Bar Paskowski (Piazza della Repubblica già Vittorio Emanuele)

Ilaria Sirufo - stagista ISRT

I luoghi dell'occupazione nazifascista e della Resistenza fiorentina.

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L’8 febbraio 1944 Antonio Ignesti e Tosca Bucarelli, che recitavano già da tempo il ruolo di fidanzati per spiare senza dare nell’occhio le mosse di Carità, entrano nel bar Paskowski, ritrovo abituale di una clientela elegante ed in quei giorni di guerra frequentata da alti ufficiali tedeschi e repubblichini o fascisti in borghese, che occupavano posti di rilievo nelle cariche amministrative e nella polizia politica.
Il pretesto era offerto da un’aggressione avvenuta nello stesso mese: alcuni clienti avevano aggredito e massacrato di botte un passante, colpevole di essere nero.
I due, in abiti borghesi, si siedono al tavolino stabilito. La Bucarelli estrae la bomba avvolta in carta velina e Ignesti, accendendo con un fiammifero una sigaretta, accende anche la bomba. Il gancio apposto per sistemare la bomba è però troppo stretto rispetto al grosso anello: la Bucarelli istintivamente spegne la micca e ripone la bomba nella borsa. Quel movimento ha insospettito un vicino che chiede di poter vedere il contenuto del fagotto. Portato all’esterno, la donna riesce a fuggire, ma il suo compagno è stato catturato. La ragazza torna indietro, senza un piano definito, preoccupata solo della salute cagionevole dell’Ignesti, che con i suoi polmoni malati non avrebbe potuto resistere alle percosse.
Ignesti riesce a fuggire e ad informare i compagni che la Bucarelli è stata catturata. Condotta a Villa Triste, dopo molte sevizie che le causarono una permanente lesione al fegato, senza mai rivelare niente, viene portata al carcere di Santa Verdiana.
Fu il primo, penoso arresto per i Gap.

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