Il cofanetto dei ricordi

Arianna Martini (a cura di) Centro Documentazione Donna - Comune di Figline Valdarno, 2010

La piccola pubblicazione, nata dalla collaborazione del Centro Documentazione Donna per l’Assessorato delle Pari Opportunità di Figline e Incisa Valdarno e l’Istituto superiore G. Vasari di Figline, raccoglie le interviste a 5 donne del territorio di Figline Valdarno; nate dalla semplice domanda di ricordare a ruota libera, raccontare la propria vita davanti ad un caffè sul tavolo di cucina, sono state registrate e poi sbobinate cercando di mantenere il più possibile la caratteristiche del linguaggio delle protagoniste:
Bianca Bonechi (1914- vivente) Per quanto tempo possa passare non è possibile dimenticare il terrore e la disperazione che la guerra continua ancora a causare.  Lo sa bene Bianca Bonechi che ha visto cambiare la sua vita da un momento all’altro. Contando solo sulla sua famiglia e su una buona dose di fortuna ha dovuto affrontare prove molto difficili: ha assistito alla scomparsa di un mondo fino a poco tempo sicuro e ha perso tutto ciò che faticosamente aveva costruito. La storia di Bianca Bonechi è una storia di guerra, non di eroismo, ma di paura e umanità e per questo motivo è degna di essere raccontata e di non essere dimenticata.
Giuseppa Valentini (1924- 2012) e la figlia Silvana Casini (1953- vivente) Madre e figlia di due diverse generazioni, accomunate, però, dal lavoro. Giuseppina Valentini è passata dalla feudalità della piantagione di tabacco del Principe Corsini alla rivoluzione industriale del settore pellettiero del Valdarno; nel periodo del boom economico è nata Silvana che racconta dei primi passi dell’emancipazione della donna, ma anche delle difficoltà sempre presenti nel mondo lavorativo. Passano le generazioni, le guerre, le mentalità, ma per le donne i problemi sono sempre gli stessi.
Nada Giani (1928- 2013) É su due binari che si snoda la testimonianza di Nada Giani: la famiglia e l’impegno politico.La famiglia è la casa, i mestieri, la fatica dell’amministrazione domestica durante la guerra; l’impegno politico percorre tutta questa quotidianità per concludersi con l’attività sindacale in fabbrica, raccontata non tanto come programmatico impegno, quanto più come naturale sbocco di una vita vissuta nell’ottica della solidarietà sociale.
Renata Giachi (1918- 2013) Nata in una famiglia molto numerosa e anche molto religiosa, Renata Giachi conosce palmo a palmo ogni angolo di Figline e ricorda perfettamente tutte le persone che hanno attraversato la sua vita, nel bene e nel male. Anche nei momenti più difficili non ha mai abbandonato la speranza e ha sempre confidato in quella fede che in più di un’occasione l’ha salvata. È una vita di lavoro, ma anche di amore verso il marito e le figlie, sempre avvolta da un alone di fiaba dove la felicità arriva inaspettata e semplice.

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