Poligono delle Cascine

Ilaria Sirufo - stagista ISRT

I luoghi dell'occupazione nazifascista e della resistenza fiorentina

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Cinque patrioti, Luigi Pucci, Armando Gualtieri, Orlando Storai, Oreste Ristori e Gino Manetti, sono prelevati dal carcere e assassinati per ordine di Manganiello capo della Provincia, a titolo di rappresaglia per l’uccisione di Gobbi, compiuta dai GAP il primo dicembre 1943.
Nessuna sentenza fu letta alle vittime, perchè nessuna sentenza esisteva. La zona antistante al Poligono di tiro alle Cascine è bloccata da un battaglione di militi fascisti.

Chiusi in una stanza del Poligono, insieme ad un sacerdote, aspettano. Carità tiene un discorso al plotone di esecuzione. I condannati vanno a prendere posto sulle sedie e alcuni si rivolgono al maggiore Carità e inneggiano alla Russia e a Stalin. Mentre il tenente della milizia che comanda il plotone impartisce le istruzioni preliminari, i cinque condannati intonano l”Internazionale. Vengono crivellati dai colpi di moschetto. Alcuni di loro non muoiono subito e vengono finiti a colpi di rivoltella. Il fratello del colonnello Gobbi infierisce sui cadaveri con parole ed è seguito con le azioni di alcuni altri militi fascisti.

La comunicazione dell’esecuzione avviene attraverso dei manifesti gialli affissi al muro, come per gli annunci cinematografici. L’impressione sulla popolazione è enorme.

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