Società toscana per la storia del Risorgimento

Sede e contatti
Via S. Egidio 21, 50122 Firenze
Telefono: 055.2480561
E-mail: segreteria@toscanarisorgimento.it
Sito web: http://www.toscanarisorgimento.it/

Organi direttivi
Presidente e legale rappresentante: Sandro Rogari

Breve storia e finalità
Le origini: nella tarda primavera del 1946, all’indomani del ventennio fascista ed al chiudersi della drammatica esperienza bellica, Eugenio Artom, Sergio Camerani, Carlo Morandi, Giovanni Calò, Alessandro Levi, Raffaele Ciampini,  studiosi ed appassionati di storia del Risorgimento,  si riunivano per dar vita alla Società Toscana per la storia del Risorgimento con lo scopo, come scriveva Artom nel 1971, “di ritornare alla Storia, riviverla senza preconcetti e senza deformazioni politiche, per conoscerla con obiettività di indagine, per ripensarla con sincerità di meditazioni, per farla conoscere agli Italiani che l’avevano mal conosciuta o che l’avevano dimenticata, così da poterne trarre insegnamenti nuovi a meglio comprendere la realtà del presente e le possibilità del futuro”.

L’Assemblea dei soci, riunitasi il 30 giugno 1946 nel complesso delle ex Oblate, in via Sant’Egidio, a Firenze, decretava la costituzione della nuova associazione, che si ricollegava all’esperienza maturata in seno al Comitato Fiorentino della Società Nazionale per la storia del Risorgimento al Museo del Risorgimento di Firenze, trasformatosi, nell’agosto 1945, nella Biblioteca Archivio del Risorgimento. Così la Società Toscana trovava la propria naturale sede nella Biblioteca del Risorgimento, nata appena un anno prima al termine della breve e travagliata esistenza che aveva caratterizzato il Museo del Risorgimento sin dalla sua costituzione nel 1909.

Le finalità: fin dalle sue origini, la Società Toscana indirizzava i suoi sforzi nella duplice direzione individuata nello Statuto Sociale approvato nel novembre 1946 e recentemente aggiornato: promuovere in Toscana la conoscenza della storia del Risorgimento e dell’Italia unita, organizzando convegni, giornate di studio, cicli di conferenze, mostre documentarie, pubblicando, fin dal 1955,  la Rassegna Storica Toscana, curando  la collana Biblioteca Storica Toscana, dando alle stampe una serie nutrita di pubblicazioni (monografie, repertori, cataloghi) che permettessero la raccolta, e la divulgazione dei risultati delle ricerche di storia fiorentina e toscana fra Settecento e Novecento, sempre legate alla più ampia articolazione della storia nazionale ed internazionale;  ricercare e conservare il materiale documentario e iconografico  riguardante la storia cittadina e regionale fra XVIII e XX secolo.

L’attività della Società si è sempre contraddistinta per l’organizzazione di convegni e giornate di studio, per la cura di mostre documentarie e per l’organizzazione di cicli di conferenze.
Oltre all’attività scientifica, la Società ha costantemente svolto un’opera di divulgazione della conoscenza storica del periodo risorgimentale.
L’attività della Società Toscana si è sempre caratterizzata per gli aiuti forniti a studiosi e studenti, per lavori di ricerca storica e tesi di laurea, grazie al costante impegno, nel sostegno alla consultazione scientificamente guidata del patrimonio bibliografico ed archivistico conservato nella Biblioteca Archivio del Risorgimento, arricchito dai fondi direttamente posseduti dalla Società Toscana e dei versamenti che, grazie all’impegno dei Consiglieri della Società, l’Istituto ha potuto garantirsi nel corso dei decenni.

Il patrimonio
Il patrimonio librario e documentario è considerevole: 22.000 volumi ed opuscoli sciolti, alcuni dei quali di grande pregio (miscellanee Vannoni e Ceccherini);  una raccolta di periodici che comprende i più importanti giornali fiorentini e toscani della metà dell’Ottocento (dall’”Antologia” alla “Patria”, dal  guerrazziano “Corriere livornese”  al montanelliano “Italia”,  ai rari “Indicatore livornese”, “Inferno”, “Scossa elettrica”); una collezione di proclami che comprende oltre 5.000 pezzi, dal periodo napoleonico alla fine del  XIX secolo; oltre 2500 inserti di documenti (val qui la pena di ricordare, in ordine sparso, le carte Bartolommei, Sansone d’Ancona, De Laugier, Enrico Poggi, Zannetti, Campanella, Luciani, Mazzucchelli, Pittaluga) i ricordi del Foscolo (raccolti al momento della translazione della salma dal cimitero di Chiswick alla basilica di S.Croce,  il fondo Antonio Bicchierai e, soprattutto, l’Archivio Fenzi (donato nel 1950 dagli eredi) che, con le sue oltre cento filze, costituisce, per le molteplici attività intraprese e per la rete di contatti e rapporti,  nazionali ed internazionali, intessuti dai noti banchieri fiorentini, una straordinaria fonte di conoscenza per la storia toscana ed italiana del XIX secolo.
Anche la raccolta iconografica è degna di menzione. Accanto ai dipinti del Lanfredini (La fucilazione di Ugo Bassi),  del Giacomelli (Lo scoprimento del monumento a Dante in Piazza S.Croce, ora esposto in Palazzo Vecchio) del Fabbi (La morte di Anita Garibaldi), dell’Uzielli (L’entrata di Vittorio Emanuele II al Quirinale), dello Steffani (Casa Garibaldi a Caprera), la Biblioteca possiede una notevole serie di stampe, caricature, allegorie che spaziano dalla fine del XVIII secolo alla prima Guerra Mondiale e che costituiscono una raccolta di circa 5.000 pezzi, tra cui, molto particolari, una serie di schizzi a penna che alcuni deputati facevano ai colleghi durante le sedute della Camera tra la fine dell’800 ed i primi anni del ‘900. Degni di menzione sono inoltre due piccole raccolte di impressioni dal vero: gli acquerelli di Felice Donghi relativi alle Cinque Giornate di Milano e gli oli di Faustino Joli sui corpi combattenti durante la I Guerra d’Indipendenza (fra cui spicca un soldato della fanteria di linea toscana del 1848).

 




Fondazione Archivio Diaristico Nazionale Onlus

Sede e contatti
Sede legale: Piazza Plinio Pellegrini, 1, 52036 Pieve Santo Stefano AR.
Sede operativa: Piazza Amintore Fanfani, 14, 52036 Pieve Santo Stefano AR.
Telefono: 0575.797730; -797731
E-mail: adn@archiviodiari.it
Sito web: http://archiviodiari.org/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 8:30-13 e 15-18; è consigliata la prenotazione.
Chiuso sabato, domenica e festivi.

Organi direttivi
Presidente: Albano Bragagni
Vicepresidente: Lisa Marri
Direttore scientifico: Camillo Brezzi
Direttrice organizzativa: Natalia Cangi.

Breve storia e finalità
L’Archivio Diaristico Nazionale nasce come centro italiano di raccolta delle scritture autobiografiche nel 1984, su iniziativa del giornalista e scrittore Saverio Tutino e per volontà del Comune di Pieve Santo Stefano. Dal 1991 diviene una Fondazione con personalità giuridica privata, riconosciuta inizialmente dalla Regione Toscana e, il 7 giugno 2000, con Decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali. La Fondazione Adn, per la sua vocazione di raccolta pubblica e pubblicamente fruibile, non ha fini di lucro.

Il 16 luglio 1999 ottiene dalla Sovrintendenza Archivistica per la Toscana la notifica di “Archivio di notevole interesse storico” ai sensi del D.P.R. del 30 settembre 1963, n° 1409. La motivazione della certificazione è così esplicitata: “Archivio in oggetto costituisce la più importante raccolta sul territorio nazionale di diari personali, memorie, epistolari e, in generale, di documenti di tipo memorialistico”.
Il 3 giugno 2009 l’Archivio riceve dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali la notifica relativa alla Dichiarazione di interesse culturale (di cui al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 – Codice dei Beni Culturali) con la seguente motivazione: “Perché costituisce un complesso di eccezionale valore storico, riunendo un complesso di diari, memorie ed altri scritti inediti, testimonianze orali e fotografiche relativi ai vari aspetti della storia, del lavoro e della vicenda umana costituendo un complesso di fonti di interesse antropologico utili a documentare, tra l’altro, la storia italiana ed europea”.

Patrimonio
Il patrimonio dell’Archivio, costituito da circa 7000 scritti autobiografici, in continuo incremento, è interamente catalogato, con il software Cds/Isis fornito in Italia dalla Dba per conto dell’Unesco. Per completare la catalogazione informatica, la Fondazione ha ricevuto finanziamenti dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Arezzo e dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. É stato realizzato dall’Ufficio centrale dei Beni Archivio centrale di Stato, Archivio. I cataloghi Archivio, sia del fondo inedito (6515 testi) che della sua biblioteca di saggi e volumi Opac del polo bibliotecario aretino. Nel 2014 il sistema di catalogazione verrà sostituito da EOS.web.

Molti dei 7000 testi sono arrivati di anno in anno per partecipare al Premio Pieve Saverio Tutino, al quale possono partecipare diari, memorie ed epistolari. Oltre cento diari che hanno partecipato al premio, sono stati pubblicati presso case editrici di prestigio, come Einaudi, Mondadori, Giunti, Baldini & Castoldi, Mursia, Il Mulino. Con il titolo Terra matta, l’editore Einuadi ha pubblicato nel marzo 2007 l’opera di Vincenzo Rabito, vincitore del concorso 2000, ritenuta da molti esponenti del mondo culturale, nonché dallo stesso Ministero per i beni culturali, un capolavoro letterario.

 




Società storica della Valdelsa

Sede e contatti
Via Tilli 41 – Casella postale 184 – 50051 Castelfiorentino (Firenze)
Telefono: 0571.686308
E-mail:  info@storicavaldelsa.it
Sito web: http://www.storicavaldelsa.it

Organi direttivi
Presidente: Fabio Dei
Vice Presidente: Enzo Linari

Breve storia e finalità
La Società fu fondata nel 1892, a Castelfiorentino, da un gruppo di personalità valdelsane con “il compito di studiare la storia di questa regione e delle varie terre in essa comprese, mettendo in luce i suoi lavori in un periodico”. Nel 1893 apparve la rivista “Miscellanea Storica della Valdelsa”, oggi pubblicata dall’editore Olschki e giunta al fascicolo 325. Nel 1977  iniziata la collana di monografie “Biblioteca della Miscellanea Storica della Valdelsa”, che conta 26 volumi, edita da Olschki.

Dall’inizio degli anni Sessanta del Novecento la Società ha avviato un profondo rinnovamento del suo ruolo nel panorama culturale della Valdelsa, instaurando una costante e proficua collaborazione con gli enti locali, così come, successivamente, con il Ministero dei Beni Culturali e la Regione Toscana. A ciò ha fatto seguito un’apertura allo studio della storia contemporanea, che si è riflesso sia nell’organizzazione di convegni, sia nella pubblicazione di studi e ricerche. Ricordiamo soltanto Antifascismo e Resistenza in Valdelsa; La Valdelsa fra le due guerre; I centri della Valdelsa dal medioevo a oggi; La lotta politica in Valdelsa dal 1892 al 1915.

É intenzione della Società sviluppare la ricerca sui seguenti temi:
* l’influenza delle idee socialiste e la formazione delle amministrazioni guidate dai socialisti nella Valdelsa di fine Ottocento;
* la nascita della subcultura rossa;
* la crisi del regime liberale, il biennio rosso e la presa del potere da parte del fascismo;
* il regime fascista ( già in corso una ricerca sull’internamento civile nel periodo della seconda guerra mondiale);
* l’antifascismo negli anni del “consenso”;
* gli attori della formazione di una nuova subcultura rossa nel secondo dopoguerra: partiti, sindacati, movimenti sociali ed espressioni della società civile;
* i movimenti di protesta studenteschi e dei lavoratori tra la fine degli anni ′60 e l’inizio degli anni ′70.

Patrimonio
Archivio storico: comprende le carte della Società e i fondi di Michele Cioni, Camillo Mari, Olinto Pogni, Socrate Isolani, Carlo Talei Franzesi, per un totale di 1.273 unità archivistiche. Dichiarazione di interesse culturale: Decreto Ministero Beni e Attività Culturali n. 97/2012 del 9/3/2012.
65 riviste (che pervengono per cambio).
3400 volumi.
1492 spogli di articoli della “Miscellanea Storica della Valdelsa”
Il patrimonio bibliografico  consultabile online sull’Opac della Rete geografica REA.net all’indirizzo: http://reanet.empolese-valdelsa.it/it/cataloghi/catalogo-online, selezionando Società Storica della Valdelsa, sotto la voce Biblioteca.

 

 




Fondazione Ernesto Balducci Onlus

Sede e contatti
Via dei Roccettini 9, 50016 Fiesole (Firenze)
Telefono: 055.599147
E-mail: fondazionebalducci@virgilio.it
Sito web: http://www.fondazionebalducci.it/
Orari di apertura: su appuntamento.
Orari della segreteria: lunedì ore 15-19; mercoledì e venerdì ore 9 – 14:00 e 15-19

Organi direttivi
Presidente: Andrea Cecconi

Breve storia e finalità
All’indomani della scomparsa di P.Balducci, avvenuta nell’aprile del 1992, fu costituito un comitato promotore, con lo scopo di costituire una Fondazione intitolata al Padre Scolopio, che ne costituisse  l’eredità spirituale e culturale, a partire dalla conservazione dell’ingente materiale archivistico ad essa ceduto dagli eredi. La Fondazione ebbe il riconoscimento giuridico da parte della regione Toscana nel Febbraio del 1996 e poco dopo fu iscritta nell’albo degli Enti Onlus.

La Fondazione Balducci ha per Statuto lo scopo di promuovere iniziative in grado di diffondere la conoscenza ed il pensiero do P,.Balducci e di dar luogo ad eventi politici, culturali e sociali per un educazione ad una cultura di pace, alla convivenza interetnica ed interreligiosa ispirate alla concezione balducciana dell’uomo planetario. In particolare le attività pubbliche, editoriali e formative si rivolgono soprattutto alle giovani generazioni nella prospettiva di un rinnovamento culturale, sociale ed ecclesiale.

L’impegno della Fondazione si articola in varie modalità : da quelle seminariali e convegnistiche a quelle editoriali, fino ad iniziative artistiche, mostre, tavole rotonde e presentazioni di libri. Gli atti degli eventi promossi sono raccolti nella pubblicazione quadrimestrale dei “Quaderni della Fondazione”. 

Patrimonio
Il patrimonio della Fondazione è costituito dall’Archivio e dalla Biblioteca di P.Balducci, riconosciti “di notevole interesse storico” dalla Sovrintendenza ai Beni Archivistici.  L’archivio è ripartito in due grandi settori pubblico e privato e da un’ingente raccolta di materiale emerotetecario, iconografico ed audiovisivo. La Biblioteca appartenuta a Balducci ha una consistenza di circa 5000 volumi suddivisi nelle sezioni teologica, filosofica, letteraria e storiografica. Dal 2003 la Biblioteca partecipa alla rete del Servizio Documentario Integrato Area Fiorentina (SDIAF).

Della Biblioteca esiste il catalogo on-line e cartaceo. L’Archivio e la Biblioteca sono a disposizione per lo studio e la consultazione nell’orario di apertura della Segreteria della Fondazione. Nella sala di lettura sono a disposizione : un Catalogo cartaceo della Biblioteca, una fotocopiatrice, opere di riferimento. Il servizio di assistenza alla consultazione ed alla ricerca bibliografica è assicurato al materiale presente.




Archivio Storico del Movimento Operaio e Democratico Senese (ASMOS)

Sede e contatti
Via San Marco, 90 – 53100 Siena (SI)
Telefono: 0577.284244
E-mail: asmos_archivio@libero.it
Sito web: http://www.retedocumentaria.siena.it/index.php/rete/archivi/archivio-storico-movimento-operaio-democratico-senese-asmos/
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=29869&RicProgetto=reg-tos

Organi direttivi
Referente: Marisa Ciuccariello, Vittoria De Dominicis.
Responsabile: Archivio storico del Comune di Siena.

Breve storia e finalità
L’ASMOS nasce nel 1988 come “Archivio storico del Movimento Operaio e Democratico Senese” da un’idea di Vasco Calonaci (1927-1998) che, al termine della sua attività di Deputato della Repubblica (1979-1987) iniziò la raccolta di vari carteggi politici.

L’ASMOS assunse fino dalla fondazione la forma giuridica di una associazione autonoma senza fini di lucro; nel 1996 ottenne il riconoscimento di notevole interesse storico da parte della Soprintendenza Archivistica della Regione Toscana. Dal 2011 è iscritto alla sezione provinciale di Siena del Registro Regionale delle Organizzazioni del Volontariato ed aderisce al Cesvot. Ne sono stati Presidenti: Vasco Calonaci (1988-1998), Roberto Barzanti (1998-2001), Alessandro Orlandini (2001-2010), Stefano Maggi (2010-2012), Massimo Bianchi (dal 2012).

Patrimonio
I Fondi dell’ASMOS.

Fondo della Federazione Senese del Partito Comunista Italiano (1921-1991): contiene statuti ed organizzazione della Federazione Comunista senese.

Carte della Nuova Sinistra (1968-1990): contiene documenti di Lotta Continua, del Manifesto, del Partito di Unità Proletaria (PDUP) e di altre organizzazioni.

Fondo Associazione culturale Lev Tolstoj (1950-1999): l’associazione era un Centro di documentazione multimediale per Piombino, Follonica, Massa Marittima.

Fondo della Federazione Senese del Partito Democratico della Sinistra (1991-1998): contiene statuti ed organizzazione del partito.

Fondo del Partito della Rifondazione Comunista (1991-1998): contiene statuti e documenti del Partito della Rifondazione Comunista.

Fondo “Vietato astenersi” (1988-1994): contiene statuto e documenti dell’associazione culturale e musicale “Vietato Astenersi”.

Fondo Unione degli Universitari – Unione degli Studenti.

Fondo Vetreria Modesto Boschi di Colle di Val d’Elsa (1947-1955): contiene statuti e verbali del consiglio di amministrazione.

Fondo di Particolari (1920 – in corso): contiene le carte donate da dirigenti politici ed attivisti del movimento democratico senese composto ad oggi da 84 carteggi ed oltre 100 buste.

Fondo ASMOS (Archivio Storico del Movimento Operaio e Democratico Senese): contiene documentazione inerente l’attività e l’organizzazione dell’ASMOS.

Fondo della Federazione Senese dei Democratici di Sinistra (1998-2007): contiene statuti ed organizzazione del partito.

Archivio Gabrio Avanzati: contiene materiale e documentazione di varia natura raccolto da Gabrio Avanzati (Siena, 1946-Siena, 2002).

I Fondi collegati

il Fondo fotografico: è uno dei più interessanti, con circa 10.000 fotografie che vanno dagli anni venti agli anni novanta del Novecento.

le fonti orali: ci sono numerosi nastri magnetici audio (circa un migliaio di ore) contenenti le registrazioni di eventi ed iniziative politiche pubbliche.

la Biblioteca: risiede all’interno dell’Archivio Storico del Comune di Siena e comprende oltre 13.000 volumi ed opuscoli.

l’Emeroteca: è composta da circa 600 riviste, alcune delle quali pressoché complete.

– la Videoteca: è composta da 543 videocassette: importanti sono i filmati e cortometraggi di propaganda del PCI dagli anni ’50.

– gli Opuscoli: l’archivio raccoglie all’interno della biblioteca anche 20 cartelle di opuscoli del PCI, che contengono discorsi di dirigenti nazionali, sintesi di convegni e conferenze.

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Fondazione Giorgio La Pira

Sede e contatti
Via G. La Pira 5, 50121 Firenze
Telefono: 055.284542
E-mail: fondazionelapira@gmail.com
Sito web: http://www.fondazionelapira.org/it
http://www.giorgiolapira.org/it
Orari di apertura:
Segreteria
: lunedì, martedì, giovedì e venerdì 10-12 e 15-17
Archivio: la consultazione è consentita soltanto presso la Fondazione, previo appuntamento con l’archivista Beatrice Armandi, di regola il martedì e il giovedì tra le 9 e le 18.

Organi direttivi
Presidente: Mario Primicerio
Vicepresidente: Giulio Conticelli e Gabriele Pecchioli

Breve storia e finalità
Nel gennaio 1978 (due mesi dalla morte di La Pira 5 novembre 1977) nasce l’Associazione Fondazione Giorgio La Pira, presso i locali di San Marco (la sua Segreteria è stata, fino dai primi anni cinquanta, sita in via Lamarmora 5, ora via La Pira, e tuttora mantiene la stessa sede); nel maggio 1995 avviene il riconoscimento in Fondazione Giorgio La Pira; infine eretta in Ente Morale con D. M. del 28/03/1996.
Finalità: dall’art. 2 dello Statuto: “Lo scopo della Fondazione, senza fini di lucro, è la promozione di iniziative culturali e sociali nel nome del Prof. La Pira per tramandarne il pensiero e l’azione a livello nazionale ed internazionale e per conservare ed utilizzare a fini scientifici e culturali l’Archivio e la Biblioteca del Prof. La Pira”.

Patrimonio
Il patrimonio della Fondazione è costituito dall’Archivio La Pira (Epistolario, lettere, appunti, discorsi), composto da oltre 40.000 documenti (interamente digitalizzato); Biblioteca La Pira: composta da 3.500 circa volumi appartenuti al Prof. La Pira insieme ad altri 2.500 circa volumi della Biblioteca della Fondazione (le due Biblioteche sono catalogate con SDIAF-WINISIS); Archivio fotografico e Archivio video; i vari Archivi e Biblioteca sono consultabili previa richiesta e successiva autorizzazione del Consiglio.

 

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Fondazione Valore Lavoro onlus – Pistoia

Sede e contatti
Via Puccini 104, 51100 Pistoia
Telefono: 0573.378525
E-mail: archiviostorico@pistoia.tosc.cgil.it
Sito web: https://fvl.cgilpistoia.it/

Organi direttivi
Presidente: Sergio Frosini;
Coordinamento attività scientifiche e curatore: Stefano Bartolini

Breve storia e finalità
La Fondazione Valore Lavoro nasce nel 2011 come evoluzione del “Progetto archivio” inaugurato tra il 2008 e il 2009 dalla Camera del Lavoro di Pistoia, acquisendo la proprietà dell’archivio storico (dichiarato di “interesse storico particolarmente importante” con Decreto N° 657/2010 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali), della biblioteca e dell’emeroteca. Allo stesso periodo risale la sua partecipazione a pieno titolo alle attività della sezione della Fondazione Di Vittorio denominata “Rete degli archivi, delle biblioteche e dei centri di documentazione della CGIL” (vedi il sito).
La FVL promuove lo studio e la conoscenza della storia sociale, politica, economica e culturale dell’Italia contemporanea e della comunità locale, con particolare riferimento alle vicende del lavoro, del movimento sindacale e delle lotte politiche e sociali. La Fondazione ispira la propria attività ai valori e agli ideali di democrazia, libertà e pluralismo espressi dalla lotta di Liberazione e contenuti nella Costituzione Repubblicana.

Tra i suoi scopi:
– Promuovere la conoscenza, la divulgazione e l’approfondimento della storia della CGIL e del movimento sindacale locale, italiano ed europeo;
– Curare la tutela, la conservazione, la catalogazione e l’arricchimento dell’archivio storico della Camera del Lavoro di Pistoia;
– Valorizzare ed incrementare l’archivio storico, la biblioteca e l’emeroteca della Camera del Lavoro di Pistoia;
– Mettere a disposizione del pubblico il patrimonio bibliotecario e archivistico della Camera del Lavoro di Pistoia;
– Promuovere lo studio della ricerca economica, sociale ed istituzionale, il confronto tra i modelli di integrazione economica e sociale europea e i grandi temi della politica internazionale;
– Attivare rapporti di collaborazione scientifica e culturale con omologhe istituzioni italiane o straniere;
– Cooperare con omologhe istituzioni italiane o straniere rispetto alle problematiche della ricerca scientifica, della sostenibilità e dei saperi;
– Pubblicare in proprio o avvalendosi di editori: studi, informazioni sullo stato delle ricerche e delle nuove acquisizioni, analisi delle articolazioni delle forme espressive della cultura;
– Promuovere la diffusione della cultura democratica e dei suoi corollari di giustizia sociale e pluralismo per l’affermazione di libertà paritarie e la valorizzazione delle differenze;

La FVL promuove ed organizza ricerche, corsi, convegni, manifestazioni culturali e pubblicazioni. Progetta organizza e gestisce attività formative o seminariali e le attività di conservazione, catalogazione, implementazione ed apertura al pubblico dell’archivio storico e della biblioteca.

Patrimonio
L’archivio storico della CGIL di Pistoia conserva i documenti prodotti dalla Camera del Lavoro, dalle Federazioni di categoria e dagli uffici del centro servizi. L’archivio è andato formandosi fin dalla fine della seconda guerra mondiale, durante il periodo del sindacato unitario, e raccoglie documenti a partire dal 1944 fino ad oggi. Progressivamente stiamo rendendo disponibili alla consultazione ed ai ricercatori tutti i nostri materiali, in un ottica che vede l’archivio come un luogo aperto e da valorizzare. L’archivio contiene anche materiali iconografici, quali fotografie, manifesti, volantini. É presente anche una Memoteca dove vengono raccolte le registrazioni di testimonianze orali.

Annesse all’archivio storico sono la biblioteca e l’emeroteca, altre due importanti luoghi di conservazione e di accesso alle fonti e al sapere, le cui risorse sono consultabili sia sul catalogo Opac della Redop (vedi il sito) sia sul catalogo di rete Biblioteche del Lavoro, progetto sperimentale che vede lavorare insieme strutture analoghe della Toscana, dell’Emilia Romagna e del Lazio (vedi qui).

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Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana

Sede e contatti
Via di Cantagallo 250, 59100 Prato (Loc. Figline)
Telefono: 0574.470728
0574.461655
Sito web: http://deportazione.po-net.prato.it/
Orari di apertura: Museo – da lunedì a venerdì 9.30-12.30; lunedì e giovedì, sabato e domenica 15-18. Centro di documentazione – lunedì e giovedì 15-18.

Organi direttivi
Soci fondatori: Comune di Cantagallo, Comune di Carmignano, Comune di Montemurlo, Comune di Poggio a Caiano, Comune di Prato, Comune di Vaiano, Comune di Vernio, ANED – Associazione Nazionale ex Deportati sez. Prato ANPI – Associazione Nazionale Partigiani sez. di Prato Comunità Ebraica di Firenze.
Presidente: Aurora Castellani
Direttore: Camilla Brunelli

Breve storia e finalità
Il Museo della Deportazione è stato inaugurato il 10 aprile 2002, alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, grazie all’instancabile lavoro dell’ANED e dell’allora suo Presidente Roberto Castellani, e al Comune di Prato che decide di realizzarlo. È una delle poche strutture museali in Italia a essere dedicata alla conservazione della memoria della deportazione. Nel 2008 il Museo è diventato Fondazione con il nome di Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana, nel 2012 è stato accreditato come museo di rilevanza regionale. La Fondazione ha tra le proprie finalità quella di avvicinare i visitatori, soprattutto le nuove generazioni, alle vicende storiche che hanno caratterizzato la prima metà del Novecento. Ogni anno sono migliaia gli studenti in visita provenienti perlopiù dalle Province di Firenze, Prato e Pistoia ma anche da altre località italiane ed estere. Attraverso la sua costante attività culturale, didattica, di documentazione e di ricerca la struttura permette, in particolare, di approfondire le tematiche legate alle persecuzioni e deportazioni nei campi di concentramento e di sterminio nazisti, ai movimenti di resistenza e di opposizione al fascismo e al nazismo.

Presso il Museo vengono organizzate visite guidate, proiezioni di film/documentari, laboratori di indagine sulle fonti storiche. Sono inoltre promosse iniziative e corsi di aggiornamento per insegnanti sui temi legati prevalentemente al periodo della Seconda guerra Mondiale e sono ospitati convegni, conferenze, presentazioni di libri e film, spettacoli teatrali e musicali, mostre temporanee, anche in collaborazione con i maggiori studiosi di storia contemporanea italiani e stranieri. La Fondazione cura iniziative dedicate alla memoria per conto dei fondatori, della Regione Toscana e di altri enti pubblici.

La Fondazione si occupa della progettazione di viaggi studio e di attività legate al “Giorno della Memoria”, istituito con la Legge dello Stato n. 211 del 20 luglio 2000, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. La struttura è stata inoltre incaricata per le edizioni 2009, 2011 e 2013 del coordinamento e dell’organizzazione del progetto “Treno della Memoria” della Regione Toscana, delle edizioni 2012 e 2014 del Meeting al Nelson Mandela Forum che ha coinvolto ogni anno oltre 8.000 studenti della Toscana e della realizzazione di altri eventi correlati come la mostra “Il processo. Adolf Eichmann a giudizio” in collaborazione con la Fondazione Topografia del Terrore di Berlino. Il Museo è un luogo vivo, di confronto, che lavora per la conservazione della memoria storica e per la sensibilizzazione dei giovani sui temi della Pace e dei diritti universali dell’uomo.

Patrimonio
Il percorso nel museo della Deportazione è concepito come un viaggio simbolico in un campo di concentramento e di sterminio nazista, quel percorso di sofferenza e di morte compiuto da milioni di donne e di uomini, arrestati per motivi razziali, politici o di “igiene sociale”, vittime del progetto nazista attuato durante il secondo conflitto mondiale.

In una prima sala sono esposti pannelli di carattere storico con schede, documenti e cartine sul sistema concentrazionario nazista, sull’organizzazione interna del lager, sulla deportazione dall’Italia, sulla persecuzione degli ebrei in Toscana, sulla vicenda regionale della deportazione politica e altri con testi, foto e cartine dedicate al campo di Ebensee. Tra gli autori di queste schede ci sono storici importanti come Enzo Collotti.

Nella seconda sala del Museo, con un suggestivo allestimento scuro di forte impatto realizzato dall’architetto Alessandro Pagliai, si introduce il visitatore al contatto con la realtà e i simboli del campo di concentramento (KZ). I vari oggetti esposti posseggono un indubbio valore di testimonianza e sono illustrati da didascalie con citazioni tratte dalla memorialistica, da interviste di superstiti prevalentemente toscani e anche dai libri di Primo Levi.

Nel settembre 2010 è stato inaugurato un nuovo e moderno percorso museale audiovisivo “CON I MIEI OCCHI – voci e volti di superstiti dei campi di concentramento e sterminio nazisti”, realizzato grazie al contributo dell’Unione Europea. Il percorso è composto da sette postazioni video, con trasmissione diretta nelle cuffie distribuite ai visitatori,  nelle quali  appaiono testimoni, ebrei sopravvissuti al genocidio e deportati politici prevalentemente  toscani, ma anche sinti e rom, omosessuali e testimoni di Geova che raccontano le loro esperienze secondo un percorso suddiviso a tappe tematiche in cui vengono narrati vari aspetti della deportazione come l’arrivo, la vita e la morte nel campo, le selezioni e lo sterminio.

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