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Museo e Biblioteca della Resistenza di Sansepolcro

Sedi e contatti
Indirizzo: Via Matteotti 10, 52037 Sansepolcro (Arezzo)
Telefono: 0575 742293
E-mail: resistenza.museo@libero.it
Sito web: https://www.memoranea.it/luoghi/toscana-ar-sansepolcro-museo-e-biblioteca-resistenza

Breve storia e finalità
Nell’estate del 1944, il territorio di Sansepolcro fu attraversato dalla Linea Gotica e coinvolto nel passaggio del fronte bellico.
Nel periodo che precedette la liberazione del paese, gran parte della popolazione fuggì verso le campagne per sottrarsi ai bombardamenti, mentre coloro che decisero di restare vennero lasciati dalle autorità civili e militari tedesche e fasciste, in balia di se stessi, senza nessun tipo di organizzazione della vita civile. Mentre i fascisti, già alla metà di giugno, erano fuggiti verso il nord, le truppe tedesche erano rimaste nei pressi della città per asportare tutto il materiale che poteva servire per il proseguimento della guerra.
Al vuoto lasciato dalle autorità militari e politiche cercò di far fronte il vescovo della città, Mons. Pompeo Ghezzi, che tentò di ridare un minimo di organizzazione alla vita civile e di ripristinare il funzionamento di alcuni servizi primari (prelevamento di acqua, forni per la produzione di pane, servizi medici e di sorveglianza per le case abbandonate). Nell’agosto del 1944, ancora prima dell’arrivo degli Alleati, le truppe tedesche lasciarono Sansepolcro che venne immediatamente occupata dalle truppe partigiane formatesi nei mesi precedenti, le cui fila erano state ingrossate dagli ex-prigionieri di guerra, in particolare jugoslavi, fuggiti dal vicino campo di Renicci. Con la presenza partigiana la situazione di vuoto di potere venne in parte colmata con la costituzione del CLN cittadino, che mantenne il controllo della città sino al 2 settembre, quando in paese entrarono le truppe alleate. A Sansepolcro vennero poi acquartierati dei soldati del corpo d’armata dell’esercito alleato guidato dal generale Władysław Anders, reduci dalla battaglia di Montecassino.
Il Museo e Biblioteca della Resistenza di Sansepolcro venne istituito nel 1976 per volere dell’Anpi, con lo scopo di ricordare i fatti legati alla Resistenza nel paese e il tragico passaggio del fronte. Tuttora risponde alla sua vocazione di divulgazione storico culturale dei valori della Resistenza, e di ricerca e conservazione della documentazione sull’Antifascismo, sulla Resistenza, sui campi di concentramento e sul confino durante il Regime fascista. Dopo il terremoto che ha colpito la regione Toscana nel 2001, la sede del museo è stata trasferita nel centro del paese, in Via Matteotti, all’interno di un edificio di proprietà comunale.

Patrimonio
All’interno dell’istituto è presente una mostra permanente intitolata “Perché Resistenza”, costituita da 40 quadri, ed è conservata una collezione di armi leggere della Seconda guerra mondiale, per lo più provenienti dallo Stabilimento Militare di Terni, varia oggettistica dell’epoca donata da privati cittadini e materiale proveniente dal Campo di internamento fascista di Renicci di cui un plastico riproduce la planimetria. Negli ultimi anni è stato acquisito un corpus documentario sul fenomeno concentrazionistico e sono stati avviati progetti di collaborazione con altri istituti impegnati nello studio dell’internamento. Sono infine presenti una nastroteca che raccoglie canti resistenziali e testimonianze, fotografie d’epoca e una raccolta di quadri sul tema della Resistenza. Annessa al museo è una piccola biblioteca, composta da circa 2500 volumi di storia locale, contemporanea e resistenziale, da una raccolta di documenti del periodo 1920-1945 e un’emeroteca che raccoglie serie complete di riviste del periodo fascista e postbellico.




Centro di studi politici e sociali e Archivio storico Il Sessantotto

Sede e contatti
Via G. Orsini 44, 50126 Firenze
Tel. 055 685593
Fax 055 685593
E-mail: archivio68@inventati.org
Sito web: http://archivioilsessantotto.blogspot.com/
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=cons&Chiave=14653

Organi
Presidente: Maurizio Lampronti
Vice-presidente: Adriana Dadà
Segretario: Fulvio D’Eri
Tesoriere: Giancarlo Benvenuti

Breve storia
L’ Archivio storico il Sessantotto nasce nel 1984 dall’iniziativa di un gruppo di dodici ex militanti provenienti da esperienze politiche diverse, nel tentativo di preservare la memoria collettiva di questo particolare momento storico attraverso un ampio lavoro di ricerca e raccolta, per ricostruire e comprendere il clima sociale del tempo nella sua complessità.
Il cuore dell’archivio è costituito tuttora dal materiale originario raccolto ed archiviato dai soci fondatori, creando così un corpus eterogeneo proveniente dalle diverse aree della sinistra rivoluzionaria: al suo interno, infatti, erano presenti anarchici; membri di Avanguardia operaia, Democrazia proletaria e Lotta continua; esponenti di matrice internazionalista e trozkista. L’attività di raccolta e documentazione è continuata sino ai primi anni novanta, sia da singoli militanti di sinistra sia da organizzazioni politiche in fase di scioglimento.
L’archivio è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica della Toscana con provvedimento n. 798 del 6 febbraio 2004

Patrimonio
I fondi archivistici conservati sono:
Bencini Luigi
Biblioteca anarchica Luigi Fabbri
Cannarozzo Calogero
Damiani Luca
Fornaciari Paolo Edoardo
Giornali politici organi di partito
Montagni Andrea
Opuscoli
Riviste
Serafini Aldo
Spagna Piero
Volantini e ciclostilati




Collezione Opere d’Arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa

Sede e contatti
Sede Fondazione: Via Pietro Toselli, 29, 56125 Pisa
Collezione permanente: Palazzo Giuli Rosselmini Gualandi, Lungarno Gambacorti, 9, 56125 Pisa
Sito web: http://fondazionecaripisa.it/index.php?id=15
Tel 050591304 – 050591384
Orari di apertura: visite su prenotazione il 1° e 4° venerdì del mese dalle 17.00 alle 19.00

Organi direttivi
Presidente della Fondazione: Avv. Claudio Pugelli.

Breve storia e finalità
La Fondazione Pisa è una delle 88 Fondazioni di origine bancaria nate negli anni Novanta in seguito alla riforma del sistema creditizio italiano.
Prima Ente e quindi Fondazione dal 2000, essa prosegue l’attività filantropica della Cassa di Risparmio di Pisa, della quale ha ceduto il controllo per dedicarsi esclusivamente all’attività istituzionale.
La diversificazione patrimoniale e la cessazione di una diretta responsabilità imprenditoriale hanno permesso alla Fondazione di incrementare il valore complessivo delle proprie erogazioni che hanno raggiunto negli ultimi anni un ammontare medio di 12 milioni di euro, destinati a progetti propri o elaborati da terzi nei settori d’intervento a favore del territorio di competenza, che ricalca quello del tradizionale radicamento della antica Cassa.
Per statuto la Fondazione ha scelto di operare nei settori rilevanti dell’Arte, Attività e Beni culturali, della Filantropia e del Volontariato e della Ricerca scientifica e tecnologica e di conservare tra gli organi l’Assemblea dei soci a garanzia della sua indipendenza e della missione di “pubblica beneficenza” fissati dai privati individui che fondarono la Cassa di Risparmio nel 1834.Oggi la Fondazione intende reinterpretare in chiave attuale quello spirito filantropico, proponendosi come interlocutore qualificato per le esigenze del territorio nei settori rilevanti d’intervento, con piena autonomia rispetto ad istituzioni ed enti pubblici e privati.

Il principio ispiratore con il quale la collezione è stata concepita è il legame delle opere con Pisa e il suo territorio: per autore, committenza, provenienza o tema.
Il nucleo originale della collezione, acquistato dalla originaria Cassa di Risparmio di Pisa, è stato arricchito con opere di autori importanti fra i quali Nino Pisano, Orazio ed Artemisia Gentileschi, Orazio Riminaldi, Tribolo. Oltre alle singole opere, la Fondazione ha acquistato intere collezioni come quella di Ottavio Simoneschi, o come il ricchissimo archivio fotografico di Luciano Frassi, che documenta la vita della città lungo l’arco della seconda metà del ’900. Le collezioni sono disposte in due piani. Il secondo, da dove si consiglia d’iniziare la visita, ha un taglio museale, con dipinti dal XIV al XVIII secolo, distribuiti nelle sale secondo un ordine cronologico. L’allestimento del primo è stato invece concepito come la ricostruzione di una dimora signorile ottocentesca, arredata in gran parte dai ‘pezzi’ della collezione Simoneschi dal XVI al XX secolo, e da quelli originali del palazzo. In particolare detta collezione è risultata fondamentale per gli arredi mobili delle singole sale, che, tranne un’eccezione (la sala da pranzo al primo piano), al momento dell’acquisto da parte della Fondazione erano prive di suppellettile. Anche il piano terra presenta due sale riccamente decorate (talvolta occupate da mostre temporanee). Dal piano terreno si accede inoltre al sottosuolo (Le Fondamenta), dove in tre sale sono esposti i reperti archeologici provenienti dagli scavi eseguiti durante i restauri del palazzo e delle aree contigue. Dall’androne all’ingresso si accede per mezzo di un corridoio alla parte del palazzo articolata in numerose sale distribuite su due piani, dove si tengono le grandi mostre autunnali e primaverili. Esse hanno per oggetto monografie di grandi artisti internazionali, esposizioni su temi scientifici o ampi approfondimenti sulle vicende storiche e artistiche locali.




Museo delle Officine Galileo

Sedi e contatti
Indirizzo: Via A. Einstein 35A, 50013 Campi Bisenzio (FI)
Telefono: 3336928513
E-mail: info@museodelleofficinegalielo.it
Sito web: http://www.museodelleofficinegalileo.it/
Orari di apertura: il museo è visitabile solo su prenotazione.

Organi direttivi
Il museo è gestito dall’Associazione Seniores.
Responsabile: Ing. Luciano Romeo.

Breve storia e finalità
Il Museo delle Officine Galileo è stato fondato nel 2006 da Galileo Avionica, che, unificando sotto lo stesso marchio varie aziende italiane attive nel settore della difesa, aveva rilevato l’eredità delle Officine Galileo di Firenze, una delle più antiche aziende italiane di alta tecnologia per la produzione di strumenti ottici e astronomici.
Il museo, la cui realizzazione è stata affidata all’Associazione Seniores, è situato presso lo stabilimento di Campi Bisenzio. Dedicato alla storia degli strumenti ottici ad alta precisione, è organizzato per settori tecnologici: la meccanica di precisione, la fotografia, la meccanica pesante, l’idraulica e la radaristica.

Patrimonio
Nello spazio espositivo del museo si possono ammirare gli antenati di molti oggetti moderni: dai radar ai visori ottici, dagli strumenti per applicazioni spaziali agli apparecchi avionici, e piccoli oggetti curiosi, come macchine fotografiche d’inizio secolo, generatori per l’illuminazione delle carrozze e binocoli da teatro: una sorta di macchina del tempo, dove sono esposti i progressi della scienza e della tecnica dell’ultimo secolo e mezzo.
Il museo ospita, inoltre, il rivoluzionario orologio astronomico a pendolo “Galileo”, realizzato nel 1884 dalle Officine Galileo. Fu donato nel 2013 dall’Istituto per l’Osservatorio Geofisico e Meteorologico Ximeniano di Firenze, dove per anni fu utilizzato per sincronizzare tutti gli altri orologi presenti nell’Istituto.




Archivi della Resistenza – Circolo Edoardo Bassignani

Sedi e contatti
Indirizzo: Via Aurelia 56, Fosdinovo (MS); sede operativa: ANPI Carrara (Comitato Provinciale) – Via Loris Giorgi 1, Carrara (MS)
E-mail: info@archividellaresistenza.it
Sito web: http://www.archividellaresistenza.it
Orari di apertura: per informazioni inviare una mail all’istituto

Organi direttivi
Gestito dall’ANPI di Carrara e da un collettivo di volontari.

Breve storia e finalità
Archivi della Resistenza – Circolo Edoardo Bassignani dal 2004 lavora nell’ambito della ricostruzione delle pagine più significative della Lotta di Liberazione nelle province di Massa Carrara e La Spezia, in quella zona che durante il periodo bellico veniva identificata come Linea Gotica Occidentale. Le modalità di lavoro dell’associazione prevedono, partendo dalla ricerca scientifica sul materiale documentario, la raccolta e la valorizzazione, in varie forme, del patrimonio orale locale, attraverso la registrazione su supporto audiovisivo delle testimonianze dei protagonisti della Resistenza. Intervistando partigiani, staffette ma anche semplici testimoni (come coloro che al tempo erano bambini), ci proponiamo di documentare, al di là di quelli che sono i ricordi della cosiddetta “Resistenza istituzionalizzata”, l’esperienza dei tanti che negli anni successivi non hanno avuto voce. L’intento è appunto quello di togliere dal silenzio tutti e, soprattutto, tutte coloro che con il loro prezioso contributo hanno reso la Lotta di Liberazione un movimento di ampia partecipazione popolare. Attraverso l’intervista possiamo ascoltare le loro microstorie che sono tessere imprescindibili per la comprensione dell’ampio mosaico della storia sociale e politica del nostro paese. Questa prospettiva di una storia dal basso ha evidenti implicazioni politiche e intende ribadire la spiccata connotazione popolare e non egemone del fenomeno resistenziale. La ricerca sul campo, che si è articolata in varie campagne di interviste, ha prodotto un archivio audiovisivo (in continuo aggiornamento) che, ad oggi, vanta centinaia di ore di registrazione di interviste ai testimoni della Lotta di Liberazione.

Archivi della Resistenza è un collettivo formato da giovani intellettuali che operano nei vari rami delle scienze umanistiche (con particolare attenzione per la ricerca storica, critico-letteraria e storico-artistica) e di cui fanno parte anche operatori video, documentaristi, esperti di fotografia digitale, archivisti e altri soci interessati alla tematica resistenziale. Questa pluralità di competenze e interessi ha reso possibile, contemporaneamente al progetto di creazione degli archivi, la promozione di un’azione di valorizzazione del materiale raccolto e di sensibilizzazione verso la memoria della Resistenza, attraverso la realizzazione di film-intervista, trasmissioni radiofoniche, pubblicazioni, ecc.
L’esperienza in campo didattico di alcuni soci ha fatto sì che venisse dato particolare riguardo alla circolazione in ambito scolastico: la proiezione dei filmati spesso è accompagnata da dibattiti volti a mettere in contatto le giovani generazioni con i testimoni diretti di quei tragici eventi. Tali momenti di divulgazione e approfondimento vengono organizzati anche in altri contesti culturali con l’obiettivo di raggiungere una porzione sempre più ampia di pubblico. Sono stati organizzati incontri e laboratori nei circoli e in varie associazioni culturali, nelle Università, nelle piazze in occasione di particolari ricorrenze e nell’ambito di rassegne culturali e cinematografiche dedicate alla Resistenza.
Archivi della Resistenza, con un progetto dal titolo omonimo, nel 2005 ha vinto il concorso “Percorsi di innovazione 2004”, bandito dal CESVOT (Centro Servizi Volontariato Toscana) e grazie al quale la sede operativa dell’ANPI Carrara è stata dotata di moderne attrezzature tecnologiche (telecamera, computer, software, lettori audio video, proiettore, ecc.) che ne hanno fatto un moderno centro di produzione audiovisiva all’interno del quale vengono realizzati laboratori e corsi di formazione sulle tecniche di video-documentazione sociale.

Nell’aprile 2005 Archivi della Resistenza ha inaugurato il festival della cultura “Fino al cuore della rivolta. Artisti per la Resistenza” che prevede due sessioni: la prima in primavera (dal 21 al 25 aprile), nel borgo medievale di Fosdinovo, con l’allestimento di una mostra d’arte e un concerto dedicato all’anniversario della Liberazione; la seconda in agosto al Museo audiovisivo della Resistenza di Fosdinovo, nel suggestivo scenario costituito da un bosco di castagni secolari, dove per alcuni giorni vengono proposti spettacoli teatrali, dibattiti e concerti.




Centro di Documentazione sulla Linea Gotica di Montignoso

Sedi e contatti
Indirizzo: Villa Schiff Giorgini – Via Fondaccio snc, Montignoso (MS)
Telefono: 0585 8271204 (Ufficio Cultura del Comune di Montignoso)
E-mail: ernesta.rappelli@comune.montignoso.ms.it, alfio.raffaelli@comune.montignoso.ms.it
Sito web: http://www.comune.montignoso.ms.it/c045011/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/544
Orari di apertura: dal Martedì al Giovedì e Sabato 10-12
Biglietto d’ingresso: ingresso gratuito

Organi direttivi
Responsabile della parte scientifica: Giovanni Cipollini
Direttore operativo: Domenico Gabrielli
Collaborazione nell’allestimento e gestione del Centro: Anpi di Montignoso

Breve storia e finalità
Il Centro di Documentazione sulla Linea Gotica è nato nel 2011 ed è ospitato nei locali al piano terra della villa settecentesca Schiff Giorgini di Montignoso, paese particolarmente colpito dalle stragi nazifasciste. L’istituto raccoglie immagini, documenti e oggetti legati alla Resistenza e ai principali avvenimenti del territorio apuo-versiliese durante la Seconda Guerra Mondiale.
Si compone di cinque sale attrezzate con illustrazioni a muro dei vari passaggi storici del periodo, un plastico interattivo (che evidenzia il percorso della Linea Gotica, le sedi delle postazioni alleate e nazifasciste, i paesi in cui si verificarono le stragi e gli episodi salienti della lotta partigiana), una sala multimediale dove è possibile vedere e ascoltare i protagonisti della Guerra, oggi novantenni, che raccontano i fatti di quei mesi; infine, una nuova sala contenente materiali bellici di vario tipo (munizioni, elmetti, attrezzature dei soldati, ecc.) donati da Pietro Maghelli e Vincenzo Germelli (conosciuto come “Beretta”).
Nel Centro sono presenti anche un archivio storico, composto da centinaia di documenti iconografici (manifesti e fotografie) e da una raccolta di manifesti originali della RSI, e una biblioteca tematica relativa alla Resistenza e all’Antifascismo.




Mostra permanente della città di Massa “Resistenza 1943-1945”

Sede e contatti
Indirizzo: Piazzale Partigiani (ex deposito CAT, Via Bassa Tambura), 54100 Massa
Telefono: 0585 490500
E-mail: patrizia.boschetti@comune.massa.ms.it, anpimassa@gmail.com
Sito web: http://www.comune.massa.ms.it/pagina/resistenza-1943-1945-mostra-permanente
Orari di apertura: Sabato 9-12.30; aperture speciali in occasione di eventi e per visite guidate su appuntamento
Biglietto d’ingresso: ingresso gratuito

Organi direttivi
La mostra è gestita dalla Sezione di Massa dell’ANPI e dal Comune di Massa.

Breve storia, finalità e patrimonio
L’allestimento della mostra rappresenta i protagonisti e gli avvenimenti storici della Resistenza negli anni dal 1943 al 1945 nella città di Massa.
Nei locali dell’ex lavaggio degli autobus dell’azienda di trasporto pubblico CAT appositamente ristrutturati sono esposti 141 pannelli che ripercorrono la storia illustrata degli eventi e dei personaggi che hanno contribuito alla Liberazione del nostro Paese.
Le immagini sono la fedele riproduzione di parte del materiale iconografico donato al Comune dalla Sezione di Massa dell’ANPI nel 1994.
Gli originali sono conservati nell’Archivio Storico della Resistenza del Comune di Massa.




Museo Etnologico delle Apuane

Sedi e contatti
Indirizzo: Via Uliveti 81, Massa
Telefono: 3335910306
E-mail: museoetnologicodelleapuane@fastwebnet.it
Sito web: https://www.museimassacarrara.it/musei/museo-etnologico-della-apuane-luigi-bonacoscia/
Orari di apertura: 10-12, 17-18.30 (visite solo su appuntamento), chiuso durante le festività
Biglietto d’ingresso: intero 4 €; ridotto 2 €

Organi direttivi
Direttore scientifico: Dott. Giuliano Marselli

Breve storia e finalità
Sorto per iniziativa di don Luigi Bonacoscia e di un gruppo di amici, con atto notarile del 14 marzo 1980, il museo nasce con l’intento di ripercorrere, tramandare e valorizzare la memoria della gente apuana tramite la raccolta di numerosi reperti di differenti epoche, tipologie e utilizzo.
Nella sua costituzione l’istituto, attualmente ospitato in una palazzina vicino al Santuario della Madonna degli Uliveti di Massa, riuniva due collezioni: la “Masnata” (circa 300 reperti) e quella del nascente Museo (circa 100 reperti). Negli anni successivi la varietà e il grande numero di oggetti raccolti ha portato la collezione del Museo Etnologico a conservare circa 5000 reperti, provenienti principalmente da Massa, Carrara, Lunigiana, Garfagnana e Versilia.
Lo spazio espositivo è articolato attraverso la visita di diverse sezioni che illustrano come si svolgeva la vita della gente contadina, con le sue molteplici attività (lavori nei campi, fienagione, allevamento, vendemmia, raccolta delle castagne ecc.) e descrivono i diversi mestieri che si praticavano agli inizi del ’900 (calzolaio, sellaio, cavatore, fabbro, falegname, lavandaia, tessitura), le normali pratiche legate alla vita domestica (cucina, bucato, stiratura, ecc.) e attività come la scuola e la tipografia. Sono inoltre esposte macchine, strumenti e utensili provenienti dalle fabbriche che una volta costituivano la Zona Industriale Apuana che ha caratterizzato questo territorio dagli anni ’30 agli anni ’80.
Nell’arco dell’anno il museo organizza diverse attività e pubblica annualmente una rivista – “Le Apuane” – di storia e tradizioni locali. Inoltre, organizza attività didattiche indirizzate alla conoscenza della cultura materiale del territorio.

Patrimonio
Il museo è diviso in 32 settori espositivi comprendenti oggetti di uso comune che venivano utilizzati nella tessitura, nella lavorazione della terra, in cucina e nella stalla e pezzi legati ad attività più specifiche come la fienagione, l’olivocultura, la viticoltura e la produzione del vino, la ceramica, la raccolta delle castagne, la lavorazione del marmo e del gesso, oltre che alcuni mezzi agricoli. Sono, inoltre, esposti oggetti e strumenti di uso quotidiano, come quelli con cui si faceva il bucato.
Inizialmente il museo era costituito dalla raccolta privata Masnata, che comprendeva circa 300 oggetti reperiti nel primo dopoguerra nell’area lunigianese e dalla collezione del Movimento di Umanesimo Sociale con circa 100 oggetti. La collezione è stata ampliata con ricerche effettuate da Don Bonacoscia nell’area della provincia di Massa Carrara, della Versilia e della Garfagnana.