Il piccolo museo del Diario

Sede e contatti
Piazza Plinio Pellegrini 1, Pieve Santo Stefano (Arezzo)
Telefono: 0575.797730/0575.797734
E-mail: piccolomuseo@archiviodiari.it
Sito web: https://www.piccolomuseodeldiario.it/it/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 9.30-12.30 e 15-18; sabato, domenica e festivi 15-18.

Biglietti
– Intero: 3 euro.
– Ridotto: 2 euro (studenti con meno di 25 anni, over 65,  possessori del Valtiberina Musei e Parchi Pass).
– Gratuito: bambini fino a 10 anni, guide turistiche, disabili, accompagnatori disabili, residenti di Pieve Santo Stefano, possessori di alcune carte    amici dell’Archivio secondo quanto specificato in attivalamemoria.it.
– L’ingresso è gratuito per tutti durante le giornate del Premio Pieve Saverio Tutino.
– Le visite di gruppo vanno sempre concordate telefonando allo 0575797730 o allo 0575797734, oppure scrivendo a: piccolomuseo@archiviodiari.it.

Organi direttivi
Albano Bragagni, Camillo Brezzi, Giacomo Benedetti, Lisa Marri.
Direttore: Camillo Brezzi
Conservatore/curatore: Natalia Cangi

Breve storia e finalità
Il piccolo museo del diario è un percorso museale nato per raccontare l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano e le testimonianze autobiografiche che esso contiene, in una maniera innovativa e coinvolgente. L’Archivio è una casa della memoria: una sede pubblica che conserva scritti di memorie private. Ideato e fondato da Saverio Tutino, serve non solo a custodire, come un museo, brani di scrittura popolare: vuole far fruttare in vario modo la ricchezza che in esso viene depositata. Per cominciare abbiamo avuto l’idea di incentivare l’afflusso con un concorso, il Premio Pieve. Abbiamo pubblicato su alcuni giornali un piccolo avviso e in poche settimane sono arrivati più di cento testi e raccolte di lettere. Adesso nella sua sede l’Archivio ne conserva quasi 7000.

Patrimonio
Molte di queste memorie sono e saranno esposte al Piccolo museo, che si configura come una forma di condivisione molto originale di questi materiali, che oggi si articola attraverso quattro sale: all’interno delle prime due, accessibili dalla sala consiliare del cinquecentesco Palazzo Pretorio, è stata collocata un’installazione artistica multiutente che permetterà ai visitatori di ascoltare, vedere e sfiorare alcune tra le storie più affascinanti scelte tra gli oltre settemila diari, memorie ed epistolari conservati in Archivio.
Basterà avvicinarsi ad uno dei venti cassetti incastonati in una bellissima parete di legno artigianale che simboleggia gli “infiniti” scaffali dell’Archivio, estrarlo e contemplarne il contenuto: ci si ritroverà di fronte a quindici schermi digitali e cinque diari originali, che permetteranno di leggere i contenuti delle storie che verranno contestualmente raccontate da una delle voci narranti dell’Archivio (Andrea Biagiotti, Grazia Cappelletti, Mario Perrotta, Paola Roscioli). A completare l’impatto emozionale visivo e uditivo, il bisbiglìo di sottofondo dal quale si stagliano le parole dei protagonisti: è quel “fruscìo degli altri” che il fondatore dell’Archivio Saverio Tutino, al quale il museo è dedicato, udiva levarsi dagli scaffali che andavano riempiendosi di diari, con il passare degli anni e con l’incrementarsi del patrimonio autobiografico della fondazione.

I diari, e le vite in essi racchiusi che oggi popolano i cassetti del Piccolo museo del diario appartengono a: 
Vincenzo Rabito, Maria Pia Farneti, Paolino Ferrari, Saverio Tutino, Antonio Sbirziola, Ettore Finzi e Adelina Foà, Emilia, Luigi Re, Massimo Bartoletti Stella, Orlando Tonelli, Raul Rossetti, Luisa T., Antonio Rossi, Sisto Monti Buzzetti, Tommaso Bordonaro, Liberale Medici, Maria Anichini, Francesco Stefanile, Orlando Orlandi Posti, Leo Ferlan.
Le storie attualmente inserite nei cassetti possono essere sostituite in ogni momento, offrendo la possibilità di costruire percorsi museali e tematici sempre nuovi e di valorizzare ricorrenze o celebrazioni.

dotdotdot sono i progettisti del percorso museale del Piccolo museo del diario, gli artefici di un’architettura che armonizza tutte le tecnologie necessarie al funzionamento dell’installazione: impianto audio e video, sensori, microcontroller, luci e computer. Si sono ispirati al racconto che Mario Perrotta, testimonial dell’Archivio dei diari, ha scritto ne “Il paese dei diari” (Terre di mezzo, 2009). 
La terza sala del Piccolo museo del diario ospita il Lenzuolo di Clelia Marchi, emblema dell’autobiografia e dell’attività di raccolta dell’Archivio: è il “diario” scritto da una contadina di Poggio Rusco direttamente su un lenzuolo del proprio corredo, largo più di due metri. Oltre a osservare l’originale posto all’interno di una teca conservativa, ai visitatori sarà possibile navigare le righe scritte da Clelia con la tecnologia touchscreen, che offre anche significative panoramiche su altre e preziosi opere autobiografiche conservate a Pieve Santo Stefano. La quarta sala racconta invece l’epica di Vincenzo Rabito, cantoniere ragusano che ha raccontato la propria straordinaria vita, articolata attraverso gli eventi principali del Novecento, in 1027 “pacene” scritte caparbiamente e istrionicamente da un uomo analfabeta.
Il Piccolo museo del diario è la naturale evoluzione del progetto Impronte digitali ma è anche una delle tappe più significative del Memory Route, un innovativo progetto di turismo esperienziale che ha tra i suoi promotori l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano.




Museo dell’oro “Unoaerre”

Sede e contatti
Via Fiorentina 550 – 52100 Arezzo
Telefono:
0575 925953
0575 925862
E-mail: centrodi@unoaerre.it
Sito web: http://www.unoaerre.it/it/museo
Orari di apertura: per visitare il museo è gradita la prenotazione.

Organi direttivi
Direttore e Conservatore del Museo: Giuliano Centrodi (giulianocentrodi@gmail.comcentrodi@unoaerre.it)

Breve storia e finalità
L’industria orafa Uno A Erre, leader mondiale nel settore dell’oreficeria, il 7 marzo 1998 ha inaugurato il primo museo aziendale aretino, primo museo italiano di oreficeria, legato al più prezioso dei metalli e alla più prestigiosa delle produzioni per non disperdere la memoria storica della sua laboriosa attività ed offrire un percorso espositivo dall’archeologia industriale alle ultime creazioni di Giò Pomodoro.

L’archeologia industriale presenterà vecchi macchinari e utensili a documentare i primi sussidi tecnologici applicati all’industria orafa: le macchine per la fabbricazione delle catene storiche degli anni ’30 – ’40 – ’50, per l’incisione meccanica (il guilloché), per la costruzione delle palline e gli utensili per sbalzare, cesellare , incidere e incastonare le pietre preziose.

I disegni e i progetti creativi partono dal 1946, i materiali cartacei furono distrutti durante i bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale; restano notevoli i progetti acquisiti a Parigi negli anni Cinquanta che influenzeranno la produzione italiana e saranno di insegnamento per l’affermarzione dell’Italian Style; da segnalare anche presenze di creativi tedeschi e naturalmente italiani.

La collezione storica con oltre cinquecento gioielli e oreficerie d’oro e d’argento, alcuni anche esemplari unici che dagli anni’20,  raccoglie gli ultimi bagliori della Belle Epoque e dello stile ghirlanda per giungere agli stilemi geometrici dell’Art Déco e ai gioielli autarchici di argento. Il dopoguerra è rappresentato dai bracciali “tank” e hollywoodiani, dai pendenti a “mina”, dalle spilline “animalier” tratte anche dai personaggi della Walt Disney.

Gli anni ’60 si caratterizzano per i gioielli ricchi di colore; si recuperano le antiche lavorazioni degli smalti traslucidi e l’affermazione della microfusione cambia il volto al gioiello, da bassorilievo a tuttotondo. Gli scultori e anche i pittori fanno le loro “incursioni” nell’oreficeria e influenzeranno le produzioni successive (Cappello, Galoppi, Bini), così nei primi anni ’70 vedremo i gioielli optical e pop. Gli anni ’80 si arricchiranno delle collaborazioni degli stilisti francesi e americani (Luois Fèraud e Oscar de la Renta) per giungere alle creazioni degli artisti orafi-gioiellieri (Forlivesi, Fallaci) e designer (Buti)..

Sono presenti anche alcuni pezzi unici realizzati dal grande scultore, Giò Pomodoro che nel 1995-99 realizzò queste opere nei laboratori Uno A Erre alla presenza dei giovani studenti dell’Università degli Studi di Siena e di Venezia svelando i suoi sistemi di progettazione, di fusione nell’osso di seppia, nella pietra friabile di Vicenza e nei mattoncini di carbone di cerro. Queste pregiate realizzazioni hanno fatto il giro del mondo nelle più importanti rassegne dell’oreficeria d’artista (New York, Tokyo, Vienna e Venezia nel circuito della Biennale del 1985).

 Il medagliere raccoglie numerose medaglie e placchette di grandi artisti e famosi incisori delle zecche più importanti di Europa (B.Bini, Canuti, P.Cascella, Dalì, Fiume, Galoppi, C.Giampaoli, Giannone, Greco, Manzù, Messina, Moschi, O.P.Orlandini, G.Pomodoro, Romagnoli, Rousseau, Scatragli, Sikora, Tot, Venturi e Veroi).

 Il Museo della Gori&Zucchi rispecchia l’immagine della più grande industria orafa, la sua notorietà e la sua storia, l’autorevole affermazione nel mondo creativo ed economico produttivo sulla scia dei saldi valori culturali, sociali, artistici della grande civiltà della laboriosa terra aretina.

Patrimonio
In fase di schedatura, non ancora quantificato




Archivio storico del Comune di Impruneta

Sede e contatti
Piazza Buondelmonti 19/20, Impruneta, Firenze.
Telefono: 055 2036404/407
E-mail: s.megli@comune.impruneta.fi.it
g.bertini@comune.impruneta.fi.it
Sito web: http://159.213.91.28/Engine/RAServePG.php/P/274710010300/M/257810010709
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=cons&Chiave=10155
Orari di apertura: Aperto su appuntamento (telefonico o e-mail). La domanda per la consultazione dei documenti in esso contenuti si può compilare direttamente in Archivio.

Organi direttivi
Responsabile: Dr. Gianluca Bertini
Referente: Dr. Samuele Megli

Patrimonio
Il comune di Impruneta, istituito dal 1° gennaio 1929, conserva nel proprio archivio la documentazione prodotta dal soppresso comune del Galluzzo. Come tutti gli archivi che hanno avuto origine in epoca precedente all’unificazione d’Italia, è costituito dalla sezione preunitaria e da quella postunitaria e raccoglie la documentazione relativa ad un’area territoriale molto più estesa di quella attualmente delimitata dai confini comunali.

I documenti relativi alla sezione preunitaria (1515-1865) sono ordinati, in base alla magistratura responsabile della loro produzione, nelle seguenti serie:

  • Archivio della Cancelleria del Galluzzo (1576-1808; 1814-1865)
  • Archivio della Cancelleria della Tassa del Macinato (1678-1808)
  • Archivio della Cancelleria dei Sobborghi di Firenze (1536-1775)
  • Archivio della Lega e Comunità del Galluzzo (1515-1808; 1814-1865)
  • Archivio della Mairie del Galluzzo (1808-1814)
  • Atti dell’Ingegnere del Circondario del Galluzzo (1826-1850)
  • Atti di altre comunità (1698-1826)

Nella sezione postunitaria (1866-1968) oltre agli atti prodotti dall’Amministrazione comunale costituiti in 49 serie (deliberazioni del consiglio e della giunta, contratti, registri e fascicoli inerenti la contabilità, affari militari, istruzione pubblica, stato civile, sicurezza, ecc.) sono conservati anche fondi documentari prodotti da enti che, pur avendo avuto personalità giuridica propria, hanno operato in stretta connessione con l’Amministrazione comunale, derivando addirittura da essa la loro possibilità di funzionamento. Fra questi, l’archivio delle Opere Pie, quelli della Congregazione di Carità poi Ente comunale di assistenza (ECA), del Patronato scolastico, del Giudice Conciliatore, del comitato territoriale dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia.

Strumenti di Consultazione
Inventario dell’archivio preunitario del Comune di Impruneta, a cura di Ivo Regoli e Giancarlo Nanni, Firenze, All’Insegna del giglio, 1990. Inventario dell’archivio postunitario del Comune di Impruneta, a cura di   Barbara Salotti, Firenze, All’Insegna del giglio, 2011.

 




La Biblioteca del Comune di Impruneta

Sede e contatti
Piazza Buondelmonti 19-20 50023 Impruneta (Firenze)
Telefono: 055.2036 404
E-mail: biblioteca@comune.impruneta.fi.it
Sito web: http://159.213.91.28/Engine/RAServePG.php/P/262910010200/M/262810010200
Orari di apertura:
Mattina      09.00/13.00     lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato
Pomeriggio 14.00/19.00    martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato

Organi direttivi
Responsabile: Gianluca Bertini
Referente: Samuele Megli

Breve storia e finalità
La prima notizia su una biblioteca nel territorio comunale risale all’inaugurazione di quella popolare circolante, avvenuta ad Impruneta, domenica 27 marzo 1870 alle 16, alla presenza della banda musicale. Era nata su iniziativa di Antonio Zaccaria, presidente della Società per la lettura «con lo scopo d’istruire il popolo mediante la circolazione di buoni libri che ch’estirpino l’ignoranza e la superstizione, e che infondano nobili sentimenti verso Iddio, la Patria, e l’Umanità». Al momento dell’inaugurazione i membri della società per la lettura erano 36 e pagavano una quota mensile di adesione pari a 50 centesimi, mentre i libri della biblioteca erano oltre 200, la maggior parte dei quali donati da «illustri personaggi».

L’attuale biblioteca è erede di quella di cui si trovano notizie in archivio storico comunale fra gli atti del 1958, quando un comitato, composto da 15 membri eletti dal consiglio comunale, inizia a riunirsi periodicamente per organizzare un servizio di prestito di libri per la cittadinanza. Il suo regolamento verrà approvato con deliberazione del Consiglio comunale il 1 aprile dello stesso anno. La biblioteca, grazie alla presenza dei volontari, apre sperimentalmente al pubblico martedì 12 maggio 1959 e, dal mese di giugno successivo, l’orario di apertura risulta articolato su tre giorni (martedì, 18,30-20, venerdì 21-22,30, domenica 9,30-11,30).
Nel 1968 la biblioteca, che fino a quel momento aveva trovato ospitalità nella stanza del Consiglio comunale, si dota di una propria sede nei locali posti al primo piano di via Paolieri n. 12. L’inaugurazione avverrà alla presenza del regista e scrittore Cesare Zavattini il 29 giugno 1968.
Dal 1982 l’orario di apertura al pubblico viene esteso su sei giorni e dalla fine degli anni Ottanta il comitato inizia a riunirsi in maniera sempre più discontinua, lasciando sempre più spazio alla professionalità degli impiegati. Grazie alla loro competenza e all’adozioni di strumenti automatizzati sono loro che riescono a fare crescere il servizio in maniera esponenziale, creando i presupposti per la nascita e sviluppo di servizi condivisi e in cooperazione con altre biblioteche del territorio che oggi ha portato all’adesione al Sistema bibliotecario integrato dell’area fiorentina (SDIAF). Dal 13 febbraio 1999 la biblioteca comunale di Impruneta ha sede in piazza Buondelmonti.

Patrimonio
Al 31 dicembre 2013: Documenti bibliografici posseduti: 27.503 •Documenti bibliografici per bambini e ragazzi: 4.848 •Documenti bibliografici della sezione Multiculturale: 95 •Documenti bibliografici in lingue diverse dall’italiano: 1007 •Documenti video: 400 Documenti audio su vinile e cd: 1806 •Opere in consultazione: 1.460 •Abbonamento in corso a riviste: 25 •Testate di quotidiani: 5

 




Archivio storico Piaggio


Sede e contatti
viale Rinaldo Piaggio 7, 56025 Pontedera (PI)
Telefono: 0587.27171
E-mail: archivio@museopiaggio.it
Sito web: http://www.museopiaggio.it/presentazione-archivio/
Orari di apertura: Esclusivamente su appuntamento, dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 18.00

Organi direttivi
Presidente Fondazione Piaggio: Riccardo Costagliola
Responsabile generale: Sabrina Caredda
Relazione Esterne: Annalisa Rossi
Responsabile del coordinamento tecnico: Sergio Galli
Curatore allestimenti museali: Nicolino di Carlo
Progetti didattici: Romina Giannotti
Archivio Storico: Mariamargherita Scotti

Breve storia e finalità
L’Archivio Storico conserva la documentazione relativa all’attività di Piaggio. Costituito grazie al lavoro di ricerca avviato da Tommaso Fanfani alla metà degli anni ’90, l’Archivio Storico è stato inaugurato nel marzo del 2000.

Patrimonio
Grazie a successivi conferimenti, l’Archivio è attualmente costituito da 7 fondi (Atti Dovuti, Direzione Generale, Direzione Commerciale, Personale, Produzione e Progettazione, Iconografico, Lanzara) e 10 archivi aggregati (Gilera, OMAO-Officine Macchine Africa Orientale, SARPI-Società Anonima Rappresentanze Prodotti Industriali, Lanzara Donazione, Confindustria, Gilberto Filippetti, Marco Stilci, Tommaso Fanfani, Donazioni, Fonti Orali), per un totale di quasi 5.000 filze.

 

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Museo Piaggio

Sede e contatti
Viale Rinaldo Piaggio 7, 56025 Pontedera (PI)
Telefono: 0587.27171
E-mail: museo@museopiaggio.it
Sito web: www.museopiaggio.it
Orari di apertura: dal martedì al sabato: 10-18; domenica(seconda e quarta domenica del mese) 10– 18. Chiuso il lunedì.
Nei mesi di luglio e agosto il Museo sarà aperto tutte le domeniche 10.00 – 18.00Ingresso gratuito.

Organi direttivi
Presidente Fondazione Piaggio: Riccardo Costagliola
Responsabile generale: Sabrina Caredda
Relazione Esterne: Annalisa Rossi
Responsabile del coordinamento tecnico: Sergio Galli
Curatore allestimenti museali: Nicolino di Carlo
Progetti didattici: Romina Giannotti
Archivio Storico: Mariamargherita Scotti

Breve storia e finalità
Il Museo Piaggio è stato inaugurato nel 2000 nei 3000 m² dell’ex Attrezzeria, attiva fino al 1996: uno dei capannoni più antichi dello stabilimento, la cui ristrutturazione rappresenta un armonico esempio di trasformazione di un’area industriale da polo produttivo a centro di promozione artistica e culturale. Il Museo rappresenta un importante polo di attrazione per il territorio, grazie alle numerose attività che la Fondazione Piaggio promuove in collaborazione con le amministrazioni pubbliche e la rete associativa locale.

Patrimonio
Il Museo ripercorre la storia dell’azienda Piaggio e dei suoi marchi attraverso l’esposizione dei suoi prodotti più celebri. La collezione Vespa è costituita da una ricca selezione di Vespa di serie prodotte dal 1946 ad oggi, ed è arricchita dalla presenza del primo prototipo MP6 disegnato da Corradino d’Ascanio nel 1945. La collezione Gilera è composta da alcune moto della casa di Arcore, acquisita da Piaggio nel 1969.

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Archivio Arcivescovile di Firenze

Sede e contatti
Viale Ludovico Ariosto 13, 50124 Firenze
Telefono: 055.2763745; 055.2763779
E-mail:  archivio@diocesifirenze.it
info@diocesifirenze.it
Sito web: http://www2.firenze.chiesacattolica.it/pls/diocesifirenze/v3_s2ew_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=23969
http://www2.firenze.chiesacattolica.it/pls/diocesifirenze/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=23989
Orari di apertura: lunedì, martedì, giovedì e venerdì 9.30-12.30

Organi direttivi
Direttore dell’archivio:  Mons. Gilberto Aranci.

Breve storia e finalità 
L’Archivio arcivescovile di Firenze si è formato nei secoli, a partire dall’alto Medioevo, attraverso la produzione di documenti di tre istituzioni legate all’attività e al governo pastorale del vescovo: l’amministrazione dei beni appartenenti alla Mensa vescovile, in seguito arcivescovile, la Cancelleria e il Tribunale ecclesiastico.  Di recente tutto il materiale documentario dell’Archivio è stato riordinato e inventariato mantenendo la distinzione dei tre fondi principali (Mensa arcivescovile, Cancelleria, Tribunale ecclesiastico), cui si è aggiunto un quarto comprendente sia nuove acquisizioni sia archivi depositati per custodia (riferimento bibliografico: Archivio arcivescovile di Firenze, in V. Monachino – E. Boaga – L. Osbat – S. Palese (edd.), Guida degli Archivi diocesani d’Italia, I, Roma 1990, 157-161).

Patrimonio
Di particolare interesse per la storia del ‘900 sono le carte conservate nelle sezioni “Corrispondenza degli arcivescovi” e  “Visite pastorali” (arcivescovi Card. A.M. Mistrangelo, Card. E. Dalla Costa) del Fondo della Cancelleria. Notizie più accurate circa il patrimonio documentario sono consultabili sul web della diocesi:
http://www2.firenze.chiesacattolica.it/pls/diocesifirenze/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=24068

 




Archivio storico e di deposito del Comune di Arezzo

Sede e contatti
Via della Fiorandola 34, 52100, Arezzo
Telefono: 0575.23159
E-mail: archiviostorico@comune.arezzo.it
Sito web: http://www.comune.arezzo.it/il-comune/servizio-informatico-sportello-unico-marketing/servizio-archivio-e-protocollo/archivio-storico-e-di-deposito/sedi-ed-orari-archivio-storico-e-archivio-di-deposito
Orari di apertura: Invernale da settembre a luglio, martedì e giovedì 8:30-13.30 e 15.30-17.30; estivo dal luglio a settembre, martedì e giovedì 8.30-13.30

Organi direttivi
Comune di Arezzo – Ufficio Protocollo e Statistica

Breve storia e finalità

L’Archivio Storico (Postunitario) del Comune di Arezzo è stato istituito con deliberazione della Giunta Municipale 11 aprile 1991, n. 1670, in attuazione di quanto previsto dal Decreto del Presidente della Repubblica 1409/63 relativamente alla Sezione separata di archivio. La struttura accoglie comunque anche la Sezione di deposito dell’Archivio comunale.
Il nucleo centrale del materiale facente parte della Sezione separata è costituito dall’archivio postunitario del Comune di    Arezzo, dagli archivi di commissioni, comitati e consorzi che hanno avuto sede presumibilmente presso il Comune di Arezzo, dagli archivi aggregati prodotti da istituzioni che hanno cessato di esistere, da fondi prodotti da istituzioni diverse.
Il materiale è affluito all’archivio storico in gran parte nella primavera del 1993, quando divenne operativa la sede di via della Fiorandola e, in seguito, attraverso versamenti o prelievi particolari.
Presso l’Archivio storico comunale sono presenti anche alcune unità pertinenti all’Archivio preunitario del Comune di Arezzo, mentre gli archivi prodotti dal Comune medioevale e dalla Comunità di Arezzo sono depositati dal 1 agosto 1941 presso l’Archivio di Stato di Arezzo, allora costituito.

Patrimonio    
A tutt’oggi sono depositate presso l’Archivio Storico del Comune di Arezzo circa cinquantamila unità archivistiche, in parte afferenti alla sezione separata, e in maggior misura appartenenti alla sezione    di deposito. Una porzione consistente di questo materiale (circa diecimila unità archivistiche) è stato inventariato, mentre l’elenco di consistenza dell’intero complesso documentario (esclusi i versamenti più recenti) è consultabile tramite il sito web del Comune di Arezzo:
http://www.comune.arezzo.it/il-comune/direzione-generale/ufficio-protocollo-e-statistica/archivio-e-protocollo/archivio-storico-e-di-deposito/consistenza-e-struttura