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“Qualcosa di meglio” alla Casa del Popolo di Verciano

Otello Palmieri ha solo diciassette anni – è nato infatti a Oliveto, sull’Appennino bolognese, nel 1927 – quando nel 1944, dopo esser sfuggito ad un rastrellamento nazista, decide di unirsi ai partigiani con il nome di “Battagliero”: ne ha solo ventidue quando, nel 1949, viene accusato senza prove dell’omicidio di un ex-fascista (e per assenza di prove sarà scagionato quattro anni dopo, nel 1953), dovendo riparare in Cecoslovacchia con l’aiuto del PCI e vivendo in prima persona l’esperienza del “socialismo reale” (la prima di numerose disillusioni). La sua è la storia di tutti quei partigiani che nel dopoguerra furono vittime di una vera e propria offensiva giudiziaria per fatti compiuti prima e dopo il 25 aprile 1945, e che Alfredo Mignini ed Enrico Pontieri hanno raccolto da “Battagliero” stesso e messo nero su bianco in questo ricco (222 pagine) libro-intervista edito da Pendragon Editori, e che sarà presentato alla Casa del Popolo di Verciano in via dei Paoli 22 venerdì 6 dicembre alle ore 21.00: ne discuteranno con gli autori la ricercatrice Mariamargherita Scotti e Luca Peretti dell’Ohio State University; coordinerà il dibattito Armando Sestani, presidente della Società di mutuo soccorso “Giuseppe Garibaldi”, che organizza l’evento in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Lucca.