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Ai tempi del Corona

Didattica digitale e storia contemporanea: un binomio poco praticato fino a poche settimane fa, ma diventato più attuale che mai alla luce della situazione emergenziale che stiamo vivendo. Così come per le altre discipline, almeno fino al 3 aprile (se non oltre) le lezioni di storia dovranno ricorrere a tutti i supporti della didattica digitale, che vanno dai canonici Google Classroom e Google Hangouts fino alle soluzioni più fantasiose escogitate per raggiungere anche chi soffre, oggi più che mai, del digital divide. Come strutturare lezioni di storia contemporanea efficaci e agevoli? In quale modo Internet può venire in nostro soccorso? Senza alcuna pretesa di esaustività, questo articolo cerca di fornire alcuni suggerimenti – e soprattutto, alcuni link – che possano essere d’aiuto a docenti e discenti.

In primo luogo, dobbiamo notare che anche in Italia, sebbene in ritardo rispetto a Stati Uniti e Inghilterra, biblioteche e archivi stanno procedendo alla digitalizzazione delle proprie collezioni. Lezioni ed esercitazioni con le fonti storiche possono dunque comparire tra le attività didattiche da proporre. A questo riguardo, si rivela di grande utilità il deposito digitale dell’Istat (visitabile seguendo il link https://ebiblio.istat.it/digibib/) vera e propria miniera di statistiche storiche del Novecento e dell’Ottocento. Tra queste, gli Annuari Statistici Italiani acquistano un ruolo di tutto rispetto, sia per la continuità della loro pubblicazione (sul sito sono presenti, nella cartella “Annuario Statistico Italiano”, tutti i volumi pubblicati dal 1878 al 2017), sia per le informazioni che riportano in merito ai più svariati settori dell’economia e della società italiana. Un suggerimento didattico potrebbe essere quello, dunque, di invitare i propri studenti a cercare e ad esaminare con i propri occhi alcune delle statistiche dell’Annuario, come quelle sull’analfabetismo, sulla produzione industriale o – più attuali che mai – quelle sui morti dovuti a malaria, tifo, vaiolo, colera.

Internet ci aiuta anche a spiegare come la storia nazionale e internazionale influito sul territorio toscano. L’Emeroteca Digitale Toscana, attiva da alcuni anni e raggiungibile al link http://www405.regione.toscana.it/TecaRicerca/home.jsp, presenta numerosi quotidiani e periodici scannerizzati da istituzioni quali la Biblioteca Nazionale di Firenze, la Biblioteca degli Intronati di Siena e la Forteguerriana di Pistoia. Benché la maggior parte delle fonti sia tardo-ottocentesca e primo-novecentesca (degna di nota è la scannerizzazione de «La Nazione» dal 1860 al 1912), sono presenti anche fonti di epoca successiva: del ventennio, come i periodici pistoiesi «L’Alfiere», «L’Azione Fascista», il «Ferruccio» e il «Littorio» e «il Mugello: quindicinale dei fasci della XI zona» di Borgo San Lorenzo; di età repubblicana, come il «Telegrafo» scannerizzato dalla Cheliana di Grosseto per gli anni 1964 – 76.

Se invece lo scopo è quello di mostrare la ricezione dei grandi eventi del secolo scorso – dallo scoppio delle due guerre alla marcia su Roma, dalla crisi dei missili cubani al ’68 – attraverso i quotidiani a tiratura nazionale, possiamo ricorrere alle versioni digitalizzate (e gratuite) de «La Stampa» (dal 1867 al 2005: https://archiviodistatotorino.beniculturali.it/strumenti/archivio-storico-la-stampa/), «L’Avanti» (dal 1893 al 1993: https://avanti.senato.it/avanti/controller.php?page=archivio-pubblicazione) e «L’Unità» (dal 1946 al 2014: https://archive.org/details/lunita_newspaper).

Altre riviste di epoca primo-novecentesca e fascista a tiratura nazionale sono disponibili nella bellissima raccolta digitale della Biblioteca “Gino Bianco” (http://www.bibliotecaginobianco.it/), che ha recentemente caricato la rivista fiorentina «La Voce» e «Oggi» di Panunzio (1939-42). Quel che però distingue soprattutto questa raccolta è la grande attenzione riservata agli anni Sessanta e al Sessantotto, fatto che la rende uno strumento prezioso per tutti i docenti che vogliano allestire un approfondimento sul tema: tra le fonti caricate, ricordiamo soprattutto la collezione completa di due delle riviste più importanti di quegli anni, i «Quaderni Rossi» e i «Quaderni Piacentini».

Ricordiamo infine, per ultimi ma non per importanza, i materiali didattici caricati in questi cinque anni di attività su questo portale: 1222 volantini e manifesti relativi alla storia toscana tra Grande Guerra ed età repubblicana, disponibili nella sezione Volantini; e la banca dati sulle Stragi nazifasciste in Toscana, realizzata dall’Università di Pisa.

Chiara Martinelli ha conseguito nel 2015 il dottorato in storia presso l’Università degli Studi di Firenze. Ha lavorato presso il Council of the European Union; attualmente è docente a contratto presso l’Università di Firenze. Ha recentemente pubblicato “Fare i lavoratori? Le scuole industriali e artistico industriali nell’Italia liberale” (Aracne, 2019).