Coordinerà l’evento Mauro Nocchi, della segreteria dell’Anpi e membro del Comitato organizzatore della Coppa.

Nel corso della cerimonia è previsto un omaggio musicale a Garibaldo Benifei da parte delle nipoti.

Al termine, il sindaco consegnerà gli attestati agli eredi delle Medaglie d’Oro della Resistenza Livornesi, ai partigiani, agli eredi di Ilio Barontini, dei sindaci della ricostruzione Furio Diaz e Nicola Badaloni, all’Associazione Partigiani d’Italia e all’associazione Perseguitati Politici italiani antifascisti.




“Parlare di cinema” a Castiglioncello

info_mostraAnche quest’anno Castiglioncello, meta prediletta dei nomi più prestigiosi della storia del cinema italiano, ospita Parlare di cinema con un fitto calendario di appuntamenti e incontri che si terranno dal 16 al 20 giugno.

La rassegna, diretta da Paolo Mereghetti, prenderà il via martedì 16 giugno con l’inaugurazione della mostra fotografica “Note di costume. Addio alle armi e altri film” a cura di Antonio Maraldi per il Centro Cinema Città di Cesena. 42 foto in bianco e nero dall’archivio della contessa Annalisa Nasalli Rocca, costumista cinematografica di grande esperienza, attiva nella seconda metà del Novecento nello staff di decine di produzioni, soprattutto americane, girate in parte in Italia. Tra i film documentati il curatore ha voluto dar ampio spazio a due titoli legati alla prima guerra mondiale come Addio alle armi di Charles Vidor (1957) e Le avventure di un giovane di Martin Ritt (1962) , entrambi ispirati a pagine di Ernest Hemingway.

  • Ospite d’onore della giornata l’attrice Elena Sofia Ricci che farà da “madrina” alla mostra fotografica (ore 18.00 – La Limonaia di Castello Pasquini).
  • Come da tradizione un’attenzione particolare è rivolta agli esordienti le cui opere verranno presentate al pubblico di Castiglioncello che avrà poi l’occasione di dialogare con i registi nel pomeriggio di venerdì 19 giugno (ore 18.00 – La Limonaia di Castello Pasquini) nell’incontro Esordire in Italia: esperienze a confronto moderato da Paolo Mereghetti. Tra le opere prime selezionate quest’anno, due titoli che hanno rappresentato l’Italia alla Berlinale: Vergine Giurata di Laura Bispuri che affronta il tema dell’identità magistralmente interpretato da Alba Rohrwacher; Short Skin di Duccio Chiarini, sottotitolo “i dolori del giovane Edo” interpretato dal giovane livornese Matteo Creatini, anche lui ospite della manifestazione. A completare la selezione due commedie: Soldato Semplice esordio come regista, ma anche come sceneggiatore e produttore, del comico Paolo Cevoli; uno spaccato dell’Italia sullo sfondo della crisi economica in Leoni del vicentino Pietro Parolin.
  • E ancora incontri di cinema rivolti agli studenti e agli appassionati a cura di Antonello Catacchio. Quest’anno protagonista sarà il cinema di un grande maestro ostinatamente indipendente come Robert Altman ( 17 e 18 giungo ore 10.30 Sala conferenze – Centro “Le Creste”). “Anticonformista. Autore. Ribelle. Innovatore. Narratore. Sperimentatore. Giocatore d’azzardo. Folle. Padre di famiglia. Regista. Artista”. Così viene presentato nel documentario di Ron Mann, Sarà proprio questo appassionante documentario con interviste ad attori famosi e famigliari e  immagini d’archivio dei suoi film a fare da filo conduttore al seminario su Robert Altman, uno dei più singolari e straordinari registi statunitensi, autore di capolavori assoluti come M*A*S*H, I compari, Il lungo addio, Nashville, America oggi, Gosford Park sino all’ultimo e indimenticabile Radio America.
  • Due grandi nomi del cinema d’autore converseranno con il pubblico: venerdì 19 giungo Mario Martone racconterà il “suo” Leopardi nell’incontro moderato da Paolo Mereghetti che precederà la proiezione de Il giovane favoloso (ore 21.30 Cinema Castiglioncello), mentre sabato 20 giugno sarà la volta di Paolo Taviani e del suo “Maraviglioso Boccaccio” (ore 21.30 Cinema Castiglioncello).

Grande attesa infine per l’incontro conclusivo della manifestazione dal titolo “Volti celebri tra cinema e televisione”. Da sempre il cinema italiano ha pescato nel teatro e poi nella televisione per trovare volti nuovi con cui cementare il proprio rapporto col pubblico. Da ultimo anche il cabaret (televisivo e non) è diventata una «riserva di caccia» per volti nuovi. Ma se una volta arrivare al cinema poteva rappresentare il culmine della carriera, oggi i valori si sono nuovamente rimescolati. Non è raro il caso di attori popolari che “lasciano” il cinema per rivolgersi alla televisione – e magari trovarvi un successo maggiore – oppure che vedono nel teatro una occasione per ritrovarsi e ritrovare un rapporto più immediato col pubblico.

Di tutti questi argomenti (e di altri ancora) si parlerà quest’anno nell’incontro di sabato 20 (ore 18.00 – Limonaia di Castello Pasquini) con gli attori Piera Degli Esposti, Chiara Francini, Lucia Mascino, Filippo Timi.




A Vernio le “Amiche per la libertà: Tosca Martini, Tosca Bucarelli e le altre”

Domenica 14 giugno alle 21 arriva a San Quirico “Amiche per la libertà – Tosca Martini, Tosca Bucarelli e le altre”, il corto della Scuola di Cinema di Prato “Anna Magnani” voluto dai Comuni di Cantagallo, Vaiano e Vernio, Prato, a cui hanno collaborato Anpi, Farmacia Cooperativa di Vaiano, COOP, Associazione Per il Lavoro e la Democrazia e Centro di Documentazione Storico Etnografico, Regione Toscana.

Il corto, della durata di 35 minuti, è sostenuto dal Fondo Incoming di Toscana Film Commission ed è ispirato dalla storia di Tosca Martini, una ragazza di Usella, che lavorava presso la fabbrica Forti e all’interno del lanificio matura la sua coscienza politica e sindacale. Diventa infatti rappresentante operaia e durante la guerra staffetta partigiana.

In segno di protesta, ma anche spinta dal suo carattere giocoso e irriverente, il 1 maggio 1944 Tosca insieme al cognato issa una bandiera rossa sul cipresso più alto di Usella, così alto che la bandiera si vedeva anche dalla Direttissima. C’è però una soffiata, qualcuno fa la spia e Tosca viene arrestata e portata in carcere alle Murate, dove incontra la compagna di sventura Tosca Bucarelli. Portate a Villa Triste vengono torturate e ridotte in fin di vita dal terribile maggiore Mario Carità. Miracolosamente Tosca riesce a sopravvivere alle torture. Morirà nel 2000 a noventa’anni. Il CDSE conserva la sua testimonianza.

La regia è di Massimo Smuraglia e le due Tosca sono interpretate da Francesca Cellini e Doriana Clemente. La sceneggiatura è di Nadia dell’Oro, ma ha collaborato il CDSE anche perché è liberamente tratta dal libro “Sul cipresso più alto”, edizioni CDSE). Il film è stato girato fra il carcere delle Murate di Firenze, la piazza della Badia di Vaiano e la Villa il Mulinaccio.




Gli psichiatri alla guerra

Sabato 13 alle ore 16;30 presso la Fondazione Luigi Tronci (Corso A.Gramsci, 37, Pistoia), il prof. Giovannini dell’Università di Camerino terrà una conferenza dal titolo “Gli psichiatri alla guerra”.
Il tema riguarderà la follia nelle trincee ed è strettamente legata al primo conflitto mondiale che produce una vera e propria spersonalizzazione dell’individuo, di coloro furono impegnati a combattere nei luoghi oggetto della guerra. Quel qualcosa ha un nome poco scientifico “gli scemi di guerra”, così furono chiamati i soldati  internati nei manicomi e poi tornati ad una vita normale che poi tanto normale non era.




“Rizio”, il volume di Chelli tra storia e romanzo nella Livorno anni ’50

_2015_05_23_1455mazziniUna Livorno dimenticata, ma viva, pulsante, quella dei lontani anni ’50, nei quali la passione politica, gli ideali e la lotta per far risorgere la città fanno da sfondo a una grande storia d’amore, un sentimento proibito in conflitto con una fede religiosa incrollabile. Tutto questo è Rizio, l’ultimo romanzo di Otello Chelli. L’autore ne parlerà con Fabio della Tommasina (MdS Editore) alla Libreria Feltrinelli di Livorno.

L’ultima fatica letteraria dell’apprezzato componente di una cultura popolare legata alle più autentiche radici labroniche, è ancora incentrata sulla sua Livorno, sulla sua gente, sui luoghi della storia cosmopolita di quella che fu la “grande città delle nazioni” che fa da cornice ad un amore “maledetto” dalla Chiesa e dalla comune morale di quei tempi lontani. Rizio Morgiano, giovane consigliere comunale comunista, appena maggiorenne, che ha conosciuto il carcere inseguendo i suoi ideali e la ventiseienne Valeria, sua collega democristiana in consiglio comunale, appartenente ad una famiglia di ricchi imprenditori molto noti, cattolica, autentica credente, sposata con due figli, intrecciano i loro destini nel corso degli impegni politici ai quali dedicano gran parte della loro esistenza. Gli scioperi, quello storico del Cantiere Navale, il grande dibattito sulla ricostruzione della città, gli ideali, le battaglie politiche e non solo, la necessità di lavorare per mantenere la tribù dei fratelli, Rizio che abita nelle baraccopoli della Fortezza Nuova, appartiene ai più diseredati della città, gli “ultimi” come li definisce lui, ma è un autodidatta colto, carattere formato nel crogiolo della guerra, non assimilabile all’unanimistica nomenklatura dell’epoca. Vasco Iacoponi, gran console dei portuali, di ritorno da un viaggio in Cina, antico amico del nonno di Rizio, portuale morto nelle patrie galere per la sua appartenenza al partito comunista, riconosce al giovane il diritto di entrare quale socio nella “Compagnia” ed è una svolta positiva per la numerosa famiglia del giovane.

Per le posizioni espresse nel partito e nel corso dei lavori in consiglio comunale, il giovane corre il rischio di essere cacciato dal Pci, ma Ilio Barontini, segretario del partito, una leggenda della Resistenza, l’apprezza, lo stima per il coraggio e per la sincerità assoluta dei suoi ideali e smorza ogni animosità nei suoi confronti. Su tutto, però, si distende il sentimento che s’insinua nell’anima di Rizio e che supera anche le barriere erette da Valeria per resistere alla crescente presenza di lui nel suo cuore. Cerca di non cedere la splendida donna che considera sacrileghi i sempre più frequenti pensieri rivolti a quell’essere che ammira per la spiccata personalità che esprime , ma alla fine, l’amore esplode anche nella sua anima. La morte di Ilio Barontini e dei suoi compagni, Leonardo Leonardi e Otello Frangioni colpisce dolorosamente la città e Rizio non perde solo un compagno e un amico caro al suo cuore, ma si trova esposto ai fulmini dei vertici di un partito che non ammette il dissenso, ma nemmeno posizioni personali su problematiche da sviluppare collettivamente. L’invito di Enrico Berlinguer ad entrare nella segreteria nazionale della Federazione Giovanile Comunista, grazie ad una segnalazione del segretario federale scomparso, lo mette al sicuro dagli strali dei nuovi dirigenti. Anche Valeria sale rapidamente la scala gerarchica della Democrazia cristiana e i due si incontrano nella bellezza di una Roma fantastica.

Una sera di plenilunio, in cima a Trinità dei Monti, di fronte alla magia della città eterna immersa nell’argento lunare, i due giovani confessano l’uno all’altro il loro amore e ai baci, al desiderio senza fine che li invade, la donna, forse per la prima volta nella sua vita si trova immersa nell’estasi, sta per cedere, ma entra in conflitto con la sua fede, con il suo dio e, con uno sforzo sovrumano, si stacca da quell’abbraccio. Rizio Morgiano viene inviato dal partito in una base militare sovietica in Siberia, dove vengono addestrati gli Spetnaz, la elite dell’Armata Rossa e diventa uno specialista in guerriglia e preparazione di qualsiasi tipo d’esplosivo. Il mondo delle guerre d’indipendenza ha bisogno di supporto e l’Urss, in accordo con il Cominform e i partiti comunisti, addestra giovani provenienti da tutto il mondo per inviarli nei punti dei caldi del pianeta. Un anno lontano dall’Italia, dalla famiglia, da Valeria, l’amore, ormai ne è certo, della sua vita. Ufficialmente il giovane frequenta un corso all’Università di Mosca e al ritorno, nella sua prima sera a Roma, sente irresistibile il richiamo di Trinità dei Monti e mentre ammira Roma distesa sotto i suoi occhi, sente sussurrare il suo nome. Pensa di essere in preda ad un’allucinazione, ma quando si volta, Valeria è davanti a lui, il volto immerso nelle lacrime di un pianto convulso e i due si stringono in un abbraccio senza fine, liberatorio e nel bacio che fonde le loro labbra, il loro destino si compie dando vita ad una storia d’amore degna dei maggiori poeti.

Fonte: Mds editore.