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Fondazione pistoiese Jorio Vivarelli

Sede e contatti
Via Felceti 11, Pistoia
Telefono: 0573.477423
E-mail: segreteria@fondazionevivarelli.it
Sito web: http://www.fondazionevivarelli.it/
Orari di apertura al pubblico: dal 1 ottobre al 31 marzo dal lunedì al sabato 9-13; visite guidate al museo: giovedì 8:30 – 13.30 e sabato 8.30- 14:00. Dal 1 aprile al 30 settembre dal lunedì al sabato 9-13; visite guidate al museo: giovedì 14:30 – 18:30 e sabato 15:30 – 20.
Chiuso i festivi.
Ingresso gratuito.

Organi direttivi della Fondazione Jorio Vivarelli
Soci Fondatori: Comune di Pistoia
Sindaco: Samuele Bertinelli
Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Presidente: Ivano Paci
Provincia di Pistoia, Presidente: Rinaldo Vanni
Ansaldobreda SpA, Presidente: Maurizio Manfellotto
Comune di Montale, Sindaco: Ferdinando Betti
Presidente dell’Assemblea dei Soci Fondatori: Giulio Masotti
Consiglio d’Amministrazione: Elena Becheri –  Comune di Pistoia, Marzio Magnani – Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Rinaldo Vanni – Provincia di Pistoia, Alessio De Sio – Ansaldobreda, Alessandor Galardini  –  Comune di Montale, Presidente del Consiglio d’Amministrazione Ugo Poli.
Responsabile delle attività culturali: Veronica Ferretti

Breve storia e finalità

Il 16 dicembre del 1999, Jorio Vivarelli e la moglie Giannetta Pini apposero le firme, assieme a quelle dei rappresentanti del Comune e della Provincia di Pistoia, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, del Comune di Montale e dell’Ansaldo-Breda, all’atto che istituiva la Fondazione Jorio Vivarelli. Con esso alla città di Pistoia veniva fatto dono, con l’impegno di tutelarlo e valorizzarlo,  dell’intero patrimonio artistico del Maestro. La Fondazione ha lo scopo di promuovere e patrocinare mostre, pubblicazioni d’arte, iniziative culturali di studio e ricerca capaci di valorizzare l’opera di Jorio Vivarelli in Italia e all’estero assieme alla cultura artistica della città di Pistoia. La Fondazione Vivarelli dal 2009 ha dislocato, in mostra permanete, una sezione interessantissima delle opere del Maestro presso il Castello Villa la Smilea di Montale.

Nota biografica dello scultore: nato a Fognano di Montale nel 1922, Jorio Vivarelli compie gli studi alla Scuola Artigiana di Pistoia e poi all’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze.
Dopo la terribile esperienza della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale fu prigioniero nei campi di concentramento di Ungheria, Bulgaria e Germania, il Maestro rientrò in Italia, si stabilì a Firenze dove, nel 1949, sposò Giannetta Pini.
Nel 1951 lavorò presso la Fonderia di Renzo Michelucci, dove conobbe l’architetto Giovanni Michelucci, con il quale strinse una profonda amicizia e avviò una proficua collaborazione artistica, dalla quale nasceranno  nel 1956 il  grande “Crocifisso” per la Chiesa della Vergine di Pistoia e, nel 1963, quello per la Chiesa dell’Autostrada del Sole a Campi Bisenzio.
Nel 1956 conobbe a Firenze l’architetto russo-americano Oskar Stonorov con il quale affrontò il problema del rapporto fra scultura e architettura urbana, realizzando, tra l’altro, due celebri fontane: “Ragazze Toscane” (1966) per l’hotel Plaza di Philadelphia e “Adamo ed Eva” (1966) per Hopkinson House di Philadelphia, “Giovani” a Detroit nel Michigan, “Bagnanti” per Stephens College in Columbia nel Missouri oltre agli arredi per il “Walter and May Reuther UAW Family Education Center” a Black Lake in Michigan.
Tornato in Europa dopo l’esperienza americana con Stonorov, Vivarelli tenne contatti con Le Corbusier, Louis Kahn e, nel 1966, partecipò da protagonista alla formazione del Gruppo Intrarealista con Federico Fellini, Abel Vallmitjana, Miguel Ángel Asturias e Cesàreo Rodrìguez- Aguilera.
Dagli anni Settanta al Duemila si distinse per una serie crescente di opere che da un lato affrontavano i temi più vivi e laceranti della condizione esistenziale e dall’altro i valori del sacrificio e della solidarietà tra gli uomini. Realizzò così importanti opere pubbliche, quali: “Memoria storica” (Roma, 1974) monumento dedicato a Giacomo Matteotti vittima del fascismo; la scultura “Inno alla vita” (1987, Nagasaki) in ricordo della terribile distruzione provocata dalla bomba atomica, così come altre opere concepite come omaggio a coloro che hanno immolato la vita per la liberazione dall’oppressore quali: “Il sacrifico, una morte per la vita” (Fognano, 1987); “Canto alle penne mozze” (Pistoia, 1988) in onore degli alpini e “Parabola storica, ultima sfida” (Ponte Buggianese, 1993) in memoria dell’eccidio del padule di Fucecchio.
Nel 1977-‘78 dette inizio alla produzione medaglistica con la duplice Monetazione Ecologica ed Aurea per la Zecca della Repubblica di San Marino. Per il “Premio Pistoia Teatro” ha eseguito le maschere di bronzo dei più celebri attori protagonisti del teatro italiano del secondo Novecento. Jorio Vivarelli è morto nella sua abitazione di Villa Stonorov a Pistoia il 1 settembre 2008.

Patrimonio

551 sculture di cui: 122 gessi, 18 opere in ceramica, 19 in terrecotte,  8 pietre, 8 marmi, 277 bronzi, 32 argenti, 67 medaglie

674 Opere grafiche su carta