La sede dell’Azione cattolica

Eleonora Imparati - stagista ISRT

I luoghi dell'occupazione e della Resistenza fiorentina: la persecuzione antiebraica.

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La seconda ondata di arresti contro la comunità ebraica iniziò il 26 novembre 1943.
Nel pomeriggio del 26 novembre nella sede dell’Azione Cattolica, che si trovava in Via dei Pucci n°2, si stava concludendo la riunione del comitato di assistenza ai profughi quando all’improvviso fecero irruzione un gruppo di militi fascisti e di tedeschi che arrestarono tutti i presenti.
Nel corso dell’azione vennero arrestati Nathan Cassuto, il capo rabbino della comunità ebraica fiorentina, Don Leto Casini, Joseph Ziegler e Felice Ischio. Furono tutti trattenuti dalla banda Carità e rilasciati solo Ziegler e Ischio.
Joseph Ziegler e la sua famiglia erano profughi provenienti dalla Francia meridionale, erano diretti a Roma, ma il viaggio era divenuto troppo pericoloso e avevano deciso di rifugiarsi a Firenze, dove entrarono in contatto con Cassuto, al quale offrirono circa un milione di lire per aiutare il suo comitato di assistenza.
Gli Ziegler fecero amicizia anche con il giovane Felice Ischio, ma non sapevano che a Torino, città in cui aveva vissuto prima di trasferirsi a Firenze, era stato una spia dei fascisti. E lo fu anche a Firenze.
Ziegler e Ischio nel 1943 quindi divennero membri del comitato per l’assistenza dei profughi. Ischio riuscì ad ottenere tutti gli indirizzi dei luoghi in cui avevano trovato rifugio gli ebrei. È quasi certo che fu lui ad avvertire i fascisti della riunione in via dei Pucci e fu sempre lui a dare ai nazifascisti gli indirizzi dei conventi che furono razziati la notte del 26 novembre.
Nathan Cassuto e gli altri ebrei catturati in via dei Pucci furono deportati ad Auschwitz, nessuno fece ritorno a Firenze. Don Leto Casini invece rimase nelle mani di Carità fino alla Vigilia di Natale del 1943 quando fu finalmente rilasciato.

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