Giornata della Memoria a Castiglion fiorentino

28 gennaio alle ore 10,30 al teatro comunale proiezione del film “L’uomo per bene. Le lettere segrete di Heinrich Himmler”.

Interverranno il sindaco Mario Agnelli, l’assessore alla Cultura massimiliano lachi, un rappresentante della Comunità ebraica di Firenze.

Saranno presenti gli studenti degli Istituti scolastici della città.




Giornata della Memoria a Pergine Valdarno

All’interno della rassegna invernale delle iniziative culturali del Comune di Pergine Valdarno (di cui alleghiamo il programma), in data 27 gennaio  presso il Centro Culturale di Memorie e Contemporaneità di Via San Pergentino, Pergine Valdarno (Biblioteca Comunale) è in programma la presentazione del libro Uno su mille. Cinque famiglie ebraiche durante il Fascismo, di Alexander Stille; a cura di Alberto Cannoni, Andrea Mori e Massimo Zanoccoli.




Giornata della Memoria a Terranova Bracciolini

All’interno della rassegna di cinema d’essai Cinema 9 e 1/2, che si svolge tutti i giovedì all’interno dell’Auditorium Le Fornaci a Terranuova Bracciolini (Ar), mercoledì 27 gennaio ore 21:30:
ROGER WATERS – THE WALL
regia Roger Waters, Sean Evans. paese USA 2015. genere documentario. durata 155 min. INGRESSO GRATUITO.
In occasione del Giorno della Memoria, ricorrenza con la quale si commemorano le vittime dello sterminio operato nei campi nazisti, il film-concerto di Roger Waters contro ogni muro, ogni guerra, ogni sopraffazione, ogni violenza.

info:
auditoriumlefornaci@gmail.com
+39 338 78 29 224




Giornata della Memoria a Pergine

27 Gennaio mercoledì ore 21 “GIORNATA DELLA MEMORIA”
Presso il Centro Culturale di Memorie e Contemporaneità ( Via San Pergentino – Pergine Valdarno, AR)
Presentazione del libro “Uno su mille. Cinque famiglie ebraiche durante il Fascismo” di Alexander Stille.

A cura di Alberto Cannoni, Andrea Mori, Massimo Zanoccoli.




Giornata della Memoria a Cortona

Giovedì 27 gennaio 2016, ore 9,30
Centro Convegni S. Agostino
Sala Pancrazi

Nella ricorrenza del Giorno della Memoria

UNO SU MILLE
dal libro di Alexander Stille
Incontro con il professor Alessandro Tinterri dell’Università di Perugia

Ingresso libero




Giornata della Memoria a Cavriglia e al Museo MINE

Per commemorare le vittime dell’Olocausto l’Amministrazione Comunale ha promosso un ricco programma di eventi che, abbraccerà anche il ricordo delle stragi nazifasciste che nel luglio 1944 colpirono duramente la comunità cavrigliese. Un programma intenso arricchito dalla possibilità di ospitare una mostra di rilievo nazionale come quella di Piero Sadun, la quale si sposterà dalla Pinacoteca di Siena al Museo Mine da sabato 13 febbraio alle 18 e 30.
La prima iniziativa per ricordare la “Shoà” è in programma mercoledì 27 gennaio alle 10 presso il Museo Mine dove gli studenti delle Scuola Secondaria di primo grado dell”Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” assisteranno alla proiezione del film “Ogni cosa è illuminata” di Liev Schreiber, tratto dall’omonimo libro di Jonathan Safran Foer.

Domenica 7 febbraio invece si rinnoverà l’appuntamento con la “Camminata della Memoria“, evento promosso dall’Amministrazione Comunale di Cavriglia in sinergia col Museo Mine e l’Associazione Culturale “Meleto vuole ricordare”. La camminata prenderà il via da Castelnuovo dei Sabbioni con ritrovo fissato per le 9 di fronte al Sacrario dell’Antico Borgo di Castelnuovo tra testimonianze e canti a cura di Materiali Sonori. Il percorso di cinque chilometri si chiuderà a Meleto dopo aver “toccato” alcuni dei luoghi dove vennero perpetrati gli eccidi nazifascisti che colpirono la comunità cavrigliese nel luglio del 1944.

Le iniziative promosse dall’Amministrazione Comunale si chiuderanno sabato 13 febbraio, giorno in cui alle 18 e 30 presso il Museo Mine verrà inaugurata la mostra “Piero Sadun 1938 – 1948. Genesi di un’artista”. Il Comune di Cavriglia infatti avrà l’onore di ospitare le opere dell’artista di origine ebrea nato a Siena considerato uno dei massimi esponenti della pittura del ‘900. La mostra che sarà allestita presso il Museo di Castelnuovo dei Sabbioni è una rielaborazione di quella tenuta nei mesi scorsi alla Pinacoteca Nazionale di Siena, che privilegia in particolare il rapporto di Piero Sadun con il territorio di Arezzo. L’artista nato a Siena riuscì a sfuggire dal rastrellamento nazista degli ebrei e trascorse i durissimi anni delle Resistenza combattendo a fianco dei Partigiani nell’aretino.




La Fisica tra le due guerre e i ragazzi di Via Panisperna

Domenica 27 dicembre, alle ore 17.00 nella  sala del Consiglio Comunale di Cortona, si terrà la Conferenza del prof. Saverio Braccini,  docente all’Università di Berna:
“La Fisica tra le due guerre e i ragazzi di Via Panisperna”




Anghiari a fuoco! Il salvataggio della città dalle distruzioni naziste nel 1944

Sabato 5 dicembre, alle ore 17,30 presso la Biblioteca di Anghiari si terrà un incontro con Santino Gallorini.

Verranno illustrati alla cittadinanza i risultati delle ricerche storiche sulla Banda del Russo, sul rapimento del colonnello tedesco Maximilian von Gablenz e sul mortale pericolo corso da Anghiari, salvata all’ultimo momento grazie al coraggio del partigiano Gianni Mineo e all’azione di altri personaggi.

Tra la fine dell’inverno e la primavera 1944, sulle montagne sopra Anghiari si formò una banda partigiana di pochi elementi (verso la fine di giugno arrivò a circa 25), in massima parte locali, pochissimi slavi, qualche italiano sbandato, un disertore tedesco. Essa era comandata da uno strano personaggio, alquanto giovane, soprannominato “il Russo”.

Questo Russo, che forse si chiamava Vassili (Basilio), era un personaggio molto ideologizzato, molto duro, prepotente, amante del vino, spesso violento. Guidava la banda con pugno di ferro e la portava a compiere azioni non condivise dalla maggioranza dei suoi membri, quali furti, estorsioni, rapine, violenze e perfino uccisioni di “sospette spie”.

Inutili tutti i tentativi messi in atto dal Comando della XXIII Brigata garibaldina “Pio Borri”, per tentare di inquadrarla nei suoi ranghi nonché controllarne e coordinarne le azioni.

Il 26 giugno 1944 la banda del Russo rapì lungo la via della Libbia, poco distante dal Ponte di Sigliano, il colonnello tedesco Maximilian von Gablenz e il suo aiutante.

La reazione tedesca fu immediata e decisa: centinaia di ostaggi fermati e rinchiusi nella Chiesa della Chiassa, ma anche ad Anghiari e Ponte alla Piera. Affissione di bandi con un ultimatum di 48 ore, che minacciava la fucilazione di tutti gli ostaggi assieme all’incendio e alla distruzione del centro storico di Anghiari, oltre agli abitati di Montauto, Chiassa e Borgo a Giovi.

Ad Anghiari la maggior parte della popolazione fuggì via, trascinandosi dietro quello che poteva, compresi materassi e coperte.

Vennero fatti vari tentativi, per convincere il Russo a rilasciare il colonnello e il suo collaboratore, ma senza risultati. Il Russo continuava a ripetere: «anche se bruciare tutta Italia io non lasciare».

Il 28 giugno, alla scadenza dell’ultimatum, il Russo e la sua banda erano a San Piero di Anghiari, a mangiare, bere e gozzovigliare.

Fu grazie all’intuizione del Comandante della “Pio Borri”, capitano Rosseti, che si giunse ad una soluzione. Rosseti spedì il sottotenente partigiano Gianni Mineo, di Bagheria (PA) al Comando tedesco della Chiassa per chiedere uno spostamento della scadenza dell’ultimatum di almeno 24 ore. Mineo, coraggiosamente andò alla Chiassa e riuscì a far spostare l’ultimatum. Si recò poi sulle montagne di Anghiari alla ricerca del Russo, che trovò a Montemercole.

Ci volle una lunga, laboriosa e paziente trattativa tra Gianni Mineo e il Russo. Mineo scrisse poi di essere stato aiutato nel buon esito della mediazione da due uomini del russo: Altero Scimia detto “Tigre” e Giuseppe Rosadi detto “Barba”. Alla fine il Russo consegnò a Mineo i due tedeschi. I partigiani Giuseppe Rosadi e Bruno Zanchi collaborarono nel riaccompagnarli verso la Chiassa.

Quando Mineo, Rosadi, il colonnello von Gablenz e il suo aiutante arrivarono alla Chiassa, l’ultimatum era già scaduto da poco tempo e i primi prigionieri erano già stati portati fuori dalla chiesa per essere fucilati.

Il suono delle campane a festa mise fine all’incubo durato tre giorni e sancì sia la salvezza degli ostaggi, che quella di Anghiari.

Una drammatica vicenda, stranamente dimenticata dalla storiografia ufficiale, ma ben viva nella memoria di coloro che la vissero in prima persona.