Buon compleanno Museo della deportazione e della Resistenza!!!

Chiara Nencioni - Isrec Lucca

11 Aprile 2022 - Prato Tutta la Toscana
I festeggiamenti nella sede del Museo, intervento della presidente Aurora Castellani, sulla sinistra la direttrice Camilla Brunelli [foto Matteo Mazzoni]
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Domenica 10 Aprile ricorre il ventesimo anniversario dell’inaugurazione, a Figline di Prato, del Museo della Deportazione e Resistenza.

L’inaugurazione, tanto voluta da Roberto Castellani -la cui figlia, nipote e bisnipote sono presenti in sala- e da tutta l’ANED ebbe luogo il 10 Aprile del 2002 alla presenza del Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi di cui Aurora Castellani, Presidente della Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, ha ricordato le parole “ quella di oggi […] è una giornata della memoria, ricca di emozioni. L’evento che mi ha condotto da voi, l’inaugurazione di questo Museo e Centro di documentazione sulla Deportazione e Resistenza, ricorda momenti particolarmente struggenti della nostra storia; più che mai vivi nell’anima di un uomo della mia generazione. È stata un’iniziativa illuminata dar vita, a distanza di più di mezzo secolo da quelle tragiche giornate, a questo Museo, che ne conserva il ricordo. Visitandolo, i giovani d’oggi, italiani, europei, saranno indotti a riflettere sul lungo cammino che l’Italia, e l’Europa, hanno compiuto da allora ad oggi.

Il percorso che ha portato alla nascita del Museo è iniziato 25 anni prima, quando, il 27 settembre 1987, su proposta del Presidente dell’ANED di Prato, Roberto Castellani, e di Dorval Vannini, entrambi ex deportati ad Ebensee, fu siglato un gemellaggio – precursore di altre iniziative del genere in Europa-tra i comuni di Prato ed Ebensee , un atto concreto per impegnare le due comunità in un percorso di memoria, compiuto insieme in nome della pace, della fratellanza tra i popoli, del rispetto dei diritti dell’uomo, della giustizia e della solidarietà.

Perché proprio Ebensee? Perché in quel lager in Austria, uno dei peggiori sottocampi di Mauthausen, morì un numero molto elevato di deportati pratesi, arrestati da nazisti e fascisti dopo lo sciopero generale del marzo 1944. Degli oltre 130 pratesi deportati solo 18 sono tornati.

Conoscere questa storia è segno della civiltà, della civiltà che vogliamo“, ha detto il Presidente dell’ANED di Prato, mentre la Presidente provinciale di ANPI parla di “diritto e dovere della memoria“. Su questa scia, Camilla Brunelli, Direttrice del Museo, afferma che “coltivare la memoria della deportazione e della Resistenza è un dovere civico di forte valore educativo e culturale“, ed è questo lo scopo con cui il Museo è stato fondato.

Il museo è un lavoro profetico” afferma il Presidente della provincia di Prato, e Matteo Biffoni, Sindaco di Prato, aggiunge che il lavoro di questo Museo è ancora più importante ora “anche per questa città sfregiata il 23 marzo 2019 dalla manifestazione di Forza Nuova per celebrare la costituzione dei Fasci di combattimento“.

Sono passati venti anni dall’inaugurazione del museo, nel frattempo, il 26 gennaio 2007, è stata costituita una Fondazione grazie alla quale il Museo e il Centro di documentazione si sono sviluppati fino a diventare un polo regionale di notevole importanza: l’affluenza è cresciuta di anno in anno portando a Figline decine di migliaia di visitatori, soprattutto studenti, provenienti da ogni parte della Toscana ma non solo, sono stati pubblicati 13 libri, realizzati 3 film, organizzato numerosissimi corsi di formazione e viaggi della memoria, sia ad Auschiwitz (con il contributo della Regione Toscana attraverso il “Treno della Memoria“) sia a Mauthausen (insieme all’ANED). Un nuovo progetto è curare, insieme all’ANED, l’allestimento del Memoriale italiano di Auschwitz, inaugurato l’8 maggio, a Firenze, al Centro Ex3 di Gavinana, dopo lo “sfratto” da Auschwitz.

Marco Palla, Presidente del comitato scientifico, già ordinario di Storia all’università di Firenze, descrive questo Museo come “presidio di cultura, di ricerca storica“. “Anche presidio di democrazia” aggiunge Paolo Pezzino, Presidente dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, rete di 66 istituti storici della Resistenza e dell’Età contemporanea – realtà unica in Italia e in Europa-, a cui il Museo si è associato a pieno titolo l’anno scorso.

La ricerca della deportazione è fondamentale“, continua Pezzino, “oltre che a quello di Prato, fanno parte della Rete il Memoriale della Shoah di Milano e il Museo al deportato di Carpi“. “In un contesto storico come quello attuale, dove dilaga la banalizzazione di quella che è stata la dittatura fascista, assistiamo ad ripresa virulenta di nazionalismi in Europa e a deriva sovranista nel nostro paese, preservare la memoria e studiare la storia è fondamentale“. Anche l’Assessora alla Cultura della Memoria della Regione Toscana, Alessandra Nardini, ricorda “il dovere di tramandare e far vivere la memoria. Non ha caso la Toscana ha nel suo stendardo il Pegaso alato, simbolo del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale“.

I festeggiamenti di questo ventesimo compleanno sono iniziati alle 15.30 presso i Giardini del Piazzale Leonetto Tintori a Figline con la dedica di una panchina, dipinta dal suo pronipote Niccolò Gualtieri, a Gino Signori, pittore pratese, IMI e Giusto fra le nazioni, in occasione dei 110 anni dalla sua nascita. Si sono conclusi alle 17.00 con la proiezione di un filmato sui venti anni di attività del Museo della Deportazione con il commento della Direttrice Camilla Brunelli.

Auguri al Museo! E lunga vita! Il lavoro è ancora in itinere e lo attendono nuove sfide, e il pensiero va a ciò che sta succedendo in Ucraina.

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